Fiera Letteraria - Anno II - n. 35 - 28 agosto 1947

Caterina non.ama • I ~ J ~IE.HA U.:'ITEHAHIA • • s1gnor1 vi\'OrG lont.ini, per conio l010, e ~ non l, J."CnQss1qualche volta sarebbe come se non li avessi··. " Eppure 11 avcle e polrc51e andare con lo,o, loro che stanr.o be.ne .,. Racconto di Gziglielrno Petroni "Cl,e c."entro io, chli! c"cntro io: ci .in· dresti le da.van.ti ai miei figi oli a dir loro prendetemi in casa \'Ostra> noi non ci cn• 1riamo, q:,ella è gente che non capirà nulla e, le lo d co io, be;ill loro d1e non capi· rnnno mai nulla ··. MA non vi 1iete mni innamorata di ne,· c.i:t.ioli e avrebbe,o guadagnato lo ,tesso··. 1un al.ho quando è m<>t"lo ,-os.trom..·u)o} ·• ·· I cenciaioli ai m:ei figlioli} Mn pc. 1 chi chiedevano i Giovnnolli d3lle bracc'a nude li prendete, non 5.1.J)elenemmeno di chi par =~!~i. 111 } 0 ~;d;tt~;ed1bl:~ =~: :i~~,:~~ late ,-oi. loro hanno ris.truzione. la poùia ne: e. che ~gura ,.fanno non lo pcletc ncm· f,~l~im:a 1 ~ 0 q~~tg;~:~ledid;~ic:!~ 10 ~17 11 ~~;'. mero 1 mmagmarc vanolli di ,;n dei Cappe.Ilari s.i radunavtu:o so~~ ~•.1~ se non vi pincciono così come qua e là dinnnzi nl'e porte dei rnaganini ·· Sicuro, sicuro, gcntngl 11 in fondo. 1:1entc ;reÌ;i 1 :;~ 0 e=~~: :iciiJ:i\1t~il:; d: t~~ che non sa nu la de: mondo". ter:na for.e a,ttratti dal fuc'mo materno dei ., I signori !iDn lutti gentaglia ... suoi oc.chi tottili e dalln do'cezz.a della ·· Gentaglia sarete vo1, I miei figlioli sono 1ua ,-occ. A questa domanda Caterina, cnor !,;;\e:~~ 0 ~-/h:o~c dl:;:\:/ ; 0 :,~; ,:: ~;;d;c:uldi'u:~~l:~ nd di d~~t:ÌÌ:ch~i~i,ice;:: ce ne soro pochi··. Dopo 11\'Crmeditato un qualità accanto alle bouig ic, accatastate in !:,: 0 1 :~~n!~':i ~~!bi!re:°~~~~;;~:1 ::: buon ordine lungo le pareti, g"ardava quei do. non !\anno cuore, non COl'IOIConomi· ~a:i::~~o ~-.,,re~:za,u:n:i~= SCtia e di1.prezzano i poveri; chi 111 chi si prcn1ibilc, amaro e luminoso insieme e ca· fi~t:i~om~i~~'.j figlioli di cenciaiola, quciti pace di mettete una. qualche soggezione an• che ai più scanzonati. ·· Eppure ai vollri ·· Ma inMltnma si r<>r1tHIO ma.le : 11un.a mam tempi cr11.v.atela più bcl'a di ,;a dei Cap· ma come voi dovrebbe!O 1uui i rigu..1rdì". pclb:iri ·· :ne.alzava un secqndo sedendo~ '•Riguardi} Che me ne f.:.cc:o 10 dei ri· sulla soglia. (pardi. Loro son loro e io sono io: ognuno •· Bighe'loni che non 1i~te altro; ma pro· a c.asa su3. Voi siete gio,,ani e non Potete prio non a\"Clc nulla di meglio da forc che c.apire, non cap'te nulla neanche voi; ma vi lti;ir qui 3 rubarmi l'ar:;a}" rispondeva al· credete eh·~ le loro giornate valgano le ,-o– fine con un gesto rapido della mano: l'aria. stre. Che volete che sapp'ano i miei fi·· anc~ a qua'che melro attorno all~ soglia g\ioli del bacqno che avete fatto stanotte del tuO maganino, era un tanfo ~ilen· all'una dnvanti alta min porla, pezzi di la· ziale, un odoro orribile di ,porco e di dri: non mi lasciate mai dormire. Non sanno muffa che 13Jiva veuo i letti ed imprcg:nava nulla lero. ma hanno lcJto ccntin11ia di lib,· -i m"ri llrelti ed oscuri del 1 a lr,lraaa, resa per prendere In laurea. Non saMo ncmmc ancor più buia dalle centinai.a di pann: stesi r.o quan.t:i. fatica mi son costati, non ,~nno 1ulla te.lii dc; pa~nti. " lo ho lavorato nemmeno chi era lo,o p,.,drc. quell'ometto dal· tutta. la mi;,, \;la e voi, invece, quando ave• le gambe deboli deboli che iWC\"a pero un cer– te portato la mattina quallro ba'lc al mer v~'lo fino come un ago; è stato lui che ha volu· calo. vi credete d ·avere il diritto di per lo che studiassero. lui che aven, un ccTVello dc.re il tempo a raccontar s,1or·cal prouimo. di,·erM> da tuui gli altri e 1e l'era falfo da Alla voatra età io ave,-o altro per la tella: IC. Lui sì c.he aveva cu01c ! ··. ho lavora.lo tanto; aono più di quarant'anni " Insomma dite pUre tul,to q"cllo' che VO• che non son mai manqta un giorno da lde, ma loro fanno i signori e fu""lnO 1iga· questo buco, non ho uhata. nemmeno una rct~ amcr'.cane; noi invece qui in cinque non giornata, ma i mie: figlioli sono il 1ign0r av- ab'Samo nemmeno una cicca - conduw: il ,'OCato cd il 1Ìgnor douor ragioniere; sie"ro. più gio,-anc dei ragazzi ammiccando ai com· alla voatu, età li facevo alt.are avanti g'orno pagni. pa-chè 1i mctt~o a \qggcre Jutti queÌ ·· Non avete ma: sigarette ,oi, che ,1 dia· libri che mi toccava di comprare e che eo· volo vi pcirti ''. tlavano, IO io quanto costavano I ma ora •· Non siamo mie.: dei signori: che ci ,-o· loro 10110 dc: signori · . lete ra· ,. . "Anche voi 1icte uni. 11gnon, no) con •· Be', una sigaretta per uno... u, disse la rutti i quattrini che ivele; lo 111,nnotutti, vecch:n /\ffondando le mani nelle gr.andi ta• Che ve ne fate dei quattrin'. voi}·•. sche del grembiale, Tut,ti rim.iscro in si· "I miei soldi} I m_iei 10l_dinon ci son~. lenzio g'.llrdando distrattamente fuori della c_omunq_ue le ne, a,-eu1 avr~. certamente_ di- porta: da anni cd 11nni da un 11 condut1ur,) 1\110 d! tenermeli come mi pere .e piace. rotta gocciolava \"icino alla t-OQ'i11 un'acqua • 1 cur~; ho \avorato, h_o r11tto I figli, ho f:t,t· sporca che sc.cndev.1 nel meno della 1trada :°'~I.i ~a,~i e n:g:: :..:; 11 : 0 tn~~c ~!~,: ~ i,n_quei silenzi il. cader fitto. delle ~cie a',tro; non ero del voltfo genere io, non mi 11 datmgue,'ll come 11batter d un orolog o. piaceva la genie che 1'app0ggia ,al lnuro 1u1· ! "~no quau,n~'anni t:he vedo .rag:'lni e to il giorno e guarda i tetti e qva l'ana al ragazu come vo, alza111 In mnlllr\l prclto l)fo11imo che bada ai fatti propri. Sicuro mi "'ppena c·~ genie al ~crealo: P:?'lgia ,: sole, levate il rc1piro a atar Il davanti: fate.mi il e.Jta.te e. invcr~. t~tt• come vo, M>OO anda· piacc1e di andar ,ia di qui, altrimenti JMen· I~ a ,cane.ire '. ca.m e le cetie, o quello la1· do la tCOpa e vi facc.'0 vedere chi è Cate• su ~nlln'JO accennando CCII ~ rina. Peni di vagabondi, andate a vedere gesto al. G,ordano Brun? d b1on1.o che _s11 se a casa ,·ostra c'è qu.,lche cosa da fare I ·•. vcd.~~a in meno alla p•aua d4llo spuag!ro Delle belli11imc ris.,tc concludevano q~li del. imbocco della str,tda - le ne Ila a 1fogh-i di Catcri~ come applnusi trib:itati di b_raccia conserte n gua!darc, c?n q~dla fa.e c:JOre; In 1eena ,i ripc1cva quasi ogni giorno: c1, dl'I fu~eralc, A lui non prn~c 1\ mcrca: i giovanotl~ ridevano. poi s't'lccapiglia,·ano lo; ~ me. 111\"CCC, ~11:indob. maltm~ .ip~ gli come voleucro distruageni, facevano a pu· occhi e sento lutti L rumori lontt'ln:, m1 par gnj ed in~ne, un poco sudati, c<Xrc1piro af· d' ~!sere vicino nl mn,e ", fa.nnoso chi con le gt'lmbe stese in mezzo Sto mc,cato del cavolo: la gente non alla st,~da, chi ,i,'Olto nell'interno del m11· smette mai ~·cmpirsi_ In pa~~ic.- ~cgt o sa.· ganino. sedevano tutti attOJno alb vecchia ~cbb~ fui:narc1 unn s1g3rett~ •~s,stè Mcor_n sprofondala in un.1 polhona degna del I~ 11 più g.o~ane. mc1\t'.e gl_1~ltn accons.cnh• e p.1r maestosa con la tua spalliera altiu1· vano _con piccoli ge111 fau, d1 nascosto dalla ma e s.drue)a, \-e<:ch1q, ·· Che 1fogo ci pro.-iatc a prendervi a ·· Una ,·gt11~tla, ,·cm dello anche. prim., cazzotti in quel modo non lo tono mai riu- disse la vecchia traendo lenlamcnte le mimi 1eiJn •a capire, bcncdella gion:nlù ,ènza I.e· d;.1\lc s.iccoccc - una sigarclla \., fumerei s,tn: oggi i ragaui ,on tutti s.cnz.a tata; c"è anch'io. Uno, due, tre. cinque, selle con poco dc fare .. ripetendo ICIIIJ)rc frasi. come mc. siamo s.cUc, pcrchè non vai a comprare questa girava auorno i suoi oechi pe.$3ndo ad 1ellc sig111clte.P :nqual.ro } ··• Un g1ido d, uno ad uno i suoi giovani osp:1i che se- gioia a qucslo punto sfugi;iiva ogni g'.orno ai devano ,icini mii; e aorridenti, rivolti a lei 1agazzi ad:i~ti nllorno a Caterina I quali si come attratti da un certo tepore ma.terno che alt.a\-ano tutti in piedi mentre il più g·ovanc 1prigion~va,, d.:, quella figura di porcellana con un gello rapidiuimo prendeva dalle mani poh•erOll'I. della doona le lire che cu,, aveva preparato ., I v05\ri figliol: - riprendc,-a alfine uno e correva a comprn,c le tig111~1te. dei rngani - f.:an1l0 i 1·gno1i e voi st11.tc Poco dopo t1.11ti fuma,•:p10 in 1ilcnzio, com· acmp,e qu; dalla m11ttina alla scrii. con que- 110 puzzo e jn mcuo alle cimici ", "C.mici ce ne sono daY\'-cro- dicevn al– lora I.i vcc.cl1i11 gun1d11ndo i muri incrostati di srorc.izia fl11I. in q~n st,ada le cimici sono da per tutto: o che Q cau \'MIia non ci son cimici forse}··. Ne1suno de: ri'li;iazzi 1isp0ndeva cd Ulll\ lunsa p,,usa.. sprofondovi. tutti in pensieri oscuri. Poi qualcuno rip,cn– dc,11: ·· M.:1oerch•' non andate anche \'Oi. Cate· rinii, a fa, In ,ignora a Milano coi \'ostr' fi~lioli) ". "lo) Mai I - protestava qu.ui sDlcnnc - mai. nemrncoo mo,u, ,•orre, es.sere nelle loro c.,sc. lo sto qui, ho il commercio. Ncmmc· nO dipinta nelle loro ca.se .. . E concludC\11 il disco1M>con una smorfia di di1p1ezzo che l'obbligava a fa1e un fischio. ·· Sul primo aualchc vohii me lo diec\·ano: esc; di lì. la· ~in quel lugurio: lo chiamavano tugurio, o do\·e hanno mangiato loro .ai bei tempi> Ma li mettC\'0 a pos.to :o: badate ai fotti v05!.1i dice,-o loro bl\dnte ai foui vos.tri e lasciatemi in p.,.ce: I~ gente come noi non ha n:ilb n che fare con loro, ,·e lo dico ·o: hum. ~nu• 110 cuocia nel 1uO b,odo: nt•Jnche d1prntn con loro ''. prc1.1 la \'ccch;:, che aipirav,1 il fumo c n gli occhi sccchiu,i: nel silenzio si udi,•t1 •I suo respiro s,•clto sre!1c d. vecchia tw •po grass.i, che rammenla\·a q"ello di un !aliante addormentalo cos.i fiuo e breve cd ogni 1.1nlo interCPlato da un lungo so1pi10 meccanico, completamente pri,·o di rifless: mentali, ·· E ora fuori di qui. pezzi di mascalzoni: per una sigarelll\ fores.te anche qu.,lchc sp,o· pos'to: fuori di qui che avete avuto quello che ,·olcvatc ! " si mellC\'a a gridare t:itt'un tratto come se fosse rc :ilmen.te infuriata; ed i ragazzi usciv.;;no docili docili succhi-tndo r ultimo resto della 1010 1igarctta: " Buon.a: r.ot ,tc, buonanoCle ··. F uuri Ol'ITllliera bu ·o. li più piccolo degli 01piti però si ern fcr ma10 sulla .soglia e, quando gli ahr: erano lon• t<11!i.donundò : •• O Gatcr:na ·· •· 1-lum··. ·· Volete che vi ,•ada a p,endc,C" il vino)··. " Sì vammici c.he sta5era mi dolgono le gambe··. Prcs; i soldi e la bo:Uiglia posala sul tn· \'Olo dietro al para\'ento, il r.:i,gazzoco11e..a e tornava in un attimo con mezzo litro di "ino: ·• Che mang:alc s.tascra Caterina)·· ··Già.: pane e prosc:utto e o\i,-e, gif. ci seno anche le olive". " Buonanolle Caterina ", " AspcU<1-un pl.'CO: ne manlj:ere1ti un po chino}··. "Ma!··. "Vien qu.a che hai fame; cc n'è anche per te •· e i due si mettevano a mangiare in quel tanfo di m~ffa e di cimici. " Grazie Caterina··. diceva 11 ragazzo quando a\·eva finito. " Ma le altre w:re, q1111ndo non li dò io, dove mangi} · ·, ·· Mah, compro ... ''. ·· E' una brutta stoù eu.cre ,oli; anch'io ::.ono s0la sai, ormai sono vent'anni c.he ,on di nuovo soli, i figliuoli e: sono itali m.a ora ·· A,-eJe ragione". .. lo in fondo seno conlenla: ma sono \'Cc· chia: qualche ,·olta res.p'ro male b nol,tc ". "Quando la notte torno a casn, a dormire, su, d,;,ve mi hanno daJo quel pot\Ìcino, pri· ma d'entrare nel portone appoggio s.cmprc !"orecchio alla vostra porta, Caterina: ma non sento mai nulla ". ·· Ma, a quanti anni $Ci rimasto 50'0} ••. •· A,·cvo olio anni e meno". ·' Nove anni! cose dn pazzi, 1J1i) a nove 11.nnjsi ha bisogno di tulio, ai miei figlioli a .no~~ anni il naso glielo soffiavo anco· ra 10 " Oh! soffiarsi il naso... " M>spirò il ra• gaao quasi tra se. '' La ha mamma era sposata} '. •· No. il padre non l'a,-evo ". " Nove anni, ma non ~ poss:bile, come ,; fa ad cucrc soli a nove anni ". Dopo una lunga p::usa Caterina riprendeva: "Tu IC'i giovane. io sono ,""CCchiama la JOlitud:ne è uguale per lutti; in fondo. ere-di, soli si na· sce, noi 1iamo nati soli ". ·· Ora vado fino in piazza Poi mc ne vado a dormire, buonanotte Ca.tcrina ··. '' Buonnnotte '·. ··La porla ve la chi:ido io} ". .. La s.cra pa»a da mc quando vuoi fì: gliolo ". M:enlre Ca1er·na finiva la fr.asc, mentre diceva, figliolo, l'ultima an.11' della porta 1i chiuse con un umore che all'intorno tutti conoscevano da decine e decine di air n:. La porla M chiudeva sulla ,"Ctthia come la pietra di una tomba: eua rimaneva per un poco immobile dinnanzi al tavolo con i resti della cena e due lacrime le tcendevano sul \·iso. Infine con un gelto d"impazienz.a cominciaYa a s.poglia11i borbottando tra te: ·•La noUe mette l'orecchio vicino alta mia porta, oh! la ,o\itudine ·".'E IPCSIICVa la luce. UN DIPLOMHICO POETA COSTANTINO NIGRA p OTHtslmt: es:rer prestr rom~ a•'g,1 0 1 /i u, 1 I Cri.siti, il Mamiani. e molli "P'!litid" ifi i11tt>lfi~e11lc 1.g ,rivnwm.mo i,l pf'Ol!resso 11~-ticr ). il. 1,crv.:o,·:w clic cvmp1 il Nfgro '1!11.t:~llrio de:l!' 111/fJ_OO lwlia 1'1d1ir;ittÌ l'_('Cli• "";,l Jtm::t ;!" 11 ~ 0 ~!:'er'{;;rw~,;lu ;:.e:::; <11 ,li CoMmllmo .N1grn. 11/, 111111I.• f (U 11 J>:11 lw ~,!rnr-:e del m!:eruo,g~w ~ure 1111 discf', v0ro u,lla 11oes111 p11,,.1lnrf'p, mll11tf'i(J f', prir.)i fot1wmelll'!I o.elfo soswnzri pcrJonale. ancur di pi,i. fa:iun~ 1/i1,lo11w1icvr 11I /im,ro ,li C1J1•011r par1,-cro 1msco111liere l p05.JfbiliJà rii 1111temp rar,1eri..:o p<H!tit:.o idilfin, e mi· tcmeritr r.ffcltiru. Ogrumo. ,111111ulo l<.'lllfl lu /JfWSir,. ~· ril'efo p r 1/Uf'tlo cl1e e, E in 1111 scco!o comr l'Ou<lce.1110. in t.-rii lii JH>e' sfo f! 1111 /110((-0 16; ,·itll ,(e/ti,ufiriduo (t:' 1111· ch1- 1/dl"ullmo plililic.,. chi- /Hl /1 /urtmo 11()111i11i (."(Ime il 11f1=:.'11; il Curi/m',li. il ,m illumirwni riel ge11rre e m1cl1c nri ili• /e11i il l proririo .1emirr1e.,uo. e infirw 11~1 ritorttare 11/QCalo e /es,050 lll"i rict.>r1li 1/eJ. l'i11/tm::i11 e nei /H:<P.uggi 1fod11 dia 1K1ssma. PtTÒ il NiJKra 11011 ha comi11ci1lf1> con u11 t.•c,i i111f'1iore prop0:,iu». Giù il I>'A11co11a (c/10 p ,d.ib :'icò nel 1914 llltlfr ,.(J,,.,,.(I J>?CI~ r11 dd Nign,, i1:i cum,,,...·sc fr rrrulu:wml ,w1m.•a maliziosamellte che. /ti prima ,,for.n– :im1e /e.urraria gioi,-ò al 1"i,;ra '' in tlll pri~ mo ruort:lir~ nella vi1a pubblica . .w.- il C(l'f'• me 1.,-ol 11ru1le t!!l• brò 11el. 1852 le 11U:k! di Ale1~rwlriJ1a ,l'A:cgliu cori Ma:1eo Ricci., 11tt111J.Se flauerrzi0t1e ,I· l 11m1110 dclfo spoJO, cl,e di veni ,·in.1·11det..'f1 ••. l)mu1iu! il Ni• 1:r11 i11i.:iò n scrivcn versi sol JH!r a:trflr..~i fmter1=im1e e la be,,m1,.>la, cortlialici, d~J 11oru10 ,/ella spo,ia. oo/e u 1/irt del Mr1.11.:.011i? Ceri(> i11 ,,11euo C11r111e il NiJlra non Ì! per poco soltrr11to '"' m/11fotort, e, .wbbc· 11c il Man..i-oni /oue 11dl'amurc 111,bblict1 111icl cl.e sappiamo eSSf'rc sw,o, l'11polu1ifl di un giovane impieg1110 riel. Minùtero de– /lii AOnri Esieri. può so,wre i11terts541t.u, sitt per ,il Preside111e tlel Co,uigfio (dio 1 711 ,J/ora il d"A.:.cg/10. /!fidre dclln 111,u:i,,11), WI 11 r iJ Monzo11L Come ~"- 11uei ver.~ il Mw1.:,mi? Oin•-· t.'fUIO: • , A voi d'accanto forEe. 0 ch'io ,pero. alruugural rom·i: .. 11h:d!rà la J)Cl"liOlla veneranda tlel maf!:gior ,•o~tro llllccnlolt'. O :,0m1110 canlor d'Adelchi. o pio 1\lanzoni. a t~i. sangue del i'ftugu~ 1uo. candidi it'.orni prega e Kioie fecoml,. e deg-:.:1 M:hinlllt tlcl 1110 nome immorul. Giunti;e più Rratu al cid ):i prcec chi, il 1110 lnhllro iunah:11, f,'u,10 .stn che ,fo (1/Wm il, v 111i,1111111r1•1111e 1/i11lm,w1icu si trovò ja via 11per1a, e 1111 Ee,. grcwrìo tlel d'A.:.csilio per le 1m11icl1• //i- 11/omaticl1e, nel 1856 er,: giù 01110 ,fj Rllbi- 11t'Jlo 1lj Cnvo11r. t. di r, srircbfx. Jlf/5,111(1) " P11ri1ì, ;11 <111cl r1104, ,li 11111~Hi'•l"rc 1,ie· mo11U!se, poi i.wl ~uro, r,l,e terni fi11u ul 11176, i\l(f so i/ Nii;ru., 11tl Curme. 1n.'f."f:111,fl di 01111onu11i$nu,, 11011 ebbt> rol/l'a di fr.rc il 11u111:011irmo ,r occm:imrc. S 11i ;;w,nfo fo .•/ru//ura 1lc:l'cm/ecusilfobo t il /lflrlic:More ,-:,uto ,1rmo11icu dli cui ln.1ci11nr 1lt>terr11i,wn fa forma rumamica, si 1.'()111_•fu(/e .Jul,ito clic le origi,,i d,l Ni1:ra s0110f1>:,;c;0lim1c. e fuori cli 1111 rerto ge,icrico m,,!,uneruu mu!!icalc, a,1clre mòruiw, , Si iriseriscuno c1t11'm:e rJ. 1,1Ctrrrcr con w,a po,esia ileL 185-l. Al mio r,I\ allo. ma Fo:,;co{()riuppare rtime sic11,o ,/1t1r.:1ore. m1cl1'! $ m1i1iv11111c111e 111•.•o ltn• che come aura S{1crar11cr11e1J01itirrr, 11e.l/r1 /irica In mor1., di Sih·io Pellico (11:1re ilrl ]851). Poi scue nn11i di ,tilf!.11:io. Nel /r1r11cmpo .fi ini:irino i foro,i 1/i filolngi11 r,opufore.. e lt, f'f'bbril, 1111in1ù JKJliticc: d,1 Pfombières ,i/t,, mONe tlel C"V011r. E' rfr•I 181il /n na~ •ci;n:1 di \,nurn. Ori l•'u,,;cQ,'11 ••, C JHl$..(1/li ul Proti. ,, tli. m•::o i<, mwlio ,lelfo oOl!sifl 1.K11wlttr,: lw apport<llo mm lllll8Jli11re immc• 1lj111e:::t1es11res.<itx1. c111cl1e se lrUJJJ'O com· pittcimrwo terminologie:,;,, " Ma allorn pcrchè li avete fatti di,·entar dei signori, pote,·ano fare anche loro : cen- ~IAHIO MAf'AI: Composizione (Prc111io Pitm ex-11equo) V'ggiumo fa UaS$cgna lii No,,ura. e 1111· 3 a:vtiamn s.11bi11> che il Prati. tlis1olto ,lrr!ftJ sua tr1t1gni/ic.t!11.:.t1 esnticu. 110n" <lire.I• 11111,et1t11I g,oi·,me C11rtl11cci. Se. come qui. 1 i $i IIJllfi,m,;e 1111r, dose 11111.1;pior~ ,li clos· .,ico vc11uslli ulla Mo111i, siamo nel ,ie:scri1- 1irìsm11 1,iù trito: ;,cfi/r.110 i i,,1rj re.1:emu•n,i picm()tll'&i, la 1wt1e dei 1llor1i, m:ltu cripln ,/i S,1pcrsa. e rumme,1111110 :e slor~ paJSnl<, ,ìe[ Pi t1nt11p mifiw.re . Ciò f1ml•1Stico il /k.lCffl, ma 111,/fo c'è cli<- ct.,,rc/1i superare it resocomo ili veni, t.l ,ltir 11i111 1uf u11r. i111ma– gi11e di 1rns/ig11raw m~11111ri11.11 fantasmi 1·/u: ~11110 11ues.iti p r ,(C soli, in q11wu1> wJ i(i:i 11=w11e i/f'//"1111imo JJ(llriollico. V'al,ron– d,! 1/lll!SIQ ct1lci/iCt1rJi fW(JC/fC~CQ su WI ac· 1'<'so 11uunfolo civile 110n i: 11imme110 u11a cowli:imu: J1Uc1.'c:11 ,lei Nigrn. 1-;· 11111>erw ima s11110mome,1.1a,~co, gfocchè. d11e wmi ,topo, nel 1863. ciltl fo Bun·arola, .~i riwr1m alfo b1dlNa rommuicu p,i,ì 1/l(uule, tll C11rru, an– .:.j 111l 1u,'11rt-'l11lia ~-i1wrel..'ia111i che 11011 ha rics.surw ,:i11sti/i1.'luio11c 11<el 1:m110 e 11011 $j in1111edesim(1 rwll'occa!!imw p,Litica. (Per cu;j è aulri. i1t1C'rcsw,11e111w l,euera del Me rimfl.e ripor,aw 1lr;/. IJ'A11corw. Nel logo ili f'o11rai11eblam, alla corte di Napoleone Ili. wmn,e J>C)rWla una 101u.lb/1r v:ne:Mtiw. Il Nigrn vi fece un'ode dm termi,,a1,'0: Digli eh,, in ri\':t all'Adria po, era. ignuda, eungue. gc-me Venezia e langue. ma è \'h·a., e asJ>elln uncor, E il Mtrimee commc,uar:a: "l't:ue gon- 1/ole o pris la parol.e l'mure soir. et a dit. pur l'e11Jremis.e de Nigra, d'assr: joli.5 ve.r• fÌ sa 1\foje.11é, En voici la fi,i: •· Ma è viva e m,petta oricor ". le crail1., 11u'o11 n'aii re– pomlu: AHJ)ot:Ui. Cepe"'ln,u N,gni e1t uès /c.woye ici '"). Un piccolo inciderue diplo– m,ttico, e tJui.tuli di 11/Wtfo In pucsi<.• del Nigm ili /111ui01W!1/i mt ,"la.'cofo poliucu. Ma, Jt«mlo c<».si f.e cose, ,w,~ ci :sar~bbe flÌIÌ mutiuo di di.,c(lrTI!rc de/, Nigra p<Jela. (,•,lmc110 fuor di rUI pur11 inte~ss.;> s,oric,r 1111f!fl°do,ico), 5e, dop 0 wt più hmgo silen– :io, J.. trelll'wuti (orn..-,i il Nigra rilirtlloti a vi111 prii,,Qfa). nel 1893. u«:chi() di ,1·s.san· tt..cinqu,e 111mi, nl>n Joue ritornata o.Ila pc,e– •io.. componendo unt1 .erie dt. dodici Idilli; Si111olare Jrs1J110 quello cli co11du1/ere h propria cturi,era kt1erari11 (nè JHl-530,w con· tar• '• ren1ii' .nisce1a.ze, 1 UJ ouama cumi quasi, cl• I/a Ca,ia di No.zare1, ct>mp011e111lo liriche ,fi 1e1t«tJ a.more camp Sire, fresche imprfl.l,· .11ion.i della vi10. di umi i fPomi. nP/1~ care re,re di Picm0tue, qu.·Nlre:1i di sapore asre, are ancl1e nel./,. cadetue strofiche, piccOfe cose di 11u mond., dime,lttcOfo. sul finire del seoolo romantico, 1111 '1111110 clopo ,"m,ci1a 1lclle pa.te (lliMe Myricac La data farebbe pen$are ad un lardo cu· simìlamen, 0 ckl/fi poetico 1l«a&c,,1, (11.rda sia P4?ril tempe.rameruo ,J<lt'ani.110.. •w per /o .111ifuppo dd decxulenti-.,mo i1aliu•1iJ, sià in vigore dal /i,l•ire d~lla Sc:npigliatura e ,!alla m'igliure prod1uiune po«icq di un. Ca,11em-rw 11 ,U una Asar1our), ma: riè il. de– cadtm,ism1> imprrssioni11ico ciel Canrero.11a, 11è qut ilo me,,litalit>o di Ptt-ceoli hu11110mp· port" con sii !di.liii. fkl Niuo. Divtrso i la /1111.:.ionc del pa •'Ull!Bio, li visto come ,le- 1erminm110 di 11,i mondo ~ruibil~ 11 dì wi m&ulo e,ico·&e111imffU1tle, q1Q nranlenjjlO in puro nrppor10 di ttuerrs.se rnarro.tiv1>, bon•tti$tico. fo 1111 certo ttn$U, per voler dÌt.w1ir.1i. 11 c<mruire u11a proponione ltt· terarin. il bOUdro tli 11n. Nigm 5/rr a quel· lu di un Ciacosa. come il bou.etlo dd Ca· m·r,n111 .o ,lei Praga sta. a q11eloo tlel Fat,lel· la. A~ i11fa11i.là dove prevalgono m«rj in· l<Pnli mpprtU'f!lll1llivi d· lfo 1--ita COnl/Jf.'!/.lre r, dell'm,"tJi~darsi JeUe Yasimii, i.I Nigra COIIIJIOfl• con .1&1il 6 grazia pre;io.1i ,111Uflrcl· fi armpagrwli i ,,1111/i 11011 su110 ,li maniera flllPlllllt» perchè l'i111e,11() 1/i flVVici1111r1i im· mtdimumente al /11110 e oltn cOM tldla ria– tura è re1i.iutr10 St.'fua gli .,r.chemi di 11n lirigmtgBfo ,rrbilr~o (!(/ ~(Uivo. ma ('on. c1c10 m:Ua s.,emplicitù Ilei/a fi11t.'11 melico fl ,wi idsni/icllti 1/ell,: se11.wufoni dd pat&Sta. f." <:f'rto 1:he 111w.rti IJillii del Nisrt1 ri. 1,r1mll.ì110 Però, &'bbe,~ in 1111 pi,ì 1it1,itao vulum.e. it mumla cotllt.'l11pla1ivo e ali «., 1ribU1i /HWsi.diOi 1l&1rA~lil'hdlo di ZonFlf,a, Mu il Ni,rra 1/i#g11a a 1l;.,,corre ..eru:a i Il 11ici om11me111:~ <'$preufoi dello ~fon«lla, rm.:i con, ,ma oer111 /lullli'fl:ionc ciel ritmo, do. 1111 n<-reo .J<11CC mi.,m" 111I un limhrn ,:iutttJHo crudo 11ello og,;red.,"fUione. ,lrali •frmrtmi na111rflli. Il che dti un complea.111 lllt'IID rigfrfo e 1&10, cioè, n~giorrncmr. rit;, ('o di 10,m!iui m'lid1e, di imp,·uti /ònici, ,li ~uttislieu~ di ritmo e d'm5'0nam, ..,. Prr q11al da t1Ul!s1i ldil!ii dd Nigra po11. ,0110 ric1111are, 11d corpo della l•11ero.t,uq itulia11a ,le.ll '11ltimo Orwce1110? Va certa ,1·110 c~ il lfl/Sll1, t'Cflut."mio11e. le11e,crrifl. il mome,u 0 d,•gli affctli, q11ella determinwa 1m.11iera di i/U•g11ure g/1' cuemi ddla vita i;;c11111licc, il modo di sincernr,(i in. un am. bi1•r1te '"""JH111110!0. son. 11111i ele111011i dte 11ermc11orw ugcvolmmue •li collocarn il NiJfffl 11el ~uo t(!mpu, Chè, 11cr r11m1110 t.'t.'C, cl1io /W$Sll euere il :s,wo li11111w,-gi1> t /re• c111fl11i ricl1:'ami, alle forme del romanti. ci.mio, il Ni/!rtl sciiti' fo t.•ita 1111lurttle it, 1111a i.:ll'ÌMJ mm 1liscosw d" t111dl" dei $1/0Ì, culb-, i:l1i i/i pi,i giv1.'lme e11i. E si JJUÒ 11g,:imu,cr 6 ch?j t/ud 11focerc ciel bo.:.:e//o /H/e$011(1, In r:ff11.tio11c IIIFJOra.'ia Ml C(I.~ e,. iSlanli della 11111111rt, la cmuue.1ulnc (li immctt re ,,u,.._.,, ,,, ~f,·1111:casr Mi in 1at preci&o o.,,1bientet ri.mc <111el1o cl Ua lerrn e ,lei/a popolt.:.ionè 1,iemo,1/f'$C, fossero i movime,uj (l(lfa leue. r11t11m piri 11ici11a ,tifa viw e 11llr,l.c1111r., del N,1ri1, 1111elfoile/le (ig11rirw ,lei. J-'11/J,-Uu. dei IJ(iui del Giocosa, ,l•i bo::cui de/ Cw l!"a, d· i <11111.(lrt!tti del C<rmenu11•, ,lcl'e no· ,,elle Noriclit a /omio fXl(!$llllO J,el Succheui .• e cioè 1lella migliore truérfll1m1 1ricmfif1le.)e di fi11c st.'Colo, GIORGIO PETROCCHI

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