Fiera Letteraria - Anno II - n. 33-34 - 21 agosto 1947

n.EH.A J,ETTERARU IHI<>' tempoJ. Solo un altro 1,octa. potrebbe, fon.1.1, capire ; grfidi tlj « \'O"nzionc )I o Ji esperienza stilistica che sono o"..corsi per scrivere i <1ua1tro uJ1imj \'Cr~i•di « V:1c111i– ze », o ])er scri\'·crli - co111cSaha li hu scriui - di gcno e. unn \'oltn 111111ò, quasi giocando. FANTASIA DI SHAI(ESPEARE « Puncn7..:1 c riton," » è uno poesia multo in·cre,ssun10 in 1luo OIJJ}(Ho llirezivni; J,1 luminosità llclln chiu~ d:1 1111huo e. dal• J 'al.ro , unn dtllti più sorprendenti l'~l'Clll'.e d.i Saba 1lnvanti al lcllorc. Uopo di :wcrc, OO'l1 rapidi tocchi, (1 ambientata » la figura della cugina Elvira, in cnsa della c1uule stili 111a1lred[ciJo di mandurlo. per nll ,Q.ut :mnr lo Jalln balin: l I :e~::. ;c~t;v~ia n:j'::t s;u~;e J~r,'(;et Non che manchino oggi filologi i qua/i per si·stono a ooler sondare onnosi problemi con anllOsi scandaali; ma codesto è: un tipo di cuUuro che oramai si annida nelle uniVcr" silà p,ovinciali. Se da/l'Università di /Jloenr /onlci11 nello Stato libero d'O,angc ci per– viene /' ennesimo diuc,tazionc wi sone/U di Shakespeare (Barluna A. Moc/,.·e11:ic, Sha· kcspea,e·, Sonncls, Cape Town, Masl.·cw Di padre Wfillcr Ud., 1946/, lo guardcre1110 con più lae;b~l~: ,:~i~i;7i 0 ;::~· E flVCt'il n f>od01,'Q fiducia di quella che daremmo all'ultimo si slcma in/allibi/e per vincere alla ,ouleue? ,,end eh~ chium1uc può aCC1."ttar.::. Sabn n~r Sulla bajc d{ daU s'.orici ben noli, e di giunge questi altri: vecchie congdlurc rilrille, siamo ancora una voi/a r'nVi/ali a leggere i sonetti Ji Shake: ·,;;t~:dre 1111 giorno: "St, mmula.ssiUm· spcdrc in ordine, diveno. Giriamo pure il da zia Stellina e dall'Eluira? Ft>rs< fb<-rio ;;!~b':erlit;z;~;~ ;;;ic;~ ~Jon i:a~e~f~~:. d suo rùorno olfìrie m'amcrii; dono i pezzi di vetro colorati}, il di!egno forse, lmwmo 11i11cmfo. la Pe1,,tf1. sarà sempre misleriOS()e bello. reurna Pcppa dÌ'n1emicl1erii; Non vi è un wlo modo giust9 di avvici• che &embruno scritti appos1a iter prendere in p:iro il lcuore. In realtà, in <1ue..10.come in :tleuni altri momenti del ((Piccolo Ber• to ~. jl lctlore per Saba sem1>liccmeu1e non esisteva. Nelln p:-ofondità delJa sun anima e&&ierano altrettante,, giustificati d~gli altri: ma In giustilìca1:ione ,·ale\'a per lui solo. Valo~e evocativo dei nomi fumiliari ndlsi alfe opere di Shakcspea1c, ha $Gril(o nelle sue notevolissime Explorations (Londra, Chatto d· Windus, 1946), L. C. Knigli·s, il quale nel suo saggio sui sonclli t,ovà che coloro clic li studiano da un pun'o di vista unicamente b,'ogra/ico dovrebbero auicura,s; della direzione e della qualità dcgl'interc$$i di Shakespeare prima di liadu,,e puramen'e e semp/iccmcnlc in termini di vita vissuta /e sue esprcuioni; in altre parole i biografi non possono esimersi dal/' es.sere cri 1 ici /et I 11omi <lcllu .zia Stellina, 1lell'Ehira e del· tcrari: il tentativo d'isolare lo ,punto ini'• la Pe1,pa aveyaoo, per Sa La. un vulorc evo· zìo!e, vissuto ( che dopo tu/lo può c.1.serc staio cati\'o che evidentemente 11<,11JJOtevano una liluozionc immaginaria) non ,o/o è o:· avere per il lettore, J>er cui rim:tn)!'.Oltolet• zcirdato, ma irrilevante, poiché infine. /asse tera moria. Lo BIC66c)ilica:oi dcll"itlea di anche s'alo lo Shal.·espe4:c .1tc.s.,oa dirci ;:~~~u~: ~~~~1~~:fl~~i~d~;]:0:':;:i~~~~~i~: ;i:~ i /:n";}~!ic{::~o~r:cr~flid':;tt~nl:;;;p::: libro su Co/cridgc (Tlle Road to Xl\nndu: a Study in the Ways of the lmagination, 1927) che /ccc epoca, '1osformò uno studio di /on/i in un'indagine del modo in cui ii fo,mano i ne:isi ossociofiVi nello fncnfc d'un poelu; se· guì poi Coroline Spurgcon (Slm.kcspeare· s Ima· gery arid what it te'ls us, Cambridge, 1935) ytic vide i dwmmi di Sliohespcarc mtor.:11 o certi g1uppi di immagini p,cdominanli, le r1ual1 danno / 0 quinfesse11:.adi ciò clic il poeta acn– liva dinanzi al !IIO tema. Su </UC$lo slraJa /è ,1pin!o a11cora p1'ù oltre Edwa,d A. A,m· sf1ong in Shakespeare.', lmagina1io11,A Study of the P,ycliolr>gy of Association and lnspi· ration (Lond,-.a, Lind:f'1y Drummond Lid., 1946), mentre. un professore amerìcono, fohn W. /Jrapcr, c'!miila I? ~tudiarc la psic"1osia dei Pcrwnaggi di Sliokc::,eare alla luce delle antiche 1co1ic mediche sugli umod, in Thc Humon of Shakespearc'5 Charnc!ers (Durl,am, North Ca,oliM, Dukc Universily Press, 1945). Ogni .1ccolo ,tende rui poeti la sya patina d'inkr'pre 1 a:.ione, avverte il /Jrapcr · occorre liberare Shakespeare dalle incrosta· zionl di Ire Jecoli, e invece di 1icorrcrc alla psicanalisi, aggiungendo così una nuoca iop,a· zo d'un quadro dc/ 'fiz10110 o del V elasqucz in una ,tampa o due colori I Shakc.1pedrc JOIÙ magr,,i partilo dalla lco,ia dc.Rii umori. e in t/ualclie caro il raccostare i suoi caral'eri a qucs/a vecchia teoria potrà giol)are olla lo,? rctla interpretazione, ma Shakespeorc onda anche ton/' oll,e che si e 110 la pi'ù moderna plìco/ogia ricscc a tenergli dief10. In oani modo è cer!o che la critica d'un moderno p.sicologo come l' A rmslrong anicdii' .1cc auai più la nosfrd canosccnz.a di Slwkc· .1peare di quanto non /occia il raccostamento allo vecchia teo1ia degli umo,;_ L'Arm:S:,on3 è riu.1cilo a identificare cc,li gruppi d'imnur gini che ,icorrono ripe/ulamen!c in Shak~– speorc, coordinate da solli/i legami d'auoéia zionc ~ubliminore conne3.sa con I' emOzionc del poeta. Ecco un posso della prima porle del· /'Enrico IV, alto Il, scena 4: il p,incipc En– rico dice a Falslaf/ facendosi beffe della sua eorpulenza: " Ebbene, mia dolce creatura im• bollita di i>ento) Quanfo tempo è, Gianni, dacché ti sci veduto ;I ainocchio? ". A cui Falstalf: '' li mio ginocchio? Quando aocvo pren'a poco ì tuoi anni, Rigo, oceco fa cita più sottile d'un a,liglio d'aquila". Come mai I soffi dell'unico . vivere O illusioni, i bcngiila oostri, tutti, .si sono spenti. Nessun a1càngclo mi sègue più. E di uoi, innumeri speran!", tanta a /ungo coltivale, quanto mi rcsldì Tu .sola. amala, mì sei 1imasta e la mia viva voce di poeta• Così la mia tragica vita si mula nel vivere più l;el/o. Pure, dove dobbiamo noi vòfge,ci? di ROMEO LUCCHESE ff c~i;r/ n:i;:,: te l~ndica, la gioio profonda di ogni staJlionc dellu tena e la nèmcsi lento dei regni, che, in pochi emblemi e in ra,i segni, fanno fiorire nei sècoli i solfi dcl/'imico vive,c. Solo il dono che ferma Rii istanti supremi di cita può darci in possc.sso il segreto che fa eterna la luce dei /ori. condanna diventava così. a.I 111111 co•Ì gran· Ma,y Fitlo11, l'unica impo,tanza che avreb· de di61.nnza di temi}(), un diveriimen:o let· bero sarebbe come poesia. li Kniglits trova terarìo. Ma il di\"Crtiment<, era lule solo perciò che il modo più proficuo di ovvici· per Saba; egli non poteva 1•et.cudere che ndl.,; ai sonel'i è di consi'dcrarli in relazione il le11000 I.o racesse suo. L'isi>irazione, in allo sviluppo del oerso lhakespeariano: sili• qualche modo, c'e-ra. ma affotw so1itaria; /uppo della tecnica del ver.10 che è in /un destinala qu.indj a non diventare mai poe• :ione dello sviluppo della sensibilità del poc· 1oin, o a diven1ar!o sol~ J>Cr l'Autore. Per fa. Nei :ronelti. pur entro i /;mili della for l'Au·;;: i~h notocdo:!! EJ~i~se« ~c: 1 1 1:~ 1 d 1 :;:.1 ma fis$0, Sh~~·esp,eo,c s'?vvia a contiuislare -------------------------– ~ma~» c!Vocan:re») lo c;:altavn. al ri• qucllà mafurtla d.esprcsStone, ~he. l~overe".1° oordo <iuanto quello di Ulisse. dul (jUale nei grondi dramnu; csp/010, ducnn11na.. aru· prende ul:t il fina!e, che ha. que;;t<,•,uno dica modi di essere: è alla luce dc; drammi risonanza ben diversa, non solo per il no• che i wnctli rivelano il loro 1le10 significato. me, ma per i \•ersi che r,eguono o quel Tanto si è: scritto su Shokcspca,c, eppure, nome. e che - pure legati :id 3V\'enjmenti osserva il Knighfs, ben pochi libri ci aiutano Offlag 6 • Oberlangen · agosto · 44 ~:t!~~ 1~:~:.:~\~::' d1f;,r: r.:~~~ :::;:·F.;f :':éLrit:; :E ~i~;.~r,i13 ~:;;: ~;~: ~::~~et p~ 1 1 :"~~:~/ 0 ;jn~:. carol!cri dei personaggi, dcgl'inl,ecci, di /ul' slrut!wa, ,iccrcorc i vecchi libri di medicina Shakespeare pensa all'artiglio dell'aquila) e d; dslrologia, e a/1 11 luce di quelli siudimc Perché nella mente di lui l'immagine di Fal– le azioni e le reazioni dei pcrs9ndggi shake• staff che si piego per guardarsi il ginocchio spiriani. Oro ci fu un contemporaneo di Slw· ,ichiamaoa il piegarsi Jel ginocchio, e questo kespcare che appunto wgl; umori cc»'ruì tufia a sua volta l'aquila, simbolo dcli' alle1i1ia • / 0 psicologia dei suoi personaggi, Ben /o/1n1on, della macs'.à, a cui si rende omaggio pie ma colle quatl,o traJi'zionali categorie dì san· eando il ginoechi<J. Pa$$ì del Riccardo Il e guigno, flemmatico, collerico, malinconico, si dcl/q terza porle de/L'Enrico VI i.!.lust.ano cnd1à molto oltre nella nc»tra conoscenza dc/lo quClta auaciazionc d'idee. La fantasia di Sha– .1misuro(omondo ,piri/uole shakespcriano?._Tra· kcspeare procedeva per decisi canf,cis'i, un •1eue1cmo ancora f oceano con 10 coruveua .,, oo' conie farà, in /empi più vicini ai noslri, Colombo quando ci sono mezzi di trasporto la fantasia di Vieto, Huga. Poco sollo, nello fulminei? Ma Shakcspca1e, sostiene il pio· J/euo dramma, lrOfJlamo, nel dialogo tra il /cssore americano, concepiva secondo gli umo· P,incipc e Falslaf/, nominato il poucro, e ,i, cd ecco che in'cndc presentarci Amfc10Ico· poco dopo viene alle labbra di Folstalf l'epi me un melanconico, ma non per natura ben<Ì telo di cuckoo (lclteromente "cy_cufp •·, che pe, fmst,azione psicologica. 1 mcldncanici. corrispond<'! pc., senso ali'" alloccO" della seconda l'antica anali3i, oscillavano tra uno versione. iloli011a dc( Teatro dq mc curata s'alo di v10/en.:a colle1ica che poteva scon· pc, l' cdilo1e Sansoni, di cui in qucs!i giomi finare nella p.izzia, e uno 3/alo di quiete dc· C u3cifo il ferzo volume). La caleno delle pressiva, sebbene non flcmmalico: non ua associazioni' è dunque: Shakespeare pcnJa al can}usa questa malinconia con la ninfa gcn· l'aquila, simbolo dell'alterigia, per con(rado ti/e del Pindemon!e e dei romantici I Se fui· pen.sa ooi al pauero, il più umile e plebee, faoia nenuno dei g1011dipeuo11apgi di Sha· degli ~ccclii con.re In un luogo del Mncbeth: l.,e!peare è: licdoffo .1chcmolicamcnlc dal quO" ma cali ricorda che "gli odiosi cuculi fan le dro degli umori, al moda segui'o da Hen uova nei nidi dei po,seri ", come ocevo detto Johnson, m:!no di luf'i lo è Amlcto, e quando egli s'cs$O in un ucrSQ di Lucrez.ia vio'ilta, d prof. D,aper ammette che "la caralìe,iz: e che il giovane cuculo tratta crudclmcr:.le il .:azione di Sha,,:cspedre è froppo aaetcnlc at posse,o. conic si feggc nella steua porre del· la via per essere così semp/iee come farebbe l'Enrico IV (alfo V, scena 1). Ed ecco :sai· supporre ii sin qui detto", e che "nel corso data una catena tra il ginocchio, l'aquila, il d'un dramma /'umore d'un personaggio può pouc10 e ;/ cuculo. E' p~rchè la oila di Fai· celfllbiore •·, viene implicitamcn(e a c.sau/orarc 1!alf una volta ero più lOllilc d'un a,tiglio d, lutto il suo sistema. Traspo,lare i11uno buco •aqciila, che Fa/staff chioma'' cuculo•· il prin· tutta l'acqua del mare con una ~.1tofa p<r cipc Cnrico. no una volta. nella pro1lria s1orio indi"·i• lo fuorché della po,ofa Viva lulla pàgina. duale: Quello è accaduto pe.,chè agi' inizi della cri· ... Alla sua cara linea Ulisse n.on . rbbe for$e un più lie.to ritoruo d,el mio, di Berto in via (fut Mome. Il fg(oruo era. seren 0 fufgfrfo, mod,elto rimwto in me tl'og11i bel ,:ior1w. immnginc viva parlarue di felici.tà . Rimanda·nd 0 nd altro ca1>!1olo la dimq, struzi<.'De (li 00111e l'inobli.ahile pr~uzn. la dura :i. la prosrcssivi1à di Saba sieno co· 6C oondizionole (tutto a queslo mondo 6i paga) 1>roprio q <1ue\Je i1werosimili a;;.;eur.e (eh?: 6QnO aswn.zc davanti al lt.•uore & non du-an:i alla &ua anima; sono ]a « disarma• ta ~offagginc n <Mia quale ,,arlò il De MicheJis, Mino le « disJ~rantj mera\•iglic » alle qua 1 i Suba iiu:hivda il lettore, 1n:i111lo giunge a11'ecce3SQ delle ~me qualilà. delle quali parlò il Ravegnani); vogliamo <1ui invece ricordare ancora una ,·oha quello che. p1·0µ1 i 0 a prOJ)(,'llito della chiu,,a di « Partenza e ritorno», o&serva, moho ,-iu– fltamen1e, Claudio Varese. « Ln me.mo !"ia de l'infanzia si colloca nitre vol·e nel1a 6Cr:nitii della vita; q11ci giorni cliiari eh" sano spe•s.a lo $/011do nawral,e tielle p0e-– $i~ di. Snbll. rilornano anche qui. in qne· tit<t rh.."<lrdo deil'infanzi:i ». 1 L'i'.mpress.ionl" che fascia infa:ti, nel suo in,sierne, la lct· tura del Cnnzonicre nou è (come dice il Mac•chia, in un suo recente artioolo «A&pet• ti del 1 o poesia iialinnn contcmJ)Orancn» OJ>-' parw nella 1, Fiera Lcocrnria ». & nel qua• le. 811 12 colonne sono dedicato n!l'opera d Umberto Saba.,. 12 righe, più la cita2ìo• ne di 1111 fomifterato passo dello « Capra») uuella della « malinconia dtl 11emi111 u (bcn– cbè anche questa, a w,hc, ci sia). mo pro• prio quelJn di una « coraggiosa affcrmnzio– ,1e del'a vita ù (quts·n p:inicolarità fu ri– veha solo dallo critica più rcecnte1 &ullo sfondo di « una bella gi&rnntn », Di unn be'ln giornata viMuta - che sia 5talo quC– slo il tono maggiore di Saba? - a. TriNte. La solitudine ulle sue origini infantili Anr.hc « Eroica 11 è un ricordo della pri• ma infonz.in : Ne'fo m:,1 />rima i11/am:ia milimrc scMoppi e tamburi erarrn i miei giocattoli ... Qu.:n'ldo t,un 111n1lr 0 itli tolse quei g:ocat· tali, in lu(;go dd 111rnli « gli pose o gnar: di:i il timore»; e.,;si dh•cntarono. nascos11 nel suo cuore. i « Versi militnri li: così e.Ome gli « :i~sidui moniti » ,!elfo m~clro dh•en1trnnn-0- nel figlio In fa\•Ola e gli :lJlù" ]C'~hi ciel C:111zoniere, l:1 «moralità)) dei un:+1 i è però, il JJiÙ delle ,•ol·c, e for!lf• per rcuzione, una moralità liberatrice. . N !'o poesia « AP1n111 i» Sab:i scnie ti ricro1 0 Berto udi:iro dentro ili sè l'uomo t+e. sed1110 11cca.1110 Il lui :1d un 1a,·oln •li Curfè, regola con ((grlos:i <'111"3'1:I il suo oro!°:' gio al tir 0 Jcl caunone di mcz?,Odi; e JlOI lica shal•cspcriana, ai tempi di Drydcn e di Johnson, il linguaggio di Shakcspccue pareva anliquato e stramba, al punlo che li senliva il bi$0gno di ridurlo al gu,lo moderno (il D,yden ,iscrisse Antonio e Cleopatra). Quella crilica si concentrò su aslrazioni, come i ca· ,atteri dei pcrsonaagi, che pretese di uedcrc a tutto tondo. I! più famoso sauio in quc$IOsen– .~o,Biudicalo dal Bradley il miglio, lavoro di critica shokcspcriana che fosse mai staio .sc,illo, fu quello di Maurice Margan, Es.sa)' on thc Dramatic Cltaracter of Sir John F al· staff (1777), che pre!csc dì tratlare quei ca· ,atteri alla stregua di veri e propri personaggi vissuti. slorici, e indaaornc la na'.ura anche al di là d; quanto Slw~spcare cc ne volesse moslrare, Ques/o punto di vi.1!a prcvaf,e per tutto /'O:tocento, fino alle u/Ume sfumature suggerite dall'influsso di lbscn, cd è tespon· sabile dei canoni realistici e moralistici op· plica:i ai drammi di Shakespeare, della sen– limcntafizzazione dei suoi eroi, def/'isolomenlo infine dei peJsonaggi dalla materia viva del dramma, dal suo intimo disegno. Ma era da aspcl'aui che l'epoca che al' traverso la poclia di i'. S. flioi e la prosa di Joyce ha imp(Jlolo a scoprire sottili corri– spondenze t,a immagini e suoni, e a scorgere nelle scrilhlrc un disegno pi1ì profondo di quello sanzionalo dalla logica, escogitasse nuovi metodi pe, in!crprclare i poeti. Il cori· /Cf'I della nuova scuola critica fu /orse l'ome· ,icono Jolin Livingston Lowes, if quale in un leva riuscire per miracolo al fanciullo simbo- Ancora: pcrchè Ofelia mu<Ne 011 nego:a men lico della cisione di Sani' Agoslino, ma il Ire appende a ur, curvo salice gfurfa,,de di Draper non è quel fanciullo. li SI.IO mc!odo fiori selvatici} Pcrchè quando S/1okcspcore era è buono fincl,è si /rafia di personaggi come .sedicenne und fanciulla /u trooota annegala o il do/lor Coius delle Allegre comari, il cui St,at/ord d&po una delusione amorosa, e J tipo corri.1pondc al collerico descritto nel genitori, per conl,oba'lcre il :J<Mpetlodi ,ur trattalo di Dario!; ma uno lad.!J M01:bcth. è e/dio, /cntarono di dimoJtrarc che esM era flemmatica, colferica, melanconico, e iihche... scivolata nel fiume pc, disgràzia da un salice qualcos'altro. Prouatcvi o 1endcre lo ricche:.· curvo lnll'acqua in cui ccrcoca di basnarc i iubito riprende. gra,•e. a leggere il 6Uo gior- eia. nel folto di essere stato un b:imbino n~le. L"odio. e, al t.empo tHCfiéO: COntCB(ìJa du13 maJri, e di non aver avn• di non 1"SOmigliargli mi fa 011ta. d'essere solo e cliverso ... E' il 1111,,i\'odel «Borgo», deU11solitu• d"11e,di Saba, riportalo alle i,ue origini in• fnntili, L'appunto si sposa nlla visione di una pioz,.n sssolnta Ji Tries1e, coi tiUOi co-– h.m1bi rho, ccsaata la J>nur:i (lf"<l\'Oca1:in e!'Si dn)! 0 &pnro, « il bccrhime - eerc:ino nella piazza al &Olde;a.en.u l), Con l'ultima poesia dello rnecohn («Con• r;eclo») l"uonw gj propoue di allon1annrsi ver i;cmpre d:il bambino. Hinuncin, 1,er il 111omcn10. a conoscerti il suo « uhimo SC· irre:o ». Tnnl& C sicuro che riuecti ,·errà. un giorno o )'altro, a confidarglielo spon· loucnmcnte. Fino II quel giorn{( lo 11rcga èi rimanere 1onwno da luj, lo il corrcni,," dj un padre, E ~ e.i siamo fermati più a lungo su questo che su chr.:– roccolte del Canzoniere. 11011 i, perchè 1tia una delle migliod (tnn'ahr<i•), mo UP.r1·hè si prestava in motl 0 singolare a quella •·r1• lica su Ire dimensioni (estc1ica. I)6icolngi• ca, s:odca) e.ho noi che siamo - è(m1'è 001 0 - <]egli arrclr•lli (speriamo, ptr farci perdonare tli CSS<:ro m1cl1e dei precursori) ci 0111ininmo a credere (ma chi ea p<,i ~~ cj daranno torto o ragione?) particolarmen· te c.ffìcnce; lo sola che possa vCramc111,! spitgnre - fìn do,•e SJ>iegnro è pos.!:ibi 1 e - uua. qualunque 01>era d'nnc. 1-; il no. str 0 giudizio sul « Picoolo Berto » 1 0 ab• biamo giil dn10. n lcU<,To che non rerchi in un libro di poe ..ie l'affermazione o la Tiegazione di unn dctcnnin:ira poctirn. mu come mrw cosa a ri,;11<rr1fnrsib~Ua. !~<,o\';7:;licai "~;~t'~:~ 111 :;~• ~:.~tlt~:uresn1~::'. di.e tard, ,S1rit1,;ersi al Cl/Ore non glOl,'l/. B"lli però in un senso aff:1110op11osto a * quello rhe i suoi vecchi critici chiedeva• Ahb'amo tra,=me~;;;o, In storia -· il rom:rn• 110 . - chiedooo nu~ - ud un verso JJC.r zcuo _ lici piccolo Berto. qu... i]e Saba cer• d11n111arloLello. Ablwuno anche sostennlo i·ò ,li rirostruire, pri111:i1>ersC e poi prr i! c·he prop:io nel'a !~rtirG~.are .n:nur~ di ;,voi Sf'i Jf'ltOri. riuonrlo. ull'appressarsi dcl· 1 quei ve~1 « prosa<11c1 », tl1 <1uc1,,11rs1 << nr lo vecchiaia. egli tr{IYÒ, o crcde11c di nvcr FO temi P, risiedeva una ,lelte 110\•i!à rea, y:i1; 1 ~~~ :r~~l:~o( 1 ~ ~~1:~e S~l~c s~~~~c;c~:; ~~:'.e :i:ts:s):w~ t 1 !t~~n~1:~~ 1 N°V~;~ - è poeta 01)1)111110 (11ggiu11giam 0 11011 solo. perchù non vorrcmmfi cho s.i dimenticasse. p. es.• la 1crr.n \'OCCdi.'\ « Cnnto a Ire vo-– ri ») quando que;:t(;' modo Jj gius1:ipporre 1legli elementi d.i JW050, questa. :iccet1azio– llt1 delln rcahì,. si oolloca in versi e\·;dCn" ti, in: ,,arole nitide e 1>re<:ise ». Ricordiamo J>erò, nl tempo &t~. che « Il 1>iccG·loBer• to » ;;offre, in larghe ,.one, {lj uno s<111ili· brio r>sicologico, di unn sprc;porzione fru i me-1.zie 10 sco1,o, e che il lcltore anche pii, à!Tczionato a Snba. 1Uù indulgente alle 6ue umane dcb<rlc:czo, :illa ~un « disarmata goffaggine "• 1mò selli irsi offeso, o :1lmeno incap:ice di J>-'lrtceipazione, duvnnti all'ec• ci•ssi\'O amore cli un 1101110 giil innnnzi e<,~ :;li anni verso la propria primissima inhm• zia. A c111cs10 errore (in quu111 0 errore ru, il poeta rimc11icrà coi suoi lihri imin.,dia• 1amtntc Sllf"CeSSi\·i,con ((Parole u cioè e ('(In « Uhin, 0 Co$C », nlla lim11idi•à ed uni– vcrsu1i1à dei q1111\i egli non Earchbc )XJlulo giun,::ere ~ non fosse 1>ri111a pasrnto :l\lr:t· ver.o;oIn ((crisi di n:ircisismo 1) t!el « Pirco• lo Bert<J ù. G1usEPPE CAnJMANDnE1 e, per C()pia conforme. Umbcrio Sab11 (•) Da: Storia e cro11is10ria d~I Cr111:o• uiere· Capitolo X\IJLI. /iori che aUeOacolti; e quella fanciulla si c/rtO" moua Katharine Hamlctt. Un vero e prgpriQ corto circuito dcli' immaginazione e della mc· moria. Questi ~empi, dei più ,emp/ici, ì/lu· Jlrano un Ospe.to della fanta,ia di Sho~· spea;c, la sua mc,avialiosa fluidità, lU cui avevano richiama/o I' allenzione anche crilici delfa cccchìa scuoio, come Dumond Mac<.:ar thy, il quale scris,c: "Questa fluidi.à con ferì alla mente di Shakespeorc la .sua fcli« facilità e, nei momenti supremi', una omoge· neità jncompa,abile. Le sue parole si modi· ficano l'una l'altra più di quelle di altri scrit– tori. si JondOM e amolgamano in.,icme a un grado si slrao,dinaiio che .1pesso un intero passo lia l'unità d'una sinsec,la /raJe. Di qui la sua maest1ia tecnica, e anche la sua oscurìtà e di//icotfà ". Il ,Uomo persis/cnfe di certi gruppi d'immagini /a pensare a un .sistema di $0ntric. Ò cmigliani messi in molo dallo scollo di cerli rcgi.1tri ,olkcflo'i da ion– ie piccolissime invisibili chiaci: sistema co– me quello di cui parlava il Ma,alolfi a pro· posito dctl'islinto degli animali: incero non Si tratta di processo r.aziocinatioo quanto di pro· cesso subliminare. Il modo irt cui il drf111T ma:urgo wa malcriale già u.salo ci /a ripc,r sare al modo in cui durante I nostri J,Qgnl combiniamo immagini e rmprcssicmi della gìor nata. L'Armstrona non tenta di risalire od arche!ipi o immagini mitiche come lo /ung nel suo curiOMJ studio dei simboli degli a/chi midi {Psychologie und Alchemie. Zurigo, 1944); o rigore non c'è neanche bisognt, di rlconere a F ,eud per scotJare,i grappoli d' inr mogini nascosti tra il fitto fogliame dei oersi shakcspearfonl. Ogni podo ha tali ftVPf11 lt immagini, e f Almutrong sleno dà il/u ~haz.io ni da Wardswor!h e da altri. Ma certamente alcuni di quesli g,uppi ,iuelano nei podi re· prcslioni e fissazioni. L'uso dcl/'aggcllioo naked (nudo), disjacia'o da qual.sfasi sensazio– ne erotica. in Wardsiborlh, suJgeriscc una espcricnUJ ema!iVa ,ep,ena au!ociafa al/' im magine. J:.: se le poginc di ShakesPClhe pul· /ulano di doppi' sensi osceni e di ol'llnoni erotiche criptiche, come può dimoslrani, non docrà indursi una preoccupazione wbccmsda pe, ciò che è immorale e malato, e non doVrà rivedersi /'opinione supcr/idale che lrotJa in Shpl,.·eJpeare an pocla imperturbabilmente atr no e addiril'ura Chriarlilte. per usare i/ cu. rioso epi'cfo della Spur~on? Un tal genere di cri!ica non sarebbe s1alo se:-.zo l'esempio d'un Joyce, che ha por/alo al parossilmo il gioco delle cissociaz.icmie delle eontaminozloni di poro/e e di immagini. La earicatu,a di Joyce ci ha opcr!o gli occhi sulla normal·ta di Slwkespcarc. Formatesi nello mente di Shakespeare certe associazioni in .segui'o a circostanze che laccavano dfrel:omente la .!UO 1ensibilità, esse si ripetono, pcroadbno la afrriolfe,a d'inleri drammi (cosi fa nausea dc/ cibo. è un moliCo ric12nen!e in T roilo e C,es ,ida), ne divcn/onQ no'e dr,minQnti, cml,/emi: l'idiosincrasia dì quelle associazioni assume il calore d'ua si3la, d'uno firma. E non solo i componenfi d' urf grvppo d' immagi'ni pO;UqnO cuere associali dal loro signi/ica10 emoliuo, ma anche da similarità di suone>, n semp/icemen!c perchè ta 1 i cc,mpancnli si trv corono insieme una volta in passato. E' ma· nife.sta ruti/i'à di codesti gruppi per dcci' dc.re sull'at'ribuzionc al poeta di passi e di scene, poichè là dooe uno d 'e.ui ricorra, si potrà senr' alf,o riconoscere la mano dì Sho· kcst,earc. Ad esempio un po$$0 del Timone d'Atene (IV, 3, 221) sarà cd.o d1 Shakc– speorl!. poichè o{ è. JQUe.sa l'invna2inc, ripu· gnante pc/ poe'a, Ji cani che /a$Ciano colare dalla bocca f;quc}atti dolciumi sulle ocdi dei lo,o J)ddroni. Come s'è vi3lo, il Drope, cerca di re· staurare pei mode.mi la, cancucenza del'a teo· •io degli umori Per valutare con csollc:%0 d pun'o di vista di Shakespeare circa i suoi ctr ra'te,i. H. /. Massingham, in uno dei saggi del suo bel volume dedicato oTrinf/usso del– l'ambiente nativo, Where MaT\ Belong.s (Lorr– d,a, Collins, 1946) SQslienc d'a/:rondc che la noslra incomprensione di Shake.,pcarc spesso deriva dallo nolfra ignoran:a del Jondàmentalc ca1ll/'cre religioso e rurale della sua arie. Egli ci presenta uno Shakespeare '' sftapoesano '', come si sarebbe det'o do noì tempo /o, a cui non si potrebbe immaginàre po/o più diame: {,n/menfc oppos!o di Whilman "slrocft'adi· no'' .. Miss Spurgcon aVeVa nel .wo volume resa eclden/e la preponderanza di simbolismo naturale e rurale in Shakespeare. La concrc lez:a paesand, l'adercn:a precisa, ai port,co· lari ma/crio/i è illustrala ad esempio da un.o /rose come quel famoso "Slaccia/cmi que!lo boUonc" di re Leor, che un ,ecenle tradu'· forc italiano, di ideali tutt'altro che paesani, bensì aulici e retorici, rendeoa con un " Li· bera'cmi '' che dà la misura della sua inconr prcn.1ionc. E d'altra pa1lc uno lOCiclà t,urtr men/e secolare e molcrio/isiiea come la nostra è incapace di appreu.are i principi ll'oloaici di Shal.·c.1peare, che restano quelli della sco· /asfico, Drapcr ci rimanda ai fra/tali sugli umori e all'ast1ologia, Ni:mingham addirif" tura alla Summa theologicn: cn/rambi cr;md2rr nano l'approccio psicanali'ico di certa crilico moderna. Non è qui il caso di occuparsi dc/ resto del volume del Massiflghom pervaso da und propasanda di ritorno alla natura e alle avile t,adizioni che può ricordare certi a'teggiamenli di Chcstcrlon e di Bel/oc; di· 1cmo solo che il suo libro. clic dà una serie di indimcnlicabili ritral'i di orligiani rwali e dt arlis'·j P1f1fandamcnfc radicali nel tcrroir, è ha i più impo,tanli per capire lo ,1pirilo dell'lngliiltc,ra c!erna. Qui non abbiamo fatto altro che rilevare la jUa C<JCe insieme ad altre di critici sliake· sperianì cxlra·accadcmici. MARIO P1uz

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