Fiera Letteraria - Anno II - n. 26 - 26 giugno 1947

FIER.A LETTERARIA Ballata della grassa . ' Citta Racconto di ANNA BANTI H ~e sonate rl, Scarlaui: disse la\ un aggrèssivo confron10. Non avrcb- Distinse, per esemplari irrimedi:\bili, stt?nora dopo :lVer chiuso, con bero fame,a prnnzo. Pure domani i donne m:uure e anziane, dal!e gonrn:: uno scatto esa~pcrato de'.la mano, lt1 I loro tacchi le .spingerebbt.:ro, dia1Jo1ic1, rialzai e sulle rosee ginocchia~ d:,l\c porta dt.:I nego210 - Strumenli e Li- per ques1.a siessa straùa. rO!:>:.ei;-rosrn gambe divancate, nel breria nn'.sicale - che si apriva con] :•\~vicina.nclo~i al. ~uor~ della città, rito della occupazione prediletta : due .sporti, voltalo l'angolo. li gesto, gli 1ncontn, d1vers1f1cat1 e freqt1cnu, 111angia1e. Non un riposo, ~ neppur il passo, le paro.e prec1p1tate, contra_ sembrnvano tulta\'ia nlencre una coi,_ !rivolo svago, ma un incantarsi fata– starono coll auo di cadere, pili che. s:!:tcnza, una densità oppressiva che le delle membra, d'ogni mobilità in. non sedesse, sull'unico sgabel o, ae- escludeva la leggerezza, il capriccio 1elligente, inteso a favonre il molo canto alla cassa. Il discorso fra un del caso. Persino le meml)ra dd ba111. deg!i occhi che sceglievano, delle n.a. cliente ben ch·omalo che pre::e a squa- bini che uscivano correndo- da scuola 11i che afferravano, delle mascelle cht· drarla, e l'anziana commessa, non la e si affollavano intorno al castagnat:- mastica\'<tno. l\'lnsticavano pasticcini riguardò. Nel suo sangue brulic.iva cio, mostravano un'atticciatura prepo- <..Xllli dagli ampi va~soi portnti in gi. adesso 11 silenzio a1tonito di quand(I tente, un rubicondo impero corporeo. ro da, camericri, gocciolanti1 di cre– si aspetta che nevichi. Ferma e a un Donne ridanc:ane e confidenziali, ma me e giulebbi: e nul:a era pili ciel.o tratlo spossata, rac<..-ogliLvacome una senza frnnchezza, passavano a cop- e ingordo della cautela gorfn con cui avida calamita le briciole di quiete pie, complolt::inao. pareva, pili liberi questo prezioso stillar<: voleva e:-:ser sparse nell'aria. Di quiete avev 3 bi- intrighi : a sottintesi lampeggianti e prevenuto, cvirnto, da chi già pregu. sogno. soffocali, ::igesti di mani morbide, g..:- stava di raccoglierlo .sulla lingua, :i,s_ Non perchè soffrisse o fosse vera. losc della chioma che c..-ontrollavano ~aporarlo, :,nghiottirto. Sotto gli 1m. mente .iffaticata. Senza affanno, sen- e dello smalto dell'unglù1, consc,e di 1>astat.i grnssi colti transitava visihil. 2a barticuorc, lugg,va una persecu- O,t!n1n.:ch,ata. Pur ridenti, la gaiezza men1e il boccone prelibato, e l:l Si– zione. Fuggiva per rinncg-are e n:- s'impastava nei loro vizi a una sot- gnora soffri l'urto di una in::iudita co spingere, in qualche meda, !o stato tostame torpir.:ezza contenrn, ma non nosccnza che le present;;va come :i d; creatura di carne, ~!-ante e u,- ani va: istintivamente offerta all'm- bcrn1zione questo ingurgitar sostanze geme, che leggeva nel volto dei suoi tesa di un appello. come di gaue "'-- inerti, consumarle, farle spar:re. L'u simili: lo percepivi, com€ un clamo- cuvaccrntc. Monotone e allusive le man'tà che si nutre, le sembrò :i. 111 re, un frastuono che la minacciasse. frasi che l'orecch·o raccoglieva: ba~se tratto grossolano, schifoso sbaglio Aveva aperto quel!.-. port;_i per trovan~ le voci, grasse, strascicaie sutl'et..:r. Fu ne\l'islante in cui queste alluci nel silen2·0 una negazione del male. no II lm », Ira ingordi gorgoglii <11c1 nazioni le parvero rivelaziom e verit:' 3 Era uscita, quel pomeriggio, per lettali; e lo sguardo si pascev,i di sè - era sola e mtoccnbilc su un al un 'improvvisa insofferenza di sortu- stesso, la lingua umettava le labbra t"ssimo scog!io - che indugiando LI dine. Una compera dn nul'.a l'aveva gonfie e Gipinte. Passcggiav,1,no 1 s1 momento di troppo presso le vetrai< concloua lontano, nei sobborghi della fermavano, con un:i certa svoglia•eu;1 un !-ussurr 0 masd1ile e vicino la ri città: da cui era ritornata a pic<li, 11 requieta: per for l'ora, si sarcLbt ,vegliò. Diceva: " Bionda! 11 e-on 1111 :ivv1ariao<;1 veri-o il crntro. Aveva pe,_ detto, di cos;1 <-he p:l1 p1Cmesse. E accento quasi consacrato da un im corso strade strettissime e rnnore, mn uomini. in crocchio, solidi come osta~ pero famigliare e ind1scu1ibile 1 co. segrete, ccn portichLtti bassi, tutti coli, i larghi calzoni borcleg~ianti le mc legg(:sse da un elenco cognil,) i11 una svolta, cli color vivace, d'ombre scarpe che cigolav~no a ogni moto. cui- lei avesse dimenticalo c:'esser dense. La stagione freùla già cedeva Mai una coppia assort:ta e svelta, m;i. descritta : un catalogo elementare e alla primavera, ma dell'inverho rite- uomini e dunne divisi con una soru, rniseraOile in cui il .suo nomi: ~olo ::n GIOVANNI O" ALTUI: Scultnru neva ancora l'asprezza frizz::inte, che d'intransigenza profana e avida: co- si suvnasse. fa desiderare e ricercare il caldo, il me pnnw <li una battaglia cruent<, Talchè la Signora attra...,,~r::.0 la to d'arrivo, il pat!Sc d'origint.:; eco– morb1do, il fuoco vi\·o. In quel suo Fra questa folla procedendo e qunsi pia:r,za precipitosamente, csfiorò ur nvbbe di essere a pochi metri da:1" camminare faceva incontri radi, ma facendosi !arg,o a fatica, la Signora !ram, bloccò un cicrsta e si ~torse un scivolo di p:etra e di cotto che, cor. insistenti, sempre cguaii, come r.o- oscillava fra un orribile !'entirsi com- t~cco nella rotaia. Voltò. Vo\:ò Jll"r <!onato d1 neve leggera, a~pcltava j mandati: di donne, di sign..,r;:, ognu. plice e un gclièo senrirsi nemica e, ia prima strada, che non ent i:i. su<! suoi piccoli pnssi, ogni mattina. ;\l,11 na per conto proprio, ma q1.1asi se:, peggio, giudice: sempre tremenda- I:!: entrò nel negozio di mus·•-1. ti'.lk di rigido inverno, csrnsiato di glionate su un percorso fisso. S<: af- mente isolata, come un O,!,SCresenza Commessa e cliente, senza p:l1 h:.l.- bi!'1che2za: d:ll\;1 porta di c.isa ; frettava il passo, sentiva risDonder·! terra. su U11 pi:.i.neta d1 p·ombo. darle, seguit:.,vano a discorrei 1: ,1 vo. quella cii st:uola tulto il mondo era u, all'ec_o dei suoi tacchi un'altra <!C'l I Ed ecco, arrivata in Piazn, dove. ce bassa: nnzi, qu:1si obberie:"ldn al incanto puro, una facilità benedclt:i. sc~nCita, di tacchi simili ai suoi (;h<· vn passare dinan1.i al Caffè del Ccn- MIO desiderio, finirono per p:i:-<;arr L:.i. piazza, il portico, il chiostro. bat1evano il selciato e annunziav:rno tro 1 co'.mo c!i pasticcerie dorate, d1 ne:\ retrobotteira. Allora, pit:i:r,1:1dosi !':mia, i grembiuli candidi. E le c:an~ un'altra donn;1: che tra poco l'avrel>- nrgenti, di tottiglie. Per schivnre gli un po' su'.Ja vit,1, come quando ci si pane. be incrociata e sorpa~s:'.lta. I SQ11arcli degli. oziosi ft"siepnti fuor dispone a pi::ingere di tutto cuore, Una grande ala d'argento ventilò, quella di chi trionfa d'intelletto e non ll'.si.:ute çogll !:>Ciocchi. Sul grembo, l::i 1m1110 senza guau .. tu s'era sciolta e apena: e fu coma sul palmo liscio e arido si posasse la manina ruvida dell'innoccule c,he riclev:1. E la Signora sorrise qu?.!>i a !Jrotrgg,:rc, adesso, qualcuno inrin1- iamcnte prezi-cso e fragile e severo e inerme. Capi che la sua rnffcrenza era un dono, una gra2.a <!sigente, ne– micn de;lla pietà e che la pietà con– siglia di chiudere le lìne::.tre e gli OL– chi. Ln pietà: un martirio, un para– diso. 11 Questo Scarlatti? n chiese alzan– dosi e guardando con una benevolen– za straorclinnr· n la commessa che Donne in pelliccia, curat'ssime, ,t.t- Ge~ ~~rtico, r~scntò _ le vc1_rn1o;:, oh.re essa !'entl le campane: le cnmpane di raccog-lit.:ndo <lai ~,ioi occhi una In– te uno studiato lu:,tro dagli occhi cui, m'orno a1 tavoli, le signore c1 1 - S::in Giacomo. Ernno quel'c s1essc chi: grima. Non era una favol:1, nella mP.– stagnanti alla bocca rossa e <;erra:t1 ladine prenècvano il tè. La sala C'nl 1:i inondavano, bambina, di una can. moria, il tempo 111 cui il male non ave. come a reprimere una parola, un riso, gremita, stipa·a, <lisordinat~ come elida mehmconia: ricordalr sempre (0- v:1 nè forma, nè forza, nè peso. Senz 1 un 1remi1C1. Camminav<-1no rigide e una voliera sporca: ma uno sg-uardi.., •ne voci elci ciclo, irripetibili, al di accorgersene nutrirsi, come un u ce.I<> racco'.te, il portamento comP: livel!,,to c,olo, su quel fas,.io di aralèiche ve:;ti là di ogn; s~n~o: non più u<lite eia che bcC<.:a, senza accorg~r'ìenc cam- riC'ntrava. L'avrebbe abbracc·ata. da una comune intenzio:ie, e senza e cap~IJi, si portò via In spietata I decenni. Le ~embrò, travol•;i in una minare, saliare, volare. I] vivere t.:ra conceder uno sguarc!o curioso o d:- impron1a di quel che apparve sfre- corsa vf'rtit?·nosa. di rirnhalz:ire con- fiorito di episoc'.i raggianti com,~ strallo: sembra•,ano seguire una trac. n.ato consesso di appetiti superflui. tro un ostacolo che si rivelava il pun- stelle. Angelica, dolce fa11c·u1\a p3- i::ia disegnata !òulle pietre, 1anto pre- vera, po~ava sul tr.v:.igliolo di buca– cisc erano nel collocare, purf! m quei- 1 --------------------------- 1 to il suo pant.: quotidiano, e lo guar- la frena, un piede avanti alrallro. dav,a senza rnangiado, chè era ma- Poi, all'imp,ovviso, di scatto si voi- Sgelo nella P1'ccola Russ1·a lata a mo,te. Mod cogli occhi sul gevano, parendo succhiare ogni arpet- i;ia1 dino ùtlle foglie nere, spaccnte Premio letterario to in un ·unic;a occh:tua. E ~c:i.ntonn- dal gf!IO, dove il figlio del fa legna. vano. di RENZO LA URANO me parscgg·,.'lva sui lrampcli e Ri "Fiuggi,, Dove, dove anèavano? Rim:menclo voltnva in sù. La gente si affrettava E.' i 5 tituito 1111 pmi,W r.; lire 250 ,,,{. 110 fui·o,t sola, sotto gli archetti disegu~di, nf'L Oubovicow nei Co,,;acchi. 1942 p:::r gioco, per gioco comprava e ven. tlt.'l'ou·ou di "" rom1111w i11rdi10 Z) Sr 11 g;.,,;;. la mezza luce del cr.:puscoto ormai deva, setto i portici. A scuol:i, sul ;/.:r:/;! 11 ~ 0 ,t;:,7: 111,~ 0 ;;:;~ .~,;;~,:f':' 0 d/"fr;,i!u,: 0, 1r7i vicino, la Signora si ~t.:c<,r)!<!va<li (:li i.fpidi Cll'"..'alfinidei ragc1zz,, frcscv r..:ucito, le mani eran bianche ,,,,..,,,io t,otd m"r ,usr 111111o 11 "" ,omini~ i;hc raccogliere, meccanicamente, le C- Piccola /(ussic,, ai 1.110 ; disJ:eli s'ulzan<> di magncsi.:i acciò non si !-'parcasse sia stato rdito tra il ,r,1011/m: dr'ranno prrutiturc rCCità, i su~gcrimenti di que5tC hron:;i fu'minei irrequieti. Del fan}!o l,1 leln. Tu, signorina mia, giocavi :,.,'.;,~ 1 :::~;".,;:;:i·a:;~ 1~:/ 0 ;.:· :;,!,°:;:: 110 ;;;;; apparizioni che seguitnvano a m- a annodare e snodare la catena <l'ar- prrmio lttfrrorio. J) li toncor•o t rfu,-,,01 0 11sr,..t. -;istere, ',;Ome gocce di pioggia, l'u- i n11t11i si trm,ngliauo cd Cavallo. r.:-entu, !>lii nrngro petto. ., Questa :~~1ip1:",}~;:;c i]fi -~~ ... ;,~"~;;,;"ii! :o:;~;': :; i;!:~ na simile all'~ltra. L'eco del suo ras. Irti poletl.ri di'. creste e fra.stagli bambinn è orgog-liO!-a, questa bmn- ,,..ruto dtll'0Pm1- pu,ch~ 11a11 oflr1rsii•o drt ,,. 11• "'O cominciò a infastidirla. t-\nche Jei di mola ... . I sordo rli sclllpili urgono. hinn è orgoglioi,;a n. Sollo il rnpp~l- tilltf"' 110 1110 mlt r ,,.,·,-;o,o. 5) Lt- o~r ;,.,.,:;:r era vestita di nero; anche le ~ue ID.b- .m mm 1,elle!lct.elnstica di trt,u./a. lo g-ut1rnito ·di ciliege, alnre il vi~0f ~~v;i;;~:· 14 °,.,!~::,. d:i ~:•,:n~.:"• ,../';~ it"~'\,.;,~ bra erano d1iuse e il suo sguard<> Fanciulli domntori di cmmlli verw lo scarso ciclo del cort:k, un 1uh ,1r1 l'mnin Ltttrrorio"' in i,c copir datti. fisso. E, a momenti, nell'intrico di pr:.nv rer le rondin:•: ,, l'orgogfoJ" ~;t'~r, d:~;~::r,:,,;• 0 ~,.,~:":}~t:,.,.•J,t:C\:!;.t",; uu itin1:1ari-::>incerto e mal conosciu- calmucclii di Gengis Kmi, noli Paggi era un'alta fontann chi~•ra che arri- """'r ,tr1tau10,,. "" o·nm s,1no, co,o·Ìrri,1lco o lo che precludeva, per la conformaz·o- r paladini te,igo,10 la pia:;za: va,•;, ;1 tocc~rlo. L'esile ni;111Qdella ~:;~:::~";"' .. ~;" ,a~;;:i:,/~:•i;ust'::' 0 ~~tt:;~:~:~ ue oetle vie, un gu~rdar più lontano frflmn1c11to dove poco sole frange m:iestrn s1 s1açcav:1 dat:a c~l!Cn:l d'nr .. 10 rtt11ttlt aJl'rstrrno "" moiro. ,,. b,u1a e forlr, Gell'angol.•, un prevedere li) ~bocco, nell'infinito russo. Cresci fnvolu.. t?·entC'e premia\•a di un~ cnrezza su,~ i"":,.:,~-~i;rch;;~;~,,,: ~!;!,~:,~ 0 'L;,~:~:;~0 a; :;;;n~ !°incrocio, la piazza, le sembrava di f/u-rral,!: istante cli _,;ccol i loca.li : la gota quest,.. orgoglio: una care;,;- OpMo ronç,um,tr''. ro u,illmr dovrà rif)(J,uu,- il ~::.cr cueua ::1 un luogo che non fos- :r.a vel:11n, lontana, la prima fuor del. motto ,rruirq ai:'oprra prrsr1110111 t il p,orrio ,1: ia sua casa, un luogo nnch'es::.... l'aspro corsi ere h1forcolo d'un /1alco. le nrnrn di C'asa : la prim,1 ~celt:1 cht: :~f;~~~~" ;t~: rr::;;;~c;;;~;r6~t:1 }~~:;;~ ~0~111;; 6Cl)IU)~C"iuto, ambiguo. Anche 11solito Circo rl';lsia, Tu 110n Jci q11i renfflwrn. il lll<'ndo f:1c:cva di le1. prQc'amadm,r r prrn1fo1io11r<Jrlvinritort, u:rv(•· gioco innocente di vaghcgg·arsi u,rn Strnno do11e gMcggi.. Stru}!f!i. lascia ~nrnr chinn1;1 in ;iv:inti, come ICJ.; :~,.,~'. ::•7,- 11~·,~;1 !':::.,.;';°1~~:•, 1.~\::,/~:S::,,ia~~ 0 ;; 1 ,: \·na -~uquel terraz;,;ino, d:ctrO que'l:t ; ('(Hacdii. /.,(, giovrritlÌ paztm(J. g•~ ..,.,e una inerccl:bilc p:igina, la Si- saro,rno mlituf1i_ Qut1·; d,-llt opt,t 11011p,rufo- finestra, prendf•,·a figure di insidi:.i fascia, e l'orrido bello degli irsuti g11ora s1:1va :ntenta. Non ern più n/ tt vr,ranno i11T1c" m1ir11i•t o:·i 111d()ri funi,~ m, dolciastrn. Dove anda~sero lo saptllh Pur" .f'(IPIJ!II(', cm:allucci tirtl-lli fmwo l)i,cncl:, nl· brtm.i, era l:1 bambinn an ;~";aa;~,~;'°,,~c\i;:~~ 10~: 1 r: :?,, 1;;:;~: ;~ 11 ' 1 :,..0~;:; bcni,;simo. Erano le ndulter(: <lelt.- · "' t:o tic:.i che avrebbe riso a cn!-cal Ile se spese po,•a·i 9) li Comitato dtll'A~,.~rlo Autono- leggenda romantica (he gr:ivitnvano fJ tori}(/. il mn'c, quel pn\ 1c1.... .,,:tic <let?li umi,. ;~l 11 !~ 0 ~~•;;, :~ 11 •is;;;;;,i;R 1 ~cltr~o;~;~~~o J 11 c;:~~ intorno a un tè grigio, : bi<.<:Ctt1 sc-:C- L'anno sliffa tr,rr" ttP.Yc, ni ~ros-.i e brutti, le fos~c slalo -.pie- sr,11r rrRo·amr1110. , ,,,,. aucllr w,iodm•f rlrr ,;. chi, il mano cli giull' hi~lic, il ma?.-- ,,isdtia, pi/lacclirre appiccica: loto, R":Jto. Co!-Ì nvvcnn(-'. lo rnmmentav.i, rrrr/J"' ogni mom,Mo 1iuc,.wit. z 11 di viole, le sigarette <11tu!--.o. A- fuoco grrco, s'apprende all'omoranl<, qu<·l g-1orno rht·, dalla fin°:-trn, v1<I!' vrebhero rifiurnto di !"ent1r freddo, tli priHrnt.•t!rn russa. E nei Cosacd,i la ,ij?norin:i dir"mpetto seduta .!'-liii!' caldo, lo !--lantio cl'. un:i. C"Hm~nt, il irinord1ia c!i un l'Omo: e l:i. mamr,w, lezzo di un::i brillantina : le molle ;:ilfO- l°r(t 11" fin(l/e piccolo mio trotto. la :d;,, la tat:1. corc;;ero a ch:udcre, H nizzanti di un clivall() le ;ivrebbcro Smoriva il mio, d',111a volta, galoppo sprang-arC' quella frnC'<,trn. O buffi, v fatte trasalire come un'i11(!'iuria. ColJ:1 del tempo dell'l•fel,ato. Cn gi,masftt. stupidi. c1ur-"li ndu'ti c-h,• g-ion:in 1 ., bocca amara, la-.cerehbero :i mezzo la b1Jlza sul mio corsierc: ,m gioviuotto fare i bambini !W1wnbambol.:i! Non tazzn, la sigaretta. Perderehbero for- tutta una cartuccem, ima maiuscola, cnp1va {ft1C'll'al1;1rme conlam·natv, '"ine. Si rivestirebbero r;1bbriv"den<lo 011ella fre1tn di di\·a~arla: e in fon- è avvC'ntnndo allo specchio un vt~.... ic.,; di cc,r/ucce ha sul petto, e il cosacco d<> :all,i Mi:1 ilarità. 1ripudi;1va in flOn più intatln, ma teso nell'ansia cli colfi"l" hn i11 capo. Scilo o somutlti è Alarle cp1alc-he t11odo. una crudeltà leggera, IL runno ·.. fl \c:t'"rJ'A"' A DARIO· ORT0- 1.A',! Vop0 dirci """' di Jospcn~io>1r ~ Jlillo 11u(l'(~11ur11tr our111a•o il Pf""'i" lrflrrado "IM• /(MIia'· Lt t'()"atiO>fi hQNOIO foVOrito lo srri•l'"t Dodo 0,·10/a11i prr "So'c bln.,co". Al dnri!O•t ,o,,o JtOlt cousr1na1,. lr 100 n1ilo 11,r dr/ p,rr,do L,\ \!FTRO GOI.DW \'N' MA\'F.R 1,n fr,11010 1111 co11/roltopr, la ,JiJlrlburion,- tfrl fil,11 "'(ii<r.J(f,.. ,.o 11',\,ro", chr wn,1 p,orlo1tQ do IVa/1,., ll'a111n e lulr•Prrtato 1111l>frtld R,.,p,,an Si /raf•o ddla t•t•rio~,i tfntr>111to1ro[li;o dr/ d,a.,,n ra di J.fa :ncrll A,.dus(m. prr1r11ta"1> con 101110.1uru.uo o n,oad– tf.'6" qunl'f,.vtrno dalla slrua Bt•lf•"On, I..11JCtnrt:• l(i11tut11 dd fi/,,, tara /Ql/o da Attdr,sott

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