Fiera Letteraria - Anno II - n. 26 - 26 giugno 1947

FIERA LETTERA ANNO 11 • N. 26 ESCE Il, GIOl'EDÌ Settimanale di lettere arti e scienze ftO,lL\ 26 Wuguo 19!7 UNA COPIA LlftE 3o i~(((((((((E-(--o-> l -+-->~;;;,:;:;~~>~~~:;:;;-.:-1 SOMilfARIO: Salvatore Quasimoclo: Sulla poesia contemporatte<t - Anna Banti: f AblxmamenU: an11uo L 1500 • annuo con t pagamento aeweatrale L 800 • annuo con t Oiresione e reda;;i.011e: t Loogote,ere Tor di Nooa 3 - Tel. 55679 ! Ammi.ninrasione e Pubbli.ci&a j Pinsa Madama, 8 • Teler. 50.919 t EDIZIONI DELLA BUSSOLA ROMA i ,__,..,_,___>~)-<.-)-<.->-->--->--->-->~➔ ! Ballata della grassa città. ( raccont.o) - Renzo Laura no : Sgelo nella Piccola Rnssia (poesia) - Lamberto Priori: Il sile11:io di ]ahier - Giovanni Cavicchioli: Visita a Ca.sorati - Enrico Falqui : Un campione della Scuola bolognese - Paolo Sautarcangcli: Il Congresso del Pe11, Clu.b in Suizzera - Note e rassegne di: .Mario A. Paulucci, Enrico Galluppi. Rosario Assunto, Aldo Bizzarri, Bc11ccleuo Marzltllo, Antonio Corpora, G. B. Angioletti, .Michele Prisco, ecc. I pagamento trime1trale L 420 . Eetero: ao• f ouo L 2500 • Quota men1ile per abbo- namenti 1peoiali ( ius'egoanti e 1tudcoti) L 125 • Pubblici.cd: al mm. L 25 f una copia arrell'ata L 50 :,p,odl.i...l la •b--10 p<Ml.i.., (G,-p ... I ) ._..._),-<-),-<-~)-<-►~~ Sulla • poesia contemporanea cli Salvatore Quasim.oclo Q Ua.LO de'la poesr,1. ~ un tema ~pc,IO una diK.ea.a rnerme, in 11lcune forme di una· crnica, 11011 crcativ.a. E la u riflessione n è alrin6nito, e a.appia.mo che in6nite (ri- nime consenso che diedero vita a :.in deter· il ,KCondo momento della poc,ia. Il poeta spello alle pocliche) .ono le vie che permei• minato tempo e lo allont·anarono da ahri pe. moderno da II sc,vo JePe Mu~ u ,i è vobto 1ono alruomo di avvicinaui a questa re,ma riod1 ~ià conclusi e de6niti Jtoricamente. traslormare in padrone delle Muse: di qui .;1uazione dello spirito in un delermina1o pc· Da noi e altrove, !a necessaria voce dei J 1mpott.nza a creare Mtra~crso il canto riodo della kln storia. Le do:nande che il poeti ha sempre detto pai0le del p•oprio san· (qua,,do quella impotenza non sia talvoha poeta pone a se steuo, e q:iindi a 1ulti. po,· gue: e quella voce è ~ala tempro riconotciu· cosi fermamente esprcua da pote, casere 10no essere ritenute oscure dai contcmpora· la dagli uomini anche quanJo la pa:ira della K.ambiata con la stessa lorz.a del « fa,e n nei, ma non per qucito cc».ino di c~rcitare solitudine dentro il mondo 1u1eit.ava in 1 oro pouico). Di Qui le schiere di parnassiani che i~ loro influuo nelle 7 onc più gelose d·una un momentaneo distacco dnl!e cose più con- m q:ieslo momento, e 11011 so 1 o in haha. c:o· tOCietà costituita. 1ucte e rispona:cuti alla comprcn,:on, del 1truiscono quel.'anon1ma catena di 11 umori IJ, La natcita d':.in poela è sempre un atto se,.ot 0 òmuo·en.'. 0 0 1 .•,~•l.•gwgi 0 ,pa'.hleNooo"o ••"~"l,',·,~•d,001c 0 o-,_ di II natwe 11 10ddislattc o inaoddi1fat10 del• di n disordine» e pretuppone un futuro nuo- • ... E, ., la creazione del mondo. .-o modo di ade,ione alla vita perchè, è bene mn u del!o spirito. non un unico 11 modo II Abitu.:iti come siamo, da ,eco!,, al co11- dirlo subito: il poeta 0011 r1nnega mai la che J.ccom:ini ncll'a,te 11.naricerca delle cor· celio rlella cc peuonalit.\ u (clOè individuo vita. e.nche se attrave:r1o la disperazione ri- rispondenze clel cuore delruomo. E nemme' ben determinato fisicamente e bio 1 ogicamen– conosce l'aridità. una dispersione del cuore 110, attraverso le singole naz.:oni, una mede· le, capace di esprimere q:iel tale pen,iero. degli uomini. e li vede metà d'oro e metà ,ima K tecnica n che annul!i e disperda la realiuare quel tale lavoro, compiere quel ta· di ,angue che cola nel loro continuo dialogo natura piì1 vitale di queste oazioni. Perche ~cue1,:i\t:Ìce~~a(ianc1:s!r~ro::~::• ,;=;tr:~;: :n.o::bii:°r~;nJei!a;zi;~te nd ::oi~~ ~n~j;j~ :~::i;~r~~ 1 :1idarànci~ro~~:• ,::: :a~rt~: a considerare impersonale la creazione arti· dolore, se dolore, delitto, psicosi, miseria. 10hanto alla diversità di lingua non il pro- atica. La poesia sarebbe Junq:ie un°cne,gia x Neuuu aoc."età avrà m.ai il potere di rcn· prio pen,ic,o, 1a sua lottata e umana vicen. che s'insinua in un corpo (comunque adatto dcre l'uomo libero Jai mnli 6sici e spirit:.iali. da, ma il rilleoo più accettato d 0 una maniera a riceverla) per esprimersi lcntamen:e> Non La vita coflsiderata ne!l'arle come riuscita di vita che imiti un sentimen!o diK.orde nlla importa IC poi quel corpo abbia uno slnto ci· ideale d'un individuo o d'una collettività prN;iil :::~~o, nè la poe,ia nucePnno ~ ~~~~ dia._:;~;di~iC~na~~ti: fee~ir~~adi~: :~nt~ d~iia l.,,:;;::•;:ci~·un:ca;~~~rila ~: queste rivelazioni dello spirito individuale 1 e11iche dei sostenitori dell'arte anonima ~ ~:~: ,:i1:::t~.~ .~:i/:;,i~l~;~~;; E'.:;; dr-1:.~~. ?t::!;!?~;•r ::; E1~:!:· ~1;~rit ·t:.'.~i::: 1 :~:· di chè si vogliono confrontare e upere .._ naca. Vita o morte, do!ore o gioia: il pro· Certo si v"°le diminuire il poet11 ne 1 la qudla che vivono è vita. se quellll.- in c.ui blcma è morale, stmpe quando un uomo •i 50llla dei valori 11mani. credo, 10 ! verità} mctt~ a padare daJla proprka tena per espri• Qual è allor:: la 1agiu11eprofonda di que- Dic.ono che l'"°mo moderno sia senz.n fc. mere •~ntimen1i, ad altri uomini lontani. sto diuidio che 11161osofia, sopratutto 1 -a 6- dc: e ne voucbbero di conle%uenza che il La nostra letteratura sarebbe dunque in oso611. sutcitn. conlinuamenteJ Ahro interro poeta. in quanto uomu del suo tempo, 11011 c1isi per un e«es10 di mnturità} E' quello g11tivo. potrebbe essere che un « maudit 11, un indi· the chlariremo in seguito: O diremo piuuo. Ancora: una 610106a può nsere struttura, eatore della du10llll.io11c più veloce d·unff 110 che ogg· ti poeln non a.a più a chi parli, tchelelro della poesia} Li 6losofia è aempre morale che tenia di re,istere alle più sco· se cioè l'ascoltatore apoarticne a una soc.1ctà la ccnon poesia 11. Non si trntta nllturalmcn– perte libertà dei sensi. <..:on•1addizioncpalcSe in formalione o a quc!fa società che colla, I le 1/e'la non poesia r,eceuaria ,, come trave ~li ingenui, ma non tanto (perchè la 50 • che è già crollata nelrira ffleccanica 1lella portante H nella costruzione del discorso liri– cietà si d fende dai poeti come può: pen· 11:ucrrae che nnco~a si d'.fcl)de come può ne- co. La 61010611 in veni è lavoro di artigiano. siamo ai dolci ribgi de!le corti medioevali. li u'1imi for1ili1.idel tuo -« taed:um vitae»} anche quando quc1to Mti~i11noha la statura di Oan1c. Dico questo e m1 rileri-'COanc-.0,11 al· porre un.opera cla»ica: perchè sohanto col la pociica di E.1iot, uno dei maggiori de;! guardare addict,o nella prospettiva dcl',a •IO" mondo contemporaneo. rin un cianico può cuerc riconotci:ito per L., filoso6a (ma in quanti casi si p:iò pa,. ta.le . lare di 6lo106a}) dei poeti è s:n1a aempre Se v'è pa,ola. sulla quale possiamo fermar considerata dalla uit1ca come pa:te negativa. ci e che suggcrik:e al mauimo ciò che inien• Le cq:iivalcn1e ria il II pensiero II di un poe- de col termine di II dauico 11, quc1la è la In e la con:cmpo,anea tÌslcmazione d'una 6· paro!a mat:iritò.. Distinguc1ò Ira il cianico losofia, in un momento della stori" dell'uomo. univeraale - come Virgilio - e 11clutico menlle possono ilbdere sul valore di que•- che è lalc 10hanto in rapporto al ,im.,nente poeta, determinano un'evasione delle vere del 1a letteratura cui appartiene, o in rappor" 11 zone 11 dove la poesia •i è concretata con IO al moilo di considerare la vita in quel pc· l'apparenza più umile. riodo determinato. Un cla11ico 110·1può evcr- lJ ,e documento n d'una situazione spiritu.a· si 1e non quando una civìl.à è malurn; se 1 c 11011 è poesia. Nessuno oggi pot1cbbe am· non qu.,ndo una lingua e una letteratura so-– mettere. un Leopardi maggio,e nei versi di /IO mal:rre: e la sua deve cucre l'opera d'un "A se slcsso » in COQfrontodell11.poesia w A tcrvcl'o maturo. E' l'importanta di quella Silvia u. per esempio. civiltà e di quella lingua. tommat11 alla va· Altro problema: deve il poeta mode,rno stità d'intcreui spirituali d'un pocla indivi· nella determinazione del suo morlo di vedere d:Jnlmcnte per.o. 11determinare le conditio· ~·uomo e il mondo essere la et summa II delle ni de 1 1'univer&Dlità 11 • 11 conoscenze u del suo tempo} Ci riferiamo Si wtrebbe di qui di1eutc1e a lungo sulla ancora a Eliot (vorremmo disturb.irc pochi,· posizione di Eliol nella poe1ia contcmpora· ,imo i morti), e diciamo per incidenza che nea, su q:iel continuo riferi11i a Onnte, cd la tua. poesia ci appare come uno n Zibaldo· me a uno 1pc-cchio ideale e far coincidere la ne 11 più i 11 Pensieri 11. più i cc Dialoghi 11, crisi·Dante e.on la cri1i·E 1 iot. Non per Eliot più i tt Canti 11, Per la valutazione dobbiamo con1idcmto al centro d 0 una crisi in nito nella preferire l'c-conomia ilei poe1a latino .1ll0 poe1io moderna J)erchè fa crisi d'un poet. :r~idii:m~e! Da~,: :db~~~:u: i~n~ae~c~::: ~~:c:n~ladell:sc~~a :i:\~/~iuu~•i~ai;: in un certo senso (ma il ling:ra!ilgio e la po· quanto a '' decisK>ne n di 1 avoro. Ritom:amo 1iLionc di Eliot è Lafo1g\lc più Shaketpea- alla u Sunvna II a cui è tc1,a tutta l"opera di re) e considero Vir!ililio il più uc 1 auico » E 1 io1. Per la poe5ia, la filosofi.i di Dante è tra i poeti. A questo proposito ceco che cosa crollata, dei ~ documenti ,1 della vita del uo K-rive Eliot di Virgilio: "Fatto è. che es• tempo rimangono i giudizi morali, la cos:ru– sendo qual era In storia di Roma, ed cs.sendo .tione dei 1001 tt mondi » c1 può ancora me" quello che era il car11tterede 1 111 linqua lntina, ravigl1are. Perchè questo alt1u mo 'J)into a un certo momento ti rese ooui&ile in for della nostra c1v1ltà poetica ha ragq1:into rum :~:it:;l~ 1 eno~•e:l: 1 e&a di~~ti=.:ta~la;; ;t~~:t 1 !,r«::1;:~~ ~:: 1 ~t ::i ~:~!r:: d I. volle quel partico 1 are poct'II. (Pennetttte- le; " sue d_onne ». col s'.10. tt modo» di eggre– mi un'interruziollC: 1t Ahi. l'impersonalità drre una lingua. 111 ~ormaz1one. In que!to .sen· del poeta. e le poetiche csoreuc e non ,e- IO la non poc11a d1 Dante fa eotpo 111dmo· guite I ») - e una fatica di q:ie\ poeta du· !ubilc con la poc,ia. ,ante tutta la vita per fare natccre il n c¼ts· Eliot nel suo saggio s:r Dante invidia per 1ico" dall11.ml \teria dcJ 1uo canto. E lin· aè e per tutti i poeti di linaut1 inglcae la tende che Virgilio non notcva sa.ocre che ,-ra u concretezza u di linguaggio del nostro poe– "quealo » cib che cRli stava. facendo. Era la. Ma per q:ie 11o che s'è detto sopra, Dante consapevole 111'c1hemo. ,e mai poeta 1 " fu. non è un poet11nmato dni contemporanei. e di 0·1cl ch·e 1tavn U;rcando di rasta:iungerl": Eliot che l'ha tcoperto durante il suo )~voro mn l"unica cosa cui non poteva mirare. e c-.h,. non ha apprc,o profondamente il significato per fon.a ignornva di compiere. e.ra di conr drlln sua lezione: forse h-n più cap;lo Vir alle a.agre dei laureali «c.), ingenui che Sono interrogativi l'li qu.,li è dif6ci 1 c dare c.Medono un accostamento più aperto al de- una risposta. -------------------------- stino temporale dcffoomo, una poesia che Si potrebbe intarlo affe:-mare che d poeta non sia Cl questa », ma « q:re/Ja ». Ma la parla ad altre tor.ietà di antica o recente for– pocs·a, dicevamo, è un11. positione dello matione e che la sua ,oce ragg:ungc 4ueMo 'J)irito. un atto di fede, o meglio di fiduc 111 o quel popolo in virtù di una u ivem1lità che (per non generare equivoci) in quello che si rivela attrnveno w1 &entimenlo comune a 1':romo fa. e 110n può soggiacere ad elcuna tuui gli uomini. Ma dentro le p,oprie mura, sollecitazione esterna. qual'i-- la sorle riserbata a q:icsto nomo cen· gilio pc, quel s:io vas!o adogKlui nel ritmo. per quel suo fermarsi sugli oggetti. Tanlo è caduta in bas10 l'u idea 11 di poc· ~:h:°l~;p;'d~~~; e deriso e, ogni gio.no , mille :i:a d~:~~;\:à f:r 00 :;~~~W\r!p~~~:~ 1 l:. lisi1ì: Se il poela è l'esprcuione della vita, dc1la poesia è U!\fl conquista dell'uomo; ma ce mora 1c d'una società ahimè egli è oggi oo JOmo e uomo che può conquistarla (11.mm1;s· esiliato, UI\ con6nato, un·« asi.razione 11, in so che un don<.1,comunque, ci sia) perchè le qu;inlo questa società che lo dovrebbe capri• composizioni in versi determinale da un atto mere è mes1slcntc, Ma se è vero, come è volonta.no . che Jcgqiamo numerose in u•i ...cl" vero, i] contrario, cioè che il poe!a, in q:ian. lo clima. corale, di « civi 1 tà poet 0 ca », 1 :o 11 lo oomo partecipa alla forrr,az:o•c di una so· sono espreuioni cteat1ve. ma critiche. La sto-- cietà, anzi è una « individualità necess,aria n ria di t:rtte le lellerature dcnu~cia aperta• in questa formazione, latciatemi due allora mente questa diffusa applicazione tecnica d"u· che IQ sua fo,za non ha bingno di .ollcci· na de6nita. concreta ,ituatio:ic 1piutulle !azioni. Se poi q:resta forza costi1u·,~e 1111 d'altri poeti. pericolo. la ti 10pprim11.Cara e potenlc om· Questo è il " pJnto n della cr:si nel'a poe· b,a di Platone I sia contemporanea. La nucita d'un nuovo Sappiamo i:oi che il flo10fo gre<:o peccava poeta - ripetiamo è un atto di violenza. contro !a sua logica di costruttore di S.11ti e_non può qumrli CO"tin:Jare u!' ordine pree· M:riyendo seteta~nte versi. idillU:C( e ar_cn· Nllenlc. Nel campo del!a poe11a non vi sono d1c1; le fo111c d1 rose e sii amo11:t1cacciali pouibili1à di 1cre2g~1ze ."· La generai·one I dalla lilosofia 1vol.:zzavano i~torno a! wo lt– chc nttsce ora alla poesia (par 1 o dell'Italia) bero volt~. lo non credo alla poe11a come non può rice\cre che irsegnamcnti di matu· te con50!0z1one 11 ma come moto a operare 1n rità lelteraria, ma non può scc11.liere j ,ooi una certa ~i,eLiont in seno a 11a vita, cioè mae11ri dalla filo106a. deve esprimere 10ltan• 'dentro 11 I uomo. to i 1:ioi poeti, se qucMi poeti aià dicono Il poe!a 11011può consolare ne:u:mo, non nuove parole, Non mi si fraintenda: 11 paro. può i, abituare II l'uomo 21l'idea dc!la morte, In u ha per mc. ha sempre avuto. significato non può far diminui,c la s:i.a solfe-enta lisi· int: itivc:t~or! ir:,':j':.i ~n~f 1 : f:(c,~~\~uòmft;~mcllere nè un eden. nè ~n dato periodo ci si forma all'anali,i dc/ lnro Il poeta et.prime sè, un uomo I' a uomo • li.ngu.iggio _(non dimentichiamo eh~ il g"!!di- (~ volete) ,par•~ della tOCietà in cui vive, uo ,u un opera non può essere altro t:he •mia •e deve '(ridare. 1mche: e se uno canto. dtetico), ~ fJUCst'analisi f.a crol'.are t~lvoh., il 1l?!1_>re l'.n\tr.o I.a colata di ghi~ che, Il molte 1llus1on1che sembravano già verità 81• prec.1~11adall a uforno o la_ pa!ae1;q1ala d un 10b1e. Ogni poeta (sarebbe su~rfluo rir.or operaio con la rag.azza, chi dei due l: nella darlo qui). ,i riconosce non so!tanto dalla vc•itH Par'iamo di poeti, quindi tulli e due. aii., voce ritmica o inlcrna, ma sapratutto da 1 La filosofia moderna. ha cercato di sorprcn· a.uo linguaggio, da quel particolare vocabola- d.,.!c _i' •i mo1u111 dellit r•el'lzione_ facendolo rio e da q:iclla sintu5i che ne denunz;ano la com~1dere con U!'.I atto èella cosc.cnt•, e le 11 perao-ialità ., allraverlO una determina,ione poetiche espresse da alcuni poeti tembraoo spuituale. convl'llidare chr. !11 poesia sia soltanto un al• Dice Eliot u che ogni lettero.tu ,a giunt.i a'. lo volontario e rifles.o. Pc,i1iamo a Lcopar– la maturi1à ha una storia dietro di sl:: 'Jna di. allo Ziba 1 done, alla sun u o·ota 11 che 11oria che non è 10ltanto una cronaca, un cu- ttenera il vcr•o, ,Ila roetica di Eliot, a q·Jella mulo di manotcritti o opere di q:Jelto o quel di Valéry. Intanto è tempre una particolare genere, ma l'ordinalo &eopure inco~1eio pro· pros,a qucl'a da cui na1CC il verso, e la Je. g1esso d 0 una lingu11 netra~uist.are consape· eisionc della te.cita se è pure un atto della' ;feir-:.i:'.le J~:p~~ri~Sl~~'.n~ ~e.en ~~: i 1r::{t d:~: ~'ii:u=i:n~:. la~o·o (dico 1 ~voro) che zie>ne. Un richiamo alla tradizione no·1 è un Con quello non vog 1 iamo certamente ,i· invito di ritorno alt"intclr gcnza di Ol(lli mir chiamarci al concetto di ispirazione come lo nifc1tatione t1a.K01sa dello spirito della pro" intendevano i romantici, ma biao.. n11 rico cr pria terra. E' qualcos.a lii più 1>rofondo di tcere che un allo riflellO ~ aempre di natwa FELIC,-: CASOHATJ . Oin•gnù ( I . ur11colo o P''S· 5) Dante. ripeto. ha dato un duro insejtna· mento pcrchè q:.icllo che conta non l: un dato tempo, ma il suo u sen!imcnto ,,. Per que1to Pelrarcn e Leopardi sono univi-rsa 1 i ;} sem• pre contcmooranei. Pensate al Petrarcn. alla •ua lifca che nutrl l)Cr Ire secoli il formic11io dei poeti di tutta l'Eurooa. pen..-,tc nl de– stino di Len--.,.rdi. che rfavvero polrcmo si, tua.re dove Eliot vede Virailio, perrl-è Leo– onrdi. come Virvi 1 in. chiw 1 c cd e•iuriscc in sè n l11maturità,, d'una l:ng:i;r l'l di una lei· teraturt1. I Dopo Leop.irdi, infatti la poetia italian• h~ tlovuto tutto rifnre e ancora oggi è in cam· mino. Il lavo,o è 11a10compiuto sulla ling:aa, sul costume, s:i un.a vita II dcp,cua 11 per raai.,– ni poliùhc ed economiche, D"Annunzio h11 lavoralo più di tutti, e le ragioni del suo \un· go poclare, !cavando in queato o in q:iel ,e. colo, si vedranno più tardi. Così ci ,i ac· corttcrà che l'ansia dei suoi ., ri6uti ,. nei confronti dei grnndì poet'\ come Tas10, A,io– sto, Leopardi, era di uatura formale, e non poteva c5scre altrimenti, E l'inerzin verso Leopardi era il ,iconoscimenlo più ineons::io di quella graudcna: D"Ann:.inzio n sub:va u la 10rte di ch·i deve lottare conlro una lin· jlUi'.1 e una lettcralur.:i rnature rre1cnti in mo· do t• irripetibile » nelroocra del rc-cratese. Ma D' Ann:inzio era andato troppo in là nel conce)lo di tradizione. Non aveva capito che Pi"'\' v1ncerc LeopMtli (non par!o di p'ani di v.alore) bisogmwa accogliere la 1ua. lezione. Ed è Quello che hallCIOfatto i poeti venud doP:O 0-AnnunLio, con risultati p;ù o meno positivi che hanno porfeto la ooesia italiana 1ul pia.no dei va.lori dello spirito del mondo cor1temporaneo. Oggi, poi. dopo d:ie guerre nelle quali 11 l'eroe n è diventalo un numero s•erminato di morti, l'impe-.tno del poetn è ancora più grave. perchè deve 11 rirnc 1t l'uomo. pen-– sa!ec.i bene: quell'uomo disperso 1•1lta tc'1n, d~I q:iale con~sce_ i più os~u·i pe-,icri, quc!' st uomo che ((IUii fica il m!lle come Ul\a ne– cessità. on bile)qno al Qunle non ci si può 10tlrarre. che irride anche al pia.,lo perchè anche il .pi1u1to è u teatrale 11. 'q:iest.'uomo che asoctla il perdono evangelico tenendo in taK.a le mani 1porche di ,,n~uc. Rifa.re l'uomo: questo il p·oblema capi· tale. Per quelli che credono nlla ooe1ia CO· me a un g=oc.oletter11rio. che considerano an• cora il poeta un estraneo alla vita, uno che sale di notte le tcaleuc della 111aIone per soecularc il cosmo, ,Jici11.mo c'-e :J temr-o det" le n 1peculr1.io11i II è finilo. Rifare l'uomo, questo è \"impegno.

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