Fiera Letteraria - Anno II - n. 17 - 24 aprile 1947

8 IL LAMENTO del gabelliere NuN_ ci_J:lc_ntinmomni coaì irrcJ.>0-rnbilmcnlc 1ta!u1111come qunndo legg111mo un li• bro di poc,io. Nè con ciò vogliamo fare uno dichinruzionc di nazionnlismo, bensì inten– diamo dire che dev·c,serci per noi italiani unn tal condizione di fronte nlln poesia, per cui sempre un poco a molincuorc ci scntia. mo dispo,ti n dar buone credenziali di poc– !&. n chiunque, in versi, muova il canto per mlorpostc persone: cioè coi modi che prc– ferinr;no ~czakuc e rclcgorc nl romanzo, ivi eohanlo anche noi concordnndo I\ che il protagoni1tn, piuttoato ch'eascrc Ira persona vtc&N dcll'nulorc:, col imo ~80 fisico e i suoi privali casi rc1i universali, sin piut– loslo l'Umdnilà dcll'nulore quale luogo spirituale nel movimcnlo di figure e ge– sti e cnsi di o.lire ,persone interpo1te e mo.go.ri (foree è: uno. ncccsaità) contra• 11to.n1i o perfino conlrnddillorie. Per cui ~ Ile ci vien 11pontnnco di chinmltr poeto. Dante. qunnti di noi invc<:e nicchiano di fronte al pur 1ommo e generoso (e nel $Cnll0 desan• clisiono itnlinniuimo) 'cren1ore di figure e favole e cnsi e miti poetici Ludovico) Non per nulln gli 1teui contemporzmei dell'Ario– •fo chinm.o.V'flno rom11nzo l°Orlnndo, pochi invero az:tardnndo1i di dnr lo 11c190 nome &.llnCommedin: lo qunle se a una formn di proaa ,i vuole nd ogni coiito hvvicinue, quc. •t'è, Come tultn In poe•in per orecchi it&.• li11ni, il di11rio o confc111ione - In più nl- FIERÀ LETl'EHAHIA anche riducendo i modi nllTui a un 1uo $GI.IOir /aire di buon parigino d 0 ndozione, di. ISFOSlonlrc,pril {ma. in hali&. si dice ancor oggi uno sehcn:nre con l"ncqun santa) per• fino di fronte al proprio più sincero e in. dubitabile dolore: RIVI S T ·A Seguo lo mio pipo come un cieco segue un allro cieco. Ciclo 11011o'è ,tasera. pnrirc. anche al nostro occhio di srupellosi non c'è 11eonche provinciali, meno cittadino d•una cultura in 1 Ufl poco di ciclo punla di lingua chf; d 0 uno cultura (fort-e SO· su cui 011darc. rebbe · più proprio dire d 0 una passione) di Mi duole la piJ>a sl-•o. C88.'!. nostra, similmente a quando di sopm,,. -salto pone sullo pagina (o non è, vedete j' Che rimturebbe per noi una citazione dc. dubbio, un elemento del giuoco anche quc• finitiva (qunnti nitri versi del Carrieri con• sto)) verai cosiffatti: vcrgono a questa forma di • ludu& in gemi– tis • )) •e casa non ci scmbrnl8C partigiana ad oltranza di fronte, per ~.tempio, a • Cam.. po degli armeni•• che sohanto lo spozio ci vieta di citare per inticro qual paradi13mn di ciò che per noi è più genuino e tvivo in Carrieri: intendiamo quel111 sun pronuncUl,. t11 capacità di te53erc in poc1io (e qui di– ciamo in poe,ia come diremmo in /ureo, i11 latino, in ruuo) un racconto, che potrebbe perfino abbattere la noslrn inaistitn diffiden. za il giorno in cui Corrieri riu,cine ad ap- • E• l'ora ve11lic/ue. mo11ca un minulo: il giro dello, luna s'è compi_uto. All'cscuro fe pietre so110 colle do improoùi,a tacito morte i>. • C10HCIO C,U'ttO 'I RAFFAELE CARRIE.RI: Il lamenta del ga– belli~re, Mond8dori, 1946. pagg. 120. L. 200. Il problema degli scrittori "elisabettiani " di Fatiche editore un /rcnobile del Pa,:,i11i di l1edc,c, di scorgere, di conos.crc, lmJece l:.'n11io Francia ho approntalo un c;audro per u11 solo soggetto: "Pouf Clou. del", A colori, e più che o corallcrc etilico., o ca,aJlerc $0Ciale, pksi e adoJta~i sulla ta– uoloxza dell'oggi. L'A ulore ha saputo pene– trar,; ne/ mondo poetico del CICl.lldeldando pieno ri,a/Jo alte sue intime bal/01:lic: dalla morte alla ()1°/a, dalle ()tllorie allo conqui,ta. Piero &rgclti11i ormai, e fobbiomo capito da un pezzo. si è prc/iHo un pro,:ramma clic merita lulto la noslro oHenzione: ri11/oco/are 11elcuore di og11i i1alio110 i/ gusto olle e/erna belleu.c della 110-,traorte. Mo a proposito ,lei Bcrscllini, quc,lo oolta è ì11 veno di racco11- lorci un u,,:110. Un ,ogno cl,c ·non è a"cora ,wmilo nello 1101/e dei lempi: quello pieno di 11ostolgia di Sa11dro Botticel.'i. Con que,to ~ua ultima opera egli csaun·rd così il ·• 1n·1. fico della beflez:a "• /,,tanto c'è altra roba i11 pentola. Vopo il famoso " Bcrnardi110 da Sit-. no•• ,orii pur gimlo parlare. di quc/i'Anto. ni"o. Santo di Firenze. P1ETIIO LoNGAltOl ":::-:~~ Jl•mori<t, l•fl•u• l,,.,,,.,fi•• r•l,uion/, "'" :(/ ::--~: •c•lf• "'"' co/cr/1<1,1<> ,li,oddi,(or• """" ~: ·:< ,...,p/k• co,ded1<1. /...,!/o Ji II'"""!"""· ', •• • .."• ,..,,.,.,,.,..,,.,.,,1101, pur• .,,.•.,,•., J',..,.,.,,.._.••• . ••••••• '"'"• clt• P"il ,. ..,,;,.,. J.,Jla lrag.,J/., alln .>::. ~ burlo, I• efrrond" • ,.,u_.,., n•lla •f•rn ~ -..... dlCIIe ~ 8: l•P~~~~;.::~s'.'"::::: e::.;: \.( ll••U· !l.\'J.t10) , L, 150 ·:.__.:- Unu i;rnudc a,·,·cnturn 1>rtl11tizi11 in •.···••• u11·:1.uru v3g;untnlc bn!dlnhma, mn qun • ~ <" drnmm,<io,. 00 :. - l'IIOCOl'IO DI Ci,:.$AIU:A, STORIA

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