Fiera Letteraria - Anno II - n. 17 - 24 aprile 1947

4 FIERA LETI ERARL\ Da "Elegy Jo~_Marg-aret,, Dinanzi a un ciclo nel quale va bruciando luna rosa. Le Furie additano e lottano 1>cr !arsi avanti L, muta della notte s'afTC\la \'e1so noi. lii. On un albe,o MJffoc.alo ~all'edera, mlUCIIO Da fungosilà in fo,ma di reni su\ln conecc1a, F uo1 da un ramo, in alto, Un getto di foglie si vede Aprir cont,o il cielo me.talico In sua trac lcia. Come se il merente albero potesse gettare L, secca vita della linfa Nel gcrm~lio di :.m uh'mo sgunrd~ . . Sopra gli incombenti e 1iluccnt1 d1$Ch1 dei [5emprevcrdì. Cosl in te, Margaret, Dove tu giaci, Il robusto alberc delle tue membra llasci· lnato mdie1ro Da aspre cerde di rimpianto E In dorata carne dcl.ranle Scottala da un ,ovcntc male, Come è difficile il mèrire Nei tuoi viventi, morenti occhi. Come tediosamente \'c,rologio uccide Quondo il tuo mancante resp:ro Cclt3 (Jll{l earola ct:nsucta Sopra il rigido corpo de\111morte. Un'acqU3 goccitlante colma Il triste pozzo del tuo corpo Con g111dua\i gccciole di mOl'te ... pure lutto \"amore che noi C;1:n0Kt:mmv Sorride anc.Cra nei tuoi occhi. Oh, come, quando tu sarai morta, lo mi riccrderò di dimenticare E di dividere con coltelli Li:. t•Ja morte dolla mia viln... Oocché, min ca,a, o.On c'è mai unn notte Che il r.1anato fiore della tua giovineua Non galleggi a bandiere spiegate Sul m'.o sonno. come un bnltel\o, Con lo sguardo che vivrà Inevitabilmente, come il vero. IV I Povera fanciulla, che abiti una atrana terra Dove In mcrte s'affua per entro il tcJo lsgunrdo Come ~ Ur\D. luno d"stante Splen <les.se in giorni di mezza estate Col luccithlo cki cranio della notte: Povera bimba, lu indos.si il luo abito estivo E le tue scarpe driate d'oro Come la ter1a ind-cssa un vauegato manto Di erbe e di fiori di STEPHEN SPENDER Fanno tutt"uno con il piflnto Della mo,t:alilà Che attravc1so il sonno è insonne. Fanno tutt'uno COI\ il pianto Euo non ,eca un bisturi d:a chir,:Jrgo Pcr tnglia,e le cellule che si moltiplicano [indebitamente Alla radice della tua vita. Può soh:anlo pr-ovare Che amori sup,emi Vanno oltre la carne, alle orribili oua. Ululando da solo, in una 1c11ebra da iene. gt; IT\!~1:tc<!itdi ~=~\cr~z"~~,f~~~: Non si dest:a ogni giorno Ai fotti che sono e non ,ohanlc sembrano ta\1: I granitici falli ntlorno al tuo. ]cito, L'irrimed;nb,ile hwttezza. colpita d111\a po• vertJ, Del fallo che tu 1rirai presto mo1\a. V Già cominci a divenire Tronco d'albero caduto coi1 membra b,unile ldal sole In un paesaggio inft!lito tra; os~ tribali .. Circondata dalle pietre rituali che s mtru· Ldono, Q:iclli che cominciano a cenare d"cuerc i Ltuoi oceh· Sono fior~ pro&eiugati del lo,o micie dove Lle memone S":affollano e s'involano eome avide farlalle. Cli dr;nti e rilucenti colori dc.i giorni pèr Ldu11. Macaoni, Vanesse, Fritillarie Si pascono sui tuoi occhi e poi velano lungi (dalla nostm vista. Nell'angolo del tuo letto, sci già parzml– [mente uno spir1lo Una suuunantc esislenzn che si \'a cancel· (lando, quasi perduta Alla nostrn mugghiante vita che spande per [tulle le slanze Il nostro labile cOnlrnsto come mucchi di [fiori co:isolato,i. Tu sei così q"Jela: la tua mano 1ul lenzuolo [sembra uu topo. Eppure quando noi guardiamo altrove. i co· Lu:ggint1 VI Il s.:ipremo atto d·amo11,e Non consiste nel npeter,1 dolci ncmi . Che l'occhio è simile a un"aC'lea conch,gl?a fmarin1 Che rorecch·o è simile a una ..:onc.higli:a [f,ang:ata Colornb:a che unisce lo voce a colom,):t. Oh no. è il frutt.c della tempesla del mondo, Seme geneialore <le\l'nngoscia che allana• [Gl'a. Bocca ruggente nelle se!vngge solitudinì Unghia lacera~te una asciuttn radice. L ·o,bato fanatico am.1nte, lqn"Jdo nel deserto Di tutto fuorché del suo cuo1e, Nel suo abbandono deve copri1e C<in selvagge labbra e moni lacerate, Con una coperta fatti\ dei suoi propt:~: Con il confo1to fatto della sua dispcratione, Il corpo senza sesro nelle sabbie. Egli seg·Je quel nudo sentiero Dove la carne guida al teschio E il teschio dentro :a fosse piene Di delirio e di mo1te. Stupefatto egli vede se steuo tra I santi che <lormi,ono con peccali lcbbres . Le cui l!nguc crescono su tali 1ovine E un tale fUOcogreco è IR sua ling"Ja ... Nel sesto dei quaderni intcrnn1.ionali d1 ;.j~:esf~ 1 ~n~è d:t~~;tr?\:m 11 ert~:~s!,ar\nu~;~ :;:=·=::: un ompio settore dcd.ico!o a\\11 Pocs•~ reli• ... :•:,, ~~ii: V°fn:~~ti dee 1 un 5 :h~: 1 dedi:,~:a n~~ ~~: ~ sia relig:os.," francese dalle origini a. css: n ·· cura di Carlo Bo. C\01iosi argomenti e glo- 1iosa prod:izione di cui purttoppo III l:ah:i,, ~PO:s1a 1'i ·usi :n:e~~at~a~i ~ 0 ~,c~p[tfic:i" con originnlità di giudizio. * V:-1 l'ROCRA)\!\I,\ 01 !?CA)IUI ("'l'I.TllRAI.I CO~ t:AL"$Ti{J \ E I.,\ GER.\I.\NIA f o/In Jtu– dio tfrl Vip,,,iimr11tn ,li Staln , ,li rr/1,, .lfirrisu,i 1U ll'as/d11,:ta11 i 11uali i.a,rno rrsa "llfQ dir fo– lr11do11aapplita•t dtllr di,mivc ù11rsr a "n;ilup. f',J•t /u ,itrluca1io11r r la ,fro,t,u::io,ir demouali• e11" llrlla Grru,1111i11. 110t1'ht a ",alfor:a•r i ;frc– "'-'' di ,rrip,oro co11,p,rnsiont'' co11 r..ius1,u1. 111- t,111't1SO u110 ,rambio di "pr,s0Ha:i1(J i/rlla cu//urn r ,ii Jfudr111,~•. 1" l,asr a Qur:itr di,tllif't, r11>n:i ,lrgli Swti Uniti dsituanHo f'•ossiu,omrHlt /11 Gr,– ma>1fo pr, farnirr /a /o,o ro,uulrHw r la lo,o ~::~~•:.~::[,; 0 o;/lt:li•::;,:'/.o,~::rs::~• ir ,f ~~;::t",": : :~:~~:= ,u•1 111( srgur,ui ram/li'. istrn::ioorr. ,rligfonr, fo. Quanto abbiamo vinggialo lungi, o dolce mie ~~:~~".~::~'.>i,ti~t,:!fi:t:'1;;:'~~i :'~:;~· t:;•co ;~;te::: )( . . . . lamore, i/a.,for.orioui p,oftssio11a!i ,: di /111'Qr11,ori(, /mer,, \./ Da quel g1crno lii CUI, In pnm11 volta, scc· 11,usica ,: tcat,a. Si /J(IU(I i,rolt,r 1/i acan:lir,r in ·~s-?. l.gliemmo A.mr. ,·ca sprcfo:i,11 trdrschi al au~1rinti dr/I( a/– Ciascuno l'altro e ciuo~no la 1011 dclra\trc lit~M sop,a fodicmc. sul/i i,r bau a,1 uua "arcu, E t,utti gli altri mondi mettemmo da parte.' ;;~:.,:; 1 r~~~"~;;,;;;:!~ r:;:,;s:~;';,. •;; 1 1 :;'~!,.';t;,:,: Orn noi auvmiomo q:.ic:sto ruvidcu.a D'ossa :amate e amanti Dove tutti sono tutti e tutti s,eli E amare \' 1 JOI dire benedire Ogni cos:a e .ognuno. (Dn Poem, o/ clcdicalion. Londra, Fabe1 .-nd Faber, ICN7). Traduzione di GARHll::I.E BAL01,-.:1 UHtli. HOUd1t Sf11<lr~1i pr,yhl' s1urliHo Hr,:li isrituti <1m(n(a11i. * :'?lt~:·lf:f i~ '.i:m·t:.~~.;:::~J:;f, ·:::· tt":.,u,~9·~~;, t,,/,:;:;,a:.:d~'.:a L'.lo~,.~ii~::~ 11:::11: i ,0110 riur-.-arr, <1 dtt•diori itali,mi larm•ciri 111 il/I• ••,/ /ia 11 o i,i u,w llrgli a.,,,; act;,11drmlti llnl 19.\l•.\! o/ t9~5-4b. I.e rlamuHdf lii a,H1ni1Nnr al co11eorso dtbbono ~n.•r11irr co11 la rrlalfra (fo(umrntrriionr uf M111i:11c,o {f;irrfion, 1c11ttalc d(/rist,urionr su- ,•··. Jc~eot~;1mr:;i::a: 11 J~t: t,!ct!~~~;;si~~e.'ot:~ r:;;~•~I -,r::i;~.1si";:"dt~:nf~•s!io::,~ ~\u~;;:.-:::: \./ fa ,;;o/u:ionc di alcuni /"mi e nessi ambi• !;a,;~" 11 ~~ P :~~;;;J,. 1 ;;"' ,~u 1/:~la, •·~;;ru; 1 :i1ri{~; gui o ddditiltura oscu1i mi .1ono va!so d~I ,.fJitinlr, pa,tr Il ,1,1 .\fiHisirro .1trsso consiglio dcf/'amico Sa/valore H.osali. G. H. * EDIZIONI DELLA. BUSSOLA. Rivista trimest.riile. Og11i volume ,li 250-300 JXig. è dedi– cato ad u11 det.srminato argomento. E• USCITO: L A }' I L OS O l' I.A NELLA Lw1•1•mtA'l'UltA CON'J'•:MPORANEA Scriul di: E. CASTEl,l.l • t','01a •"Il• lcucra11,1ra .,.1. ..:•:,. L. •~,"i~~1'.r;_'. r~~o:!':. od:r~c;i':':!.,uo ~ C. KAISSEHl,/,U,j • Il pro,nlJ>p<ulo Gloto• •• ,. lico di Gld<!, l'rouo1 e \'olfry ,4. i'ASTONE • La ln!rrpn:lulnne filo,o– fiu <lrll• .. u. a.,_u•uuo., JI Joyc" ~·. M. HONCIOJ'ANNJ. Colp• " llb<!r•• ,.lolle In••• M•urlu 1:.·.t,;:;~fJ. Verl1à rtl e•loteau In 1'. S. ('.:S, ::l~~:~~A.J.~::·u~:oo:r;:r:• .,:; ..:I: ~ "I, M•na C. ALLl;'VIH' • Il srr<1gtlfico di ••- l\•rt.• N. CIAJ<L8TTA t11ooon• toel•I" " Rdlglooc h• Il. Shaw R. ASSU;",·ro • H. M. llllk" " I• ........ n. •I<!• drll• paf'OI• E. l"UlCJIICNOr-'I • t:.l,1,ec~l•ll•ma " purllH>ulmo In 0. Nclll 11...,,n,lonl o Nolblorlo ~ Vnl111n• Il. (di il1lmiuc11!., pulobllcnlono) I,' lèSJ!-'l'ENZIALISMO CHIS'l'IANO Scrl1d di: Cnlo,MI .I/ore.I, E. Ca.1•1/i, M. ,:-=·=-:, JJ. D""Y• C. Fuloro, 8, l'•••"•"• L, P•- _'.:{. ~~on, F• • V, Ho111JK>Yon11i. D.· M. T11rol&o li A ricoprire caverne di <lis1~:uionc Dove sono narrate cave morti. · lo gmirdo nei tuoi cechi affouati Trombe di pozzi a enllambi i nostri cuor;, Che non pouono prende, parte alla men· lzogna Di recitare queste gaie parti. Sotto le nostre labbra. i nostri spiriti Che ti pestnno e ti abballooo con inceunnt.? ~ lritmo, . Squauano come un mt1glio la casa. I " . i I . La sera porta l"ap1irs.i delle nnestre, ~ Ora il tuo rJltimo tramonto lrae ,, : Ombre dalle tadici di tutti gli alberi, . , ·~~ Atri veltri essa libera dai lacci GLI SC,\)1111 Cl:l.'l l'IC\LI IT,\LO-.\R(.;JiN1'1Nt JOH'I 01:,:ttto di 1m'fotua tlu sia J1r, rsurr cou– clustJ o B"'"as Ay•o dal giu,i$fa l'wf. Frrn<1wlo l)r/fo Rocra, p,afrnorr di ,fi,itro rnuouieo. ,lrr I ~fon/O fo (Jutl/<1 capi111lrallo scopa rii wo/grrr u110 miJsio11r cu'tu,nlr. EgU lw dicl1i1Jwto lii/a strJm/111 l'r,eoitO di un Yolun,e holHO I,. 350 <\bbon•m""'" •nu\lO (<1u•Uro YOluml) • L. l 2 50 n • J ,uu/0 11 • • prono1c, 'on· ,cr •~.,• oll 'A.mm/11iu, ,uion• d•lla /(i,,/,w !,unlJO• arfttHlitlo tl,r 1prro di coHcr(IIJrC 11unnto p,u,,p u>J ln••• Tor ,li N•110, J • Ro ... n ::~:;t;,,t't::~; ;:,;)'i11GT(W1tfO dr,:li ,cambi cu!- ~ <--)-(--.'-)•(-)-(-.o'-)•(-)~(-. ~ E' 11.1eito il 2• numero ,/elfo Il cielo ' . . . e VlClllO alle montagné nc:I ,aiuto spaventò un gallo che in quel ss e NA ,nenlrc ottmversav11 la strada. RA E 111 ~~~;~:;~o: d:;mr\tr~:ò s~~ 1 7an~il;:~ d\Jf•al- ·:~:-:::· •\? ::::::~~:-,o~·",:'".ou,::,;:::·~". m,~.:~, :·~: .:;· ~ S CALE ~ ne slcntò o frenare un sorriso: e per poco ··... / MU I · .. / Racconto di I/. M. DE ANGELIS I, rngmo non lo ,omphm,nl•mno np<<I•• () . (\ (ConlinuaUorre e fine) di un sorriliO velenoso; meccnnicamente. scrn,,rc guardando con quel sorriso da aspi• Un pomeriggio, i Mancinclli, caniuai e dc il povero giovane, ei abbottonò, con un figlie, lascinrono eolo Giovanni in casa, pc1 wu1no fu n\l'impicdi, guadagnò la porta. assistere alla funzione del V capro; non era • Cc ne vorrà di legl\Q per sc:nldnrvi • nemmeno passato un qoorto e1•oru, che il disse: • Ma fo,se non basteranno tutti i bo. giovane senti bussare alla portn. Egli era ac- 1chi delle nostre montagne » e disc:c1e le canto nl fuoco acceso, nella va1tn cucina. in I scnJc di corsa, quasi fosse in!!!Cguitudft un cui .1isole= munginre, e il fuoco con la sua mostro. cupo. e mo.cabra alle.1ria lo confortava gra- C..iovnn11inon ebbe ne:1mne110 il tempo di devolmente; non tn·rebbc nemrtleno vo.u l. rimettersi dH quella scena. che i Muncinclli ri11pondcre 1 ma pen1nndo che l'albergo era ritornarono; il giovnne 1ospcttò che foue10 alhca,o nlla sua cusiodia. 11 alzò per alfac- stoti in l'lgguato: e l'uscill'l della vedovn (e ciarsi dalla finestra cd avvertire che la e.a.sa forse il 1110&tesso torril50) li aveva cerio re• era dcaerta; poi non gli piacque la frase. si edotti del come si erano svolte le cose: anche per il fallo c~e o.vrebbc dovuto dare altrimenti non si sarebbe spiegato il malu– tpiegnzioni e quindi star qualche lcmpo more dcli intera Famiglia, il loro silenzio etposto al freddo a capo scoperto - e pre• che 150llintendcva un'aperla condanna. fcrl tirare la catena che nlznva il sali.scendi Dunque era stato un piano perfidnmenle del porlone: udi un paseo felpato, un fru- studiato per indurre il giovo.ne in tentnzio. tcio di gonne, un riso di&ereto: era una ve• ne, o nvere in o,1ni taso In provn delln 1ua dova, Mnringrazin, amica della Mnncinelli fedeltà fino nlln bl'llordnggine; ac; di fedel– e delle figli!" in maniera più intima che le 1à si poteva ancoro. parlare, quando ormai nltrC donne del pileM, non fotsero, per cer- era manifesto che il forestiero' irolfriva di un ti loro modesti troffici di olio, vino e lana male tra quelle montagne del tutto scemo• con In gente del pil'lno. Costei aveva anco· aciuto. Altro che sposa! Lo avrebbero vo• rn un bdl'atpCIIO e un florido corpo, ma le lcnticri affidato o Matrina. la vecchia maga. sue grazie consistevano nell'autunnale alte• perchè lo ungeste con sangue di gallo. rigia di frutto pro,simo n disfarai e perlon• Al pensiero che anche Rosina '.'lnrebbc: to più maturo e olezz.anlc: infatti <lalla sua slnta informala dell'incresciol50 epi,odio, pelle emanava un odore di mele ben con- Giovanni non re811e; in fondo or,.1capiva di ,c:rvatc misto a un aroma di zenzero e con- chi fonero quegli occhi neri, e di chi lui ne!l.!l che, a lungo andare, potevano disgu- si fonc 1ubito innamorato: di tulle le don– tiare e che in sul principio stordivano CO• ne di Scanno, ma particolarm,wte di Rosi- me un effluvio più che primaverile. na. nnche per il fatto che la rngauu eru liù e Sono 'llOlo in casa" avvertì Giovanni. fidanz-:1ta al siciliano e quindi più difficile e Aspetterò che lo funzione sia lcrmina- da conquist4re, Lo intrigava il pem1iero di ta; "' meno che non vi dia fastidio con la for torto oll'l'lmico, ma si sa bene che gli 88• min presenz.a-. disse la vedova; e senza senti hanno sempre torto. a,pettar rispo!UI.. 1i accoccolò su uno sga• L:n sera stessa bussò alki porla di Rosina bello di ferula, come uno galla a·u.111110 al e la ragl'lzza in per,ona venne nd aprirgli. fuo<:o. · disaimulnndo a stento la 110rpte!l3 per una Anche Giovanni. a <lebita distanza. sedei- t,ole visi'a. Giovnnni non na1co1e il suo umo- f:;i•:~::;~;~~<n,:,'f~~~I•~:~,:~'• ;h~E:: };;~·~:~~ro:~E:t::~:.:i• 1:'if ~ t'.:;i :e!: ~~n~:z:!!udr1:~n~n:11~:;,a:1a. 0 ;~!~1:: ~~;r:n\1 Il;:~~:, llen::;~~:~~:i::Ji~:nt 0· ro così in po.cc per piì1 di uno mezz'or<1; e • Perchè c:ombat1uto?1t espio,-.: il giovane. improvvisnmenle la vedova si sbottonò il • Le nuvole combattono col sole: In lunri corteUo. con il giorno. La pace non abi1a sulle no• e Ho caldo • confidò. sire montagne • rispose, sibillina. la ra• Giovanni avrebbe dovuto almeno 1te11de1c gazzo. una m11no verso quel bianco di trine: inve• • Le meglio nrmole ,on le donne• dine ce. intcirorito dalla piega che prendev11 il Giovanni con un fremilo. silenzio e dall'evidente stizza delln <lonna e E•se ,1anno che dehbono combnnere olfeM, non seppe che bnlbcttnre un timido contro l'uomo, concluse Rosina. • Oh. non complimento dcdic<1to ~iù alla binncl1cria contro tt • aunrdò con un i,onico sorriso. che non nlle grazie di quclln pelle bianchis. Ern qunnfo Giovanni voleva 'Mp-'rC: nè 1:1ima; tan•o ba:stò alln vedova per nrmaui se nddolorò t0verchi11mcnle: gli snrebbe atn• to più focile vcndicar1i orn che nnche Rosi• mj:~te~inzza, i vec("hioni lo ,mlutnrono ca, n« era dall'altra parie. vandosi il nero cappello; e i 111gazzigli of- Finse pertanto di e$M}rC,oddisfotlo della f,irono sci O selle robuste penne di gallo. enigmatiea senlcnzn, come se fosse una ve• La,sem. dopo cena. bunò :all'uscio di Ro· ra e propri<1 ri11postae "SÌ mi!<t.:" parlare dei •inn: ma l'uscio 'Si aprì a mclÒ; tra i bat· ensi suoi peuonali. della moJ'lie. del lnvo- tenti nppmvc la mano della giovane, senza ro. e del pcrchè, arrivuto Il Scanno, non gli 1izzo, poi il viso, poi il busto. r(.ggevn l'n"nimo di abbandonare quei e Di galli i1>0criti. a Scanno. non se ne luoghi. erano mai visti" sentenziò Rosina mentre • Voi siete vicino ol cielo e forse non ne gli occhi le splendevano di ardire: ma no11 $iete degni , nzznrdò. volle tiprire la porta in modo do far entra, e C"è stato inganno nel giudicarci• ti• re il gallo forestiero. L'uso cr:1 quc:\lo di spose Rosina. pnrluui a una cerio distanza sin pure con le Poi Giovanni fece scivolare il discorso mnni in mano, senza tuttavia la po:rsibilità sul ritorno degli uomini d11Jla guerra o dal- di un vero ~ proprio abbraccio. Una specie l'a1ro romano. Le donne s1uebbcro 'State le- di catena di sicurezza agli 111salti degli lici e con il 11'3ngue in pace. amanti focosi e ormai Giovanni erl'l trn quel- Rosina lo guardò con malcelata ironia; e li: SCnZa bisogno di correre altri rischi. Ro Giovnnni insistè aui benefici del ritorno, sina ncccttnvn la corte come se niente fosse fingendo di ctedeie che le smanie delle don- 11uccesso, nè prima nè dopo. con la neceasn· ne fos11ero tutte dn attribuirsi nlln solitudine rin gamnzia, in modo da non petmctte1c -nl– immeritata. Parlò dclln città e delle diffi. In genie di mali1nnre soverchil'lmcnle. coltà di approvvi1,tionaui. cerio nvrcbbe ,im- Giovanni nS!nporò il suo proprio trionfo pianto !"abbondanza di Scanno. il hcnesse- sino alle Ire di no 1 te: alle Ire e un quarro re del fuoco e del cibo e In pace celestiale bevve In sua tazza di caffè: agguantò la vn- !ak~ol:v~;:in::;fon~~duto, nono.stanle certe ~~~in!;: ~:~i:~• a~;~: t~ ~;:,i~o n~~;:d~'. diretta da Guido M. GAT11 * SOMMAIUO I.. MAGNANI • .1101110,,.,di • il oo ••mpo C. CALCA'l'l;IIIU • UIJo So/11i (1199.JUS) tJ. SJ;SINI • l'o••in • ..,,.,/ca ,..u., fo. llnl,a c,i,lln"" dal lii ol X ••colo \'. TEllhNZIO • O.lo1<uy • Jlollor•• l'a1rocchi). s .. w1 .. 1a•p•~•ui,,,., ("'·'"·) l'il<I mu,ical•: Lcuor• <I• Ra,o• (a, bun. G. Gudo.I) • Lauer• da l'•dgl (i>.. Schoef• fccr). Lene,. <,I• La1>dro (H, l!lu, ..) NOTIZlt: t: INtlOKMAl.lONI ~ Rt:ClsN~IONI • i'HA Lt: RIVISTE~ * A questo punto Rosina insorse in difes..'l re~;;r]~er:o~r~! 1 :: 1 :"· mosse. il pae;se ~pari. dei pa=ni, e lo sua collera convinse Gio• -la pi.t'Zza, la Chi~'l: m.1ncavn In luna: seb- Dt•••loo• 1 VI• t'o u ìt'~litr~h~ol: r:~zz~;ria nr:~~~;:iiù d~ÌI~ bene qualche finestrina fos~e illumin,ata, il ·•.•· A••inlmoa/on•, Pfouo M'cdo•a I notte in cui Corlo cm partito, quanto per ~t~v~:;tì lrit!7:m~~;d)1~;;~r~;::'1~~ ~:::i~~: i i7J;f;i una solidarietà che l"nbitare porla a porta lnvn n vnlle: quell'acqua veni.,..'l dall'l'llto ··../ '-)-(-.'-)-(..,.,o:.-)•<--.➔•+->'-) ..(-. ~ aveva orm,ii trasformato in puntiglio e in dt:i monti. Erano altissime \e montngnc _ · acrimonia. e In neve delle loro cime disc.io\ tn in nc:qua Gi3 dalla prima 11ern se Giovanni avene dal sole. andavo n bat1ezz11re lu terra. Di /Jr05$ima pubblica:::lOne: STRUTTURE osato avrebbe avuto partita vinta: invece In quel buio, che i fonnli romp<:vano a nttese che la fiducia e In malevolenza della !ralli con soffoc11tigridi di nll1vmc, era mol– rn,i<l:tZfl, giungeucro al colmo: la rerza SC• to fncile ingarbugliare i ricordi di quelle :: ..) ttl•iu• di odu .. 8 ,1 .,,. do\ C...trul,c ' rn. sul tardi Giovanni penetrò nell'ospitale g"omatc conf ndere l'(lc adut I togn:llo ····. ··· cucina e, senza "profferir verbo, si rovesciò I~ verità; alla f.,ntasin. c O a • ' ~ CONSIGI.IO DJKt;TTIVO éÌ;j In ragazza sul bmceio destro: 11fiato mozzo Giovanni non avrebbe saputo precisa1e Be ••••/ C.C..101/i•A.. Libo,o-C.o:..,.,.P.L.N•r•i ~ ~~tndi 'i:rt~= :,:;:t;:: :bi :a:~bdtis:~: ~~e~eo=~:e s~ 0 i:e~:e~;;~~~~a::t:e i:iq:r :\t ~::;';~~le 0 t:ro~7cln~~~eJ~:9~~~!~::;;e u~r~:: ;!'~ i~c:;;,~i ~:.insaezi:nhJid~~l;s;:n::c:~:~:~ ·:::-( zone acceso per,[ibcrnrsi dulie furie di quel. to un ltilc pur1dcmonio non ci nvrcbbe prc• \/ l'i11demoniato; m,a, pur cosi arm11tn. mo st,ato fede (·· .., siravn un viso tra il vergognoso e il com Quell'n1;tichiuimn tribì1 dnl Mar Rouo ~.><. piaciuto, a tal punto che, ove il tizzone non quei costumi. il vnPOre delle erbe. la !un;, -=-)-(-.o'-)-<--.-=-->··(->'-)•(-.<--)•(-. avf'UC continuato a r'ltenre, Giovanni sa• 1teu.1 e le donne dalle inverosimili mosche- EDIZIONI DELLA llUSSOLA rebbc passato al contmttncco finale. Con il re. ern evidente che un inCllntcsimo avvilun dorso dello mano sinittra. Rosina si nsciu• Dova quei luoghi e auelle peT110ne, i vecchi ~::~l~t:o;:lchc'\ 1~~=iti :~g::11\e 17:::~ maligni e persino gli uomini p(\rtiti per Lungote,·erc Tor di Nona, n. 3 migliava a dove.re : anche di questo si com• un~;~:~tni:;~llgllu:,:u~ !pilln di IIT~ento eh~ <..> niacque come di una provn lnnlo tempo lit• l'orefice Rii aveva conscgnatn il giorno pri• , ..··• ... tesa. Senz.a ,parlare, additò !Il giovane ]r, ma. Unn rosn di argento. nppcnn sboccinta. '::,( port11; Giovanni l'nprl: ,·. nd 11!1.Ciosemi. ,in1ile appunto a una di quelle donne nr- ~·.·_::< ROMA chiuso si diucro addio. Il tizzone a3irato dc11ti e ·pudiche. ~

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