Fiera Letteraria - Anno I - n. 27 - 10 ottobre 1946

L'ultimo In Algeria Quando il grande Vouglll$ .si dcl,neò a/- 1' esl. /ra uno atormo di c:rri e uno di c>apor• acque,, A nlo n:.! da Satnt Exupery rise siten– ::ioaamcntc. " Vento del deserto". Of:giun– ,e, fiutando l'ar:o; " ci &arà da diverlirsi ". Qualcuno d s,c: ·• e Gidc aora soOc,to> ·· Lo scriflorc dcli' aria, s, 1 strinse nelle spal– le, dimentico )orse di una prc/a:ione cllr gf; aoeoa otlribu to .una luce di gloria, pri– mo ancora del decollo, scrollò la tesla. •· Gidc, Gide) Nulla da /are con questo oento; pro/ondisaime slJC<:hcd'aria calda .si c.prc.no dinnanzi ai fuoi comandi, ni timo ni, e l1ai bello goocmare I timoni di pro/on– di!à; le a/: non trooono re.1istenzo, Si prcc.-. p:la; di cento. frecento, cinquecento mefri, fino a qucnedo il pilota non ristabilisce /'c– qui/ibr o, e riprende il possesso dei con– gegn.- dinamici". Una ragoz:.a so/fiò: e ah pooc.ro G:de ». Saintex sibilò: e po~ro? A l1 no. Egli è ric– co. se si può permei/ere d non perdere mai l'equilibrio, e di essere esemplare in /ut-to, (N1chc nel pecco1o •· · Ma /'Orse io solo udii q.ud battibecco e– stetico, g à coperto dal quadruplice motore del lucEdo Dougla, che rolwJa mocs.oso ed altissimo come un falco. a cu.i fosse impcs– aibilc la d'sccsa, in lerra. Mi chiesi: d mai disceso G:dc in terra} Mi dissi di s:. Ma aggiunsi a m~ stesa<>, che /orse non era. che /orse non è mai •a– lito in e do. e che in quel suo luminoso conversare, sopralutto in quello del suo Journal. è sempre eoitcl.o l'abbandono ai sentimenti, per mpegna.re 30/ennemenie il oonlrotlo delta e osc·en:::.a e del mora/inno. come ullima estetica. Chi affermò c/ie c·de è la nostro sec<>n– do coscien:::.a} In oerità .:gf è il fralello ci il padre di tulh1 noi, per cui fa sua quo– t·Oiana prcsen.:.a c'invita. l;ungo le ore del– la giorna!a. a ,tabi/ire 1' precisi termini del noslro io, el1e uuolc Fberar.,i dai legami di lulte le d1icsc., per indit>iduare rn uno lib;:– ra coscienza. tutlo quanlo a pos, b le per essere uomo. non succube nè schioù0 1 non anarchico· nè in rivolto, un uomo libero. deciso ad a/frontare lo supremo condanno da parte de(/' incomprens ·onc umana dei ben pens.anli, ed il cas1igo di coloro per cui la libcrlà prop;ia è rl $alo modo di uu)ere, e d1 rifiutare la fibCTlà degli aftri. Cercavo il Dougla, d: a!lerrare ed 11 ,ole faceva vibrar le ali di acciaio delf'apparec– cltio; cercava il p·to1a d; lrooare quelt'ae– rea corrente che potesse pcrmet!erglì di ri· portare fra gli uomini l'angelo del male che s!ava lassèJ. e fc. ,guardo nostro :,: per– Jeva ne/ c·elo africano, in/inilo. La su3 sincerild, lerribilmente spiclalo, lo ho reso nemico del con/orm ·,mo, del lro– ,1formisrno e la s.t:a aincer'td crudele, onc/1e &:era,, se :teno, gli /io procurato /'inimici– zia -1orda J; tulle le eh ·ese, da quella cat• totica a qu<'llo comunista. In redtà. se pure la sua o:::.ione si è 01- luofo in terra. egli è l'unico degli scdtori moderni che sia sempre in cielo, perc/,è lo ~rilà, e noti la rclor-·ca, è queUa 1irtù d1c apre le porte del paradiso, sia p.ur euo satanico. Chi, come lui, osò ribellarsi 'n quc::sro c:nquanlcnnio. e dire i/ pone al pane, ,: il "·no al vino) CMcien:::.o cristiana di un'umanilà, ac~o– lata perchè non sa· lrooore le '1ie del Sign"• r<.•e malata di pudori falsi e bugiardi, egii oiaggicva in cielo, cd era sopra di noi, nPl cielo a/fcano; e /orse if Douglas scnh,..! la sua prescn:::.o a bordo, se o xatti si era lJOlto a:;pro ocrso il sole. Piccole trombe d'aria rolaoano lungo la supcr/ìete del campo, e se si sc:oglieiJano su di noi. abbandonando r'l loro carico di pc/ocre, scrollavamo impcrlcrriti le leste e ie spalle, tenendo sempe gli occhi fissi sul octioolo che non lr.ooaoa la sfrada della terra Poi il rombo del grande falco meccanico s'.-ntensi/ìcò, si af{ieuo/ì; parile c~e 1/ ma– gico uccello si auo·cinas.,e, ma riprese se~ camentc il suo impeto, inalberandosi dec1- .t0. ccrne un pcr:scopio che s'apri~ ;/ cam– mino Jra i /lolli mari"ni. Le. solita ragaz:::.o, riveli la di un coppo~– to bianco, cl,e noova g,'à espresso .lo sua tli· spcra:::.ione. /ecc: • ed ora)• Samlex pro– ruppe: • L' mbccille. Non conoac.e neanche le ,,gole del #POCO. Il ~nto v:ene dal sud: oada contro il sud». Parve clic le sue parole. guidate do ,'n ,/sibili onde herlz.iane, pen>eni"cro al P to– ta del gigantesco monoplano. Ua nord 1 1 diresse v.er.t0 sud. cd il r:tmo meccanico del motore. ,'ammoln, si spense. Mi chiesi: • da quanto tempo va contro ~ud .-1 ,secchio protestante}• Risposi a me FIE11A LETTERA 111A Gide • visto e letto sleuo: • do ,empre /orse, se al ,ud allri– buiamo la mag:ca fama defla vita conlcm· plotioa e es'atica. dooe r:ccl,e messi di ,o. gni p(»sono essere raccolte; se nel sud ve– d.-amo il rrgnr> delle mUlc ed una notte, come conviene alla tradi:::.icme orienla/e • Pen1oi, come penso, d1e Gide non p,uò amare il Mediterraneo, onc/,e se il sole 1n r:ch~ma vicino a quelle onde e lungo quelle rive, se pure a Bisho ho lroi.:a'.o gli oc:ccnti di un'alta poesia, lo linfa del nutri. mento fcrrestre; se pure del Congo s'illu. minò in modi che allri non 110 ancora po– tuto eguagliare, tanto egli ci donò un mon• do, atlravcrico l'esasperato. epica narrazione della orlo di semplici nat .,:, prolcsfondo conl't·o la civiltà occidentale o pres.unta tale. In rcallà l'uomo Gide è sempre staio conlrn ,,ualcosa, e magari contro se stesso. po:chè egl osa porre se stesso in una luce che, per la ,clorica della crilioo conformi– sta. ne de/onma i lineamenti, i frolli, l'a.– n ·ma, il oollo. t'ombra. Pute è sempre Gidc, clic non è rl tiprco morali1Sta, ma il protestonlc ricco delle sii• gmate di un Lcyola e J: un Savonarola, ,e ;,urc i c-oltolici come MastK,, non ne vog/io– n~• ,Opere: se pure i comunisti come Grc– nier. non ne oogtono udire il nome. Q,uol'uomo. oggi, può superbamenle d1. re: • i(' contro luH} » Cd egli è prc,entc, per affermaTe che ne{ momlo, priui di una sincer:t~ lerribrle contro il conformism o gcrarcl1 co. lu1to muore o , 1noonaen.uc~ . Egli non perdona agli altri, se dapprima ncn perdona a se slcsao. Ma a se steuu non concede nessuna debole:::.::a. Padre e /raletlo egli a degli sp·riti in– qu ·ea; ad ogni ,vo:ta n('oi lo {rouiamo cvl suoi occl1i ,~ren'. e acuti di p,dre buddi– sta. col suo oofto mac.CTa:o, c l"o sua )O• q.ut "cludinc, clic non è ster:le ma cosfrult - Ila opposi:::.ione. A ndatc a disce;nere bene :I gioco del– /' assurdo coro a CamuJ, colta sua meta/1• sica sottile de!la r·ootto e lroverete Gide; ilf1.1min0Jel)j a dovere sut!a rio.trino tle/l"e• sisten:::.io /is.mo di Sartre e seopr:rete G ide .. Non ero Gide Id} Gide in Algeria, do– po che avevamo credulo alla fai;ola della sua deporla:.ione dalla Tunis:a od opera dei na:::.isF} Il "Teseo " '( Crede\'a d, non avere al11a v,u dae quella del c1e10. Tulle le i;tr,,de della ter– rn erano Ebarrate. Ila volu10 andare 1rop· po in aho ed hn troppo prcsulllo delle forze. E" caduto iu mare. E' 1norto ». e< Come può es«cre'? - gridai - '"' l'ho ,•edu10 proprio orn »'?. <( L'hai Hduto e t'è pnr~o vi, o, ri,;pose - ma è morto». Teseo prima di inoltrar:-.i nel lubirinto del Mino1:1urn 1,arla con Drdalo, ed hn veduto ed ha o.scollo.lo le.aro (« continue, comme dan,. 1(1solitude, ton monologue »), l'angelo caduto nel fiuo g,iovane volo. « Jcar-, era, prima di nasl"Crc. e rimnnc dopo In morte, l'immagine dell:i inquictu. dine umana, della ricerca, dello ,;.lancio df>lla poesia, tutte cose che ha incarnate, nella sua breve vita. Ha bene, im1>erwn1110 la 1,ua narte: 1111'.1 essa non muore con lui. In quc;lo modo si divenia eroi: i ges:ti rimangono e, ripresi Jnlln J>Oesia e dall'ar– te, divc1.1gono un simbolo clcrno ,,. Quci:,la l'enunciazione del «mito,>; nè at1iviti1 di memoria. nè occhio fis'!o all"a11- 1i,•edere; è il corso tlcl tempo ed il t-no '-pnzio. vinli in rifle5lìi eterni, tolti ad un « 1>eriodo ». fermati, Ma non C lo !,:COJ>O confessalo che 1>orla Gide a recutH•rurc il 111i10 di Tesrc, (« Thésée » - GnllimnrdJ: piuttos10 egli lo hn voluto ri6olvere nel ~uggerire, nell'insinuare una sua voce di commento, che :-.1nb1lisse rapJ)Orli, 11111 an– che 6COmpensi, lcmpor:1li. Cadt'n?e irom– cl,c, maligne anche. Te~eo non è 1,cr~o– fl,aggio autobiografico, e lo è 60lo unila– ternlmenle: in qu~sle cadenze. Il fil-0 Jel· la narrazione, pur seguendo vie più rnJli– lic e piì1 connesse di quelle deU nnlico, 11011 ~e ne !!posln di molto: ma, nel 1em1w, ,i SJlOSl:l il c<11ume1110rispello alla na.rra7.io . ne. Rendere alluale un mito. per Gidc non significa superare il reale o dcclasr-orlo in vista de~ surre.1le (che è il caso, ad esern• pio, ,lell'« Orfeo,> di Coctcau): qui duo vie diverse, due vie distanti. 6i riuuiscono nell'essere la prima inclinala verso la oc• 5 conda led in uè stessa 111odifi4·111al e ,•i. discendere daJraltro « Oedi1JuS" giditHIO) cevcrsn. 1. on è un Gide nuovieoimo. nè ricorda la iì'Ua vita: 1,arf; in una « <i<,rt de poteva cs,crlo: ~i ricorderà il :-.uo « Pro• Eagesre &urhuma.ine .» delle Eiventure che méthée mal enrbainé ». Per un ra1,ido pro• ha do,uto sopportare: ma ne è di.,l~te cedere in i..trcllissime ri~oluzioni, proprio ormai. Parla come un vecchio che pren– (li ti 1, 0 ironico o nudigno. si a\•rù wemo• dc commiato (comincia a prenderlo) da ria tli ceri" oai;ine del « .Journal >>. <tucno cose terrene, e fa un bilancio. Te. Cli esempi a11uaJi'? Il 11odrc di T,·sco :,3, r-eo (Gide) gli ris1>onde. Aveva prima Jel• s1>c1tando il rilòrno d('I figliò, lo crede to « io ero, per di 1:,iù, ambizioso»; sco– morto " •i uccide: « J'ai rca;rt't d"avoir priv11 JlOi d'un trallo « io non fìOno affat– causé "a 111orl par un faro I nubi i: celui to ◄ o,mOt)Olita 11: da CJUefitidue poli, lC– de remplacer var Je::, ,oilc, hlanches Jes ,timoni d'uno s(Juilibrio e d'un rapporto \'Oiles noirei. du b:rteau. On ne éOurait continuo - atteggiamemo e confe'-~ione, peruer à tout. Mai'! a vroi dire (« a lo intellcttualt1à (una sorta Jj «pellegrino•) vcr dire») .. jo ne pui, jurer <IUf' ce fut e familiarità -~ ruperandoli, arrivavo n~· ,·raimenl un oubli ». che lui ol suo bilancio. ((Se 1)aragono 11 Arianna è abbandonato 1,ull'isola di mio de~1ino a <iuello di Edipo, sono con. \a'-00 (rna prim:i « elle 1ue menaça d'un tento: iv ho compiuto il mio. La.::,cio Jie• long poème ou·elle ,;e 1>ropo~ait d'écrire tro di me la cillà d'Atene. L'ho cara an. au 8 ujct de cet inFame obandon ,): « L'on cor pili di mia moglie e dei miei figli. di1 <111,·.<1uclque tem!>:- :a1H'f•, <1ue nous lo ho foggiato la mia cil!à. J)opo di mc la l'y cllmefi h,is~ée, Diony,io.; viru l"y re- abiterù in e1erno il ,;aio pensiero. Così, joindre cl qu'il l'épou~a; "C qui peut étre consenz.icnh:, mi avvicino alla morte boli– une fo~on de dire <1u·e1Jc "e un-,olo dan11 IHrin. 11 0 gustalo i beni deUa 1erra. Mi e IP, vin l>. dolce 1>ensare che dopo di me, grazie a Pure, '!!Olio <tu&ta superfice, sollo que. mc, &li uomini si riconosceranno 1>iù fe• .,1 0 dh•er1imcn10, si toccane> tasti risonanti: lici, migliori e più liberi. Fio com1>iuto la torna l'aspel!o lirico del mito, torna - miu 01>era per il bene della futura urna- prima qualche slancio 1>ubito com• nità. Ho vissuto abbastani.a "· prc"'so - che ha dietro di :-.C auliche .me- E <iuante oecas.ioni di continuart! il di– moric. Arianna a::,pelta Teeco ad un ap• soor,e,o, ,•olendo infrangere i limiti di u?.– puntamcnlq d'umore: << Quelle !errasse! et 6uJ)1>osta allegoria: il volo di Icaro e I i– de <1uel 1n1lois! O jardill!i ••u extase, 6U· dea del cielo, In cittù e l'abi:udine lette• q>endus ÙOll!I !'attente d'on ne savail raria, la famiglia e gli affetti umani: tulli quoi, ~ous la lune. C'é1:11t au n1ois de lermini di un contra.sto che Gide - bene man; avec une tiédeur déltcieu'-e palpi• 0 male - ha voluto risolvere. lait déj:1 le tlrintemps ... Arianne courul à Più che settanll"nne cominciava il suo moi, et tout de go culla ~ chaudea lé- 4 Tc!oeo ,., ~iocando t:ul 60Cra1ico ri&o. (At1• ,·rcs aux miennes .. » Non i,embrn tornuta che Vo.léry era giunto n tanto <,-ol I( Mon l'aria di qud magicamenlc mulinconico Faust». Anche lui vecchio, entromùi al giardino de <( 6n porte é1roi1e »? l\la ec- crepuscolo d.i. una lunga, non vana, vita: co subi10 il controllo. Arianna parla: « Tu il sorriso dell'avere bene OJ>erato). Ma in triompl1erai-+ de lui (il MinotuuroJ, fen Gide quei:to punlare fiuale, conclusivo, suis siirc: il 6uffìt de te \"Oir ponr n'en ,ulln umanità, sulla fe.1.icilà umana - e J)()U\"Oir douter. {Tu ne lrou, (:1,. 1>as que <iuindi suH'umano operare, morale, e non ta fuit un bea!l ven? tu e::, t;eru,ible?} •· a!,:trallo), questo vedere le opere ,i,e in Certe figure sono foggiate 1>er ricom,• funzione, degli ahri {l'assaporare cosi il i;cervi6i. lcnro troppo hu osato, la sua in- quietudine ha risolto in un volo, è ca- riscl,io de.I volo di Icaro - la cadulo - duto, è morto. Ma segllita il suo monolo, per un insegnamento che ne polè discen. go, la <.un (( lettura 1'. Compare F..d1po alla dere), in lui fedele sempre al suo e li, fine. Oo1lo l'rncestuo::,n 1>a?-Sio11c d1 Fedra, 6 ions,, - mai contraddetto (e noi ,:rati • EdiJ>o giunge cieco in lerra d 0 Alene. E }u.i J)er la lezione di fedeltà) - fa pcnsa– ,:"eseo g.li J!nrla. Sono le uh_ime J>a~ine del I re coinpresso, come mortificato q1:el • je libro. Ogn i masd1era., ogn, atteggiamento . 1 1 è scomparso. Ritorna il mito, occasiono su,s con cn ll. di ri:-.u1,('iHlti riferimenti. E,dipo (e 1>are LEONE PJCCIONI Di.scendendo da Nord :f velioolo era at– terralo, e rolando su una r.uola si era direlto verso i/ no,lro gru::,po. Uno scalelta t:enne portato e /u appog– giata alto ,po, le/lo, i passeggeri sce:•ero do bord<,. Due nur~s, un inviato spccia.lc . qualche ufficiale. Infine André G:de cppDr• ve nell'inquadratura detto sportello. J::ra oe– st"to di rosso gronda, ed un ma;t,./laccio gli scender.>o fino ai p·edi. I suoi occhi sor– rideoano dielro le lenii e la ua bocca .1.ot – lile .. del r.eava in un leggero /remdo fra /e gole smunte. Di11c: e bonjour mes amis •• quindi discesé in lcrra, angelo del •noie e pur del bene, clic ritornava in tcr• ra, ,ebbene D:o e :/ Demonio oo/essero te– ner/o in ciclo. POLEMICASU UNA TRADUZIONE Gide ~ ad Algeri; Gide non ua o ucdc– re i film doue sono narrOl!e le slorie d" amo– re; a G ide piace re.cari·, la sera, da Ve Gaulle e dargli leUura dello traduzione d, A mieto, atlorno a cui ho louoralo durante la 11or:::.ato prigionia in un .,·curo na.:..:::ondi• g/io lunisino .. , Quante voc; co11nno; e fa/. ae, e i>crc. Lo ~riftore non rifiuta mai un appunta– mento; affabile e eomp ·10 accoglie il v ·••· latore. A.teolto tuHi in silen:::.io. Taloolta in– terrompe i/ discorso dell'inlerloc.utore per precisare qu'alcosa, o magari una semplice impurità linguistica. Pare che ad egli fton pos$0 essere r ·ser• vala .sode diversa da quella nota da tem• po: essere i/ cr7rico degli allri non meno che di se stesso. Ma qual le:::.ione, per lut– li, os~roando :/ .suo intere.1$C Ver$0 lo v,to e le cose del mondo, da cui esclude se .stesso. se non quando Ja letteratura P,I cui doo,d dire una oolto: oolcte sapere cJi: .sono} Non dimenticale /'esletico anali:::.:an~ domi». Mi 110 chiamato un giorno; mi ha /alto leggere, aq alto voce, in francese, le pag:– ne del suo Journal. quelle ch1: hanr.o pro– tX>Calo l':nlervenlo dei comuni.sii alla Con– sulta algerina. Ma è sereno. Dice in un ao/fio: sono sem– pre .!lalo sereno, andic se i ca.t1olici mi ~c– cusa.10 di ospitare nell'animo il demon;o. ancha se i comunisli hanno r:d1ie1!0 che io v~nga tradotto d.nnan:::.i al I ribunalc Mili– lare per allo lrad1mento~. Hidc. Po: mi ha chiesa di Leopardi, rii c,ui la mo.scl1cra, cos( rassomigl ante a quel– la di Pascal, si trova ,ulia sna scriuania in Rue Vanneou, I a Parig:; dei g·ouani d'I~ talia e di Croçe. Mi ha dato una le.Itero per /)on BenedetJo: • Vous doni le ,oulJC– nir nous a .soutenu dans ces (.'11nées dc mi– sère .. , •· Sainlcx r:on è rilornolo da un oolo di g.uerra. Il pilota sc:r·tlorc non è più; è un angelo. A me è .sfato dato l'ingrato incarico di recarmi do G ·dc e pregarlo di parlare alla radio. Un morto di p:ù, un d1'scor~ di più. Lo scrittore mi c/,·ede: • è oero_. è cerio}•· Le sue labbro tremano, A nnu·sco colla lesta. Fuori, ohrc la finestra, gf,• al• ben autunnali slillano uno peS(lnle p:oggia algerina. Gide mormora: e la morte ... an– ch'io sono un morto•· Addio Gide. Vomani porlo, ,.torno in Italia dopo otlo ann'.. Pen10 a quanlo ho dello lo scr.ltore sulla morle. Uno domanda urge pressante: morlo Gide) No; All.u_ale _a so-npre quella sua ansia oerso il dcs.'der1d come modo di di~n ·re, ancor più di eue– re, perd1A la o:"la non può e.s.sere altro che deside,:o e jr,as/ormazionc. e il dcsic/erio del des:derr'o, e l'anelito ultimo dçl pcnsia. oerso il sangue. ENKICO 'lì-:HHACINI léi Protesta del traduttore Egregio Direttore, lc~go nell'ultimo numero delJu Fiera unu recensione (che ,·orrebbc et3ere una si roncatura) del mio voi. tt Lirica. e gno– micu delJ'uhimo Goethe», a ftrma di Paolo S:mrnrcangeli. Non so 11nllu tlclla tlCrsona del recensente e perciò non so se valga o non valga 1a pena di rio;pondc– re. So però du.: (se non erro) i~ ,ig. S. non si è mai cimentalo in trach17ioni poe– tiche da Goe1hc. E1)pun.', solo in quci:,t0 caso la discus.sione potrebbe e~~cre tli qunlchc u1ilitù; solo contrapJ)oncndo una mia tr:1duzionc n una sua d'una mcJcsima lirica goethiau:1, si po:rebbe ragionure sul 4...•~mcreto. Io perciò. anche se avce&i voglia di !>Olemizzarc, mi troverei (si ,x,rrn li. cet ... ), nelle condizioni di Goethe quando lcrminava un cpigrammn con <1ue~1in•n,i: Ma i ,fordi miei 1m11ge11li dove lanciar 110,i su. Voi siete i11esi.stc111i! Com(! vi corpirù? li rece.,1.:(•,1te b1a~in111 le mie lr.:idu:ilJ'ni dn un doppio 1>un10di vi.,1a: nel loru prc. ;,,UppoHo h,'Orico e nella loro reulizza,zio. ne. Quando ~I secondo punto, 11011 Hl· gho cerio lodare io s1esso l'opera min. J\l:i non po~o l:lcere che proprio in l\UC· sii giorni, éUI Hi.sorgimenlo di Napoli dèl 28 luglio, quel fine cultore di poc•Ìa 1'11c è Achille Gercmicca ammirav:r. nel nno voi. « la Sl!pientc difficile fctlchi, ron cui flt:'-'VO serb:llo In SJ>onraoeità del 10110 e L'armonica misura della forma gocthiana » e notava nelle mie, traduzioni e, 011ti <!U('i rcquisili di cui pungo criiic:1111cn1c resi– ~cnza nelle p:1gi110 introdu1tive ». Senzn ,•oler offendere neqsuno. ronfc-~o d1e es– sere lodato dal C,crcmicca e l,ia,imato ,bi fii;. S. mi soddi~fa d1 1>iù che se la coo;n fosse all'inverso. Qunnlo alln teoria del trudut1on.·, che cos11 dire? Il S. <.-Ontrap1>011c al miv gusto 110n già il suo. che non può ba,nrsi so• pra un'esperienza arth,tica pcrsonolc mn 1 1._-oso tremendo!) un gusto collettivo il gusto della « nostra » epon1. dc'· 111 « noslra » modernità. della « n061ra » ecni:,ibilitir.. AhimC! <1uc~to ragionare ,·iri bus ,mitis {;;1 conscnla a me. trie•tino cd ex-absbu.rgico, la citnzione di queHo 1 1101- 10 al.IBburgiev !) è proI)rio la pro,•a d,,Jla l>Ull i,u·on!.i::,tcnzu. li S. crede t·:111tlidu111c11- tc che t< ,lltoccntcsco » ~ia di per ~e una q11:1lifica nega1iva (veramente, ottoccnte. "rhc le mie versioni non fOno. nl• nel Un– gua1;gio nè nel 111e1ro gioccbè ~e uso ~ metri 1r:l<lizio11ali <Jutmdo anche Goethe li usa, adopero anche, 111:1 sempre co11 stret• 111 acle1CJ1za al,ln forma dell'origi11alc, il \'CriìO libero e la varietà ritmica del K11il. llvers). e definisce perciò il mio stile, {I. .. cadulo », (( fostid.i'>SO » ed "arcaico»! - lo credo di capire <1uole ~pecie di trndu– zioni egli abbia in mcruc come modelli: e allora dirò che que6te vontote traduzioni in ,, prosa rilmica », n giudicare dai ri~ullati. dn un l.:•tc non 60110 che informi trndu– zionj in pro.:!a, che spC.Sl>O non posso11r. nc1>1)Ure C0lll!>elcre, <1uanto ad C8attezza e prcri~io11e. ton le oneste e modf'•tc tr,,. duz.ioni dei filologi, fattt' con l'unico in- tento di aiu111re n legger.: sii originali: datrahro lato nei rari ca,i in cui raggiun– gono una certa efficacia Ci,J>ressi\a, eOn<> e,1>re:,sioni d'un programma lenerari'o no– \Ccentisln (poesia t< pura» ecc.), e come tali «uanlo 11111inadatte a rendere le voci i,octi~he del passato. In ve:itc di moderHi. 1à, non C che il v«chio modo di tradur• re sellecenlesco (<( parodistico »~ come lo rhiamava Goethe), per cui tradurre non era che un pretes10 per ver:-eggiare, affo. gaodo 1u110 nella monolonia dell'endeca– eillnbo "ciolto, dell"olla,•a etc. La vero 1raduzio11c poetica moderna (quale fu creata in Germania dai grandi traduttori. da llerdcr e Voss a Schlcgel u George) de\· ·e~sere :,loricis'tica cd li.ndividuul izzan– te: il ,u,-» fascino consiste nel continuo nc:NJ l·on la forma individua della poesia tradotta. ne.I modo con cui riproduce (non certo 11111:.-ci·nnicamente!)lo caratteristiche formali che. :-.0110L'individuali1à d'una poe– ~ia. Dire d1e una traduzioni} deve ripro– durre u lu verginil:ì e\'Oca1iv11 ll d 0 una poe– sia è dire una ,•acuitU eenza l-Cll.5-0:chi troppo abbruc1'ia nulln :-.tringc. Qnc ..10 t( tHIO\O » modo di tradurre è (~0111~ ,lic•· bene il S. nell"unira frase sen– sata della Mia recensione} una << moda let. teraria »: i:,u1>erfic.ialeed effimero come tulle le mode e nata per di viù in uuu epoc:1 {lu e< rH)stro .» epocu !J di tcrrifican– lt! tleprebt-ione S(>iritualc cd :irti.stico. Quc• sio di~prczzo per tutto tiò rh'è studio e stile, 1>cr tutto ciè. ch·è rima e ritmo •• forma, ricorda anche troppo l'apologo dcll,3 volpe e dell'u,•a. ln chiusa desidero fare i miei compli– menti nl sig. S. per la profondn com1,c• tenza ch'egli dimostra i11 materia di i,lU· di goethia1:i. La sua 5intesi di !ìloria del– la cri1ica goethiona, all'inizio del :-.uo ar– ticolo, è di un'esattezza .:lorica eia s.bnlor– dire. Originalissime sono le bllt, nozioni eulla cronologia delle O!)Cre di Goethe {le (( Affinilà elettive» e il <( Secondo F:rn~t » allribuili al periodo tlella ma1uri1ì, invcl'e che u <1ucllo llella vec<'hi:1ia di Coc1he!). Scrupolo~nmcntc filologit·o è il suo modo d, cil:ire i lirnli di liriche e prose goethia– ne (« Ddvhi~clie Urworlc 11 invece • di u Orpl,iscl,e :o! « Le Elegie di l\l:arienbud i> al 1>lurnle ! 4<Teoria della luce» in\'et"e d1c « Teoria del colori»!). E che dire dcl– l'originole tentativo di t-111inuire il \'ulore e~letico ed etico dell'eplgrn111mu1ica goe. tliianu? « I~ guslo del noslro tcmJ)() - sen– tenzia il S. per gli e1>igrammi e 1>~r altri con .. imili 1>rodotti poelici "econdnri (? !) è a~sai scnr~o ». Ma <1ui mi pare eh~ t:gli indulga oltre il lecito olle sue dclX>· lezre collcni,•ist.iche e che In :-rnreczz:i di gu::,lo ~i:a in questo caso co ..a 1u110sua l)er– som1le. FERRUCCIO J\MOH0SO Sfida del recensore Caro Vi'reltore, Se si trattasse soltanto d! difendere uno mfo recensione o, peggio, la mia modc,ta persona, non mi a:::.:::.ardcrci certo di rubare alla " Fiera •• qualche rigo di spazio prc– :::.ioso. Ritengo a»olutamentc inuli!e dofo ... mi degli •Irati sarcastici eon i quali m: ber- ,aglio il pro/. A moroso. li auo attacco è is,:,irato i"ndubbiamente da.Ila atusa vena d. buon guslo che ha presieduto alle sue tro- duz.ioni. · Debbo però prender la difesa dei dir.ti.i delta cri:'!ca. Il prof. A moroao, riprendendo uno stanlio argomento, pretende che la cri– tica po,$0 euere sohanto laudalioa e che nessuno abl,.;.a titolo ~ eaiercitarlo ,e non si è cimentato p~.ma nella medesima /ali– ca arlislica. Ra/lacllo può userc gi.udicaJo aolo da chi ho d:-pinto come ;_ •i. A rgomen– to au-·cida. Ciò malgrado, io voglio dargl, aoddi1/o.:.1one; anzi, la e.-go io stesso. Scelga il pro/. Amoto,o tmo quolunqu: poesia tedesca da Walther oon der- V ogel• wct"de in poi; la tradurremo lutti e d11e e la sottoporremo ad .una giuria compos.la ci, un criCico a .,ua x«dta, di un altro crifco richiesto da su.e e di un ter-:::.o, designato da'i prim!Ì, due; deciderò questo tribunale quale delle due oersioni sia lo migliore. Va bene) Quanlo agli altri " argomenbl" del pro/. A mor-o,o, osseroo: I) che non si p.uò negare al critico rj/ diritto di considerare un'opera, e sia pure una tradu:::.ione, .atto il riflesso del tempo Jn cui /u prodol.la e della xns:bi– lilà di quel lempo. Le mode ldterarie - pos:,iamo ~che chiamarle " Zeilgeist " o sii/e - ci sono sempre 1taic ed ogni epoca poa:iede un suo specifico modo di ~nlir~ al quale neuuno può sfuggire (ma ques:o non lo sappiamo lutti}) Vedi le divcr$ 'Ì.ss• me traduzioni - interpretazioni dei cla sffi dal ·500 in poi. Ne,suna d1° qW!lle oer,ion1 è •migliore• del/'altfO; ma n~ (acmpre qucato fastidioso eol/etli~.smo, eh)) reagire– mo meglio ad una tradu:::.1'one del no,lro tempo. lo credo perciò che i fcnlati,ri di r:crcare oggi le caden:.o /inguisliche ed cspres.sive delfSOO siano destinati a Jal,:re; s'intende che .sarebbe egualmente erronea - ç q.ui /' A moroao ha ragione - oole,e usare /orme ed cspre"ioni prettamente mo– derne: b'$0gna :naommo a/fidarsi alla gui– da del gu.slo. Ovviamente non mi è poui– bi/e discutere a fondo, in quesfa sede. il problema de/te lradu:::.ioni poet che; 2) Non mi sono mai .agnato di usare' r aggettivo • otfoeentesco • in .senso ne• gatic>o; altrettanto gratuiti 1K>no gli scher– ni sul mio preteso .entire • collettfoisti co •: 3) Quando ho dello che da 150 ann: in qua ognj genera.:.ione poetica ha po– sto in rilievo un lato ditJ~r-so dc/t'opero goct1i:ar.a, non ooteoo et/latta presentare uno cronologia delle opere di Goethe, nè era po•,il:i,:le evincere dal mio di.scorso .un ta:e proposito. Nan crede il prof. Amoroso d: e.a1,,crare nelle illa.:.ioni e di at!ribai'nni l,'oppo ingenuità} 4) Dò atto, compuntamen– te di e"ere i11corso in qualche sbog,.:o di cifa:::.ione. Ne chic,do ven.·a ai letto,.:. Per concludere, t-; mi domando in linea molto genera!e se que,ti scatti di livore ,io.– no gr'ust:Jic:Jli, occu.alo di tante male/dle non oso rispondere. Nonostante le iJiolcn:::.e oerbali del pro/. A moroso io, giul-:.ono co– me lui ma non ab,burgico. non mi penlo anc.-ora di essere .staio troppo rr.oderafo nella critica delle sue traduzioni. Mi creda, caro d:reltore, Suo dcv.mo 'PAOLO 5ANTARCANCEU

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