Fiera Letteraria - Anno I - n. 21 - 29 agosto 1946

4 FIERA LETTER.\RIA G Fu.a1NrBPR.0PoVNE rIL rCeMAO 1 * ~ Abbiamo _ • I L I B R I I ricevuto : ovvero 6 =-====------=----=--------------=--======--===--------==--=--=-" GIUSEPPE LEGA - Cinquant'ann; J; .,.. de Ilo stile Che Ci:11nba1 1.i11ta V i('o pc.rurn.s~e allamen• te, mn scrivesse ma.le, ru luot:o comune nel– lii' culi un, deU'O 11occn 10 {e perpetualo nel– la scuola fin <1uo~i ai mostri 1tiomi). Una cre11onrn1;'a dci g,iudizi darebbe con insi– etc.n7JI gli aggettivi 01,curo, afTetlato, con– torto. nrduo, • nealigc111e deL be.ilo scrive– re»: 1>ur fra )'ammirazione per In Golcon– tla dei fiUOi pensieri, Il Nov«c:nto, im•ece, 1ulb ~uada nute"tra •1>crta dal Croce, ci fila dando ~n .o.ltro t, dopo le f),'lg·llle del 1 iNlini (' del Saha1orelli, del Bertonj e del Flora, eeN> un volume di ltbrio fubi– ni che, propone il tema dello slile del V:<:o. A tale 1ema è spccifi<'arncnte dedicato il primo O pila am1)io dei cinque studi ,•ichia– ni d1e c:ompon,;ono il volume: « Dalla pri– ma alla seconda Sdcn, .. , 'uo't'a >. Studio inl'ormaio, attento, ~otito e tbc si fonda •1>1lunlu l'OUun rafTronlo &lilùtico fra le due re<bz.ioni dell'opera fo.lll063: fra J,e quali matura il Vito sc:ri1tore e poeta. 1. :a.lu.noa mano - M"r-'Veil fubinj - cbe H Vico a1)pro(ondi~e il 1Jroprio pensiero e 1i travaglia per dare a <1uel pensiero un'e-.pr&sione ade,-uala e didntticamen1e feJ·c.:, vieno per dir t'Ot;Ì, n disvilu1)paro dnl motivo c'oncclluule l'elemento lirico la– teni◄•: nH'ntre cerca umi forn111 più limp:~ dn o 1>iù nctessibile, trova in <1ueato s1e~o ,forzo di approfondimento 1opecul.oLo\·Oed esprein,ho <1m1kosa di più e qualcosa dj mt". no di <1uanto egli ctr<'B, un li.nguaggio lul· to 5U0, C!'pre55ionc di un animo intensa~ rnc.nlc a1>pa.saionato, e 1iunge a dare in non 1l0d1e 1>agilw:più che l'espo.sizione di. un ,h,terna concettualt, 13 cdebrnzione li– rica di <1uel sistema ... •· F. poco prima ave– ..,. detto C'he, ap1>un10 petthè !f)e6SO « schie1- t.111nentc1)0C1ica•· l'opera non riesce a su– bordinarf.i a quello rhe doHf'hbe C5SCre il 1100 fine e c'<)è l'cr,1,oi;;,izione di un iiii;tema di J)Cal&icro. ]I C'he è io terto llf'OSO UJI rO\(~SCiamen– '° del ~iucliz.io otloc"'nlcsco (e del Monti in i,.puie ): pcc :cato che @triva male. Per– rhè l,e d'~armoatie espo~th•e, le mancbe,♦o­ lex.z.e tecniche del lìl080fo, hanno ben al– tra ori~ine e pro,C'ngono da una diiiposi– z.ione d'animo ,.ir1ual11u:nle poelica e da una rur:i csprer,i;;irn d1e nd ee.6a 5j adegua. Vi('o iniòìomma è mediorrc t'< oratore•• ap- 1mnlo pe.rchè originale scritlore e fone poe– ta. E la Scic,1:a N1101i" ,,cco,ufo e lu :.uu OJ>Crtl pii'1 « mnturn » appunto « per quel BuO steseo squilibrio », « per In coesistenza. d'un profondo t>en.sicro o d'un:. schietta, auteni' ca 1)0esfa•· Che al tempo del Meto..•ta~io la grande p,oe..ia ,i esprimC:Nìe in halia, fuori <lelle da.,,ifiuzioni K olastirhe , in un fiWsofo, nel V;co, ò noto ~iudiz.io del Croce, che an– rhe in quct1l0 apre un n 6trad3 (prima ap· peni tentata, J>er atcenni, dal Michelet e dnl Tomm:tSeo). Mario Fubini la bane in <1ut@IO libro o.ino in fondo, per riconosce– re t-ome la p<>eg\n 5i.u 1,or1e l!"oScnzialeddl:i personali1ù \ichia.na . Con omorO!la allenzio– ne er;li ite ,ien nl(Hllrando i 8eg.ni , C'.hinato tul 1c•to della Sci.nt.:t1 ''uova: qui è una parcnt("',i a r'go~ inutile al di,;t-orso mo. non alfa rompiutuu dell::a r:ip1>rtsentaz.10- nc 1>oe1it3, là un"immagine nuo,,a di cO• ni 0 e inattr--a rhc (a <1Uo'-iviolenw nha 1·'l· 5lra menlf"; wme l!oi 111031ri lo diffidenza pt1 una lcnninologia te('nica che, menlro Reinbrn dare maggior prcd3ione alla paro– fo, li llrivn tli vigor{' ,ilale e come l'iu1ui- 1jone dirclln dcU...1rosa 11i110SLituiscaalfa fredda ar,ome.ntazione: e In prediletta for– ma lap'dnr1a, il tono di rievocazione appas– liionata, il tnrattere &tnlimen1ale-fanta:.tico di molte pag.ine, l'unità non 1in1auica m::.. 11rofica di molti oeriodi. Refòla un problema: come il ViC'o po:.S& rar-i poeta e grande l)O('la italiaoo. Perchè, fe mai vi (u t.erittore d1e p3rtis&e nello 11egg·ori. c:ondi:cioni pu- 3,-cre un pro1>rio stile, <1ucsti fo il Vico. Quand·o si nùSe al– la Scie11:a /\'uova da molti anni neppur M."rivO\a più in italiano, mentre era w, \'C· ro e< \inuoso • del latino: in q:u0tota li,,– &ua tenc,·a abito3lmente le 5ue lezioni uni– venitar.c, c:ompone\o I.e 5Uc « orazioni• o aven seri1to tulle le iUC opere 6no a quel « Diritto Univen:1le • che contiene il pri– mo abbozz.o della HC.lia Scien::a Yuova. Forbito dall'uso proprio e dalL:a frequen• i.azione dei leéli, aaWo e duttile ed ele– gunle egli po&SOOeva il latino, mentre l'i– taliwnoo g.li em de&uelo, arruagini10: ili era lonrnno e dovevn andarlo a cercare (og.li , un uomo più che maturo} non J'bero e sciol– to, rna in~bbiato nel latinismo. Eppure In Sd<'ll.Zll /\'uova è lii, la,orala con ~plendor di (a\ella lper usare un'e&1>reuione vichia– na} e 80pratutto viva dtuna [nlUD origina– le e fre&c:a, potentemenle csprc.Miva e poe– tiu. Ma qui il problem3 non ouò più restare nei limiti deUa lingua e neppure dello sti– le, ma acende al fondo della personal:tà, nel procC!ISOdella creazione. Il fono è che Ja « Scienza Nuova» ini/H!ltl<I tutto Vico: egli non solo crede, ra,ionalmente, a quel– lo che scrh•e, ma lo Kntc nell'animo, no ha tco5&8 la coscienza e acee&a b fantasia. 0 3 un tale impegno nasce il Vico acrillorc e poeta. E questo non è ceno l'ultimo de– gli in11egnamenti rhe egli ci hs lasciato. ALOO BIZZARIU (l) M,uuo Fuo1N1: S,;le e u,,11uii1à cli Ciambauis.to Vico, Bur?. Laterr.a, 1916, PI>. 280, L. 350. e no Ri1omo Tozzi) viene da chiederli dopo la riatampa. che pr0&•gue tuttora, fino a que. sta primA pubbhcazione poa1uma e ined1t.1; chè inediti, e fra quel!'!. sapor081, da legger– si di un halo ,ono otto racconti usciti nel nume ro del èiraaole valLccchinno. Si deve fo.rc eccezione J>t"r 'il primo <lhe, uscì anni fn su I Cnmpo di Morte 1. insieme a qunlchc lettera, belli111inlll, e con interea&nnti note cr'1richc. Altri po,tumi: l'ep'1s1olario aenUmcnta.le, pubbliC"lto nel '25, cinque anni dopo la mor– òe eoU'o il titolo di Nooa!o e una le!'Ìe d;. lcÌterc che u1e.uono in • Solaria I per un numeso. anch'esso, d-i orna.agio. Mo queste L'Immagine e altri ,acconti, .ano le prime pubblkaz.1on; narrative dalla morte di uno &erittore; il cli\ ~l'ino ru aopraitulto d, nar. rare, c0n un abbandono e una corporeitt, che nulla dimjnuiscono alJa proaastic1tft de.J. la sua vagina, m!\ eh<; ci kOprono l gang:ia ecgreti d, quel lavoro. Alle cui fondamenta dobbinmo pone (e in ciò non ci si smuo\C dagli accertamenti, orma.\ qua.i dchniti,..1. della mtiu tozziana) il suo imprcuion1amo ac.nsui.k, '11 rancore acntimcntale, la al'upe– (azione mng-,ca che ,A risolvono m una scrittura fitto e cadenzata, Tutti questi clementi, eh.e og1i non ci me– rav'lglier•bbe"ro, giocano alla perfezione nel primo racconlo, che narrn d'1 una , alluci, nazione ~nlc.riore I deca.mpato in un cortile triste e ruinor0&0, Si ascolti, fin dall'inizio (.: Tutta la nollc la fontnnn del cortile: co– me. Jo .colp1cc10 d, uno che è sempre per venire; e non s1 vede mai, E. b mnthna lo destava la alessa serva che chmmava il por. tiere. Poi ecntiva una do nna c antare: e poi k: fine:51:reaperle , ). dopo è.oè un moto rii, mico scn.-.i11voe 9errato. e dentro di eHo il delinearsi e lo •volae151 di un lema che. dopo aver 1uscitnto la pura immagine di • uno g'iovine •. viene a afociare nella atcs. sa, ~n90pprimibde solitudine: , E la giovi– ne era mortl\ prcprio nell'aria d1 quel cor. ble I L 0 odore del c.,rtile era quello di un .epolcro. Morta, ruorta benchè nelln .u11 memoria SI rinnOVDM- ogni ;t?"!lO' J\lorta come il pulviscolo e l"omb1a del cort'lle: ee.nzn d11e una p.·uo!a, e forse 10Uerrata eotto quei mattoni, con tutta la cnto addo,.. 90 ~cna di a-ente viva. Egh l'Q m111ca pian. gerc; primn non Aveva ~nto ,. Si d1reb. be che qui •in come unn tracc.ia dell "imc.ra nanaliva di Tou1; nel Po dere, mn aoprat– tutto IU1 Tre Croci (a parte Con gli occhi' d1iu1i' che oppnrtienc n una fase ancoro in– decisa tra l'annotazione $C.n1imcn1ale e lu strouaturo nnrrt.11va), il romanto, cioè il ve. ro tempo narro1ivo, comincia Aubito dopo che a: è ch'.iull-0il torbido ciclo e la pesan– te fatica, (atica da Sisifo, dc) pcr110nnr,g'lo e della tramu: e si potrebbe dire che i nostri conacntt0 e •ugJ'ostione di !cuore siano po. .l'i in un ditcono di. qua da venire, appeno chiu10 il )ibro. Allora quel povero tessulo Scritti storici di Lnigi Blanc Questa raccolta di opere. che in parte ve. dono la luce per 1A prima volta, 9C?VOno n dare, agg'tungc.nd011ialla •ua Scienza milita– re già ined11n nella ool!ezione ScrrUori d'Ilo. lia d(;I Laterz.a, In hsionornia compl~ta di Lui~ B !o.ne, Il quale fu uno degli spir.ti più riAe dlvi t-d altenli d.... J Regno nap olct•– no, e cavallo fra il tceolo decim.ouavo e i1 dacimonono, p.'lrtccipe, prima df miluore e poi dn civile, a tutte le vidasi1udini fortuna. se della politicn europea, dal 1799 o.I 1848, che là si ripcrcoescro, pdi tra.ttosi a unn s,o. litudmc un poco sdelnota dove andnva mo– turando •tudi1, che tralto trotto pubbhcava, fino a un'età aua.i tarda; con eapctaenze vi. ve, co n090Cnzr vute, e una prontezza ed one.cà menta.le che gli pcrmellcva di pro– spetta. re giustam ente la vanctà degli cvcn:i e di tra rne aucchi di considerazioni vi1ali. 11 llUOmestiere aveva fatto sì che lo studio del. l'arte militMe foeee la sua p'ù o.ntica d1aci. plina, cui tornava con amore; ma ~mprc allargondolo e inquadrandola (o, com.., egli ama dire, • inte1Jtandola , ), non mai con e•dusivismo lecnico, S"era anche provalo a uno Stor,'a dello legi•lazione condotta dal medioevo all'ottooc.nto; anch ·eMa, come di– ce il wo più luna-o tltolo (• nei suoi rappor. ti con la acicnza e la società , } o come mc. glio spedhca \I Croee (, ...nient'altro, in or,ni auo aspe.no , c:.he storia morale, o sto– ria el'lcc >-p<>lill ca, o stnria della civihà ... lumeggintn. ... più ~n particolare nclraf(>Ctto dello legislazione 1), opera l ontana d a 01J:-ii specializzazione, tracciala a lì.n.ee mnestre senza ,ngombro di particolnrl. Ma quel che piìi può fcrmore l'attenzione di un letto,e sono i auoi acrini ewplicativi (talvolta me– mor'le a lu, c:.onneue o orticoli • d'mtorma– zione ,. •ugli avvenimenti da lui viuut1 : che <'otrono lunr,o le vicende d1 Napoli dalla re– pubblice. part..--nopea alle accu.c e proceslc da Gladstone dopo le repre,sion·1 dei '◄9 e dànno i (atti in uno ac:.oreio e in un rilievo che ne fanno aià 1mmed-iatamentc • storia •. E' una Moria che è molto, for9e doloro– aamcnte, vK:ina alla noetra, poichè è la storia del mezzogiorno in un suo momento di lunga crisi, a. tutt'ogli non n.oho.. l:::.gli vede c:.omo ••fortuna,. speciale del meno– giorno un contratt,empo: una aocietà che, per La debokzz.a del dominio vicercga.le , ~ andò • feudal\uando I fuor d 'ora, quan do altrov,c l'unitario potete reg\o acccnt'rava le forze delJc nazioni con l'auolutiamo; con la c<>nteiJUenz.a delJ'abbandono delle plebi (altrove 11<>1rclte dolla politica dcii re}, de– gli efT~ll capovolgitori ma cucnz'u1lmcn~ poco formativi e fecondi dell"illuminismo lChe auumeva uno spedalc rilievo mora. listico per la qu1stion.e aperta dello. dipen– dcnz.a feudale dello atato verso la chi.caa), anca Racconti di Tozzi della eua fo\'~nz.ione narrativa, partita dalla nema. .\'1ùtno, Ga,t.1ld1, 1946. pp. IOo. rumo.ro.a uie poletroca che circolava in t o. L. 100. Ka.na ne.I primo anteguerra e arrivat,1 oll!c Un tal I I, lo dovrebbe •ignificore propa~zini della narrativa contemporanea, 1t1 •· -10,ia dd cinema •• cd è perciò qucm- d1 .fantasmi e d1 p-rotteac.hi ttacquiMn unn nce,cu;1à prc.<.isn, fun:tionale 11ll'uomo Ioz.. u, con i suoi pe90nlt abb.-mdoni, le assur– de esnltazion\ e la scettica merzin che inh– ne si addossa. l\oi Mp~nmo che la aun vi. cendoi di narratore gj è 11pinlo fin qualli al~ l'invero!imile, fabbricando.i, come 111 Tre Croci e specÌt" nel dr11mnw de L'Incaico, nd– dirltturc,. una teolog'Ìa e coemoaonto inverso. mente ettiva, frullo d1 una paM1one che nulla poteva c,.a,udire e più 6lmilc ad un'o.J. lucinaz:ione che "d un& vera presenza •p.i• 11tu.ale. un a,-ado non meno rapprcscnt.J\tÌ\'O d1 ,,ucl. lo m ,j im~gnct "°· Ma l'impegno pur. lo di Ca,mpana per la lirica. troppo uienc eluso in parlen:::a, e in .una Lo ,viluppo del racconto avv'icne in que- " prcmeua " l'autore lo riduce o quel- sti oscmpi quosi sempre nUo slcl'SO modo. ,o J; dare ., appena un #jn.fclìco pa.no - f,ora,e, •L'Immagine». avrebbe dovuto esacr ran;i.• ·•. Nel fotto il libre.Ho è affreftolo poato per ultimo, per far comprendere r,li da d~~:t;7i:to~r::,,~at(~:;~i •;;;:~;;; 0 :~ie~ sviluppll e la succcssi\.'O chianhcnzione. l menlre raccoglie in un unico capitolet- mcno reunfi (• Una po,lmoriitc •• • La "e- to Gran Hretc~na, Argentina, Spagnn, ra morte,, •Leggenda,), st<lndo anche a.Ile Polonia e Ccco•!oL-«chia, ne dcdrca un :8~~ 0 ;!~ 1 'R:.:Ji PJ? :n r:;c;;~ l:~: altro a porle a.la .ola Ungheric e /a cu01 racconn de L'Amore. Altri l• La •~e- pauarc per ungherese Mochaty. Ce ne ,hicro, • • La vinaia , e in parte • Nina , t dupiac.=. per il Leg~' e perchè non .sa~ Tanto più preiiote ep,paK>no perciò que. &te pngme. dove il procedimento dà Tozzi si mostra allo stato puro e tocca una verità paelica che è tra quelle insigni della nar- appancngono alla fase, diremmo mediana, ::~b;.n:;~ n-:t::o::J~.ità fare il punto delle •lnuoac e dolorose ,oluzioni. Da o,eer. ' -!. / - . vare, ~n • Gli aman6 , un l'itrotto d1 don• na, che ite non fa pensare al divorante pai. cololiemo del vecchio Tomm21aeo, conden. .a un tema swgato, sensuale e papi!larc in pochi lratti. Poche traccr, ,n\"C(':f",altrove, della linear,tà. mus\cale e n11m,11va de • L'lrn.rnflgin.e ,. La pubblicazione \•alcva cctta:nent.c la pc. na: e I lei tori di Tozzi. che non aono poc.h\ neppure oggi, devono alfreltarsi a mtttere al loro p0slo idenlmente qucsl'i r,1econri nel. la p:oduzione che v::i Ira il peno G:iovan1le • Nelle miniere di Boccheggiano , e que- 111 'uhimn • Immagine,. 13 ouidm:> conrcrmnre qunnto •i è detto all'1n!zio pnrlando di un ritorno dc.Ilo ecrittore? ~iamo, per conto no. 111ro,~ell'opinione che Tozzi abb111cltrcpas– •nlo ounai la fase delle p<H:110111 e Oei <.lis 1. a:anni. che nel 0 :!<L'J.I. '!!I tcmpo dd 11um<.• N" di • Solar.a • o nel "38. m qucl~o di • Campo d1 l\lar~ ,. potrva ancora 1ucced,-. re. Abbiamo auisfllo al lento p(l,.,;e,ggio del- I r avvenl.ura non diremmo a ila f.lmia lc1tern. ria (chè per questa nnn h-,s!ano p1opahil– menfe 1 decenni), m... alln cuscien7a d1 una rativa conte.mporanc,a {Nfonzini, A!· mt.l. letteratura in nito, e 'lueì choj plÙ importa Quee:to racconto e. altri ddb Me1Ao valore nlla sua Viva, !... z.ion.:!. All'origine dei nostri (n on molt i: qualcuno d1 Giot>ani) moeim- affetti e ambiz..ioni, eh<! sonc; tempre memo– no altre.si come il lavoro tozz.tniano, pesto rinlmenlc vivi e risentiti, v1 ~ un poi.lo ve. tra l'olbum dei sentimenti (Be•t e) e la lo. t.tmenle per l'inacgnamcnto di T oui; è co– ro oggett'ivazione roman%C$Ca, riuscuse do- me se in esso lo scrittore ci re.nventas.,e ve manteneva una linea vibr11tile alla suo un'Ado!'('.tcenza non improvvida nè fì•ioloai. nnrrallva senza voler raggiungere d•lle ca, ma oatmato e pen,osa. Ccme nd ammet– • certezze , eh~ lo avrebbero (orar sott:,o.Un 1erc. ,nfine, che la sua efficacia al dirama ol. alla sua pena, mn avr('bbero eliminnto, con Ire le r,co.1:anze apparcnbemenie • lecni– ln dolorocità, rnct:rbezza, la viva umoroe1tA che, e locca, con uno. fono obliqua e ra. àello scrivere. Giova ripetere che akun~ di dente, poeticamente, un'emozione sul na– questi ptooedim.enli ci 11ppaiono MJrpaasnti e sccre. ~ngenui) Bisogua pensare che Tozri ulldva Un consent10, 'mfine, alle illustrazioni di con l'impeto di un « founo • (mn il VOCd,.Rosoi, che toccano quasi d1srinto la terre. bolo app."lrtien"! alla letteratura 1u Com.pn. stre cfficncia, lo aensualità deflagrala di na) da una cultura provinCtolc e sofistica Tozz.i. insieme, che SI rifece la liniUa (come seri~ se il Borgescj sui latini e sui primitivi FERRUCCIO ULI\I AcrÌttori senesi. e che infine è il genitore F'. Tou:1: l."immagit1e e (1/t,i rncronH mediato dello sltapacs.i1mo. Detto questo, s1 I illu.:,trati da 011011e Ro~i (• li t;ira~o- epprezzerà meglio l'efficacia e l'importanza. le 't). V 11 1let-d1i, 19161. e delle rapide • virale 1t pr.r cui rii. tra.scor– revo dnl C'òlto c.nlusiMmo repubblicano nlla risco.,sa del sonfed1emo, al legit11m111mo borbonico, aU'accettuion.e delle ordinate r'l– forme di re Gioacdiino (che resta, pu.r vi– sto c:.on senso critico, il rciime cui eKli è pronlo a dar più credito), cJla ribellione • provinciale 1t del 1820: tutti momenti in cui .i manifesta un solubile consen!IO di folle illustri o pkboe (f!> ai aa che i pcrao. naggi illustri poaono incontrare il favore c. il calo, popobre più faci.lmentc a Napoli che altrove) senza c:.he nulla o qua.ti nulln su quello si rie&cu pdt a edific are. Il Blanc penetro in quosti fenomeni e e.e ne dà 111- gione; con conoezion.i aHo.i chiare di quel che apinge nobili, borgheti e popolo a al• lc.r,g'i.amenti in breve tempo contrndd1to111. ma che c:.orrispondono n Ul\4 •storia, inti– mo. dcli.e varie categorie troppo separale e recluse, e percil, aoepelte e incomprensi– bili l'una all"altra; hno ai tra,.Jid: riaver,li dei disastri pr«.ip1to.i e degli accanimenti ferodi. E' naturale ohe. queste COIJnizioni, rore For,,e. al suo tempo e nel auo meu:o perchè maleriate di realtà di contro al!,: lt!ndenze specu!otivc che mai sono state d1- krtate da\ più alti in1Jegni napolc:ani, tl'.1• sformatesi in acula e aolitnrin eoecienza, gli G"Cncrosscro un certo Ketticismo: o p,e.r lo m.cno lo facessero pendere più e più dalla parte •moderata,. talchè nel 1848 fu n"t• tamente un conscrvalore de.Jlo alalo na..pole– tono, avverso alla parlec.ipaz;ionc alln &"lena antiau.slriaca, e di&&e che non vnleva. la pe– na di acquistare la Lombnrd.ia dall'Austna se •1 dove\!a perdere la Sicilin ribelle n Napoli. Ma, oltre la politica. locale e la paura dcgl', scatti rivoluz.ionari che vedeva sempre seguiti da re11Zioni cicche, non ce– dettie rruu una aun visione • integrale 11 del mondo e dell'uomo, che è quelln, si può dire, della civiltà tiberatrice. Da umanista e1Jli sente la dignjtà dell'individuo, la r'lc. chczza della slorin, il valore dcJla cultura, la necessità dcll"ailone: anche niei momenti in cui il consiglio d1 modeTBzione o la eor– dltà ad istanze: che a-li cnmo lontane (come l'uni1à poli6oe. deU'ltalia) può sembrare '1acchezza, non si 800rda per corruccio po– lemico di quei valon a cui s'era educalo e neg~ a.rzomenti che adduce, .empre plau,i. bih e mitigati, te ne riecontm p,er lo meno l'eco. La Na poli che c1 prC9Cnla non è qU1n– di Wl ca.so d'eccezione: è un mondo vivo, che fa parte d1 un più vasto mondo. com,. p,en1ibile a quanti hanno menti \ndogahi– c:i e volontà di studio. Forse la. qualità del auo animo SJ misura ancor mcgilo in certi pcn,i.eri ato.ccat.i che ch1udono qu.e«i ec:ritti dove, pur genera– lizzando, non la&C'lape.Tckre il succo &061an– zioso dcUa sua esperienzft, storica e umano., J\tuEHTO ~lonnA Lu1c1 BLANC: Sc,ilti .111,riri. YolJ. 3, di com1)lcssi,•e J).)gg. 1..1 Il • 12:i0. A ('Ura di B. Croce, lluri, Gin~. Lah.:n:1 e figli. Gavazzeni: la parola e il suono Raccogliendo alcuni M,J'gi mua1cali c:b queeti ultimi dieci anni, che il Cavazzcni aveva pubb!ic.ato in d1vc.rse riviste lettem. rie, bna881me in 1,-etteraiura, egli hn m– ieto di dAre un contributo (non organico e_ si,tema1ico, 'm:i in rog'1on.e di vnrle oeca91o– ni lc-t1er11riee polemiche) ai rapporti tro pa. roln o suono, tra poesia e musica, aecondo un dupl-ico 01tpetto. Nel prllmo, dopo aver configuralo in estreme relaZloni critiche i coratteri coetitutiV1 e differenziali trn il )in. IJuaggio poetico e il linguag.zio muaicoLc, il Cavane~ studia il valore della poel'la nell'opera musicale, e qui egli ha prccii,ato J1on .aoltl\nto i me-z.zi e la qualità dolla. Ira~ apoeizione del la paro la lirico in prodotto <.antato, ma p/lù sottilmente (e taJvo! ta sfio– r(\ndo i limiti concessi dal giudiz.io critico od un PHc.rito formale, tec .nicistko) h a ata. h,lito 11VAiore della ldtCTatura come norma i1pirativa e ootne guida del gusto nella •to– lÌa dello musicn euroixa. Querv, taggio, dal titolo Dell'immagine /eUerona -elfa mu,ico, ,\ tra i p1ì1 pre.:isi e convincenli del Govazzcni, giacchè defi nisce il caratte 1e ciel– la n atur<1 lelterana dcJ romanticia.mo mu"– ca.le non in base ad u na sola c:onsi demz10. ne aulln forma, ma sviluppando la ~n,iM– )ità del compositore ottoccntC9CQ in rappot. lo nl progresso dei movimenti ,pirnuali del secolo. Nel aeoondo napctto chi'! il Gnvazzeni slu– dla. per i rapporti tra lelt.eTalurn e muaica (<-cioè In musica entro lo letteratura, don. de i engg'1 llu Valéry, e la musico, oppure a:u Lo mualca e le • Co,.respondence ,, oppure t.ui rapporti tra poesio. è musica in E.liot), acc ade aovcnte che la valutailone cntica .i.a tnnto rapportola nlla tea'!. suddetta, che Ja natura del pocla. e la sosta..nz.l della sua arte risultino fon:etamentc artefatti e alterati, t:"..r– rme inevitabile in uno studio cosi necean– riamenle p:irz.ialc. Il Cava.zzcnJ, trasportalo a aotOLzzare i wlori musicali d'un poeta. a forza di costruire una lettcralwa musicale così ferocemente formalistica, si dimentica di quanto proprio \l • resto 1 (quello, cd ~ tanto. che nella poeaia non è musica, è il mezzo per arrivare aJla valuiozione 01t1ca delln lt!ttert1tur:1. E, spo&tando i rappo?U, anche dclkl mu.ica. E" evidente quanto la Vlcinanz.a di certi amici milanetlt del Cavaueni, r-pecie r An~ ceschi e il Da.I Fabbro, obbia coniato per la determinazione dd nostro mu•icologo a.I ~u. di:z.10e al gu-5tl0. E stupisce che proprio sul terreno del gusto (sarebbe ing'lusto cd inu– tile rammentarci j! Gavaucn'I. in quanto compositore} ~li sifi ancorn combattuto tra l'intcre,se formolistico che lo porta a.I Dnl. lnpicc:oln, alle esperienze tecniche più a. JE.A,\. JACQUE.S B~OUSSON - / fiorelU di G·o&>anna d'Arco, l\lilano, Anton1oli, 1946. pp. l&l, L. 230. Non è •en;::a Haport" che •:a proprio !'41ntieo .e.grclano di uno degli .crittori p!ù irrioer4!nt1 t>crao la l'ul::.ella, Anafo– le France, a dedicarsi alla pia e non cerlo ,a~ionalistica impre•o di roccoglie... ,e e connettere ,zl; sporsi /rammenti della leggenda di c.;i'ooanna d'Areo per /ornc dei "fioretti " su! genere di quel· li /ra11cC""1ni, /mpres11 non facile e che appor<" tullai>ia riuscita: gra:ie al gusto lctfcrario, olla m ·,uro e alla sinc:erilà dell'impegno cli Jcon Jocqucs BrouUOTI, Co,l che rodc:•Jr' ••fioretti" rcpprcscn– lano uno delicate, pioceoo/e e tafoolta f,octica letlura. Nella prefa;:;'one l' aulo– rt" mette /'c~nto •ui ropporli fra Gio-– tlanna e il /ronceseanc,-·mo. ALEXEJ TO!..STOI - Pidro il Gronde, Milano, Garurnti, 19-46. pp. 738. rilegalo. E' probc.tile che la fama di A !cssio TolstOf (morto !"anno .corso) rc•lcrà le-– gota, più clic aci altre sue opere ~·uolla o narTarc il noslro tempo o a temi doUc l'arbitrio /ankatico si /onde ali'attuali• M, proprio o quc•to grande e libero a/– /rek:Q Etorico. T ole è il uoluminoso ,~ .man:o: e ,e •I nome di Pietro il Gran– de gli dà lito/o e •ugello, t.utta la società ruua tra la /inc del Sci e il p,incip,o del SeHecc.nlo, in e9.50 confluisce: non generico, ma ben indic,;duda. non a mez:o di /olle on on ime e corali, ma di perSone con le loro storie particolari e 1m1•11e. Co•l che la /olla è di IJOltiau• lonomi, nef/nmenle disegnali, e la •to– rio è /atta di co.11 vari e di sentimenti ditJClrsi. Prop,io da questa uari'età oc, quisfo tilici,o la figura di Pietro come quella dcll'Uni/ìcr.tore, di colui che, con spavcnto.l(J i:,iolcnza (in primo luogo a<>– pro ,è ,teuoJ i,uolc incanalare tutte le /or::.e nel •110 hocciato, conr;ergc,e in uno tutte le pa••ioni. Sarebbe .stato im P<J•a.bife per un romanzo di quealo m~ /e non atier •proporzioni e di/etti. Ma non ha r;stagni. E il personaggio di Pietro, che /ru•ta a sangue ,I suo pae-– sc {con un /anati'•mo diverso solo nel~ nd/'og,:eflo do quello che l)Uo[ combal. lere), " ·e.ce crudele e pdéfico a un 1cm. po, e p,on e alla coacicnza inlerroga1iti• la cui eco è •tata tutJ'altro che ~nlo dai due ,eco/i tra,coni. RIU<E - Bambole; BAUDELAIRE - Mo. raie del g,.ocattolo: KLE.1SI - Sul teatro di marionette, Firenze, Fu•, 1946, pp. 9(/, L. 100. Leone Traoc.r110 110 rr'unifo in un vofu. mctlo delta. nota collana "Il Melagra– no '' ft,c a.aggi' dr .scrittori lonlonj nella dimen•ionc del tempc, e in quella dello llpi,.ito, e lc,:nli solo da un'a/{initd d1 tema. E•pcrimento inlere.ssante e riutd~ lo, anche per la singolt.'!'ilà e apparente le1i\tà del tema atcuo. Le ocr.sioni, con testo a /ronte 1 aono accurate. Il volume è arricchito da dicci disegni delle fig.u. re di cera di Lotte Prit.:el. JOHN MILTON - L'allegro, Il pen,.ieroao, Firenze, Fuui, 1946, pp. S6, L. 100. Nella 9'euo collana Lauro Roberti Fletcher (che g;IJ ci ac>eoa dato l'f.Jeg\a del Goy) t;,rcscnta un didattico miltonia, no, cl1e appartiene .,J periodo giovanUe del poeta, Chi oi •i aooosli andando col p.en• iero, e non .enza d·/fidcn::.a, al •• Pa ,adiao Perduto", ovrà la sorprcua di trOQaf'c qui un /irico frcaco, dclic:.alo, lumino.o. Che il traduttore interpreta con rara c/fic:acia e mi•ura. JANE. AUSTEN - Per•uG'<sione, Milano. Denti, 1946, pp. 294. Sc:,.Ulrice del primo Ottoeenlo inglese, Jane A,ua:ten d quasi ignola in Italia: il clic certo non ouol dire clic aa.,oluta~ mente rnerilt di eucre diuulgala. La pri. ma uer•Ìone 11~/iana di questo suo ro– man::.o, u.cito p,otl.umo nel 11:US, non lec,a in propoaito lutti i dubbi, aebbene curala con ogni omore da Mario Casa. Uno, ù. PlCNA ,·anznte. e 1I pcnonnle sentimento dell'og. getto musiooJe, che è invece sotto ij fasci. no del mclodismo di Pizzetti e di una certn compiacenza da • dramma I e di parola can– lftla, mu.i, aa vorrl'!bbe dire, cantabile. Que11to libro del Gavazzenl, che è tutto a,oe,lenulo su di una documentazione intera.. m.ente di prima mano •ulla letleratur-o. t!Qn. temporanea, è inae,,to in una collezione di te.ah critici musicali, ove •i son già veduti i saggi mozaMian~ del Mila e le. divagazioni ~i Malipie_ro, e ove nppa,iranno, Ira breve, an1ereasanll • tea1,mo111nnze• e • confewo– ni I di Casello, e eh PetraHi. e I0llCI0 PETROCCHI CIANNANOII.J.:A CA,A1,Zf.NI: f-',,role e suo11i, Milano, Il Balcone, 1916, pn~H(, 248.

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