Fiera Letteraria - Anno I - n. 12 - 27 giugno 1946

6 I IJ.H \ I J I: I··: 11:1, ~ LE BELLE ARTI) Ricordo del • scialo la loro :iipi11,1,Povcr.l l'arte che: ai esi. P -,ttore I Jia dol vem. f; Il Bisogn,i cnnentarsi col vero - mi d:s'ic un.a volta pcrch,! solo ti vcru rispondr Arturo ai colpi Una 1,ern, a teatro. ascoltandc R • tt • con me un dramma. d'lbsen, che -=-a:linon ie i pote-~a M>ffrirc, m~ disse la rJ.~IOne .de!b sua 1n1olleranza: - La preparaztone d un o- Suppongo che tra il Ira.gore della guerrd, nel 1944, pochi t1i siano accorti della scom• parsa di Arturo Rietti, pittore triestino, <,l. tUUfl'enario 1 morto in una clinica di Padova, E debbo spiegare quel • suppongo ". rifo. rc11dom1 non soltanto al tempo burrascoso, mu all'isolamento m cui viveva Trieste sot– to :I Gaulciter tedesco, e all'onche maggio• re i,olamenlo d, uno che come me viveva in campagna. Se quasi nulla f(1ungcva a Trieste di quanto si stamp..wa nel resto d'I. tolia, a me nulla affatto. Per vero a Trieste lllcssA la notizia della morte di questo pit– tore era stata sbrigata in una noticina di quattro righe. E. pure non vi fu fors1:: artist,1 di cui la città si sio tanto appassionata or .:ano trent'anni, e di cu1 s'inorgoglirà tanto ha dieci, fra venti. se non l'anno venturo_ Non già pcrchè egli fosse un precursore d1 chi sa quali corre.iti, ma perchè egli (u uno dei maggiori maestri del ritratto. e pe1 cccellenw d~I ritrntto femminile, che m auel tempo vivessero, Rietti fu una delle prime persone che io conobbi negli (Inni dell'adolescen.z.a_ cd eb– bi anche da quest'uomo dolce e terribile il pericoloso incarjco dt acquistargli dei pa– atelli a Venezia. A diciott'ann, non m'in. tendevo di pastelli, nè mi aveva detto egli a t:hi indinzzarmi. Me la o,wai alla moalio con l'etuto di un vcc.chlO banchiere gorì– :r:iano che s'era rit1tate, colà, e aveva le sue conoscen:r:e, e souo ancora oggi persuaso di averlo servito bene: ma il premio fu uno 11tn01 fia di Rietti il quale tToVÒ da ridire perhno sul preu.o, bcnchè fo9Se un 'inezia 21nche per quei tempi modesti e per me poveriesimo_ Nessuno sapeva l'arte di umi– liare al par di lui: e questo accrebbe il mio giovnnile rispetto per un o.rtista del quale mai avevo vcdut.o nulla, ma che tutli mi as– aicuravano es.sere un grande pittore. ben– chè non ci fosse t1ic1,lino che potesse dite d1 conoscere di lui un decimetro di tela di– pinta, E, in verità, ritornato da poco a Trie– ste ci viveva senz,a me~olars.i. agli artisti. av~va un se,1reti8Simo studio di cui non il· pnvn la porta a nci.suno. e si compiaceva a pensare che lo tenessero per uno dei 1an1i commercianti di droghe o di frutta secche che passcggiav,mo 1Jul Corso sbirciando le donn" e sedevano nei posti distmli a teatro Poderoso, quedrato di spalle, m:l.Ssiccio, nerissimo di barba e di capelli, fosco e so. •pcttoso di sguardo. Slgnorc alle abitudini e alle \est.i (veniva da una famiglia di fman– Eieri e nui.nleneva i.I tono anche nei quarti d'ora, assai fr"qucnti, della bolletta), m ·ero immaii.nato che. come pittore, egli dovcss,– csscre uno d1 quei geni aggressivi che l'imw pr~ssion.!smo aveva introdotto nclln civiht, a~tistica. Grande fu però la mia sorpresa il kiorno che, passegg'1ando col futuro Italo Svevo. sostammo dinanzi alla vetrina d'un ne,1oz:io di mus-ica, dov'era esposto un ri– tratto a pastello dcll,1 cantante americana Sibyl Sandcrson, e Svevo m1 disse: - Quc-fllo è di Rietti. Era un amor030 ,i. tratto di bella donna, veduta in un'anno– nia di toni fusi e sfumati in lcggerez.z.e irn,. palpabili. sui quali levava il suo grido una 3cuta nota verde in vedetta sul cappclhno: e Svevo mi spiegava come quell'arte fo:1• ac squisita, e quel grido Tcrde lo innamo– rasse da non potersi muovere di li. Quel giorno la m·,a giovinezza acerba conobbe Rictti, e anche quelb che fosse l'impres– s.10111smo. al di là del concetto che ne ave• vamo noi in provmc'la. E fu quella anche la prest:nt,.izione di Rietti nella suo cittÌ\ natale. E.gli aveva tra– scorso tutto. la giovinezza a M·,lano, negli anni impregnati del pcrsislenc fascino di Tranquillo Cremona e di quello più profon. do ma discreto e lontano, di Daniele Ran · 7.0~i: ancora ignoto, s'era conquistalo una meda-glia d'argento ;_,!l'Esposizione Univer– sale di Pa.rìg:: nel 1889. appunto con un ri• tratto di vecchia sigr~ora. dal quale non n• veva voluto separarsi mai pili, e il piltore Roll s'era precipit...to ud acquistare un suo pastello, per scoprirne, dicevo. il segreto: glt erano cari a Milano tra tutti gli artisti dd tempo. Mosè Bianchi, Paolo Trubctn– koi ed Emilio Gola, che non cessò mai di ammirare: Aveva familiare In casa dei Tru. bctzskoi, dove s'iniziò al culto d1 Tolstoi e al regim~ vegetariano; sentive illimitata am– mirazione per la hgura d'1 Boito e per il mi– i&:terodi cui circondava la sua intcm'Unabilc incubazione musicale: soprattutto pose Leo. nardo 'in quell'alti~imo mi1,tico cielo, che lo obbligava. lui credente. a impugnare il coltello se da qualche zotico uscisse parola che puzzasse d'ercsi1'. La sua formazione, insomma era stata milanese. e la sua pit– tura, se ~i dovesse o.sscgnarla a una ecuola. dovrebbe dirsi lomb.-rda A Milano ebbe anche l'unico momento davvero clamoroso della sua vita d'artista in Italia: e fu nellfl grande etJPOSizionc del 1906. dove collocò tutta una ,gallf'ria di ritratti cd ebbe poco meno che un trionfo Ma non ere. l'artista da grandi espos1zio• ni: non sapeva l'arte di esporre: troppo compreso dei valori intrinseci. ignorava ~I cal<"olo astuto dcllt> npparisccn2.e A Vene– zia non lo vidi esposto bene se non nella Biennale del 1897 , quando gli ossrgnarono una piccola parete. e le sue opere, tutte dew gli anni stessi. tulle in adorazione della s1essa giovane donnn bellissima che era di– venuta suo lnoil1c, intonavano lo stesso canto. Pili tardi, come seccato delle richie– ste. mandava quanto gli capitava ti mano· cose di vari periodi. d1 forrnoti diversi, di pe1.1 può c.--sscre l'esecuzione. Qui tuuo è i:-.pnazione diversa. mcornic:iate con quattro rimasticato, tutto condotto a stento - C'e. stecchi, tutto quello che ci voleva per non ra lui in quelle p.irolc. Pieno di ixrplessità fermare !';\ttcnzione e per farsi fraintender-:. e di tormenti pmnn d1 r;solvers1. Ma poi Ma anche questo di rado. Non godeva il I la risolutt:z.z.a, la maturn decisione dell'es.:• favcr" dei critici. La sua li'.1,gua lung.a !>Ul) l·ulorc, era qudla <.Ìlc.: d.1va una CQ:SÌ agite conto loro, fossero pure ) pm reputati, era precisione al tocco della sua mano. • So• ripagata con ri~pettosa freddezza, ostili silcn- spirova. mugghla·,a. mvestiva la teln co:ne zi, lalvoha con qualcì,<' stoccata. Antipatia il:C sudruJsc in una lotta mi dicevano pc1 per a_ntipal~-3._ I_I primo impulso_& Rietti_ vcr- sone che avevano posato per lui - ma e.a so gb uomm1 1r, generale era il trovarli ar~. sicuro di quello che aveva in mente•· li tip<ttici. Ora prevaleva. in lui il cristiano se• disegno gli era connaturato: forte disegn,1• cond.o Tolstoi, ora e l_'arte e:cn.tilc. di far'ii tote cm stato prima d 1 sagiinr la pittura, e nem1c1 11. secondo Wh1stlcr_ Irritabile, rom- , 1 ucllo ste:830 studi.o di vecchia a cui dove• pev:1 con facilità le <,mi~izie, Per restare \'C- v<1 la medaglia di Parigi C'ra analihcamente ramente nel sur; buon libro e, volevano pa- dith:gnato benchè affidato al colore. con u– zienza, costanza e anche un pò di soppor• no minuzia dcll'osservnzione anatomica dav– tazione. D'alt:.> cnnto. se c'erano persone vero leonardesc.a. Non mi consta che es•– che al suo t_rlncerat_o riserbo oppo1~e\l'\.1no. u. stano disegni degl 1 anni suoi pi\ 1 maturi. na egual m1~ura _di duro gelo_. s~ :JCnhva. _ Si può anche nor. diseznare, dicev.i, :in oscuramente 1nfenore se non nusc1s.se a ca- zi è bello - ma indispensabile è posscde1e vare di loro una parol11 più alfnbile: e quan- il àiscgno. Ssso è l'arte di metlc:-re le cose do r'tbuttato da quei musoni più forti di lui al giusto posto. ne aveva un profondo 9C<:mforto.. Se ne an- Esistono bei ritratti virili di lui. e per il dava riccasc1<1to, con un VJ80 tragico, t- tutta gusto mio spedolmentc quelli in. cui non la sua e_rculea !'t:rso~a pareva ~al _contenere lo metteva 1 111 8 usdego l'autorità del !K)g. un sos~ITO. Gli. av\·:ce1_1damenll d1 sprt:zza. Q:Clto. Tosci:mini, D'Annunzio. finissimi, tum_- di ombrosità e d1 dolçr-~ nello atra- ma meno comunicativi: pi\1 calor di vita i~ no impasto del suo carattere Jit avevano ~n quelli nati da una suggestione pittorica, li– ~iovcnlÙ procacciato la fama del • più paz. bcram.cnte. zo pittore ci'IMlia •· Ma sono 1itratti di donne, i pochi di fa~- Nessunv, in veritii.. CC'm.c pitfO:"C, era più ciulli, i rori e rapidi 11tudi di hori, le opere 11cno di lui. No11 dlpmgevo vol,.•nlieri se ndle quali si riflette l'incantevole musica, non quello che amasse, e ci metteva tutta cnl colore che è proprio di Rieui, quasi u l'anima: non faceva 1itratti di persone che cv0<.are in un.:i sottile atmosfera annomc..1 non avesse c-ono:1ciute tanto da sentirsi si- ce1 te crcatur..- in cui egli avesse saouto so~– curn dei valori lirici che le armonie del r.o- prendere un'intin4'l individunlc bellezza che lore potevano diffondere intorno a un mo- .non fosse semplice registro dei sensi_ E, for. mento espressivo del loro volto. Accaddi" se i ntrntti pili nohili, per un certo pacato che una signora, desiderando ovcrne un ri. govctno dello spirito, son quelli di donne tratto, e 1endendosi conto di questo suo bi- non pili giovani, non sfolgoranti e acmmatc, .!I09'no d'osservazione e d'illummazione, lo cht non impongono all'nrle un·~vocazione invitasse trt: o quattro \'Ohe a prendere il lirica della loro bellezza ma un 'attenzione tè da lei, e finitlmcnte, pMendole che egli riposota e affettuosa su 'la loro calma ma• l'a,·cssc osservata abbastanu1, ~li dicesse un turità, una 11otazione preziosa di quanto è giorno con gentilezza clic forse ormai avreb- più hnc nei toni del vero, un 'int!!rprcta:rio. bcro potuto passare: alla prima seduta. Riel- ne di quanto s'è nc-cu111ul:,to d'acct:llazion.– lÌ si Jcvò, poT&c la mano e non lornò più. benevola dello vita, i11 quel rnccog\1mcnlo Un amico suo, ommiratorc devoto di Gcm. M·leno. I ritratti di Rietti nou i.ono mai ma Bcllinc1oni, voleva un ritratto di lei di. aridi. mai si esauri§COno nell.1 tecnica di r,,. pmto da Rietti: ma la diva, pr0$Sim.a 31~3 do in una sensualità del cole re che non sia parlcnza. aveva poco tempo de conceder- >'piritualizzat:1: e <.'~ sempre una disces.1 gli, e il ritratto dovette essere finito a mr.· nell'ombre dell'ind1vid11alità umana. Solo i moria. Passò qualche anno, e \I pittore, vi. fiori sono risolti in macchie di colo,,, nelJ 6 sitando l'amico sbirciò il ritratto appeso al. atmosfer3 eh~ abbuia: ma c1uanlo espressi., k1 parete e d~vettc rincrescergli: s'allonta- ne di u quel fiore» 1.- ,m,cchic ,come se l'a n<l un istante \'amico per prendere alcunch;· \'('P.Sc diSt:gn11to il pensiero. Frn i t;)1,ti i)it. nell'altra stanza e R1ct1i approfittò di quel- 101 i che odiava. del suo 1en,po e dc.ll 'a1tu,1!e, \'auimo per lanciarsi sul ritratto, ritagliarlo uno Rictti ne amava: Carriere. col temperino e lasciru-c la cori\ice vuota, Fino ai più m'lturi -.1nm. il pai.s,,ggio j 111• I\ proprietario se ne accc.rsc solo p'1ì1"tardi. provviso d'un;,i donnu bella lo metteva :al– - Che cos,'l. dovevo fargli? mi diceva voh:.a in tumulto. Vedutane una in una molti anni dopo. :ndulaente. Era uno dei vettura del tranvai. ,-.,ltava. con quel pe• m..ig\ior1 schermitori d'Europn, ma avcv,1 sante $UO corpo, rnl predellino della vcttu– anchl" la cevalleresca bontà. ra in corsa per c r a I I ' Giù il fatto di aver dipinto a mcnwria occhi: e r:cconta:1.:: p~ir, c:nc:v:rs:rri::n u~;: doveva aver indisposto Rìett1. Era soli10 ,i,. I lialo quel suo iM.intnneo cadere in amore. re Tranquil!o Crcmom, di non p<.1ter dipinw Hicordnrlo mi diede 111 lristezza dei giorni gerc nemmeno il 11<1strod'un cappello senz,1 lc.-ntani. incontrando il pittore, ne1li ultimi averlo dinanzi, e quelle parole del rnaes110 tempi. quando lo a1t11ava .i Trieste la no– dei suoi primi anni, parevano avergli In• stalgia. per qunlche settimana, tutt'al pili AUTOHITIUTTO DI INGIWS * Tra i qt,<1dri più a1,1mira– ti allo recente mosti,, di Pa\,,zzo Venezia è l'Auto ritr.illo di lngres. In.regno av,uo. le, iracondo e suflcrent··. miscuglio di qualità onti– tetiche. tulle messe al se•. vizio della natuu1 e ia eu1 stranezza non è il loro m1- n.:lla foscino, fiammingo esecuzione. indi vi- dualista e vcristf' nel dise– gno antico per inclina– zione e idealista per gionamento. lngrr:s. le cui opere nascono dei una co· iJÌ acuta attenzione rich1e de un·ugualc ctttenzione per esere compreso. E que:Jta la ragione per cui le sue opere dal risul– tftto non &eTT1pre concluso. •hanno in questa loro violen7e e amarezza goduto in ogni tempo d .... !. la 11olidale s1mp.itia dei poeti. B1blloteca Gino Bianco due o tr,· mesi. or , venendo da Milano. or,1 da Parigi, oro da Firenze o da Strasburgo, non mai tranquillo, non mai in pace con :,e ste!ISO e con gli altri. sempre disturbato dai rumori che gli facevano cambiare alloggio oin; quindici giomi, sempre ossesso dalle sue antipal:.! non pili lim:tatc agli indiv1- du,. ma ad intere e.lassi d'uomini e senz,1 distinzione d'età. \Ili avevano raccontato eh,· r-g:1 percole~se alle gambe, con un baston– cello, tutti quelli che per via gli scmbras..it-. r,,. a un modo d1 camminare, a un modo di vestire. a un allo della testa o del bro..,;– eio. antipatici. Egìi mc lo confermò, ma per meglio accertarlo m'accompajnai un pc,c<. con lui sul Corso. e mi dolsi in cuor.-: dt>i suo pauo di veJliardo. malfermo, oscil– lante tra riprese d't.ncrgia e mancclmenti: in verità un paio d1 volte lo vidi menare il bat1tonccllo su le i"'-mbc di certi insignifi– u,nti sconosciuti, r:1.11 in modo così caulo. crn.ì sfiorente, eh~ n~ssuno se ne potev..1 l't:co1gcre. L'.-rt:sta però non era finito, Lo vii<ilai J'uhima volta a Milano, in un albcr. go d1 Pi<1zza della Scela dove occupava due st,rnze: una diccv<1, per lavorare; l'altr..i, lonwna dal 'corridoio, per scambiare quat– tro parole senza pericolo che si origliasse alla loppa: giacchè si credevti spiato dai f11i:K:isti,da lui aborriti. Mi mOitrò i suoi lavori recenti (quanto diverso dai tempi in cui nulla mostrava ad alcuno}: non c'era !a potenza d'una vohn. mo sì la nobiltà an– corn. Tornò a ripc!erc la sua fede: non er., di quelli che cambiano stile per mutar di vento: al suo concetto dell'arte ero rimasto fedele per tutta la vitn; aveva cercato rag• giungere su quella via sempre maggior per. fezionc: la vcchiezza non lo spavent,w..i. era l'età della più i!luminata sapienza: e ciw tava il vecchio Tizmno_ SfLVIO BENCO LA NOSTRA INCHIESTA L'_4RTE e il PUBBLICO MATIEO MARANGONI S, può proprio parlare d; influenzo della cucrro su gli orli:Jti) Ad ogni modo mi po• re p,cmotu,o oolerne già vedere gli effeUi. e, per ora Qlmeno. neuuno degli arl;sti mo. stra di aocrne risentilo. I più continuano nelle più disparate tendenze d'aiKJng.uardio il •' picauo •· p:ù c.,fr<>mista è però ,I oero dittolore d'oggi. Ora mi pare che mentre i popoli ccrcono (almeno o parole) di voler profittare della dura tro.s-corSQ lezione e n'conoscono la ne. c:esà.-lÒ di concepire la vita più democratica– mcnlc, gli adisti doa>rebbero onch 'cui /aria finitn con certe tendenze più o meno mobi– stid1e come l'ermet1smo. Democrazia signi. /ica chiorez:.c., ·semplicità, comunione con gli ahri uomin;; e l'ermeli:,mo è int.:ece tu/ to il contrario. Ogg, molta dell'arte è erme– tica o.uia antidemocratica col suo esagcralu '· espre&Slon/smo '' e con la sua lendenzo esolerica. L'espressionismo che impera nel. l'arte attuale - conlraria·mcnte a quel che porrebbe e a quello che si dice - non è di lcndenze formali, $ibbcne contenuU:,tid1e poichè la /orma, così esa.gercrlamenle " de– /orma1a ", perde il suo più ,ntimo valore di 1 ' e.•pressionc '• per tornare ad e.ssere " mo/eria ". o.9S'a ,:rezzo conte·nulo, 1 Quanto poi olla scissura tra arie e pub blico, esUJ c'è sempre stola e sempre c1 .9llrli, c-uendo /' orte cosa da iniricrli; mo come ienloi di d:mo~irme altrove oggi. con la cultura tanto più divulRota di una volto, que:sfo sciiuura va, apparentemente, scm,:,re– climinuendo, ~r il /alto appunto che lo prcpondcronlc tendenza espressionista lrn I p·ù aU;nllà col contenuto d1e con lo formo. I Mn apprcz:.orc l'ode contcnulishcamcnlc 1 come /o io grande mag,qioran.-:a del pub. 0/ico è /'equ:voco più grcsso e, disgra-1 :ia'amenle pi~-,. diffuso. stralla, l'arte italiana, mo ad un oomp/c,1:,0 di l>ilua::ioni /)-Orfico/ari. Ciò detto, ci 8em– b1 o clic non :,i pona affermare che qu·csi 1 ,n:c o quesl.:, complcs.to di situa:ion1 parli. rolari, si volga oggi in 11en!IO diverso dal– /·anteg,uerro. Ed ecco. secondo noi. i motilJi di tale !>i• fua::ione: I; Lo 1adice intc/lettuGfe, di natura po,ae. stelica. persistente da secoli ne/i.o nostre, ; MOSTRA DEI CAPOLA VORJ DEI MUSEI VENETI SCEl,TI t:D OHDlNATl NEI.I.~ •• SAl,lr.: DELU; l'ROCUKA1'1E NUOVE VENEZIA I GIUGNO • Jl OTTOHRE C•1•lt11• çrilieo l'reHo 11.111• le librerie • I• Hlr•IHi• ,teli• Mo.Ire. RICCARDO MUSATTJ cultura figuro1i~, e che costituisce 1uttma Pc, introdurci <'• considerare se farle ita• un eiemer1lo di con1iriu1tà che nè fascismo, :wnc. abbia imbeccalo, in questi ultimi anni, nè guerro, nè dii1a1Stro F1a:.ionolc hanno po i,ic diverite e abbia ~cgna/(., sos/anziali spo- luro in/ronsere. ,10111enli di gu1$lO, occorre osserv,•e prcli'mi. 2, Il formalismo, non stadicato dallo /ilo– na,mcnlc d1c non si potrebbe parlare di so/io ideolislica mo anzi do essa indiretto• -nmmin_., dell'arte, giobaimentc considera/a. mente favorito. d1e ha car01lerizzalo e co– \ensì di tingo/i. artisti: poid1è lanli sorw rolferiz:a lo critico' del Novecenlo e che o– "li rtlcg•iiomen!i espressivi quanti gli spiriti pera di/J,usamcnle sugli ori'cnlamenti del gu. -,·Nifcri. Pertcnlo le c-sscrvozioni clic seguo, l'Io degli artisti ila/ioni. wlleciti, più di "O ondrcbbero riferite non od un'enti1à a- cruel/1 di ogni 01/ro forte del mondo. al giu. i di:w altrui e financo troppo ricchi in pro- Pfl<' di ispiri/o oulccrifico. (A ncl1e d1 que– sto fallo, d'a/lrondc, si potrebbero ricercate i motivi del.t, tradizione cullurolc. dal Gl,i. berli in poi1. ,t: 1/o s!es:n formalismo è pouibile ollri– buirc ,anche ~ron oarle delle rcsponM1bi/i1(i delle ~cissura c:sislente fra arie e pubblic~ · .;,cis.suro, aggr<.votasi non proprio ne//',ultimo lrenlcnnio. Le guerr<! e le convul1Jioni poli. tìche in/alti hanno .sprofondato lo società in preoccupc~io:1i sempre più urgenti. distac– candola sempre più dall'immutabile cosm(l morale dell'artista. Le: iniziat,ue pre3c, prima duronle e dopo il /a~ismo. lrnnno finora JaUito r.cl/' inten/u di giungere c.,d un roccoslamen/o fra arte • pubblico ap;:,unlo pc,c'1è non har.no cercale di omogenei:::u,rc la situai.ione spirituale dell'una e dcll'a/lro, mar soltanto di stabilire fra es.si legami di caroderc pralico (moslre, consorzi, pubblicaz.ion,. dibat.tili. ccc.) i quali di conseguenza lwnno potuto solo de– tmminU..-e. Ji voha in voifa, eUctti di cara,. lcr<' pratico. Le. scissura _f,a arie e pubblico può e!>ser« peri interprel<.la come :1c11Ssuro /ra llrtc • rea/tti ,/ significct.:, più materiale e /1-,,,ilolo di stato oggcttia><,,-dc/ mondo circo:,!onle (.sfa lo :iubordinalo all'a1teggian1ento p,cvafcnte dello società). In lai caso la sciuuro deve ri. tenersi scn::'altro corne esistente, Ma. dove si inle•p1cl1 ,I lcrmine reahi!o corne vert'U, eterno del mondo, cOme esprcs– !JiOnc della crentii;ità clcrnd dell'uomo, di :,ci:,sura, non ci .ternbra intlcce /ccilo parlare, I In o.ucsl'> !JCn.)o ìn/ol1i ogni opero d'arte è essa stessa 1cc.ftà. P.S. Alle cttuali cc•ndizioni di stasi. caral– lc,islichc deJla pitlura e dello :reuhu,o.. si « znt'ece sollralla, almeno parzialmente, /'nr– c/1iteltura. la quale 11el suo ,ecenlc orienta. mento • or~i'co :i. si è inipegnato a fondo proprio contro ogni intelletlualismo, psico/o. ,f.!i:,mo e _formalismo. ritiendicando e.I sè slcs– sa uno natura particolare, che s'invera no11 :io/o nella Bellezza. ma nell'idenlilà di t.ullr 1 massinu valori umar.i (• Quanto noi chitJ m1omo arcl1!/el/ura (,igonica non è uno mo– da o un cullo cslcfico: è .un mOoimenlo reale basolo sulla profonda idea di una nuo. 1•0 integritù della vita umana, in cui o·rtc. rcliR1one e scienza siano la stessa cosa: forma e /un:ione lulfuno • F. L, Wliig/it).

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