Fiera Letteraria - Anno I - n. 9 - 6 giugno 1946

,lf:H1 ILlll:R\Hf-. i;'======--========-====================--=====71 c&lrema varietà e ricchezza, in que,to mode I S P E T T A e O L I Il ~.'."~~:d~;• n::;:'~onn:o~::::: ',.::~~•~•;;~ I G L I sua perenne vigori.a, E. se si può conveni- re che altri possiede d1 que1>t,1 tecnica alcune clausole prestigiose, non v ha dubbio la.a--------------------------------------------------------------==--------==---- che per eleianza nativa e costruita, per quiett.: antichissnna e insieme antichissim,1 C I , li 11 I sti emno i propositi, La porta proibilo è I Fontaint- e la concentrazione :ucid.1 e .u- 1 un mirabile esempio di onestà artigiana o dente che ella sa ottenere dai suoi tratti industriale. Osservate anzitutto la sccn~- e9prenivi. La regia, riguardo agli clcm,.nti L ? o N E s T A ' giatura esalta e definita in ogni sua parte, I figurali vi sug3"criti dal racconlo, non è s:ata per la quale è stata chiesta la collabora- nè &vara nè esuberante. Robcrt Stevenson &1 zionc di Aldous Huxley. E osscrvatt gli al- è dimostrato vigile nel distribuire gli effetti folli1.1,h1 scenograha italiana cM:a da questa ratscgna come la più varia e dotata, lnsom. ma i maestri c1 sono tutti, e molti, per p:ù d un Kegno u1pir.1ti. L'intensa magia della tavolou.,1 sever1niana, la folgorata rupezZ!I di Sironi, la fluida ironia d'un Scn,un1 paio. no a una pnma ,mpreHione godere d'un ri– salto più insistito: tanlo si respira nelle lo• ro opere del nostro mondo vivo e vario: crealo di natura, positivo e fort195imo: De Chirico è r •·senh· con un bo:ttelto per la Giara di Casella, e un interno per Puritnni N E-, L F I L M tri strumenti tecnici prcJisposti per \'opc- propriamente cinemalogrnfici. con pertinen. ra: la scenografia romantica, dilatata dallo Il za, nelle serie delle 'rnquadralure. E.. in ul. spirito dei venti, come l'amavano gli nm- tima analisi, è riuscito a dirigere con onc- Tcmpo fa, un giovo1ne corte:oc venne a miratori del giovane Aroldo; l'illuminazio. slà un 61m. che non includt'! sorprese 1g,.:1- sottoporm1 un questionario compilato da cn ne tenuta su un tono basso, degrndante. e devoli per il lettore di Charlolte Brontc. Se settimanale cinematografico molto diffuso. I f fi I · J 1·· · • t Il' d d L'inchiesta comprendeva una lunga serie èi a otogra ~a. e ~e ~1~e a 1mp1.ego me 13en-1 il film dispiace, è seg1 o cht'! s1 preten e ; 1e dei vari ob1ett1v1 e del d1aframmo. rcatvi ad ogni costo qualche cosa che 11011 domande, cirm quindici, piuttosto imba.r.iz . La scelta dell'interprete non poteva es- 1 ::tevn trovarsi lì se non per errore. z.anti. Una di queste era formulata pressa sere pm appropnata, .:iuando ha valutato Cnrrà rip"!rcorre per la ribalta con la so– lennità dei suoi verdi difficili. E. inK>mma parlare di queste scenografie vorrebbe dire rifare in termini neces11ariamenle allusivi e manchevoli, linee di forza che ogni orec– chinnle di pittura cono!ò!C(' ormai nel loro più ovvio percorso. poco come segue: Quale romanzo vor· ("aria '!Q:omenla, la fragile tenacia di Joan A·rriuo Htc,:111 re~te che fosse ridotto per lo schermo? - Dopo un istante di riflessione, risposi un po· vagamente che, i.e mai, avrl:'i consigliato un 'opera di un narratore italiano vivenle e giovane. Sebbene non J>OS8bin alcun modo pentirmi di aver fatto il nome d1 alcuni emi– nenti i;c.rittori e e.ari amici. confet,SO che provo ora il ramrnanco d1 aver rinunciato ad csprunere il mio primo pensiero. A quel. la dom:rndn ~osi breve avevo, infnlli pen. salo immediatamente di rispondere per di– steso: - Non credo che il film debb..i u– sere l'illustrazione d1 un opera letteraria, e in generale penso che il ,1usto cinematogra.fi . co 1>ossa esercitarsi !llf)!lo meglio in una form:, indipendente, Ma se un 1egista ,.:o– lcsse attingere dalla letteratura la sua ispi– razione, darebbe oggi prova di una grande maturità scegliendo. per es~pio, un libro singolare e stranamente vivo come Il Pro. cc.uo di F ranz Kafka. Non vorrei essere frainteso. adesso. m ma– niera grossolana. Mi sono soifcrmaJ:o sul meraviglioso racconto scrillo circa venti anni fa da uno dei più rappresentativi artisti del nostro secolo, perchè m1 pare p,eci.samente un chiaro esempio di quel che i nostri e– sperti confezionatori d, film chiamerebbero un racconto non cinematogra.6co .. E' &u que. sto punto che io mi ostino volentieri a ri– chiamare l'attenzione degli amat~i del ci– nema: un punto, che può .11embrare ecccssi– vnrnentc teorico, e finisce invece per t"Sse• re molto pratico. Pcrchè chiunque .itbbia un 'esperienza anche limitata d1 questa stra– na industria artistica o arte industriale, sa perfeuame'nte che ogni impresa di produ– zione hn inizio con la scoperta del soggetto. Dalla n,1turn di simili scoperte è poMibilc giudicare, con una certa approssimazione, la qualit. e il genere dei futuri prodotti, Sul fondaIIV!nlo, spe&ilo incerto, del soggct· to si costruiscono b)lanci e piani prcvc11tivi di lavorazione, si .11tringono vincoli contrat– tuali con gli sceneggiatori e gli interpreti principali e si mettono in opera tutti gli espedienti .11uppo.,ti necess.ari alla perfeZK>– ne finale. Si può d'ire in generale che ogni 90a-gctto ha il regist11 e gli attori che si me– rita. e non di rado anche inferiori. E. se l'inferno è lastncato con 1utta veroeimiglian– za di buone intenzioni, è vcrofche la produ– zione cinematografica, che pur non manca di qualche impronto diabolica, è quasi e– sclus1v.imentc lastricala di intenzioni catti– ve. Sono forse queste che la rendono così attraente agli occhi dei capitalisti smaniosi di avvenlure romanzesche, e così poco pcr– J:l'UUiva al giudizio dello spctlatorc ragione• vole e indifferente. Nondimeno. le cose del mondo cinemalo– grafico nou volgono 11empre in un senso ua– gico e catastrofico. Al contrario: le buone intenzioni sono più che rare, eccezionali, ma sm1sistono: e pure le cattive, nella ur1iver• sale confusione dei sentimenti, ottengono da ultimo una ricompensa, meglio: una rcmu– neraz'lone in dcnars,, per nulla trascurabile. Le cote, .anzi, sono nl punto che non mi sentirci di consigliare a un produttore de– bole e improvvisalo di tentare le vie risch'10.. aie dell'assoluta originnlità, La sanzione del fallimento commerciale sarebbe troppo du• ..a e probabile per eh, avesse solo il gusto di tener fede n certi principii estetici. Del 1esto, I' originali1à è un dono d1 natura, sul quale si può fare un assegnamento molto relativo. Ma tra il valore e il disvalore, tra la pura espressione d'nrte e In sudicia c..on– lezione d'articoli di moda, c'è un termine medio, consigliato insieme dalla prudenza economica e daJrigiene morale. Dopo l'ori– ginalità, che nasce dn uno stato di grazia dell"artista, c'è ]'onestà dell'artlginno, che denuncia un'attitudine cosciente e operosa. L'artigiano onesto. consapevole dei propri mazi, dichiara apertamente, sm dall'inizio, le intenzioni che lo guidano (e pouono e• sere anche solo mediocri), e mette tutto lo st\Jdio possibile nel propori1onare con esat– tezzn i mezzi alle intenzioni. Chi O,SCTÌI bin. 11imarlo se egli ha saputo mantenere 't suoi impegni) Considerale ora questo caso, di cui il pub– blico italiano ha avuto nozione di recente. Sotto il titolo, non eufon\co e abbaatanza volgare, di • Porta proibita, l'industria 1tme. ,icana hn presentalo una riduzione cinema-. tografica della drammatica. storia di Jane E.yre. Il romanzo di Chnrlotte Brontc è del 16'47, e s..'\rebbc difficile calcolare, sia pure in modo nrbitrario e capriccioso, il numero dei lcuor 1 che da quel l'epoca ne hanno con– sacrato il 11uccesso. E. certamente, il succes– so editoriale o teatrale di un'opera promet– te il successo cinematografico della steasa opera Non si trattava, dunque, di segnare un n~ovo orientamento della fantasia crea• tnce, ma di illustrare convenientemente una visione Tanta.stica già formata e compiuta: - di illustrarLl giusto con un film, che avcasc pregi di finitezza. omogeneità e cocrenz.a srrlistict1 da farlo apparire considerevole al– meno s~tto l'aspetto dell'esecuzione. Se que- Ma lun3"i dall'invocare la gelosm, fin trop– po idealistica, dell·amante che sottrae ra– mata agli impuri contatti, alle neceJJsnric e– sperienze. e la pone in un castello macces– / sibile circonlato da fossati profondi: il cri– tico non può che compiacersi - come a una salutare imnastica intellcttual" - per questo vizio così dichuuatamcntc italiano. del • ' \ d~a:es~:i~~cn°ald~~o:os~~s~~~:risife~:=.n~j . I,~ violon d'/ngrer d'una avventura scenografica. 11 t" sia pure nel mondo tirchio e avvilito dei tea. ' ~ tri municipali. I~ M USI C ,\ - GIOVINEZZA \·. DI TOSCANINI "'- ~ . Questo è il •servizio• d'un inviato spe• \ GIORGIO DE CHIRICO: / Puritani "- c1ale o qualcosa di simile. Poichè, per co– lui che da anui ha perduto l'abitudine a muoversi dalla poltrona o da quella del più vicmo teatro o sala di concerto, il trasfe– rirei, di sera {e con queste serate, in un nuovo • ambiente•. dinnanzi ad u~ appa• rccchio radio di prima grandezza, ultrasen– s1bile e ultrasclcttivo, è compiere un avven. UNA MOSTRA SCENOGRAFICA lu,o,o _.,aggioin iene lonlane, E oale è stato il nostro, la 8Cra del 23 maggio, per aACOhare il secondo concerto diretto alla Sca- Allo Studio d'Arte Palma .i Roma la cont.ro il metodo aggettivante e tonenziale rivista T ea!ro, ha organizzato la I .a Mostra dc.i pittori. Internazionale di Scenografia chiamando a Dopo la generazione degli anziani la po- 1accolta - per la prima volta dopo il 1939 lemic.a fu ripreaa con ben più acct\nita vi– - pittori e co:itum.isti d·1 tutta l'E.uropa, 1Le rulenza dai registi che dominarono i teatri due dcfei:ioni ·che-più sensibilmente si di- d'Europa, fra il 1910 e-il 1930: Reinlrnrdt, chiarano 90no quella francese e quella so- Piscator Mcicrhold, Tairov e VachtaniJOV: v'ietica: ma mentre la prima è dovuta a cii. lllcuni di ess't giunacro a proclamare addi– ea... venture di mera indole logistica, e an• rittura l'eliminazione dei pittori dalla 1ibaL z.i ferroviaria l'aucnza dei russi 8arà pre- la, accusati di • contam\nare • con la lo– sto ripagata da una csposir1one interamente ro sintaasi bidimensionale. la realtà c.orpo– dedic.ata n bozzetti, plastici e tentrim so- rea dell'attore. In Francia, intanto, Copeau vietici. - con proposizioni .\\..~a't più sottili e cau- L'ucesa dei pittori alla ribalta 11 auri• sidiche - denunziava in sede e11tetica il buiscc come tutti a.anno - a quel prodi• pericolo di snaturftfe - ha tanle luci. mac– ,gioso stregone di Sergio de Diaghilew e ,1 1 -chic e plasticismi - la radice primitiva del suoi ba.llctti, nella prima infanzia di questo drnmma: la paroln. intr'1cntissimo secolo. Ma come in tutti i Qunli 90no, nella mostra di Roma, 1,- trac- luoghi comuni, c'è in questa affermazione cc oggi valide di quella polemica) solo una parie di verità: se il famoso este- AS8Cnti Russ'1a e Francia. manc:.;1no due ta sarmntico fu il lampndoforo d'J quell'idea. termini fra i più prevedibili per un bilan– la trovala risale almeno venti anni più in su cio effettivo, ma - se è posS1bile all"inglc. a. quel teatro dell'Oeuvre fondato nel 1692 se \Vhistler definire Pride ond prejudice da Vuillnrd, Camillo Mauclair e da Lugné {St, James Thcater, 19-45) nei lcrmini d'un Poe, in polemica con Anto'me e coi suoi tenero, sfuocnto, ,..affinl'llissimo ver'rsmo. e bovi squartati. se contemporaneamente nel cecoslovacco Questo primo tentativo non supera j limi. Zclcnlrn (George Dondin di Molière} e an– ti d'un.a esperienza rislretla e fu quafl ttn- cor più nel C.,pck (delle aristofanesche za risonanze nella storia estetica della 9C'C• T esmo/oria::..use). è d11to r'ltrovare intero quel. nn: comunque vi 11i J>OSSOnoriscontrare le le forzature dense, risentite e 11quill,1111icl>e indicnzion~ d°'uno stato d'animo nascente, di11tinguono la m/\niern prevalentemente pit– d'una volontà di sostituire alla ribalta gli torica d'un Baht o d'unA Gonciarovn: se scenogra6 di me11liere, abili e senza fnnta- questo è poss'1bile nell'anno di grnia 1946, s~a. con pittori non specializzati, ma ca- nes.sunl\ delle due contrastanti lt":ndenzc ha P,.'\CÌ per questo stesllO di suggerire nuovi preso il sopravvento sui palcoscenici europei, incanti, L, Cecoslovacchia n1ppresenta le ricche Quando appMvero i balletti di D1aghilew. il terreno era pronto e favorevole alla rivo– luzione. F'u subito il trionfo. La scenn si ,i- schiarò dei colori più vivi, come quelli che presiedevano alla pitlura dei /oulJCs e par– ve che il dcs1ino dcllll scenografia trndizio– n.,le fou~ defini1ivamente segnato. Non al. trimenti t-ra accaduto qu/\ndo la musa ba– rocca dc, Bibiena aveva per la prima volta introdotto a teatro /'irrt!ole, ramorc per le forme disancorate e gratuite. Ln scenogra• fi, dell'ult:mo ottocento 1wevn segnnto il prc– v<>ileredel carattcrt- nrchitcllonico ~u quello l'lllusivo: ma agli schemi meramente obbiet. f1vi del realismo che avevano 6nito per re– lco:.arc il palcoscenico n una funzione di subordinata dipendenza, i pittori sostituiro– no l'accezione d1rcttn, la cont.aminAzione esoressionistica. LA ,cenog-rafin diventa ess.a stessa ele– mento poclico e non più relegata a statica cornice del testo. partecipa al • fntto 11 tea· trnle, innestandovisi col !!IUO lingu:r1ggio prc- cipuo. La res'istenza non mancò, e tanto pi\1 di– venne vigorosa, quanto maggiori gli ecces– si dovuti a un troppo fantastico. ingenuo ed csubert1nte dommatismo dei nuovi eversori. Non era ancora scompar90 l'ult'uno bagliore della meteora stupefncente di Oiaghilcw che già le trombe della controriforma chiama• vano i polemisti a raccolta. Danccnko, Sta– nislawsky, Craig e Appia at quattro canto– ni d'Europa iniziarono, in varia guis.a quel– la polemica per I'• eseenz1ahtà , che altro non espi1mc se non la calcolata renzione possibilità d''mnesto della raffinatezza grnfi– ca. t"OSÌ tipica dei oopoli danubiani. con ln vertig'ln1»11a sensibilità coloristicn dei russi: e i nomi di \Vachsmann e di Sladek spiccano tra i piì1 notevoli dell'intera rMllegna, Lnddove piuttosto perpless~ - proprio nel senso di codestn nccezione tecnica - scm– brt1no '{li svizzeri Otto e Bigney, il cui li• m.He d'un U:g-reto musicale e 11pirih1l'lle nf- 6dnto :11 puro '{iuoco di strutture irreali:zz.a. bili denunzia l'equivoco di non forzare la resa del bozzetto. fino ai suoi termini ,-strc• mi fino alla conlnminaiione del palco~,.– ni~o. Senza di che il limite frn pittura e 11c.enogmfia non eaistcrebbc. cosa che per o~ni pi\1 coraggiOIIO mnovntorc, tt-sla pur ~mpre un assurdo. e Per oani ai:nante d~lle distinzioni tlll trasgrrdire al codice e11tehco fondamentale. come unn sortn di ~mprobità.. Degli inglesi pili che le scene colpiscono i costumi. in grande prevalenza ispirati a personaggi shake9Peariani, Rari. rt1ttenu• tiss'tmi costumi che affiorano come dlii scAlole sfondate e m~'steriose. in cui si •ente sotto i polp11strelli il velluto. la nebbia, le molte testimonianze d'una storiA. così ine– sorabile e silenziosa da tramutare nnche In polvere l'rcvissima dei pastelli in una sorta di pfttina spenta. Lat, nof leost, Fltalia porta ali.a rassegna un inv'1diabile prestigio, ma sovratulto la rie• ca dialettica delle sue tcor'tc e antitcoric, di istinti di scoperte e di ingenuità, che in ogni epoca hrwno impedito aì auoi ar– tisti d'irreggimentarsi nei canoni di ogni estetica ortodossa. E proprio in questa la da Arturo T08C8nini. Concerto, rispetto al primo. col quale s inauguravn la ~lo 11coetruita, più propriamente sinfonico, di– remmo quMi più conoerlo. Nel mentre lo spiccato carattere e sia:ni6cnto d'una sia pur nobiliMima ccrimonm, in quale esig:eva un programma speciale, Cti p.irticolare rievoca– zione storica. Ln Scala, teatro d'opera, do– veva necessariamente riapnrsi con un con– certo d1 musiche d·opcra. Ma - siamo ein– ccri - come condividere la simpatia di molti melomani, talora addirillutn lo predi, lezione, per l'opera ascoltata) L'opera in musica è spettacolo: che vuole eHer visto. oltre che ascoltato; e visto nel complesso delle sue componenti .sceniche. in determi– nate circo,;tanzc ambientali. Questa la ilua natura, la sua stona. la sua superiorità in puagone alla musica cosiddetta purn: que. stft, comunque, In sua condizione, Altrimen– ti, la Camerata fiorentina non avrebbe • m• ventato• un bel nulla: e tanto valeva re– starsene, polifonia a parte, al madrigale drammatico d1 OrM,io Vecchi o di Adriano Banchieri. Per tornare a Toscanini, ecco il motivo per cui abbiamo mancato il suo primo con– certo scaligero. Ma 11secondo, che pure era più che bastevole ascoltare, c1 hn fatto al– tresì • vedere •. Ci ha fatto • vedere " e la musica e il direttore. Un direttore giovine, vivace, arden"te, esuberante. E. come pensa– re che a dingere, come l"ha diretto Tosca– nini, l'A me,icono a Parigi di Cershwin . questa amena scorribanda di un giovanotto •yankee,, per i • boulcvards, p:mgini, a bordo di una Ford, fosse un uomo di quasi otlnnt'anni? Ma l'americano a P.-nigi, l'altra sern, crn proprio lui, Arturo Tsocanini ! Era lui a strombettare n destra e ., manca. a intralciare il traffico già congestionato della Ville Lumière dei bei tempi •antichi•· a contravvenire al regolamento stradale, a ri- 11pondere nel più puro • slang • di Mnnhat. tan alragentc_..che tenta di fermarlo, e, sul pi\1 bello. ad nprire la radio, la primn radio installata su di un automobile, per a~oltarc e far ascoltare liii francesi che s"avviavano religiosamente all'Opera l'ultimo blues di BrOBdway. oi •vedemmo• Toscanini, gio• vane, n cnpo di un'orche,itra di Jiovnn1. Ma che dire un'orchestra: era il pii', piccolo • jazz-band, che si possa imm/\ginare, in. vas.."lto e fant.lsioso quanto un • jazz, go– linrdico c. ad un tempo, tecniC111mcnte rcr– fctto e raffinato quanto la • band " di Duke E.l\ington. • Vedcvruno II Toscanini, la sun orchestra, e • vedevamo , la musica che sva– porava dall'antenna della radio issata sulla Scala, come dalla più alta e sottile ciminie– s& del mondo. Gmr:hè questo è il proprio della musica: di non far vedere il suo cor• po (che non possiede). e di lasciar invece vedere la su& anima, le sue molteplici ani– me, attr&verso cento aspetti diversi. che hanno la virtù di cambiare l'astrallo in con. creto, il suono in immagine, il ritmo in gesto. Ma ancora altre cosr T o.scnnini ci ha po· sto sollo gli occhi l'altra sern. Tanto per dirne un.a: la partitura della Ter::o sinfonia di Brahms. E.. quasi un luogo comune, per elogiare la chiarezza d1 un'esecuzione sin– fonica, paragonarla alla lettura (beninteso dR parte dell'ascoltatore) della parlitura cror– chcslra. Ma è veramente di tutte le esecuzio– ni limpide e trnsparenti il Far • vedere• i Biblioteca Gino Bianco 7 Par o le in quarantena • ATOMICO \011 H//lt1 1>'1.,\1111 mcoro ditti •111•,i tfoc· rl,i, il lmrditJr,, a,, ,c,dit1ico dl'll,. th1e b11111- /J<' ,11,,11,iche ;. 1,1•1111tu ,, por fi11e ,,:fo gun– r11. , I,, /H.lrtifo fin rap«.hum!llt<' ,Jiloi:ow 11 · l lml!1111,;çi<, ,,,rn1hlumo. gra:Ì(' 11/lt, fJO• 1, ,,,,, t1CPll11 it,i di rw ancti·e~-~,, ,i ;. 110- 1 llffl cmic« P1•r i fil,,-ofi l[TP(i l'atomo ,r,. ,,,,,•I/o cft,, f1..•tll110logi1t dicr•. c:oÌ> 1111 1orp11«·0I,, CO\i piru,lo rf,e """ si 1iotl't·11 rl,rid, rr, (come l'acaro, l'm,ima/rlu, ('fh1 1,iccola c/1e •• crf<lvu, 110,i •i JJOt<·"<' u1,:li11ro!t. E talf' ,im(l.,c il <,iµmficmo /in c/11• tlfJII \e ,w impmlumir.1110 i cltimici, cft,, o/ 11ri1ic1fJiO ,J.. l ,1(11l0 1111.,;;,(lto1ec11if,cflro,in /11 l'"r,.Jln, <J/Jf''"'' ,,,f,,t,, " r111t•ll11 di. molel'OhL V<:,111<1- rtJ Jll'li i f,t1c,' ,il/ 1, /111P delr01tuct11tq ,, i11· ,('11wn,11,, CQme flllChP l'atomo fos<rt> 1,;,()!:li• wito ,I, elPf111·1111 pi,ì piccoli: "'" ornrni J,, 1111r1,l" r1111a.,P, L ,,,u,mlo , ew,l'ro le rl!C' 111i ..COJJ'rle e f,, lor,) 11•rn/1c11111ifl/l/Jlict1::ioni .,i p11rlù di t.•111•r;.da :a1,,111in1,. 11011. com,. /1, 11rPc~io11e– .,,i,,nti/1w m rPb/J1 ric/1ies10. d, 1•11ergia inlrJ•:11r1mi<"a, l),,J "u"'" de//,, 1,('mba ,110111i('a rr11 , 1,. Lio cf,, .~; 1m.,~t1,,1•. /Ht11crtdi::wHlo. tille :,rmi alf,mielic. Il .,egreto ,lpffo bombfl fu J>cr Pl/i~:oi clt1(11t1fll11 i{ ,cgrclo atorniro. e Jr, t'."011i,1lis1io,w ,r i11cl,U?s1,, coMituila uP( Cmrn•IU lri commi- ..ionc a10111ira. Il solli– m,.111<1 che fo 1111Qt.•tt llrm<t ,,uò flJHire 11uo- 1:i .c11,11 CIIIObl nri::mui di g11errr,. ( ,111i11di im1w11e ,wovi Tll/J/><>rti tr(I J,. 11(1z;o11i " (l– pr,~ 11ell11 SlorifJ IUIIL lllUJVll e,~,.,·, .•lfl(r,, PS/ITP,cbo f"{)lf il 1,•rmi11e èra atomit·a. Acca11lo ad atomo e atomico tnrt/0,1,--, 1rnt11r«lmf!"te ,1 pullulllre i derit:t11i: l'ato- 111i:tz.1~ione dellti J[11Prr<1. e (imili. Vo11 t' mu·orn c,,m1>ars11 in it<tlùtno la /ornlfl ('11111· 110~1ti1ir, ridallo 11 bisillabo (dt:I liJJo di radinf:tru u clcuro1renn) m(•111r" i 11 i11zlr.,<' si ;, giù co,ri11l<J '6tobomb. Più i,11ereMtu1te è l'uso m('t(lfnrico t.·h, sùl,ito ::· ;. /uno dcli« f'(trola nel purlm <1110• 1i,lim10 , nr/fuso, f!iorrw/i~'(licv: uno ~"hiafTo alomico, rifre atomirhc 1,,ur//e cl," di. solito si dicono 1( ,utro,wmid,e »). Quallordici parole atomiche (cl1e ham,o in s;. 1111a /mz.a .,-imi/Ra qu,elltt di 11nt1 bom– ba a/f1mica). E i ,ri<trna/i umoristici mr1• ,xmo " ,parlarr di bionde alomirhe. le cui ocd1fo1., f,urno l'eOett 0 d<'ll'oo()c<-111~\,~'d « ,·0l11,, ci, fulmine». /,11 pul,IJ/i.citti ,'(';. rtaluralnwnte i111putlro- 11ito dd termine: c•;, una ditta di MQt.le11'1 cltr vl'lu/4: u.n ~acchello atomit'O per dii,),_ /estare le case dagli inseni. A0t.wft <11tello dre ,-,,empre Ì! flCCfl<luta p~ le sco1,erte che portano 1111a ritwluz.io · rie ncltn Slbria JeJl"11maJ1itii: i 1,oc«boli rl,e lr i,ulic011,, ocq11islm10 una forza r.~pnn.~1r11 che li porta mo/.Jo al di lii flrl loro imi• biro proprio. Fare una cosa a , apore 1•oile dir<' t> r i 11ostr1 b;,crumni 1, fari« i11 15ru11 freUa ~, elellrit7..are /tt per mo/1 1 mmi cspr<1~c:ion,!rrllll mat:ln.. e il P11,,co/j h, di– /e~ contro i 'P',tristi che ltt bia.sir,uwm10 co• me /r«IIC'f!lismo; aerodinsmico. unn q11m– dicina tI'mwi fa •. c:i riferì a una qun111i1tidi co.cc con cui a11eua rapporti. tt.SS (li v«,:1,i. Nmuralmer1te pbi lo moda roml,in, t' l"uso rrf{redisce: TJ«l;ac ci. flllCsta d,r ""' 1830, ,, Parigi. l°'1,:/;,ctfivo .pirami,lnlc ern ormai in rP/U('SSO: « Un jerme lum,me r.r# ri_.;r~. ,,,,, rrmr<rit /ttire de ceoe, llr't'C J•)– ranudal, est au..c~i rid.i.cule q11°11n dm1<fy qui p•>rl<-r11ir 1111 bulivar .ou. q11'1111 rl'tllier up- 1><1rtw11 ri !/(I fille 1111 k<lléi<losco1>t' ,·ommP r,11 •f,1ue cl,osP de surprc,uml ». A11µuriamoci clic w1c/ie a1omico, fìnl/ 0 il .cuo ciclo. decli11iJ. o n/me110 che• . ,e 11,rni.i fatti t<:rnuwo « rifH}Ttnrlo «lltt rifmltu ,I, ll't111111,lj1,i. 11011 .,itmo J1111i di {l11erra. BRUNO M1CT.10lff\l suoni che cnmmmano. corrono. volono. 0 si riposano sullo sgabellino delle pause; che s'incontrano, si allacciano. si annodano, 0 si separano, si allontanano, s·avvinno verso altri gruppi, aprono in arpeggi e questo fanno contando, come ben pretende Toscanini; pro. tesi nell'urlo o rnccolti nel bisbiglio; lanciati alln conquista delle più alte vette della sono– rità o costretti e quasi annientali nel • pianis– simo• infinitesimale; e senza mai perdere il J>nsso, senzn mai rinunciare alla loro indi– vidualità di • parti, di un discor80 quanto mai eloquente, espressivo e unitario: anche nel discon~o meno • canto• e p1l1 • struttu– ra"· meno linea e più groviglio di !incc. meno abbandono lirico e più rifleHione con. celluall', meno libertà e pienezz.'\ di eloquio e pila preparazione all'eloquio. meno espan• sione solitaria e più dialogo (come è staio nei paesaggi frastngliati del terzo tempo, ad e~mp10 nel gioco degli archi con gli slru– mentini. veri passaggi obbligati, nei quali non pochi direttori, anche dei p1l1 esperti, sono costretti a pagare il pedaggio): è ve. ramcnte - tutto ciò - di tutte le esccu. zioni limpide e trasparenti) E. si che la Ter:.a sinfonia è stata condotta ad un tempo tut• t'altro che sostenulo La tendenza di Tosca– nini al movimento ·fluido, rettilineo e vor– remmo due sbrigativo (ma nell'accezione positiva del termine). ha avuto in questa mirabile interpretazione un'ulteriore con– fcrmn. Il nostro • servizio speciale , fu ancora compensato dalla ondosa e palp'1tante cse• cuzione della Mer di Debussy, da quella di una colorita e classicheggiante ouverture di Kabalevsky e dalla smagliante riproduzione delle Fonlone di Roma di Respighi, colme e gorgoglianti di tutta l"acqua di cui la sic• cità del passato inverno le ha rese mute. LUIGI COLACIC(;tl I

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