Fiera Letteraria - Anno I - n. 7 - 23 maggio 1946

fascisti invecchiano " Virnliano 13ran– (·:1li ha una na– lura di 'ìcttllo– rc che lo !)or– la bl>Onlanc~mcn– le alla tialira. Questo dono raro riH::hia J)crò di diventare il suo l1111ite, il su o JJUnlo di minor rc~istemr.a. La lolla dello scrit– lOre è contro il i-uo_dono. rontro la facili1à della Eua isi>i– ruz1one: ((UCel:1 nccc&.ilà era gi:ì c,•idcntc 11el Uru11c111i di ulcuni anni orsono in quello cl_d D011 Ciov"""; in icilio, ci'1e è .anc~rn 11 Branc:lli migliore. il pii1 per– ~uas1vo. In <IUC!:ilO librel'Jo, clic ,·ontienc .r11ota– z_i~ni di costu11_1c, brevi satire sociali e 1>0- li11che, raceont111j u tesi, i difet1i e le vir– lÙ dello _scrit1orc a11paiono 1>ii1 e, itlcnti, c?mc Je lince e i colori di un qua•lro cui s_um siate levale le incrost:1zioni e la 1rn– l111u del tempo. In cerli luoghi In pcm1a e l'eslro prend'ono talmente I~ mano a Bra!1ca1i che_ egli perde o:tni mordente e o,;111 sorvcgb:mza di slile, Un volume che h.:nde n sollrari!ii al giudizio lellernrio per d1venlare un semplice do('umc1110 di 4.:0· talumi e di lcndcnze 1Jol11ichc e sociali . M.a il tono al ,·olume è dato d:1 uon· ìn– t1111afl~fTncnza umana, dn una delusimw che grida e che ap,&sso sovrasr.:i il suono d~lla risala. E vi sono Jl.:iginc, nel libro, d1 vera e classirn. fmtira J>Olitica, da mel– ter~ ~Ila_ pari con le _più alle scrillc negli uh1m1 CJIICJuanta anni. lJ dramma d'i un.a gt·ner:u:ione e di un p.:iese ingan.na1i dalle parole - l'halia è il paese che meglio .i;i pre!>la agli i~gann.i delle parole, e, t1uindi poco lellcrnrio - e dalle J)roprie canive inclinazioni. trova in Brancali accenti amari ma di altissima verilà. Il caratt~re: le /nclinazioni, i difo11i, e :md1e le v1rtu, de popolo italiano vengo– no fuori da cene brevi moralit3, da certi « fani di cronaca» narrati co.n uno stil~ secc,, e stretto. « Lu let1era anonima " per eeemJ)io, è una delle pagine più riuscite del Noslro. Mri talvoha baslano 1>0che ba1- t11tc per illuminare un aspetto del nostro couume: « ... Sulla lomha di queslo Filo– sofo, a sua glorin immortall\, polrà essere scrillo: t< Fu odi:110 da 1u1ti i fanatici th:J suo tempo » i oppure: « li ci11adi110 di un popolo retorico, dopo una lw,ga guer– ra sja pure disseminata di sconfitte. i,tenrn a rie111rarc nei suoi vecchi abiti civili, tal• nt~nte è divf'nlato gonfio e tronfio ,li me– riti militari». Sono <1ues1a intima soffcrcn7,.'l, queeta commossa par1eci1>azione, che salvano il libro da.I puro « di,·er1imento », dal puro 1< giuoco » e lo riJ>Orlano cnlro i limiti d-i un discon10 letterario oltre che moraJe. Idealmente, il Jjbro appartiene alla Jeue– ralura, antJi alla nurrat.iv: 1 1 ~rnl:iana, 1>•.Jr PARIGI. maggio c<m i rnoi limi1i; in eede di politica non JHW a.vere 1·he un:1 1,arziale vuJutai.1unc. 1\la I;, ;;\ll:t indeci::-a !ì:-io11omiu sia t1ppu11tn in <1uesla difficile coJIO('azionc, nell'e~~vc troppo legalo .dia lelleratura per assumere il tono dcll't•pera poliliea, e vicever:.a, B. H. VITAI.IA1'0 8RA,'1,CA11: I fascisti invec- diiano. Longanc.:i I! C. Milano, 1916 - C<,Jlczione (d,n Froncl:i». Un volume d'i J02 pp. L. 80. TEATRO F. G. LORCA: Mariana Pineda, trad. d. Albertina &Ido, cd. Guanda, Modena 1946 pp. 160. L. 130. . Questa Mariana Pineda che oggi Oreste Macrì e Albertina Baldo ci presentano ci propone quella misura di destino implaca– bile e di lenta tristezza che Lorca, dopo a· verla inventata per la poesia (per il Homan~ cero gitan~. aveva creduto di portare alla figura migliore nel teatro. Le opinioni so· no divise sul Lorca dei drammi A noi sembra di dover accettore il Lorca teatrale, anche se s,Brà bene fare delle riser. ve per la prevalenza della voce e della sug– gestione lirica sull'immagine completa. In realtà non sappiaml) liberarci dall'impres• sione che l'interesse maggiore in questo tea– tro aia ancora quello della poesia, diciamo pure del monologo lirico, di una confeuio. ne esaltato. e non meno accesa che nei te– sti soltanto poetici. Così anche ci sembra che la forza drammat!ca dei romances più costruiti (il Romance sonàmbulo o il Ro. mance dc la Guardi"a doil) non sia supe– rata nel teatro: che già avessimo ricevuto dalla poesia l'immagine definitiva di un de– stino così patetico Perciò Mariana Pineda (che non credo me~o importante di No::.::.c di sangue) ci confenna nelle nostre impres.sio ni continuando a proporci quella figura di. viM fra teatro e lirica che ci colpisce in tut· ti i drammi di Lorcn e che, per essere eo. mune anche alla sua poesia, resta forse un simbolo giusto per la sua storia completa. F. T. J. WEBSTER: The Ducheu o/ Malfi (ed. Sylvan Preas, London, 1945). Il Webster è di certo uno dei migliori drammaturghi elisohellinni e questa elegan. FIEHA LETTEHAHIA CRJTICA fondità di Wnttenu, il denominatore pa.,• sione comune a Còngora e a. Monteverdi il MARCELLO VENTUROLI: /ntcroistc di cerchrnlismo di Picasso, la definizione' di /rodo, Roma. Sandron. 194(.i, pp. 321, PouSAin pittore per /iloaofi e del Greco pii. L. JSO. tore per lctleroti ..._ ci appaiono tuui sot· Pur su di un piano t111Saidiverso e con tratti all'arbitrio e citati in coerenza con le una ben diversa materia, queste /nlcroislc sue intenzioni pili larghe. di /rodo di Marcello Venturoli. si ricolle- Dalla lettura di questi due diari di fi.. gano. più che non sembri ad una lettura su• losofia estetica ricavati da quel Glout1rio che perficiale, al lungo racconto J giorni di /gn'1• resta la prova migliore della sua intelliJen– zio con cui l'Autore esordì mesi or sono za (e vorrei nct~re che la &<.cita curatn da rivelandosi scrillore soprallullo ricco di 111: Puccini per la Bussola ap?art" più ricca e leressi morali. Nei Giorni di lgnazo crn suggestiva) usciamo persuasi che c'è una infatti rappresentata I esistenza di un uo- figura a cui d'Ors ha sempre creduto, quel– mo che. nell"acuita coscienza della propria la della ragione: che non tnrda ad appari– ,olitudine, cercava la via per stabilire un re una leggenda. inseguita con tanta osti. contatto più pieno col vivere quolidiano. In nazione ed esaltata chiaroveggenza da ridur. t~I modo nel In. scar~n vi~enda del pr~tago-, si a un emblem., pascaliano (la ragione è nista, Venturo\1 test1momava d1 un d1sa, o anche una pa.uionc un Pascal qunsi de. che non era 80ltanto del personaggio, ma ciso ad abolire le immagini del cuore. di tutta una condizione spirituale rd urna- Il simbolo più persuasivo che d Ors ci '.1a. dol_orosamenle consapevole della propria propone (la s1.i., tentazione migliore) è 0 f. msu!'ficienui. . ferto da.Ile meditazioni sul Barocco, che E lo 81~880 travaglio documentato in que- d'Ors si rifiuta di considernrc una defor- ::r~;tc;r~:;;~: i~\~:i s n;!e m;ti . 0 :irn~/ di- ,nazione del ~laasico per riconoscere in e~• • f . . ' . . p 1 1 . . ' . . 80 la categorrn opposla: una costante unr m_~r~nz10111, . ricor~1, pellego.ez~ 1 gmd1z1 versa/e (di cui il romanticisrno non è eh~ un ct;9 1 4 5 c~ o~tc. discr_rsi, ;.cc~hi 1 dal_ 19 i 3 episodio) che chiede !"umiliazione della ra– :ie di ;~:,~:n ° r-rè "n~lr:u 8 :~s:o~o~~~oe u~ gi~ne in. favo~e dell_a pnasio_n~. del tu.multo nulrilo panorama della pittura e dell'am• de~ s~nt1m~nti - m defimov.:i. la vittoria hienle artistico romano di questi an.ni E ?e1 _s_1mboli naturali sulln ge'>metria. Così induhhiamenle, da qucslo punlo e.i vi~ta, 1 miti appartengono ~ Barocco. che induL il libro di Venturoli hn un interesse no- g~ a tutte le n03talg1e: a quella del Para• tevole. Si potrà più O meno dissentire su diso Perduto. In più ricca di seduzioni per questo o quel giudizio, ma. ne'.l"insiemc ln la noSlrn cultura così lonlana dall'innocen. pr06pcttiva indicata dall Au1ore è e~tta. za e sempre languente dietro i suoi incan. sin nei confronti delle singole personal.t.ì ti. D"Ors disegna In parabola di questa am• artistiche (in primo piano: Mnfai, Guttuso, bizione: Robinson, Rousseau. Paolo e Vir• Ziveri, Stradone ... ) sia per quanto riguarda ginia, Atala, fino n Gau~uin barocco e de. il senso in cui ai muove la parte più viva cadente che cercava il Paradiso Perdu•o ,. dcll"nrtc italiana d'o4g1. Ma, dicevamo, Tahiti. Se la civiltà, come d'Ors afferma. non è qui ps.._rnoi il maggiore interesse del è un passaggio d1tll'innocenzn che ignora al• libro. Più d!l vicino ci in1eressn il discorso l'innocenza che sa. è forse questa con.sa. che !"Autore viene svolgendo ed eaemplifi- pcvolc innocenza In meta che egli vorrebb"" cando nei vari capitoli e il cui oggetto sono vedere raggiunta. lo scrittore stesso e un cerio amh;ente urna. FlMNCESCO TENTOIII no e culturale. Per eui queste • Interviste• fi.niscono per essere la •cronaca• d'una crisi più vasta di quella puntual:zzata nella pittura di Mafai e di Guttuso. la crisi, dico, di una cultura che si travaglia nel111ricerca di nuovi valori e di un nuovo linguaggio. ALFONSO SILll'U INGEGNERIA ITALO PERSEGANI: Danni oi fabbricati e ai loro elementi strutluroli. Roma, Cre– moneae, 1946, PP. 208 (con illustraz=oni). L. 250. 5 Piero della Francesca e il Palazzo di Urbino Cvi 111etoo~o d1c i 111oden1i co110-cito1 i g•·11cri('a111c11l.!a-,-.umuno dnl po~iti, i~mo urd1,•olup:.1·u, e d11• l'a,,enlura di CHl"l'U• n.: 1nd~1gme porl3 a ,.in~olarizzarc, ~aiuti rielal10r.1 1 . .i JJo-..,ibilc lenrn fo,ola co ..trut· rha dei JJalazzo, <fa un"origine di cui re• !-I.nit iltT fr.1bile -o/o la Ime-eia della mer– i llura qua ..i a'-<-Orli,la 111 pri11ri11io di wr .. ja li111•:1recii a11rl1c irnpli1·i1am1•11le pilloric.,, .. jllft all'i111,·rH•nto 1;crmi11alc di un or1is1a gr.mdi-".,11110 arehi1c110 che .,j e•prc .. ~e coi uw ... d della 1,i1tura, e •ino :.lit• doeumcnla- 1,ili con-~•gu('nzt· di i·ole•lf, i111cnen10. L,; ""1udio di ~almi da f'0•l1 --oprallullo r,i •volge, l1,!!ic-:1111t.nlei:-cml,randogli cln:. I<1111·uu:/ag111e ddl:1 triliea J)o~-a e• .. ere utilt11011c ri,oha .i fiP•Urc i rapporli fr:.c urc:hitell, I' pillori. n, n •olo per prcc1•are cio che d:dle :ui·hih.•llurc ,ere pa~•a a (fucile dipinte. ma r.neh1• ,•i,) d1c p;i.!o .. ll da/I.: ~ccondt· alle primt <1ua11do il pill<,rc ..ia mac ..tro di ,lnh.11 1 t.:lc da ::mt1t11;are r1udJe. ~oluzjoni .1rf'hittllurali 1·he ::-aran- 11,, poi r·c,d1zzatcu. Dovo avere o••enalo clic Piero diu:o-1ra -.uffidenlt.•m1 nle nella Flaqella:io11e <1uali '-inno i -uoi ideali Jr• d1itet1011it- 1• allorno a quc-1 nu('leo :uluna touco111i1011;,.e rfan:1loghe dimoi.1razioni ri– r11\:11e, ( d:,lrafT,e~r<• di Himiui, e dal r·i• clo aretino. te ediz.ione della Duchessa d'Amalfi non è E.UCENIO D"ORS: Diario europeo, trad. L'argomento è dei meno esplornti, pure avendo una grande importanza non soltan__ to nel campo dell'applicazione pratica, ma nel campo culturale tecnico. Mentre, infat• ti. i testi dell'Andreani. del Ruuo. del Dc Bono. d,..I Mastrodic.1ua e del Dei Poli. che. insieme a qualche articolo di riviste tecni. che. costituiscono tutta In bibliografi.a itn!=a. na sull'argomento, possono considerarsi tap• pe di un progressivo sviluppo della male• ria, il libro del Persegani può definirsi una sintesi di ll\le sviluppo in quanto affronta il problemi\ dell'impostazione sistematica del. la materi!\, per poter così diventare un istru· m.ento di ,guida. di lavoro e di cultura pro• fessionnle per l'ingegnere, come anche un indirizzo ver$0 la creazione di una vera e propria disciplina. Lo1i;;;a111t•111e, nella cre-ci1a Ò" ... I Palazzo. ulhcg.gianu le ~uggc~lloni pi11orico ardii• kllo11id1c; e '-i noli, ndl:1 prima pJrtc, <t a<'ea,110 J llna cer1a e~uberanLa, un certo n,\'icina111..;nto alra~trallo e allo !>lil1zza10 el1e fJ ~u1>J>0rre <1ualdu: rapporlo con Piero ddl:. FnmceH·ru>, a malgrado, el1e « o,c I cderit·o '-i ro~-e li11,irato a ~.gui1c Jlcr t1111a la fabbrica la lenderu..a architclloni– i·o·de"oratha da <1uel primo nucleo. a,rem. mo 11111. bella dimora princi1>e~ca di carat– lcrc un 1,0· ri1arda1:irio, tanto più che e'-sa ,.j arricclu nelle pareli alla moda di Jipin– li <lrnamentali, nC 11otremmo di~tingtJcre 11ell edifido. ur. linguaggio e~te{ico u~un• lll .1 <1uel rigore di stile che uniM!e il pa· l_azzo ducale alrarle del Bramanle e di lfofTaello ». Ma poi ralba è 'CJ!Uitu dai mcrid'ì:mi !>\iJu1l1}i. di eui la , ia pierfran– i·c~,·an:i_ fu già irura\\cdula da Roberto Lvnglii e Salmi, J».umendo il tema con 1>iù esclu~h o im1>egno. corrobora di inda• gini ordinale in rompl.~.,,o di pro,e e ,e– ra111enre afTratdlando. in ir11rin~id1e7.z,1 Ji IUl~lo <.'O:.lru11ivo . . ~1,ilu11J>o ("r,t1co a svi– luf)/HJ architetronico. Felicemente annota, il Salmi, come nella f'oncet.ione del euo t'Ortile <li Urbino. taurana islituisse, « co– me Piero, tli~ti111i r:1p1>orti cromatici frJ le liecic pareli e gli archi sagomati, i tondi perfelli dei pennaf'chi. le le:-cnc e k 6- nc,tr~» Pe1 Mario ~almi, Luriano Laurana non e ,ogftcllo alla su::-11icione di po1cr di– ,clllarc un mito. L.auruna fu bcn~ì ar1i,1a •'~I artcfi1·c . .1\dla rui opera ~i ag!!iunge pc. 10 qual('O<.:a tli più d1e il profumo d'uno ~piri lo pierfranf'ebc:1110: la proiezione di 11n sogno di cui l'arte di Piero aveva inter– ralo il scn~c vigorobo e prc\1 10 gli eJ>Lizii pur nel rii-pclto ,!ella wa libertà. inutile per il lettore italiano sempre sprov- Mario Puccini, ed. della Bussola, Roma, visto di testi originali. Essa è condotta sul- 1946. pp. 191, L. 280: La oalle di Gio-- l'edizione critica del Lucas, omata con di. so/at, trnd. Celestino Capasso, ed. Bom• segni di Michael Ayrton e corredala da due piani. Milano, 194:>. pp. 178, L. 170: Del introduzioni di G. Rylands e di Ch. Wil- barocco, lrad. Luciano Anceschi, ed. Ro- liams che, indipendenti !"una dall'altra, dan. sa e Ballo, Milano, 1945, pp. 140. no rispettivamente una visione teatTale e let. Leggendo il Glossario, da cui Puccini e teraria dcli/\ tragedia e del suo autore. Quel- Capasso han tratto questo Diario europeo e la del Rylands assai precisa e chiara, for- questn Valle d1 GiMafot. siamo invogliati ad se più dell'altra, pone il problema del rap. accettare Eugenio d"Ors come uno dei mi– porto, nel Webster, fra la mancanza di cn• gliori curiosi europei, quando ei accorgia– raUeri:uazione psieologiea dei personagzi e mo che in lui le occasioni non sono prete. refficacia drammatica, poetica che ugual. sii, ma le ragioni precise di un diacorso fe· mente risulta per virlÙ compositiva e fon. i dele a un disegno. La curiosità di d'Ors tastica. Tale rapporto è, come vide anche non è mai casuale, ma risponde a un'ambi– ln Woolf. essenziale alla comprensione del I zione di archi1ettura. di armonia dal pen. teatro elisabettiano. siero. Gli esempi che ci propone - la pro- JEAN PAULHAN coscienza letteraria della Francia un manoscritto sotlo il braccio, si apporlo con Poulhan in un angolo e dopo poc/1i mi– nuti viene introdotto in uno dei gruppi men– tre il manoscritto finisce sullo xrittoio. lni::.iare uno conversa::.ione con Poulhan 1n queste circoston::.e sembra impossibile; ma pur occupato com'è. egli trollo tempo per lttlto e per tulli e llOlcnlieri ci concede un appuntamento a quotlr'occhi per la Fiera. Poull,an ho in/atti per l'/lalia uno simpa. tio tanto più oulentico e sincero quo·n/o è meno slromba::.::.ataed en/alicamente dichio• rata al primo oenuto. Egli ricorda l'ultimo visita di A ngiolclti, la stima per Emilio Cec. dii e aopratutto l'amici::.ia per Ungaretti e di loro e d'altri chiede sempre noh::.ie. non valeva molto di più cd i suo1 prelcsi sentimenti polriollici nel 1870 sono. per chi ho •tudiato oeramenle la 3,uo oilo e non ouol /are della demagogia spiccio/a. fra i più equilJOCi e contestabili. Da Rousseau od A miei e do Byron ad Oscar Wilde potrei mo/liplicare gli esempi cli scrillori clic 3,uno oorrà proporre ai giooani come mo. mente od un saggio sul Mard1e.1e dc Sode. E' vero;> '• - '• Si. Sode è una delle chiaoi per co• nascere e capire 0eramenle il secolo deci– monono; egli spiega non so/Ionio Dc Mai. atre e Fouricr, ma anche Nictnclic 13ou– dcloire, Swinburnc e fonti ollri anco~o, fra i maestri della lellcraturo contemporanea Ko/k,a ed André Brcton. Il recente ,aggio di Bertrand d'Aslorg, 1 ' lntrod.uction au Monde de la Terrcur ·• è 1'n!cressante o questo proposito '•. - •· Il libro suo fino ad oggi più noto è '• Lcs Flcurs de Torbes •,. Ci è staio detto clic e.110 lJCrrà prouimamenle tradotto in italiano••. RAFFAELI.O FHA"'\CJII M.Au10 SALMI: Piero ,klln Frat1cesca e il Pt1fo::.::,o 01100/c di Urbi110. Le Monmcr. E• come se si dicesse che i gendarmi sono un corpo di /un::.ionori incoricoti di com. meltere dei delitti. I gendarmi poslfOno ooe. r~ dei di/clii mo non l,onno proprio quel di/cito 11. Co,ì i rettorici. Uo, tempi di Ari– stolele essi non hanno mai eeuolo di dire ciac il linguaRgio comune è pieno di orna~ menti oi quali uno acriUorc degno di qursto nome deoe rinun::.iarc almeno in gran par le. ~a rettorica è coaì un'arte ascetica e d, sacri'/icio, A oolte si sente dire d1e i/ tem. po d~lla_rettorica è pos.ato. Purtroppo è Oe. ro; I od,erna letteratura prezio.a, fl'mbicca. la, carica di immcgini aorebbe /alto orrore ai rettorici. Non è d,c mancliiamo di orna– m_cntj nel nostro linguaggio, ma clic ne ab. biamo troppi. Occorre quindi reinventare una rettorica, cioè una logica rigorosa. eoi– dcnlc. preci$<J dell'cspre~ione. secondo il metoc/o e le leggi della Vera logica clic Vai. lati ha posto con Ionio rigore. E per l.lera logica. non intendo lo logica dei fi/oM>/i, ma la logica dei proclanu· elettorali e delle con. oertarioni del popolino ••. Di Pau/han non è esageralo dire che egli è oggi la coscienza lcllcraria della Fran– cia. /unzione, se llOgliamo, che eaercito di /atto da più di vent'anni. Non c'è bisogno di rifare la storia della Nouvelle Revue Fran– çnise, da lui diretto dal 1925 al 1940, eaer– citandooi già prima u...a grande influenza. per sottolineare la arte importante aouto da Paulhan nello 11t/Jiluppo delle lettere /ran• cesi nel pt!riodo inlercorso /ra le due guer– re. Da quando, co,trclto dagli coenti, egli ha smesso la sua /unzione direttoriale, }ean Paufhan ha oisto ancora gradualmente oc. crescere il suo ascendente sulle giooani ge– nerazioni. Ciò è dovuto in porte ol1 1 uem· pio dato, aia duranlc /'occupa:.ione tedeKo, q,uando la aua assoluta intransigcnza di /ron– fo all'inoaaore lo condusse un primo tempo in prig,·one e più tardi lo costrin.tC a na– scondersi per saloare la oita, •ia dopo le liberazione quando, in contrasto con coloro che, accecali dal fanatismo polilico o. più apesso, spronati dal desiderio di emergere. proclamaoano la necessità di sanguinarie uendettc e del più intransigente ostracismo nei con/ronfi di quanti aoeoano dissentito o dissentioano dalle loro idee, diede prooa di serenità di giudi::.i e di coraggiosa modera. zionc. Il gusto finissimo, la lunga esperien– ::.a della letteratura contemporanea cui si aggiunge una approfondita conoscen::.a di quello classica. cd un ossolulo disintereue, non molto /requenlc nell'ambito delle /et. tere, gli /1onno oalao la p,oai::.fone eccezio– nale di arbitro indiscusso ed uniuersa/men• te rispettato. Il nome J,· Paulhon trooandosi fra i po clii del comitato dircflioo della rioista let– terario-filosofica Les T emps Modernes. di. retta da Jean Paul Sartre, ci oiene natura• le di chi°edergli che ne pensa del /amo!IO manifesto cli Sartre e 80prolutto ,e egli è d'accordo con Sartre sulla necessiM per lo scrittore di partecipare atlioamcntc e direi. tamente coi suoi scrilli alla oita •ociale e politica del suo tempo, Dopo aoerci detto - '• SI, e me ne rallegro parlicolarmente perd1è l'ordine di ricerd1e cur 110 dedicate una gran parte dello mia attività personale è di un carallere apeci/ioamente iCcliano ehc si ricollega alla rioisto " U'!onardo 1 ' ed alle ricerdre del vostro ammircoo/e Vailat che bi,ognerebbe /or tradurre in / rance.se Conosco pocl,c persone il cui spirito mi sia pi1ì oicino e /rolerno di quello di Ungo•etli, di Emilio Cccd1i e di Giooanni Pcipini, par– lo beninteso del primo Papini di molli on. ni /o••. - ' 1 Ci sembra sia questo l'orgomenlc, del auo ultimo oolume •• Enlrclicns sur des /ails dioers ••. - '• In/atti. Sono conointo clic codesta ricerca corrisponde ad una nccc"ità dello spirilo specificamente latina, come pure creclo clic la critica sia una /orma d' arie let– teraria proprio al genio latino ". - •• Uno dei suoi oolumi, rece ..tcmente molto discussi è " Cfe/ dc la Poéaic ": leg– gendolo ci siamo d1ie.1li se lei non ho mai scritto dei oersi ••. Ciò non deve però indurre in errore e /ar pensare ad un /con Pauf11an arcigno e se. ocro. pontificante /ra una furba di giooanl inlenfi od ascoltare i suoi giudi:i. Nulla sa– rebbe più falso. Paull,an è quasi sempre acl1er::.0$0 e sorridente; raro ncll'eaprimcrc un giudizio, egli possiede al ma"imo I' or– te di far parlare l'inlcrloc.u.lore penuto ad interrogarlo. L'unico cosa che sembro chie– dere è quella di non essere troppo annoiato da quanti, senza cono.scer{o o quasi, si pre– sentano per esporgli i loro dubbi o i loro desideri e chiedergli quindi consiglio cd aiu– to. Nella stanza riseroatogli negli uffici del. l'editore Gallimard mucdri di manoscritti di autori noti ed ignoti. ricoprono un IJaslo acrilloio in attesa di un suo giudizio. Due oolte la settimana, quando si .a che Paull,an riceve, fa •lan::..a,pur ampia di dimensioni. è piena di genie, Egli &10 da un gruppo al• l'altro animando le conoersoziom· con una domanda od uno osscroo::.ione scherzosa; ogni tanto un giovana si af}occio limido con - "Sartre l,a certamente ragione, biso– gna consigliare energicamente agli scrittori di prender partilo e di riflettere I' attualilà nei loro scritti, anzi di /are addirittura del dclii di" oirtù. Capisco ed ammetto bcnissi giornalismo ... "; si" interrompe un momen- mo che la !Jocietà, qualunque essa sia, dcb• lo, gode della nostra meraoiglia, 90rride e ba difendersi e che essa allora lo /accia col. poi c0nclude ''e se poi non ci rie•cono. tan. le sue istitu::.ioni e coi auoi tribunali, che lo meglio per loro. saranno i aofi d,c ai nulla /1anno da /ore collo letteratura. Ma salueranno''. clic gli acrittori slesai, pretendendo di c.s - •'Se non sbagliamo in un momento par• ttre degli uomini liberi. llOgliono sostituirsi tieolarmcnte clelicato, quando le po.sioni po- a codeste istan::.c legali per giudicare i loro lilicl1e erano por!icofarmenle oio/ente cc/ in. pari e per proibiro ad alcuni di loro di pub. transigenti U'!i l1a .so.1tcnuto pubblioamcnlc blicarc le loro opere puramente lcllcrarie, "il diritto all'errore'' per lo scritlore?''. mi sembra il colmo del/'abberra:ionc, se _ •, Sì, mi pare che di tutti gli uomini lo non una /onna di ipocrisia p.udroppo earat. a,critlorc, il poeta, sia il più esposto e quin- teristica per l'epoca nosfro. Non oorrci a di il più soggcHo all'errore. Lo acrittore è mia oolta giudicare i miei colleghi, mo per sempre stato il prec.ur- arc, l'annunciatore dì alcuni di loro. ,1pecio/mentc /ro i più arrob– tempi e di costumi nuooi, quello che ha biati ed estremisti, mi sembra molto di//i· compiuto per gli altri le cspericn::..e più pc. 1 cile ammettere lo buona /cc/e". rico/osc e più pa::.zc.Kl1c. Chiedere od uno Far parlare Poull,an della proprio_opera è scrittore di essere un modello di virtù è as. fa cosa più difficile. Una specie d, purlorc surdo. Per non citar-e che gli esempi oggi e di innato riserbo lo adduce a parlare in &10goVillor, e Verlaine crono, aocialmcn· piuttosto degli allri che di :e s'cuo. te parlando, due pez::.i do galera; Rimbaud I - "Ci hanno detto clic lei fooora o'furl. Biblioteca Gino Bianco - '• Di ehe ordine sono le auc ricerche?'" - " A vero dire si potrebbe definirle co· me lo logica dell'espressione. Si tratta della ricerca che si impone ad ognuno di noi dal giorno in cu1· ai accorge che parlando non esprime più csatlamenlc quello clic penso come lo pensa O per dirlo aftrimenh": il linguaggio ha le sue particolari i/1.uaioni e le sue leggi che ognuno deoc conoscere. o·. co "ognuno'', •110 più di tutti natural– mente uno scrittore ••, - •• Mo non è questa /orse la l?.ettori– ca}" - '' Certamente. Mo per dirle quanlo è necessaria codesta ricerco: per tultC' ciò che concerne lo rettorica noi conhnuiomo a vi• oere secondo un oecchio prcf[iudi::.io RCr. manico secondo i/ quale la rctton"ca ~ I' ar te di agglungerc dcr:li ornamenti al lin– guaggio corrente, melo/ore, e/issi eccetera". •' E allora?'' - •· E• una pure e semplice menzogna. - "No, soltanto durante l'occupazione 110 /atto de1d1"epigrammi tentando di met. terli in circolazione, E adesso basta. conclude Poulhan. non credo di ooer mai parlato tanto di me e ciel– le mie coae, ci oole1Mno proprio gli amici italiani per indurmi in tentazione. D'a1 lrondc sono .empre slato del parere che le migliori inlcroislc sono quelle inQen/'1/e di sano pianta. Comunque non dimentichi e/i dire d1e spero di poter compiere presto un viaggio in Italia e che sono oncl,e disposto a /ore una con/erenza au Marco Tullio Ci cerone, autore oggi· non opprez::nto secondo i suoi meriti". Co•ì dicendo Jeon Paulhan rinchiuso in un " /oclcn '• d1e ci ricorda per il suo to. g/io un'epoca ormai lonlona e meno tor– mentata della nostra, una borsa riempila d, manoscritti aotto il broccio, si aflonlano nd crepuscolo parigino. GI\C0\10 \YICJ"\1\1

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