Fiera Letteraria - Anno I - n. 7 - 23 maggio 1946

2 quel sodalizio fanciullesco il fiumicello è pit'1 che la sccnn, una P{lrte intcsrrnntc, una co– aa sola con quelle anime giovanili e col centim~nto che le .accomuna, E. il , bel luo– v:o •, com.e essi lo chil'lmnno, quel • r.erto chiuso recesso• che casi hanno &coperto e •opra tutti hanno cnro, è quasi l'espressio– ne cli quella poesia, che la natura, la gio. vin'CZZa, c. non osiamn dire e l'autore non In dice, l'amore, hanno loro ·ivclato, una oocsia che è poi la poesia stessa del Nievo nel momento germinale da lui colta ritro-– vnndo e rinnovando le scoperte e gli aff'C'· ti della sua propria infnnzin. Quella poesia ci r..ffonde e distende nella descrizione del • bel luogo 1; ma n'C vibra anche tutto il rnc-conto dei giochi, in cui si espande e ri. vela l'anima dello Sgricciolo e della Favit• la - son questi i 80prnnnomi dei due fan. ciulli, tanto più conformi alla loro natura cht>:;non i nomi, e accenti già per sè etes• ii delln po"Csia che infirma l'operetta. I contadini che sovente passavano per di là ~ sempre li vedevano o fra le giuncnic o 1m i rami di salici dietro le siepi, avean r.nito di nominarli In Favitta e lo Sgriccio. lo, i qun!i sono per l'appunto du'e uccel. letti Mhinfrascn che sembrano belli.usi di chi li insegue lasciand01i qua!li toccare e poi sfuggendo e cinguetlando via lutti vispi e saltellanti per entro a' roveti e cespugli. Anche qui. come poi nelle Con/eWoni, il Nievo ha dato voce a quella che non è tan. to un 'età irrevocabile, quanto un momento p'Crenne, quella ideale fanciullezza, che an• cara ci conforta nella età matura: e ne ha fntto in certo qual modo l'apologia, cele– brando il gioco dei e pa88arini •. OBiia t~ ecantimente del rimbnlzello, in cui lo Sgric– ciolo e In Favilla sono maestri e che cm anche - ricorda il 1-ettore} - il gioco pre• diletto di Menico, così bravo anche lui o pure impedito dagli ammonimenti di Agne. 8e di dar nrovn della sun abilità nei Pro– mes.,i Sposi. Mn nel Manzoni I fanciulli compniono Qcmprc staccnti per qualche -eccezionale cir– costanza dal loro mondo consueto. e corno nllrntti nella vita dei i;crnndi: non Mcnico .oltanto di cui ci rimangono nelle. memo– rin i , passini frettolosi• nella • notte fa– tale•• ma Bettina • lieta -e superba di ave re una commissione segreta da eacguire •, e i fnnciulli dt"l aarto. tutti compreai e.n• eh•essi della solennità di quel gran gior· no -e, spettacolo pietoso, nel corteo deili nmmalati condotti al lazzaretto, quei , Tll• gazzetti •. quelle , fanciulline • che guida• vano i fratellini più tener-i, e con giudizio e compe.ssione da grandi rnccomandavl'l.nO loro di essere ubbidienti, gli anicuravano che s'andava in un luogo dove c'era chi nvrcbbc cura di loro per farli guarire •· li Nievo invece, delle cui Con/enioni fu detto che ·• cinacuno le legge come memo– ri-e simboliche della propria adoleaccnn– (Ru880) • può partecipare l'lllla vita dei fo.n ciulli e ritrovare nel loro pnrticolare mondo 11impaticainente ritratto, la fondamentale o unica umanità, con le sue lcgwi e con i !JUOÌ. drammi. Pcrchè, nel vivere coi suoi fanciulli, nel godere con loro dei loro sz:iochi, il Nievo non bnmboleggia. ma sente la serietà di quelln vita. di quelle gioie e di quei do– lori: e il gioco sl'csso può rivelnre l'intimo essere dei personaggi. i temperamenti, le passioni, In segrctn vena di poesia (e I pa,– sarini dello Sgricciolo, lunghi. violenti, t~ mcrarii si diS"e3"ntwano sull'ncqua e per \"a· ria a baleni, come il gu=no del lampo: quelli all'inconlro della Favilla trottolavano vin pcttea-oli curvt-ggianti graziosetti: e la striscia lucente di stille prodotta dal loro scivolio, assom=gliav;,si a quella lasciatn nel ciclo ,folle s"elle cadenti•): e l'idillio può accogliere in sè un ,11uopiccolo dramma, non diverso da quelli che nel loro mondo più vasto e con conseguenze talora più tra. gichc agitano l'animo deili adulti. Non nel. le Confessioni soltanto: anche qui. minore Pisana. la Favilla, nel suo umore capriccio. 80 fa soffrire e soffre, e si fa valere la te• vera e pur umana moralità del Nievo, pcn- 80&0 narratore d'e! rivolgimento che avviene nell'animo di lei dopo una piccola e quasi innocente scappata e per il quale operano non meno delle e virtù , i • difetti • della fanciulla o almeno 11 suo "difetto princi– pale•· r~rgoglio. l'nmbizionc di primegglare. • Nè anche allora ebbe torlo. commenta il narratore una mia intima opinione che cre– de volti ~I bene gli stessi vizii quando non diano n marcire nella viltà•: che è una no– ta di quella morale virile e generosa, di cui sarà informalo il maggiore romanzo. Dal quale questa novella, e in partic~la– re l'idillio dello Sgricciolo e della Favilla risp-ctto a quello d~ Oulino ..c ~clln Pisana, si distingue p~r un segno p1u lieve che tal– volta nei pcrAOnaggi ~econdari, come il pa· dre e la madre di Tinn, cade. nonostante l'industria del narratore per mvvivarli, n'el gcncMco e nel convenzionale: solumt? ~pit ca sugli altri cd anche sui prota_goniah, ,_a figura del vecchio Ser Giorgio: 1.l cont~d1- no capo e lr'l"norc di unn famiglia patriar– cale, dagli strani umori e dail-e stra~c ~re– denzc altrettanto temuto quanto nver1to. • Il n~nno di Giorgetto portava come suo nipote, il nome di B)'r~ e di W~shington, aveva ohracciò un grifo degno d1 Catone, e le huccic antediluviane d·uomo devoto al tempo della sua cara giovinezza. Per la canizie veramente patriarcale, per questa cocciuta venerazione dell'antichità lo si co– n~va nei d:ntorni pel Noè dei mugnai•· Tale è la prima presentazione: e conforme all'attesa è l'entrata del personaggio nella scena del racconto. fra i familiari su cui ha assoluto dominio. e Ser Giorgio col cappe\. lo nero a larzhc tese e a cupolino rotondo. col farsetto di mezzolano bianco, le brache turchine allacciate sopra il polpaccio. e i risonanti zoccoloni di legno, aveva proprio l'iclca di un coetaneo di San Marco•· Quc. Abbonatevi alla FllìlU u;nmuuu UNJCO PERIODJCO lTALIANO INTERAMENTE DEDICATO ALLE LETTERE E ALLE ARTI CONDIZIONI DI Vf;NDITA 1 Annuo L. 940 • Semeolnle, L. 4\10 Trlo•f'otule L. 2SO I ,W80NAME1\TO SPECIALE DAI. ·1 I MAGGIO Al JJ DICE.\IBRF. 1946 L. 650 Amminiatrazione1: P. AJad11mlil, 8 Roma st'uomo di all'ri tempi, che coltiva n-el suo animo un'antica credenza diffusn nel suo paese, la credenza in uno prossima fatale divisione delle terre smo .a lame m,a ma– nia, appartiene già. ·alla schi"Crn dei grolle· schi abitatori del castello di Fratta, descrit. ti dal Nievo con un suo caratteristico gu• sto per la bizz.orria e la singolarità. eppure non senza aimpatia: e già quel guaio del poeta trova la sua matena nell-e tradiz~oni della. storia, amorosamente raccolte e dive– nute motivo di arte nello sua pagina. Anche il fam080 focolare di Fratta si trova nella ca.- FIERA LETTERARlA I sa di Scr Giorg=?, m torma, si comprende. più umile. pcrche non siamo qui ancora ln un castello nobiliare. non però privo di una sua dignità slor:ca, che l'autore non tra. scura di rilevare nella sua commossa descri. zionc: • Si sa come l'architettura dei foco– lai contadineschi sia qui in Friuli semplicr 'C ,grandiosa. Quello sfondo chiuso e capace. che nereggiando si digrada in alto come la gotica pigna d'un campanile, e quel fuoco cht! riposa nel mezzo proprio sul seno della Madre Terra, gli danno sembianza dell'an– tro sibillino o d'un tempio domesti""o ap. pena disertato dai malfidi penai:. Nè egli ripudiò finora i diritti delle prime are pa– gane: poichè esso è il vestibolo dove sor. gono in giro gli sgabelli per gli ospiti, es• so è la Curia dove s1 contende sugli affar: della giornata, esso è la Chiesa che od-e ogni sera le salmodie del Rosario. ed è onco fi. nalmcnte la sede del povero patriarca il quale remoto dal resto d'ella fam:glia, come il Fato dagli Dei minori d'Olimpo, vi son• nccchia nelle ore meridinne, e vi numgi~ tre volte il giorno la polenta intinta nel bian. co latte. In quel posto d'onore s·assise dun. que l'antico mugnaio, .. •· Ma Scr Giorgio, l'c antico mugnaio•. e la sua numerosa famiglia e la corte bru)i. cante di anìmali e il solenne focoh1~ ,i. mangano, per così dire, in un angolo ddl.i novella, nella quale -il regno del vl"cchio Giorgio non è se non la meta deJl;i scap– pata della Favilla: con la fanciulle·ta il Nievo. dopo quell'apparizione di un mondo diverso, ritorna alle riVY!del suo Vnrrno e al mulino. un mondo questo d'idillio, igna– ro affatto della storia e delle sue grandi e modeste tradizioni. E dal V armo e dal suo idillio sembra che egli non ttnppia staccar. si. quando al racconto e.elle avvf"lll".lrc fan• ciu\lc11ehc fa seiuirc un epilogo, nanando di Pierino e di Tina adulti. e della sorte/ che fa delln ·1 ma moglie d1 Giorgio, il pic– coJo amico-rivale de! giochi d un giorno (ma I Giorgio monrà ben presto e Tina sposerà. come doveva, P1ermo}: non diversamente dal suo eroe. quando • congedato dalla Fa. vitta con una voltata di spalle ... s'avvia lun. go il Vanno ddl quale non sapev.i scosta,. si: e camminando per le sue rive placide 'e belle sentiva bolhrs1 in seno p;ù. tempesto· I sa che mai I anwos(.:ia d1 quella iieparazionc •· Una situazione romantica, che puo far pcn. sa.re al T rooo/orc del Berchct e che pure non I è estranea all'animo profondo del Nievo cd anche di qucs 1 o passo.> s1 possono tro– vare riscontri n'l.'!llasua opera maggiore. • Piccolo capolavoro » e stato detto quc• sto racconto dallo s1uci1oso che in un im– portante lavoro sul Nievo e 11 1-nuli lo ha dbinamente illustrato, il Chiurlo: ed oggi il Branca molto bene prepara il lettore a :n. tenderlo -e a gustarlo ne-lit- pagine introdut– tive. in cui non spiacerò. neppure un poco d'ammirazione più d: quella che gli si ron. viene e che lo fa ingiusto vertoo altre cose minori dello scrittore. Perchè non ci s: può nascondere che non soltanto, come egli no– ta, vi è ancora nella lingua incertezza ed ibridismo, ma tutta la favola ha nell'insie– me il carattere di qualcosn di provvi1'1orio, come mutuato dall"autorc da una lettt-rnlu ra non sua, Ma quali che sirmo i d:feui. essi non valgono a nascondere l'intrinseca bellezza: e il lettore la riconO:!llerà. come in un vecchio dagherrotipo In gmzia nativa d1 una giovinetta, che e• sotterma nonoslantt" la goHa acconciaturn e le vesti di un gu– sto discutibile. e che anz.: finisce per dare a quell'acconciatura e a quelle vesti qual• cosa di ,11èmedesima. M,11110 Fun,,_, Uomini e fantasmi d e l l' O t t o e e n t o Marco Balossardi Si, caro Giovanni, proprio il ca~ Mnr: co llalosE-ardi. Ora tu 6palanchi. gli. occhi e meravigliato, aguzzi le orecc.h1e, ~a _6e U\'CSSi ba:r.:l!.icato la carovana Ieueraru1 111• tor•1h ul 1880 invece che adesso, non sa• retili 6tato certamente .ridparmjuto dati~ sua penna feroce: umi ma.11ina ti s_aret,11 svegliato con la sorpresa d1 ~n~ ~lccma o più di vt".rsi sfottenli al tu? 111d1nzz~. Sn– reBti stato citato nel «Giobbe». ansom• ma· si precisamente nel « Giobbe II del cav' M'areo llalos~ard1, un libro che ai suoi tf'mpi fece epoca, cd esnu_ri_un'cd!· z.ione dietro l'altra con incred1b1le rapi• ditò.. . .. VeJ, 1 t::bc t':11Tanni ncl\11 memona; ~111, terminu\a proprio allora la polemica alr(,– ce tra il Carducci e il Rapisardi, e quan• do &tmhravu che il poeta siciliano ro~sc baltut<• definitivamente, si propagò la no· tizia di una 6U11 nuova opera: il « Giob– be», Jnvoro della fede e della s_ere.ni1à, capisci, con il <1uale. il catanese s1 r1pro• metteva cli mellere a sedere una volta l>Cr 6emprc i suoi avverrn~i. . . Ma al povero llnp1~ird1 e.ru dcstmalo ormai che non ne andasse più beJie una: su una zallera cullai.I dall'Adr~ntico, in: fotti, due im1>ortanti personaggi le~leron del 1e111Po (i cui nomi non ti ~velcro fi1~0 alla fine Ò'Ì questa giornata), SJ fusero m uno come avviene nei !!iochi di len1j, e giurarono che il neonato •·.nv. Marco Bn– lu~orJi. lunghi baffi e crnmo folto, avreb• be 6Critto il <( Giobbe :o assai prima ùcl siciliano. Lo giurnrono e intan1o spedi– rono al Treves una cartolina per annun• ciarc il lieto e,,cnlo. Ma le cose l'>Oi. nun andarono cos-i ve• Jocemcnlc come pauuilo in quel colloquio marino: ci furono ritard , csitnzioni, stan– chezze; una deUe due metà del cavaliere poeta abbandonò i versi per lJt1alche tun• po, distratta d~lla .macchma fotografica, _e solo assai tardi, circa un anno dopo, 1I Treves potè dure alle ttampe il lungo 1,ov ma CO"l tanto di ritralto dell'autore inc• sist 0 ente, cavato fuori da Luigi Busi dnl vi.so di :Mario ll:apisardi e da <1uello del• l'eroe riprodotto sulla bot1i:,::lia dell"ac· qua di Janos. Precedette l'uscila del volume, U{la prc– senrnzionc in versi, in cui ~i leggeva: Sig11ore... . . le facio sapere come <1wdmc111e brsogm, [(lvver1ire che i ver$i $011 di tulle le mm,iere. qm1.~iseimila e costa11 <tu«llro lire: ecl i11 <111ei versi c'è 1a1110furor<! di nwWiccnza, che si 1mò gforttrc cl1e il lil,ro Ì! destillMo ti f,,r rum.òre ... Firmalo: M:irco Balos<..:inli Quando uscì il libro, &i 1>olè riscontrare cho non c'era una parola mentita ncH'an– uunzio. I.i maldicenza e la 6atira .spadro· neggiav:mo, infolli, nel libro! e n_on c'era verso che non prendesse m giro uno scrittore. Versi feroci per la mageior par· le, tanto che la letteratura, indignala, "i affannò subito per scoprire il vero autore (e debbo dire che j più accaniti Furono, ancora una volta gli esclusi), m:1 per ..Juan• to ci gj desse (}a fore, si citò Carducci e il nome cadde JJrcsto; si citò Panwcchi ed anch · quei.lo cadde; 6i citò alJa fine lo sfeHo Rapis.urdi e <JUe.510rispose con una sdegnos.i lettera sulla « Stcll:1 d'lialin :o (anche allora i nomi dei giornali 11011 scherzavano in <1uanto a cnllivo gu:.to), menlre il cav. l\.farco Balossardi inviò unil lc11era da f'irem-c in cui si di(cmlt:va « lo illui::lre catanese», concludenùo che l'odio ne.i neofiti daJla scuola bologne~c contro l'autore del «Lucifero», aveva Fut10 senza dubbio velo aJ giudizio. i\la HapiHtrdi, non soddisfnllo, seguitò :.ulla slampa ed intorno ai rnvoli dei caffè di C:ilunia, ad inveire co111ro l'unonimo, n~– sai ben second.110 dal suo circolo, che a• gi1a, a mctaforiehe mazze di ferro, e IJfO· metteva altrettanto metaforici onucid.i. Era un loro furibondo, a quel 1emp~, il Rapi!-ardi, e il povero Balossardi ru co• strel1o ad una nuova ~pc~a postale (così i.i lan·t:ntò) per poter precisare su m1 fo· gliol d1c se 1< llapis.•r~li dice di <Ìisprez· zar1.nì, lo 6prezzo è reciproco e :.iamo pari». Ma lu do\'rcs1i le~gerc il raro volu• metl•), caro Giovanni, per comprendero le rngioni di <111cstepolemiche. C'è di tulto Jì. Ci 6000 fr:11i che \'ogliono.> mar– che~... , poeti ,•:111agloriosi, scri11ori idioli ed intelligenti, commercianti. e 1ma serie di allacchi ai giornali pili in vosa in ,,uel tempo. Eppure c'era (':l\'alleria Jcueraria. allo– ra, e 111prima rccem,ione .:11 lunghi~~imo poc1w1, la 6cri~~c proprio il « Fanfulla » un:i delle più rnrtass.'ltc ,•oci del hl)ro. Anche il cav. Marco llalossanli ne fu eommosso, e ringraziò Hrivcndo 1>er queJ foglio una 1< S1oria del Giobbe » <1ua1110 mai imcntato, nella <111ale Ira l'altro ~i dic,·va che 1( il poem.: era !,,lato concep110 in Livorno· da due amici brncl1i•\'C'-liti l) ~on mancava che questo ormai, e 1\ su,·cesso del lil,ro fu ch,moroso. Ci fu perfino chi 6i approfondì ~u quei \'Crs1 e anJ1u11z.i(, che fra i 1anti vilupcrati, c'era nnche <JU:ilche lodato, il Carducci, il Ve1- gJ e il Panzncclii per e;,,empio, ma t~1bito fu 5me111i10dnlb massa dei lettori adirala di qunlsiasi preferenza. Tullo l'ltalin col– la, infalli, parlò del 1<Giobbe>> e cor~ero forti scommcs~e sulla vera personali\= dell'nutore. Oovcvn a, ere un bel foga lo, il 110s1ro Marco 8alo~:1rdi a ma111c11er,.i sill11zios(\ in mezzo a 1:11110frn<·aN'o. l\ln ci ;,,j nHlnlennc. " ci si manlcnne fin uuan– d'o il libro (che fuori dei valore .,a1iri1•Q d1c ancor oggi lo fa lei:::gcrc con piace1c, non ".!:. ha altri), cominciò a passai· Ji rno,la, poi ad es<:ere dimen1ic:1to come og"li cosa al mondo. A Horn M:1rco Balo;,,– sardi, soddisfotlo del H1cceS!-O, potè I iti– rani in buon ordine dentro i visi l1tnl1:– ~chi dei due suoi padri, :izz:irdandosi a ri• c.1,•ciar fuori il capo solo i11 occasione ,li <1unlcho g.ros~a disputa minncciosa per l'Climpo delle lc1tere. In wtti <1ue,.ti po· chi casi, lo sua parola fu !-Cmpre <l'olla e dcfìnitiv:1. Così, se tu possiedi curo Giova11u1, il ,•olume110 st:11111>r1to dn\ Sornmaruga nel 181H ;,,ulln polemica suscitalo dall'« Inter• meuo cli Ruue )) del D'Annunzio. ed in– titolato << Alla ricerca della vcrc-eondia l), pulrai pnscerti dopo i dotti :irticoli del Chiarini, del Lodi," del Pa117,.1cchi e del Nemioni (anzi, bi•ogna che un giomo o l'altro ti rucconti l:1 storin di <1uc~ta po• lemica), 1i pascerai dice,,o, di ben qual• tro ~anelli ()ovuli alle penna del cav. Marco Balossardi, 1>0sti a pietra 10111b11lc della controversia. Eccone uno: ~i ;,,ti• tolu <1 PcN·ato di 111a1u;io :o, l" E-cusami :e il tempo mi co,.1ringc :1 mo~tartcne uno solv: Ilo rimota un SOIIJ(lfO in cui si trOIICI il bir111cu, il rosso, i.! r;ent etl if 111rch 110 .'li lllHfo fomk,. /'im111i,1c11te pro1;a e Stm Giusep/>e nudo C(;/ bombino. e· 1/llll sig11orl/ ,ul(/a che St pr,)V(i 111w col:.u d1 set(l e 11110 SCtlrpino; c'è 1111 prete tu.lto ,wdo che ritrova la senx, nuda wn w1 co11wdi110, po"i tre cm1resse mult• e :.uor Teresa , clii! al sol di 11wgg 0 () il 1111doC0'1JJOtucwg" e uri ('1/0co 11mlo che "" a far la spesa. Sei 110l1::iof'li 1111di f! 1111 fodro i11 fuga ... Che /Jp,l sorwllo. 11011 (' rf!T Morchcsn? /.,o ,foremo a st{lmpare <1 Sommtrrugtt. I a grande arguzia cli questi \'USi l1 1li– d1 111egliodi me. quate ro.:-~e il v:1lore cau– sti,•o del 8alo~s:1rdi. L.-i sua penna vigile. se pur un p() -uperfici:dc, Hlpcva mor– dere e c(\111c, quan.lo addc.11tn,,i;1. Certo che il sue• , alore fu rnpralutto di co51n· 111c che ,·cm e propria validi1li le11er:1ria no,; ce 11·cn1 nei <( Giohht" o. nè in que– ~10 eonello. nè n 1;!: alti i ~uoi scriui, ni:1 se si ocn"'-1 di che cosa C folla la prcfe111c i;todn le1teraria, anche il t·av. BaJo<;S.1rdi pu() a~pirare nl ~nu po:etieino. COllli! cer1i meto1lic1 rn<'1·og.li1ori di carte o d'apulo· ~hi o di nncdd'oli. Lui anzi7 di pili, eh" seppe im 1 enlare con vcrn arguzia. e dif– fondcrf' con grande i:,pirito. Ma ora li vedo fremere per wpere fi. nalm('nh• la ,·era e.irta tfidcntitì1 del no• 5lro ca\':ilìcre. Ahrime111i ('adrcbbero in• sicnie il discor~o e gli elo~i. dici. Hai rn• gione, hai ragione, e Li rimando al nu– mero del l. ùprilc (da1a fa1idica\ 181:2, del ,, M:1ramaldo », un giornaletto semi– ~f'o•1o~ciuto di F'crrarn, d'ove ~i afferma per pura indu~ione, che autori ciel « Giob– b.! 11 e del <·a,nli ri·-1>octa. ('rano Lorenzo ~lei l'liett I e Corrado Rieei. ENi\10 oF~ C0Nc1i\1 Tnformazioni Pc, mancanza di spazio rimandiamo al prossimo numero • Gli svaghi del Libraio•. V. C., Bologna - L 0 indirizz.o di • Euro. po Sociali81a • è: Roma, Via dei Lucchesi 20. S. C., Milano. - L'inditizzc, ~cl pittore Giorgio de Chirico è Via Motio dei Fiori 79. Roma R. S. Par-na. - L'indiriuo d("lln U~:– F.ditrice V11!\ecchi ;.. Vi'lll"' d,:-i Mille 90, r: ~.-n7c I noslri lettori residenti in S,,:zzera che desiderano abbonarsi alla Fiero possono ri-– volzcrsi alla Libreria Mc/isa di Lugano. La Fiern L-etteraria è o disposi::ione dei lettori per procurare loro 0Ur.1t.erso le /j. brc,ie. e senza aie.un onere di commis· aionc, tulli i volumi desiderati. Spedizio. ni a mezzo slampe raccomandate. franco di porto coniro il pagamento anticipato I del prezzo di copertina; o contrassegno, al prezzo di coperlino groOOlo dalle sole i:......,""'•"'pe""",e=po"',"'la"'/i-•/._p.,u~,"'o"'c"'o"',l"'o"""=~ I I Biblioteca Gino Bianco DH. GIO\A1\NI BAHDl 1-,,·O1TOHE 01rnre ,ti ADRIANO TILGIIEH aucorn disponibili TILGIIEH A .• Rf:l,1111 /'ili C()\. - TEMl'OH 1,,1;1, h ,-di&ioue. I" ,o!. in-Ilo di p•g. IOS. I•• 100 110 ltO 1',\lJl-,,H, !,1oria del ronce110 di J,.,oro uell• d,·i11• ocd,le,Hale. AoaHo, Mooofka di conceni •ffini, Uo ,ol. iu,80 di p•g. 1911 . :?00 lA l'OfliU Ili Hf:fTAl,t; \ /l'O• l.1; I' I\ I (18SO-l9JtJ). l,'., ,ol. i11• 80 di p•g. 108 I, I I JSIOSI:. GHf:C I /)f;lf I I I. p•g. 116 . 200 JUllF\' JJENl)A t, Jl PU0/11.f \I• DEI •• l'HAIHlttNTO l>fl ("1111-.- RICI•. Opuocoto di p•p. 16. SO i·no:..011 ,.; .11ou11.1~1, n1:L NOI Ec1-:,ro. l11 H•I. 111-80 di , ?SO - F.S11.l'IC.I. T.-or,:i generale ,lcll'a1• ti ..,ti ar1io1ic■, Stu<ii rrl1iti tulh l:.•teiic■ co111eu,poraue■• ~. NII•. Ln >"ol. in-80 d, pag. J08 • 2SO ::i1'1'1)1 I)/ 1'01,,IIC I. ln ,o!.,... 80 di 111g. 282 • . :?SO flf.O:,OJ.'/ •I OF.lLt, .\IOU U.I. S1u, di oullefonPlt, le forn>f', gli olili d,-lta - wi1■ morale. L'fl ~ol. in-80 di pag. 280 MQIUUIÀ. PUNl'I I)J Vl.'i1'A - SUll,.1 V/1' I 1; :,UU.'U0.110. Uo >'Oi. iu-8e ,li pag. 210 Il. CASUAl.lSMO CRITICO. L'og• geuo - Il da10 - il tempo - il cuu. - Ur1 "<li, in•8o di p•g. 106 . 120 - MIS'I IC/Jf; NUOV1; 1; MIS1'1Cllh - ANT'ICIIE. Un .-01. in-80 di pag. - 208, con un ri1ra110 . . 2SO In prepara::.io,1e: I MIGLIORJ J,; PIU' ACCURATI LAVORI TIPOGRAFICI I T A L G R A F l~:.:~'.. 32286 ClIANTELOU BERNINI IN FRANCIA uad. e prel. di S1eraao 1Jou1ri Da •1u•110 diorio ri,u/1a ~,upen,l,. e11itle1uc, la 11i11i,fo ,pi,in,nlud d•l IJ,itr,.,,.;. EDIZIONE DELLA BUSSOLA PI l.t/..1 ,lf,tl).l\fA 8. 1(0.\IA

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