Fiera Letteraria - Anno I - n. 5 - 9 maggio 1946

6 FIEHA Ll•.TI EHAKIA LO SPETTATORE IW1ANO ! i_~ ~7 Parole ' quarantena• LE'ITERE D,ILLA PROVINCJA Torrida Puglia Per un pugliese d1e dopo molli anni, e .ono stati anni di guerra, ritorna nella sua ferra è /ad/e cadere nell'imbarazzo di non saper come fare per de1eri1.1erla su//iciente– mente in accordo con la sua coscienza. Esi– stono in genero!~ de1le condizioni eterne per la gente del mezzogiorno, per le quali chi parte oìene consideralo un estraneo e peggio /orse, un nemico. La genie del mez– zogiorno si attacca disperatamente alla sua terra, che p.ure non da mai quonlo dovreb– be, e oit1e in questa alle.a meccanica della morte, selvaggiamente inneggiando al suo paese, pur sapendo che aldilà di e•~ si pro– filano orizzonti di fortuna, e città, e citlà piene di luci, senza carri nè 01ini pigri, aen– za muri imbiancati di calce, e splendenli orribilmente ol aole, piazz.e d1' luttuosa o onemica poverta. E' facile cadere neU'imbarazzo, dicel)O, appunto perchè, ritomando ad essere pu· gliese, sarà in co.cienza aicuro di non poter interpretare sinceramente l'anima della sua terra. Queslo capila a me, e a molti altri come me assenti o migratori più o meno oolonlari. lo per e• .. .ano nato a Taranto e ho Qisto ~mpre la mia citttl con l'occhio di chi 110 per partire, e a~braccia la mam– ma. Non mi riesce di or.,mprendere, dioer- :::;t:~ 1 u~:: ~:~~1::a n;n /.:n::s~o["/~ nestrino di un treno che s'allontana, •fio• rando la coata aeminala di ufii,i pe.anfi e .e.uri come braccia in1id1'oae. li mOTe, it mare, che coaa terribile al aenlimento è i/ more per chi .e ne QQ. E tomo poi, nei mo· menti più impensati, a /ar reua: nel cuore di una conoera:azione con gfi amici, ne/ frastuono di un baT, o al riaveglio mattutino daoonti a un grigio e lioellato cielo del Nord. Senli un rumore insolito nella memo– ria, lo .cocci, ma riprende /oatidio.o o in– aolitomente corteae 1 finchè non è .icmo di vincere, di attuare la .ua noatolgia, alrana• mente incorporea. Ritornato a Tmanto volli aaeere come era quealo mare. Si era in e.tate. Per chi vuole conqui•taraela inleramente, la mia citttl, bi– aogna che .cenda dal lungomare alla ~io:'." e di mallina, guidato ooal dalla sua g1oio, •' allontani di qualche mdro au una b4r· chelta e ai /ermi a guardare di' la lo spetta• colo raggiunto dal colore. Il celesle af>pe~a nato dal 'alba è puriuimo nella lummosll3 di.iusa delle ullime stelle. Appare la città. allora, raggiante il bianco e rosa che,. per aol)erchia esa!lazione riduce a mondo infe– riore le pa,,sioni dei ragazri dei pescatori che incominciano a giocare, aoooltolandosi nella sabbia fredda. lo steso ne/ fondo della barca come tra le braccia di una danno, atle$i' que,to momento. Guardai il 1'.tngo– mare mosso dal t>ento delle palme e desii oleandn· in fiore, cc»Ì alto sopra il mare, -,p, 0 una acarpltta di terra rosso e torbido. come tutta la terra dello campagna puglie– ae. Era un'illusione che mi co/mooa e nu .tordioa. Ora al mare non ci oado più_ Q.ue, t'in– lJCrno l'ho tra,corso quasi inleramer.te chiu– so dietro i vetri del m?o negozio, immerso nei libri o a chiacchierare con gli amici. Poche oolte mi ,ono aVQicinato al porto. Eppure è più facile, è più mordente, ~.r un forestiero in Puglia come me. godersi 11 mare negli interoalli del proprio lavoro, an– che una sola oolta al me.te . Si ammira .an– necchiando la pia nebbia grigia che in lon– tananza solleva il porlo aopra l culmini delle bandiere o dei pennoni delle nat.>i. E di un'altra oolta mi ricordo, e temo che non potrò mai dimenticarmene. A1Je1JOap– pena finito di aprire la aaracinesco del ne– gozio, una mollino, quando comparvero sul– la soglia tre uomini bruni, dal solenne a. ,petto di uomini prioi di liberta. A vet1ano 'finito per non sapere più come /erre per no– acondere la loro condizione di prigionieri. Erano abarcaU da qualche ora: un romano, un contadino barese, e un napoletano. Di– versi occhi, dii,ersi accenti, reta as,ai di/– ferente, non poteoano cancellare quel che easi auevano di comune, di oinlo, d'i. uni– /orme: sette anni di campo di concentra– mento nel Sud Africa. Uno, il romanzo, mi parlò; desideraoo sapere qualche lilolo di giort)ale, qualche titolo di libro; non osando dimoatrare completamente la alia irrimedio. bile eslraneit3, moscheraua il suo de,idcrio in mille /orme anguste. Era stato ingegne– re, un tempo. Mi chiese del Manuale del– l"ingcgnere: conosceoo uno oeccl1ia edizio– ne. Gliene mostrai una nuooo accresciuta di oorie centinaia di pagine. Sorrise: .- è tutto questo il progresso che aoete }allo qui)• diue. Gia. sono questi i prigionieri: non sono neppure aicuro d,' essere contento, quando sbarcano. Ormai il tempo ha finito per di· i,en!ore una /orza iroppo opprimenle per– chè essi manifestino in pi"eno la loro reale persona/ila, quella che nessun uomo sente di poler nascondere. lmpres:sione Juggitioa: un prigioniero di ritorno in Puglia non ebbe il coraggio di tornar ,ubito a casa sua. Ven– ne a lror>anni una prima oolta, per coso; si informò degli orari di partenza del tre• gono pa.urosamenle. La oera nu.sena comin no, ri~sò il giorno dopo, e ancoru per eia ora, dicono tulll. J\'lostra di scenografi.a caso lo intrffl)oidi nelr angolo buio d1 un Non si comprende appieno la 1-'uglla sen• ca.i~, tre giorni dopo il a-uo arriuo, melan- za que.sto pre:.uppo.sto s,gn1/1coto d1 muen .. conicamente auvinto a un giornale politico. incombente, Nei gro.ssi centri asricoli du Dai 15 maggio al 15 (pugno c. a. BI terr3 aUa ,galleria d·arle Palma d, Roma la pri– ma mostra internazionale di ~nograh::i pro• mossa dalla rivista • Teatro• e organizzata da Guido Salvini. Calvo, Cohellacc: e Blat– tler Jl comitato d·onore è composto da Lionel. lo Venturi e dagli addetti culturali delie nn• zioni partecipanti. Già sono cominciate a pervenir'e le opere pili significative di scenogrnfi frnncesi. in– glesi, americani, russi. polacchi, svizzeri e cecoslovacchi. assieme a quellt: di artisti ita– liani ed enti t~atrali. La mia città, come de/ resto tutte /e c1t• Tavoliere citlà di varie decine di migliaia tà di mare pugliesi, pullula di miserabili di abitanti possono arrivare al SOtJIJerflmen– in atteaa di destinazione. Mi han dello che lo .t0eia/e in pochi minuti. E• tipico il caso per mesi e me,i Taranto e Bari, con tante di A ndna. Qui credo che gli economi.sii piu truppe alleate, con tanto disordine di sbar• sottili e i più smagati sociologi rimarrebbe• chi, alJeVano finito per non rrcon0&eer11 più, ro muti, incapaci di dare una .spiegazione cillè} balcaniche, qualcosa di oacttramente adeguata. l giornali .si irn.possessano degli levantino erano dioenlate. Perdula la so- alJtJenimenti al modo dei reg,.sh cinemato– èrietà naturale delle città di P;uglia, perdu- grafici che presentano con poche d11so/oenzc la la propria gloria •ingoia, il loro dialetto, al pubb/ioo le visioni più soonaJe, Ogni cosa aoeoano cacciato nel fondo delle case gli in sè sarà vera, ma falso è /'in,ierne, op abitanti, per assumere il volto della più punto come uno .spettacolo cinematogra{ìco per-fida vita portuale. Già que11to io lo im- E il lettore anonimo si domanda a volte la maginaoo, ma non al punto da meravigliar- ragione sufficiente di t.antu pubblicità scon Scuola di radio mene. La riteneoo una cosa neces.saria. E dolosa ad episodi che si soolgono sollo d mi chiedeoo ,e non sarebbe stato infine uri proprio naso e d1e eg/, stesso è colfretto o bene, tutto queslo rime.scolio; malignamen- minimizzDTe, per concrelcz::a q.uolid,ana. li Centro d'arte e cultura, istituzione di– retta da Guido Barlozzini. e alriniziati,·a della quale già si deve la Scuola di teatro affidata alle cure di Pietro Scharoff. ha in questi giorni. d'accordo con la RA.I.. fon– dato. presso la nuova sed-e di piazza S. Egi. dio 7. Roma (palazzo Mattei del Cinque) una M:uola di radio per la formazione riro– fessionel~ in tutte le specialità radiofoniche. !e, mi augurai)() che aorebbe finito per trion- Credo che 11iaimpossibile alobilire fino a /are un senso più aperto e, se oogliamo, che punto qui si posso c/i.scutere un auuc– più •/acciato della oita; decaduto il primi- nimento di vita sociale. La Puglia è pur– lioo orgoglio provinciale, impaoido in ogni troppo poco e.sperto per propria tradizione cosa e anche nei tuguri, •i sarebbe sc »til.ui - di /atti aociali: non conosce il loro mecc.::r lo un oincolo più /eroido tra uomini di niamo, come mettiamo un qua/.siosi opero,c molte nazionalità; i commerci se ne sareb- torinese della propria città. Tra qualche bero avoonlaggiati; la mentali/a strettamen- anno _ quando speriamo la oita democra- te locale si sarebbe cambiata, Al contrario: tica avrà interamente posseduto questa re Il libro scie111,ijiro le conseguenze rispetto alla civiltà e ai CO• gione d'Italia - .sarà facile azzardare ipo- 3fumi sono sloli terribili. Gli esempi dr cor· te.si contlincenli. Ora no. Ogni fatto, e1au rurione incalcolabili, la cullura grossolana- rita la sua c,uroa, rilorno nell',n/orme, come mente tra.curata, l' educaz-ione peggiorata. un brullo mi.siero c/ie si imposses.si della Perfino i ·ragazzi hanno imparato i vizi di mente umana per poi scomparire sen;:.1 lutti gli oapili . .senza impararne le virlù. tracce apparenti. Cosl Bari e Taranto. Lecce e Brindisi .ti Ho assistito alla festività d, S. G1'u.seppe aono traa/ormale in pullulanti mo.stri senza n patrono dei falegnami si cc/d:ra gastro– colore nè 1igni/icato, quasi come le cilt3 nomicamente e coralmente. A 3era inoltra– della costa delf Africa settentrionale. la mi spin.si nei rioni più popolari, oer.so il !idg;i~~;::;nf: 1 s!;;:;;sepr,:m!; :::~:;::~: la periferia grezza e tumultuoaa di Tara" to. Dapprincipio non oidi che /redde cota– nefr animn di tulli; sembra a oolte scoppia- sie di legna preparo te agli angoli delle oie, ~eoninè: ~~7,:;;,~:d;'a_: 0 ;; :::/':n':le~ai e mucchi disordinati di ragani che prov- celata invidia IJer.so /orme di vita sociale vedeoano od allestirle. Ma d'1mprovviao l'<-- ria fu tutta piena di bagliori esullanti. A appena aogguardate e gi3 ammirate. Lo cinque a aei a sette perfino, in una sle.s,,u paura di morir di fame ha aeminato un'aoi- ,trada, •i alzaoano le fiammate dei falò ,n di~ incontenibile. Ho coniato in una pie• onore del santo. Mi avvicinai ad uno, ct, cola piazza della periferia di Taranto ben /orma t>eramente gigantesca. La folla che s. ~7~~~ 10 :;a:~:ri:;/'or~/~ur:io%o~paÌ~ era formolo intorno mi u'ielaoa di as.si1Jer-. Nei ,giorni .scorsi si è inaugurato a Milano, alla libreria del Corso, la prima mostra del libro dediceto alla tecnica e alle sci'enze. La moatra rnccc,alie tutte le opere tecniche e scientifiche pubblicate · Italia. Piccola Italia FI ANZE LOCALI Nel comune di Logc»onlo. in provincia di Ferrara. la guerra 110 diatrutto il aolo carro funebre esistente. E poichè anche nel vi– cino comune di Comacchio esiste un so/o carro funebre, e que,to è spe.s,o aJfittato. coal i lrasporli a Lago.santo si /anno .sui comuni carri agricoli trainati da buoi. OMONIMIA morU/i~azione più cupa è quella di procu- compiutamente alla ,cena. Mi cacciai den– raTri il cil:o, il cibo a tutti j costi. con o tro E oidi intorno al }uoco una danza d, senza lavoro, meritandoselo o no. La ,mn Ja,;ciulli e fanciulle armati di ba.stoni, qua– n,'a del dioertimenlo, tipica è ~ro di tutti le l'immaginazione non puà os.solutamcn!e j dopoguerra, ha crealo anche in centri mi• concepire. Erano, nè più nè meno, i ragaz Il dott. pro/. comm. Giooonni Lola Comne• nimi, una acon/inafa serie di .sale da balle. zi che aOeL)Onodisertato l'abiluale me,11lierc no, discendente in linea direlta ma.scl,ile di caffè, di ritrovi di lusltO. Le taverne a della borsa nero del/e aigarelte. U, orgia primogenila dai Lola Comneno della Doanu. Bari hanno an sordido odore di decadimen- .sticomente geitali nel lurbme de/ fuoco, ir dei Principi di Lola, Conte Palatino e Ca– lo organico: paiono fiorire e oit>eTe Ira gl· rilavano le fiamme con I loro baaloni, sol voliere di Gran Croce di Onore del Sacro escrementi. Ed a tutti è noto lo straordina• leticavano le /a.scine ardenti, per santificare , imperiale Ordine Co.stantiniano Nemognico rio pote-re del t1ino puglieU!. che riesce ad una buona oolta la propria c.a,perata l)0-1 di Santo Stefano, non ha nessun oincolo di abbattere in pochi minuti il pitJ florido e I luttà di morte. Terminata la danza, comin parentela col bandilo Lola, nè con gli altri consumafo beollore americano. ciarono i salJi atlraveno fo fiamme. Ed era I Lola viventi {n Sicilia e in Puglia, i quali Ma ora, ripeto, a questa vita di di~rdine no salti gloriosi, salti di /aun: immersi ne! presero tale cognome dal luogo di origine internazionale, .se ne è sovrapposta un altro, proprio elemento e ormai dimentichi dcUa e non dal predicato principesco della omo-– che ha il tristissimo colore della mi.serio. 1 uild. Inforno alla vita attendeva. con il bagG- nima città del Peloponneso. (Dal • Scco– Miserabili prigionieri oogolano di strada in glio della miseria e della vergogna spie- lo XX•). strada, miaerobili ragazzi or/ani di qualun- ciola, del guadagno o della perdita. Nel que /orma di civilta si adunano nei luoglii cerchio del fuoco si concrclaoo il desideri() alrolegìci per sgranare il monolono roaario dell'immorlalila. del mercato nero. Il porlo è in uno sloto di .emi-abbandono; i commerci si contrag- (;f,\CJYrO 5l'AGNOI.LT1 I SANTI DAN ATI li giornale La Voce della Sicilia .segnata che a Riesi, in occasione della fe,Ja delle Palme, i '' 3anti del popolo - Pietro e Pao. lo _ non sono stati ammes.si in d,iesa e /u loro chiu.sa la porla in faccia••. Le sta- ~ lue dei due JUJntiportavano fiocchi rossi', " e t il rouo, oggi, ad aie.une per,one non garba. E quando QCdono rosso, queste persone non esitano a d1iudcr la porta in /accia ancl1e ai .sonii. E così, i pooeri .santi sono tornati nelle f'OtlCre cose del popolo ·•. Il. GIUOCATORE - ~ ~ i Sosillo e Tulipano Ccìpil<1ogt1i lllfltQ agli tmUJri di vocflbO· lari e di cnc.clovcd,e di registrnre uoca– boli o ,wmi prqpn che 11011> lum110 nwi avuto consi.stcn:rt nella (i11g11t1 e 11,dla reai– tà: errnn· di :i,UIIII/H1 che at1rm:er<:o curiosl 1ravistir11CJ11-l a~1mo110 fo p<1ruc11::.a d, pll· role eOet1iL 1 t1111011t• esistite. Ma 11 <1110/cmw d~ <111est,e p<trO!e•/t111tasmt1 è capitt11tt tmcl1c maggior Jor,1111a: quella di essere mlopcrwc tfo scritwri. o mi<hrit– tura cf,-,il'rare ,ie/fw,o generale. Tale è, per ciltln.! <Jiwlche esc1111,:o, IJJJ ston11 del micie di ~o;,illo d,m,11111:iw10. Il F:meiullo def/';\lc,onc, il /ìl{lio della Cicofo e ddfO/fro. elegge il 11110110scia– me trn gl, i1111t,li /ucl,i: Con l:1 m:111 lintu in mele di sosi/Jo lr:tc~ti hwr lu troppa signori:1. Cnuto e fermo In cnlcnvi. l111•t1110 s, dercl,ercbbc flCi vocabofori gc- 11era/i u 11t1t11rolistici <111esto ~o,,illo, come pure l'offillo c/,c N, J>,~rù1i. riel Voca– bolario dannunzinno adopera per .~piegar .. lo. So:-illo figura nel volgari:.uimetllo di />aUt,,li(J (« Allora co11 la man tinta in. mc- 1,c di $OsU!o .•. »), e offillo nel volgari;za• mCfllO di l>ffer Crescc,izio (« va<ia ccrca.11- do i n• con ht 11111110 1111a d"offi//o o d"t1p– pio »), 11a1i /',111~ e l'aUro clà diversi erro,, di Lelfura ciel testo origùwle di. IJalladio (« 1111ctr, m<uw succo mcliswphylli .u): il meli~soph) llum non è allro che U'la pianta arommica, !ti 111elissn, chimnour, 011cor oggi in moìt, dfoletti "/ìor d'"pi •·. E,urato nell'uso ge11erale è c0Uim1.1r<:, che con og11i probabilitcì 11011 è altro cl,e IW(I /alS<i /.ettLira cli. a,11icl1e e<li.ziOni di Ci– oero11c e di Cellio i11 luogo di colliniarc, col.lineare ((l11c1tere s11//a mcdesinu, linc.-a». Asroi 1J·ciflc a qup.~N! parole ,;enerate eia tu1 errore so11n 1111ci. rodie<di. trfMJi.<:ameni:I che taloolta acc(l(lo110 11el. JXtssaf,!gio da u11a /in~a ad 1111·0/ira molto cliverS<J., E' ciò cl,~ ; rwucnuto per i.l flOme ciel. tulitJuno. l.,a pic.11t(I Ju irl/ro<lotu, nell'Europa occi– dt..11ta/e <ili un gé11tiluomo tleli-0 Piwulr<t /rwicest'. Ogier-Ghisfoi,, de Busbl'.C<J, che fu dal 1552 al 1562 rrmbascia!Ore impcruile J)r 1 esso olim(IIIQ il Mag11i/ìco, e, rurioso di sciCJ1ze t1ttl'11rtili, 11or1meno c/,p di ,wtizi'it storiche, importò anche i.I lilhì e l'iµJJOCtt– stano, e ci fasciò un. notevole re.socont(I del– fo sua nm.ba.scerio.. (Legn1ionis Turcicnc ~p,– s1olnc IV). Insieme co11 la 1pU1111a 1 Pgi.i. in. tr0</u.<:sc nelle 1lirigue c11rQ/>C.C tmcl,c il 110- mY' ltltri.b11c11dolo al turco ((<fl.orurn ...• ,7110:t T11rca1• t11.li1xm vocmll »). M,, di. /Mt-0 il tu. lipaflo si chfor1wvr, " si d,foma ;,, ttrrco 1òlc e invece la parola lulLcnd. vocr:lwlo di origine pcr.~itma. i.ml "caua la /a.(ciu rii ~,oJ– /fl ,tcggi<,rn flVVolttt a g11 ·.<:e1 di 111rbante, e girì crn ontratt1 i11 l1<rlia fi,1 dal Q11C1flrtXY'n– to sotto la forma lurbnntc e co" il si;:11ifi. cato C111cor otgi ri-0·10. Sin che si rratti di ,,,, equivoco. si<1 che l'interprel,,. di fl11sbecq si sia servito di. q11.ella f>aroftt sapendo cl,c gli Europei. parago11a11a110 la pianta cmt quella foggia di. copriC(lpo, sta. di fatto d,,, il !Cignificao ,ic /11 i11Jernme,11" ~tuwolto. Del resto. ci ri/erisrf> Otro Jespersen cf1p 11,el pi,ì antico cle11co di parole gro""la11• desi. {riel 1578) c'C 111111 parola. panygm:1h .(p1'.eg(ll<1 <r ago», cl,,, jt1uece sig11ifica « di mia M1rf!Jf<, .o: c1;ide11l(>me111" l'inglese cl,,e i111ern1g,wa itl(licnva lo svlllo per cl,icder– "e il 110111e. e l'i11digt'110 risvomleva c/1:! crt11di s11<1 sorclfo. Ma pii esempi di q11es10 ge11PrC'. spccwl• metile (I ptOf)O(ito di fl(lllli f)rOJ)l"i. si fJO· trebbern moltip1icnre. // t'ravisllmc1110 snlta agli occhi svltwlln ;,, alcuni casi comP questi 1t1 cui il /eflome110 assume prOJJOT• :iofli mflcroscovichc: ma esso ì, ir1cvi1abi~ le. pc1chè inlervrctarc 1.e parole altrui sem/Jre tradirle poco o molto. BnuNo l\'J1cuomN1 il 1 :/::}1~~:o G10~~:v:t~o~'::li,~~ ~~:~:::~ 11'.;~~~~~~~~~":e~:=~:f nelle sale del Casinò di Il ene:::io. Egli pre- I « IL VEBO LI SEDUCE» (Diseg,io di f'rrwco Gent,lini) tendeoa clic il " croupier .. prcndc.<//Je per 1 .Atl1 C LI O.RI E., PI U' buoni due mi/ic,ni in pe::::i di Riomale. ACCURA TJ LA VORJ GLI SVAGHI DELL'ONOREVOi..E = TJPOG RAFJCJ = " Tiepide aurette dei bei colli A /Cani. carezzale le membra intorpidite, _ menfrc, la i>aporiera il colle e i piani - solca e mi appresaa alle campagne avite''. (Da.- In tre– no• dell'on. Gaetano Ciocchi). IL SINDACO DI ANDALI Il :sindaco di Andai.' ha inviato al gior– nale " li Rinnooamento " una lettera per con/,utare le asserzioni di un giornale avoer– .-ario. '' Mi si dice, in tono alquanlo compunto. che ho maltrattato i reduci e i partigiani. Niente di più assurdo e inuerosimile. Ho lX>• luto 90Jamcntc alludere all'operato di pod1i individui e .stigmatiz::arlo. Un signore da me subito individuato mentre io parlavo. mi ha gridato per una sola oolta, di mezzo alla /olla scalmanala: "Imboscato•'. Vada pure que.sto emerito signore al Distretto MiTitarc e oedra se ho /alto nel contempo il mio do– vere di studente e di saldalo bersagliere ". SCRITTORI CANDIDATI Un numero.so gruppo di lelterali e gio~– nalisli 11l1 festeggiato ieri con un vivace ban– chelto lo scrittore Rino da lmera, direi/ore delle '• Nuoue grandi firme " clic parie per Catania dotlC si presenta candidato in una lista autonoma per la circoscrizione della Si– cilia orienlale. Con Rino da /mera si in– gros,a la paftuglia degli scriltori candidali alla Co.stituenle. (Dalla .-Tribuna del Popo. lo ) del I. maggio 1945). I T A L G R A F ROMA VlA CICERONE, 4 . TEL. 32286 B blloteca Gino Bianco

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