La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 18 - 14 ottobre 1

Anc~e Ja piii umile p,-oletoria, aio pur epriea– d, c_ollura e di ,·uor ~e itllellcttuali , p-110 espucore ·un'opera. -r:a/ ida ed efficaceper i dii:Pnir e del Socialismo , solo che ossohia de g11ome,1te il Sl40 compi lo di madre .- d1e ,appia allet-are - per le lotle del domaui - lfei figli semi, forf1'. , equi libmli ~ Il bambino ha bisogno di giocare , di muover· si, di passeggiare e correre all'a ria aperta e 13 madre deve permettergli. per quanto è possib i– le. tutte queste manifestazioni della sua attività organica. non solo; ma deve fare anche dei pic– coli sacrifici per non privarlo di una quotidian a passeggiata ali ·aria pura. possibilmente in cam– pagna. in un prato. in un parco. in un giardi– no pubblico. ecc . L ·aria e l'acqua hanno una importa nza gran– dissima nell'allevamento del bambino, il quale deve \'enire abituato fin dalla nascita ad essere am ico sì dell'una che dell'alt ra. Il bagno quo – tidiana doHebbe essere un ·abitudine di tutti in ogni er3; ma nelle case pove re non è possibi le far fare il bagno propriamente detto se non ai bambini di poch i mes i. La buona madre deve per egua lment e ab ituare le proprie creature a lavarsi ogn i giorno rutta la person a. Un po' di sapone e una spugna. pochi litri d'acqua e un recipiente un po· grande e robu sto nel quale possa tene rsi in piedi la persona e ch e raccolga !"acqua affinchè non allaghi il pavimento : ecco un economico dispositiYo per il bagno quotidian o nelle case povere. Si insegni al fanciullo di in– saponars1 poi di risciacquarsi face ndo scorrere, con la spugna . !"acqua dalle spalle in giù: poi si asciughi bene strofinando energic:.rn1ente e in– fine lo si lasci correre e muoversi per fare la reazione. Mi sono soffermata a descri vere que– sto sistema di bagno. perchè troppo spesso ac– cade che 12 mancanza in casa dì un bagno vero e proprio deter min a nelle famiglie una deplore– vole trast uran za della pulizia della persona. che è invece ramo necessaria per il benessero fi– sico e morale II bambino deve essere abituare a lavorare fin dalla più tenera età. Prima della scuola. pri– ma ancora dell'as ilo. si deve occuparl o qu oti– dianamente per qualche ora con lavorucci di carta. di legno. di filo, ecc. (ve ne sono di tanti generi , a conosce nza di tutte le mamme) che mantengano in anivirà la piccola mente; si de ve adibirlo a piccole incombenze dom es tiche, (am– bascia te. trasporto di piccoli oggetti. ecc. ) che gli diano l'illusione di aiutare la mamma o i fratellini. Ciò per iniziarlo all 'abi tudine e al pia– cere del lavoro quotidiano. .'fon si permetta al bambino di rimanere com– pleta mente ozioso e non lo si lasci solo mai . ~e! caso poi che abbia tendenza alla sol itudi– ne e alla prigrizia sonnolenta. tanto più si dev e sorvegliarlo e tenerlo in compagnia di altre per– sor.e. provocandone in ogni modo I·attivit à. La solitudine e l'ozio predispongono il bambin o a morbose fantasticherie e anche ad abi tudin i dan– nose per la salute e per lo spirit0. ~on gli si permetta di ascoltare letture o rac– con ti inverosimili e paurosi come le troppo dif– fuse ed abusate storie di streghe, di orchi. di fate, ecc che turban o la piccola anima con grossolane sensazioni di pessimo gusro. causa– no talvolta dolorosi incubi durame il son no e in– sinuano nella psiche infantile i germi delle su– perstizi oni. Anche il Teatro deve essere vietato al bam– bino; le rappresentazioni che si svo lgono sulla SC€;:nae che .-iHettono sentimenti e atti pe r esso incomprensibili. ne affaticano ii ce rvello crean– dovi una funesta confusione. e iniziano la f}io– ,·ane anima a quel morboso desiderio di emo– zioni 1,:ìolente che è già ramo diffuso fra i gio– \'ani d'oggi e che paralizzeri:f a poco nelle ani– me moderne la taco:tà ::!i percepi:-e e di con– ~epire i più delicati senr:ment~. I;ioltre an– che a ;-rescindere dagli effetti del Teatro f,ulJ'a– nimo infantile sì tenga presente che i :i.:im– bini debbcno eb:Sert: c'Jricati presto· sul far :el– la sera_ Quindi qualsiasi tratrenirr .. rit'J serale de\-'e ve nir loro proibito Il Cinematografo può essere concesso ~olo quando vi ~iano rappre sentazioni · diurne adatte re questi sono cas i rarissimi ,: non drammi pas– sionali , non avventure polizi esche, non vis ioni 01 guerr a; ma paes aggi e costum i dal vero, ma– nifestazioni della operosità umana nelle tante forme del lavoro. delle indu st rie delle arli, semplici e gioconde comedie che possa no su· sci tare la sa na ilarità infant ile. In linea gene– rale però , e salvo eccezioni , è se mpr e preferi– bile condurre i bamb ini a pas seggia re all'aria a– perta . anzichè rinchiuderli nell'ambiente mal– sano dei cinematografi . Ed ora un 'ultima raccomandazione alle mam – me . Non tentino in alcun modo di forzare · l'in – telligenza dei loro bambini Non insegnino loro rroppe cose allo scopo di renderli più graziosi e piacev oli agli altri . lo com prendo be nissimo lo orgoglio delle mamme che sen tono lodare l'in– telligen za e la grazia dei loro figliuoli ; ma i: nece ss ario lottare contro questa sa nta vanità. Lo sviluppo troppo precoce dell'intelligenza, la eccessiva attività mentale dei bambini c;ono ~em prc a danno dello sviluppo fisico, e anche in quei casi eccezionali nei quali il fisico non ne è danneg giato. non , · e da rallegrarsi della pre– cocità inteJlettuale dei bambini poichè per !a Je:,ge eh com~en azione et-e esiste ·, ;\atura r.\ DIFESA DEILE L.-\YOKnFTrJ - non Yi è sforzo che non sia se guito da de– pressione e coloro che nell'inranzia dimostraro– no intellig enza straordinaria, risultano general– ment e nella giovinezza e nell'età matura intel– letti med iocri. E' bene poi evi tar e in ogni modo che i bam– bini molt o intelligenti sappiano di esse re tali. La coscienza della loro su periorit à intelle ttuale li renderebbe orgog liosi e vani, e qu indi poco simpatici specialmente ne i loro rappo rti coi com– pagni di giuoch i e di sc uola. Non si debbono lo– dare i bambini - nè si deve permettere che al– tri li lodi - per la loro intelligenza o per la loro bellezza. Su qu est ·ultimo punto , la racco– mandazione va intesa spec ialmente nei rigua rdi dell e bambine le quali non debbono mai sape– re di esse re belle. E· già troppo precoce I 'istin– to di vanità nella donna, perchè si possa per– mettere che venga comunque incoraggiato. E nel chiudere queste modestissime note, non posso fare a meno di riassumere rammentando ancora una volta alle gentili lettrici che il com– pito di madre significa dedizione ass idua ed a– morosa di ogni nostra miglior e energia - che la Maternità non è solo la fonte delle gi~ie cele– brare da secoli con troppo leggerezza e con trop– po facile retorica in cer ta letteratura che con– siderava il problema da un solo punt o di vi– sta. No : specia lment e alle donn e de! proleta– riato, la maternità impone so fferenze, rinunci e e sac rifici. Ma appunto que ste sofferenze e que– sti sacr ifici esse debbono sa per affrontare con sicura coscienza e con fervid o entusiasmo sa– pendo trarre la loro parte di gioia non solo 1 dal– ! 'amore. dalle carez ze e dai baci delle loro creatur e, ma più ancora dalla sodd isfazi one di adempier~ degnamente il loro dovere verso la socie rà col fornire a quest a sani e forti e buo– ni elementi per la marcia faticosa ver so un mi- giore dom2.ni. A. Mari. Co nt ro l'alcoo l i smo Nella seduta parlamentare del IO luglio se., il compagno dep uiato Edoardo Bonardi - che è un a celebrità medica - ha pronunc iato un forte disco~so per abolire il doloroso antagoni– smo che sta fra la politica imper ialista di un popo lo guerriero e la politica sa nitaria di un popolo civile. Da questo discorso togliamo la parre che si riferisce ali 'alcool ismo ed in un pros simo numero pub bliche remo quella che par– la delle rn:il2.trie celtiche fra i soldati e delle loro terribili conseguenze Qu elle fra le nostre compagne che volessero leggere il discorso integra le posso no chiederlo alla Libreria del! 'A 1-·anli! ~· l Le popolazioni italian e, per abitud ine se col::r– re, bevono, purrroppo, tutto il loro vino. E quelle che non lo fanno, che non lo proda ~ cono, fanno sacrifici degni di migli or causa per procurarselo. Vedansi gli spacc i di Tran i per le vie di Mi– lano, sempre rigurgitami di avventori. li popolo italiano , nell a sua grand e maggio– ranza , beve troppo vino. Basta dare uno sguar– do alla statistica sulla produzi one vinicola no– stra che tocca i cinquanta milioni di ettolitri e si confronti la rela tivame nte modesta espo rta– zione di vini colla importazione e si avrà un criterio preciso di giudizio circa il consum o 4 di vino in Italia. il minis tro Bianchi ha rilevato i marchi in– delebili che 1·es agerato con sumo di vino ha im– presso sul popolo italiano , così nella part e so– matica col difettoso sviluppo organi co e le note di debolezza, denut rizi one, com e nella parte psichica, colla irritab ilità, la litigiosi tà cara tteri – stica del nostro spirito individuale e collettivo. L'osservaz ione è tanto più grav e in quan U> proviene da un psichiatrica e da un neurop a– tologo dell'autorità di Leonardo Bia nchi - con– vinto assertore di quella legge del More! sulla eredità patologica progressivamente intensifi can– tesi - onde manifestazioni e lesio ni relativa– mente miti in una prima generazione , se se– vere norme di eugenetica non intervengano a sottrarre la formazione della fam iglia alle spe – culazioni del contratto di matrimonio ed a ricon– durla sotto le grandi ali della simpatia, de ll 'a– more , dell' igiene .si aggravano nella generaz io– ne success iva, si fanno specific he e si siste– matizzano nelle successive fino alla distruzione dell' indi viduo , della famiglia, della razza. Parla eloque ntemente , in propos ito, la storia di alcune fam iglie regnanti, qu ali i Borboni_ gli Absburgo, gli Hohenzollern e nella letteratura i Rougon-Maguart di Zola. Non farò perdere tempo ricordando le st rag i dell'alcool nell 'organismo, strag i dovu te al lun– go permanere in circolo dell'alcool. a contatw cogli organi dei \.·ari apparati ed alla trachicità tanto maggiore quanto è più alto il peso e la comple ssità molecolare dell'alcool , dal metilico. all 'etilico. all'am ilico, al leuti lico, ecc. Sono nozioni . ormai, di coltura generale, le stragi dell'alcool, la cirro si dei fegato sec onda– ria alle lesioni di sto maco , l'arte riosclero si, la degenerazione grassa del cuore, la scle rosi ed a– trofia delle ghiandole sem inali, onde una steri– lità per alcoolismo superata soltanto da quella dovuta alla sifilide. Berthollet e Weichselbaum descr isse ro una sclerosi delle ghiandole sem inali maschili, con rapida diminuzione della sperma toge nes i e del pottre fecon dante dei nemospcrmi, che fu spe– rimenta lmente confermata nell 'lstitutO anatomo– patologko romano; su codeste lesio ni e sulle gravi imperfezioni del germe concepi to di Forel fondò la sua teoria della blustoptoria. La madre dedita alle bevande alcooliche av– ve lena I 'e mb"rione prima , poi il feto , e -se il bambi no non è nato morto per part o prematuro o non è mor to nei prim i giorni di vita , la ma – dre , allattandolo , completa la sua rovina per I 'al cool che passa nel latt e. E disgrazia tamente, la sciagura ta edu cazione, la se nsazione momen tanea di sollie vo e di bene sse re . conduce la ma– dre ad avviare il bambino , il ra";azzo ali 'ah uso alcoolico. Cosi a poco a poco il disac;tro s1 c~ten– de ed approfondisce, alla rovina fisica ,i a~– giunge la morale, esulano dal focolare la puli zia, la parsimonia, l'operosità, l'ordine, e vol– ge fatalmente I de!i'.to Dalla recent e sratist ica del Mendelsohn risul– ta che il 70 per cent o dei discenden ti di alcoo– listi so no alcool isti : il 60 per cento dal padre, il 5 per cento della madr e, il t 5 per cento da entram bi. Dalla sta tistica del Garnier circa la crimina– lità minorile, I'80 per cento de i criminali pre– coci sono figli di alcoolisti. Ricordate l 'apost rofe di Diogene al ragazzo idiota , in Plutarco: Tuo padre doveva essere turpemente ubriaco quando tua madre ti con– cepì'. Ma I ·organo su cui l'alcool compi ~ le sue più terribili s1ragi, sotto le parvenze della gio– condi tà, del senso di benessere, di maggior ca– lore , di oblìo della fatica e dei patemi d'an imo, è il cervello. Già Orazio cantava: Tu spem reduc is 'mentibus anxiis - rivolg endosi ali 'an– fora ricolma 1 11 grande mate matic o, fisico, fisiologo He l– mholtz, mente vas ta ed armonica degna di sta– re fra Newton e Galileo 1 dichiarava che una piccola quantità di alcool ottenebrava il suo in– tellett o e sopratutto gli toglieva quelle subite sin tesi, quei paragoni e giudizi d'insieme da cui nasce va la soluzione dei gravi problemi che egli ebbe la fortuna di affrontare e risol vere. lo non sono un bigotto dell 'a nti-alc oolismo, riconosco che chi lavora specialmente di musc o– li e all 'aperto , traspirando e ventilan do abbon– dant eme nte i suoi polmoni , può avvantaggiarsi di un mezzo litro di buon vino da pasto, bru- ...ciand o ed utilizzando come alime nto term oge– nico , di risparmi o, i 50-60 gram mi di alcoo l di mezzo litro di vino comune. Ma nell a persona dedita a lavor i mentali in cui richiedesi acutezza e prec isione di sensazio– ni e percezioni, prontezza e lucidit à di ideazio– ne, raz iona lità di giudizi o 1 sop ratutt o prontezza perfez ione de i proc ess i associativi che legano i centri perif erici con i sensi senso riali i centri ideativi , cogli emotivi, coi volitivi 1 cogii inibito– rii , qui 1·a1cool deve essere assolutamente vie– tato . E dico al ministro della guerra : sorvegliate I·uso dell'alcoo lnell 'ese rcito. Lontana da me ogni intenzione di allu sioni personali; parlo per profonda convinz ione ed a fine di bene. Ma se nei so ldati e nei gradi me– no alti dell'ufficialità deve esse re sorveg liato l'u – so dell 'alcool pe r le probab ili conseguenze isto– patologi che degli organi della vita vegeta tiva brev emente soprar icordati , quel! 'uso dev e esse– re severamente limitato ed anche abolito negli ufficiali super iori, ne i comandi supremi. dove da un istante all 'altro posso no prese ntarsi quelle grandissime contingenze che es igono agil ità e prontezza ment ale assoluta. Chi porrà dir e quan– ti disa stri irrepara bili rurono e sar anno in rap– porto coli 'a&uso dell 'alcoo l > E' un merito insigne della scuola ana tomo– potologica romana , del Marchiafava, dei Bigna– mi. del Nazari , del Mingazzini, lo aver dimo – strato anatomicam ente le gravi alte razioni del corpo callaso e degli altri organi che sta bili– escono ampie e complete re lazioni fra i centri superiori percettivi, ideati\ 1. volitivi e inibitorii del cervello uman o. Ed in questocampo, lo ripeto, la legge ferre~ di eredità morbo sa intens iflcuta e progr essiva del Mor el opera le sue mag giori rovine. DaJla diminuzione di memoria, atta debo– lezza mentale , al perver tim ento del senso mo– rale , al feroce egoismo e cinismo , giù giù fin9 alla inhumanitas ebriosa degli antichi è un pre– cipitare continuo verso il peggio del malat o. della sua disgraziata fam iglia , degli opifici, delle aziende alle quali esso appa rtiene ... fino a che. o fra le orribile allucinazioni del delirium tre– mens in un manicomio , o suicida per la gravis– sima, invincibile melanconia alcoo lica si chiude la più terri bile via crucis che uomo si sia preparata in terra - Ieri, iit una pubblico riuniont•, un sir,nor,, h,e,i rf'st ito , a1,r11rlr, in/ 1•s1J un ' n1u•r,,.:a rlu• por/rn•o fl 1Ù$1·1,tr1•a di polilicn, l" qridò - (( Vo i o,ul rtlP ri. fra f' Lo r·ol:a .In 1': fJU1•/lr1 tli rirrwrulr; 'lii ri.\ 110.çr pronlr,111 Pntr• o Snnr, u,w suo ope– rnilf. ,,,,nr,r IJ1·111t1J/riti: /,,, lasl'inlu da /Hl Jlr-. :o qli a91ti do r·al:11. T.at' fJT<J al trlaio. in offi.. rififi. Pù. f$1, du11rJUP rJcr1tpflrm1 1rnrh'fo di pr, l,lica ! Cose piane, - Chevita dacani ! Anna, operaia socia lista Angela, massaia . Anna. - Sicuro, cara mia, è una vira da can i quella che si mena ogg igiorno! non ho mai visto nulla di simile! P iù si lavora. più si guada gna, e più se ne spe nde; sem bra che i de nari si fondano nelle mani . Se almeno spen– dendo tanri soldi si compe rasse bene!... nossi– gnori : porche ria, vera porcher ia! Vino acid o, burro, lard o ranc ido, riso immangiabile , pane duro ~ nero che non va giù ... latte ann acqu a– to.. insomma ci vorrebbe la borsa di Torlonia e lo stomaco di uno struzzo per poter vivere! Angela . - Cara Anna , gli operai non sta– ranno mai bene finch è regnerà la bor gh es ia : più aumentano i salari e più rincara la vita e I ·operaio si trova sempre allo stesso livello an– zi le sue condizioni peggioran o sempre pi~ ; il necessario che manc a ali 'operaio è il s uperflu o dei padrOne; finchè vi sarann o quell i che sfrut– tando s'a rricch isco no, vi sa ranno quelli che la– voran do mu r,ion di fame . Anna. Nemmeno coi s~Jdi a!J~ n:ano s i pu ò avere il fabbisogno ! Si gira e s1 gira da un neg ozio al! 'altro per dell e ore .. .,)) C'è lo zucchero? .. no : c 'è il 1a·rdo? ... no ; e è il riso ? ... no; c'è il burro ... no... no, se mpre no ! Si perdono delle giornat e iri que – sto modo , per poi sentirci rispond ere mala– mente ~o":'e a tanri cani, da quei s uperbioni di bottega 1. 1 Quali embrano i padroni del va– pore ... e ci succhiano il sangue , ci succhiano .. ci levano anche la pelle. .. rub ano, adultera– ~?· bag~ano il carbone p~rchè pesi di più e via 1 seguno. -- E quand o s1 va a comperare biso– gna pigliare quello che danno e pagare quello che vogli_ono e tacere .__ Ang~la. - Questo poi è un po· troppo! i botte gai fanno così con quelli che possor;9 pe– rò. a~profìtta1~0 _dell'ig noranza degli acquirenti P~ rb1str~ttarl1 ed, imb rog liar li! Ci vuole un po' d1 energia cara mia; dopo tutto siamo noi che p~rmettiamo loro di far lusso, di viver bene e d1 am_muc~hiar quattrini , siamo propri o noi; gli operai , gh stracc ioni! ~as~ereb b:e che noi avessimo un po· di fi– ducia m noi stessi ed il giusto concetto dell e nos~re forze . per rime diare un po· a quesri mah . Per fortuna che ci sono i soc ialisti al Comu– ne. che per frenar e la cagnara botteeai a han– no messo il calmier e. ~n~a . - Il calmiere ! Peu ! quello è buor. o ! Chi e, guarda al ca lmiere! Angela. - . Scusate cara' Anna , ma non guar– dano al ~alm1er e quelli che com e voi, pren do– no ~rop n o ?usto a farsi pelare dagli esercenti esos i, que l!, che non sanno i propr i diritti o che vivono nel mondo dell a luna ! ~n~a. - Sì, sì, avete un be l dire voi ! ma se 1en sera ho voluto far la min es tra ho dovu– to pagare il lardo 60 cen tesim i i 'erro.. altri– menti non c 'è spesa ... Angela. Brava! ma io vor rei che ve l 'a - vesse fatta pagar e il doppio! è così che si pro--– ~egge la frode , è cosi che si ingrassano i fur bi e cosi che rovi niamo gli altri facendo i gonzi_ .: Anna. Ma che cosa avrei dovuto fare? Angela. - Denunciare l'es ercente che ~on o~ser\"a il_calm iere: non ci sono i so rveglianti? S1 \'a e s1 denunci a ... Ah, se tutte le donne fa– cessero cos ì ! se tutt e le donne , Je massa ie che soffro~o, che faticano de nunc iassero i sopr usi, non s1 pre stassero alle mire ego istiche di molti. ma sapessero far valere i propri dir itti! An!ia. - I~somma bisogna pur tener buoni questi bottega 1. .. sono necessari anche essi ... Angela. - Ma fatem i il piacere! non sono affatw neces~ ari. il socialismo elimin erà t!.ltte quest e sanguis ughe! 1n~a . - 11 socialismo? ... M!l cosa farà il socialismo ... chi ve nder à allora? An_gela. .- ~a vi saran no delle grandi coe– pira tJ\·e. c10è 11 mon opolio di tutt o sa rà nelle mani dello_ Sta to o del Comune, Io Sta to O il Comun e .direttam ente fornirà queste cooperati– v~_. s~~n ra nno così i gr oss isti, i mediatori. e g~u. g,u , A_no al piccolo botte gaio : la merce giungerà direttamente nelle mani del consuma– t~re con -~r~nde suo van taggio econo mico: non c, sarà_p1u ti gros sista che incetta e guad agna, il med iatore 7he guadagna, l'esercente che gua– d~g~a . non c1 mangeranno più vivi. .. i salumie– ri. • droghieri , i pr es tinai ecc. ecc .. ; non sa– rann~ ch e sempli ci impiegati incaric ati de lla vendita .. _ Anna. - Aspetta cavallo che l'erba cresca! .. Q uando verrà questo soc ialismo A_ngela. - Quand o il prole tar iato saprà va– lerSf_ della propr ia forza. quando il proletariato c~sciente compr enderà l'in comp atibilità del re– gime borghese e saprà sbarazz.arse ne. Anna . - Ma come si potrà addiveni re a tut– to questo? Angela. - Non certo ubriacando si best ial– me~te nell e bettole, nè lasciando si calpesta re supm1, nè comp erando ad occhi chiu si. nè pa– gando cent o quello che vale cinquanta. nè la– me ntandosi sulle ringhi ere colle comari. B~ogn~ cercare le cau!,e della crisi, bisogna studiare. 1 ~rob l~mi che ci riguardano. bisogna trov~re 11_nmed 10 ~I ma le. è il comriito dei pro– l~tar1. Nei orolet1'!ri sta la forza, nei pro letari sta I avv.er.to d~i socinl.i~mo 1 Nerina Giti,,lf Vnlonterio

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