La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 8 - 18 aprile 191

A PROP SITODI EDUCAZIONE Siam o in debito d'una risposta alle no– stre compagn e, per ciò che riguar da il pro– blema educat ivo rig ua rdo alla guerra. Dir e che la guerra ha le sue irigini nel– l'educazio ne che si dà ora al ragazzo è co– me dir e che la tubercolosi , che miele un milioni di vit tim e all'a nno, ha le sue or i– gin i nella deficenza di norm e igieniche nel nost ro regime di vita . Indub biam ente le norme igieniche pos– sono evitare molti casi di tube rcolosi, ma la ma lattia terr ibile dil aghe rà semp re, così spaventosamenle 1 fino a che le condizioni di vita e di lavoro sarann o mutate. E) perchè le condizion i di vita e di lavoro 1nutino veramente, radicalmente , è neces– sario che si trasf orn1ino le basi economiche della nos tra società. La stessa cosa si può dir e del problema educativo. Lo neghiamo forse? Gli toglia– mo della ' sua importanza amm ettendo la sua relatività, nelle complesse cause che a– giscono. più nella vita collett iva che in quel– la individual e? Tutt'altro. Poche madri, ora che quarantaquattro anni di pace, ci avevano abituate al pen– siero che la gue rr a fosse una barb arie su– perata , avranno fatfo ai figliuo li l'apologia della \'iol enza. La maggior part e avrà ins egnato il rispet– to alla vita umana, pa rlando alle sue crea– ture , le par ole della -pace. E pochissimi sa– ranno stati gli uomini che, consc iament e avranno voluto la guerra. I soldati che comm ettono ora at rocità nelle terr e di conquista, che si ucci dono , si dilan iano, si affamano a vicenda, saranno pur stati , nella loro maggi oranza , tranq uil – li e buoni lavoratori, a cui i'idea della vio– lenza e del delitto non s'è ma i affacciata. :via nell'in dividuo, preso isolatamente, non agisce qu ella forza, chiam erei qua si incon– scia che agisce sulla collettività, trasci nan– dola ad att i inconc epibili di violenza, o di eroismo! Gli stessi uomi ni che s'uccidono ora per una gue rr a a cui noi non possiamo pensar e che rabbrividendo, potranno essere que– gli che, mossi da un'altra sentim ento, da un altro bisogno in circosta nze e condizioni diverse ci potranno dar e la rivoluzione. E la rh-oluzione 1 come la guerra, non sa– rà Yoluta. nè preparata da nessun indivi– duo, ma dalla collettività, in date condizio – ni economiche e sociali . Può l'educazione dirigere verso un fine più nobile che non sia la guerra, tutte le magnifiche ene rgie dell'uomo? P uò essa trasformare la coscienza d'un popolo? Ind ubbiament e è un grand e fat';ore di miglioramento moral e. }.1a per educazio– ne noi non inten diamo solamente qu ella che vien data al ragazz o nella famiglia o nella scuola; la società tutta. l'am biente. le abitudini, la vita che il ragazzo vive all'in– fuori della casa, servono a dar e al suo tem– peramento un'imp ronta speciale . .'vii spiego. Se lo stesso ragazzo che io educo a ~1ilano lo porto in Africa, adope – rando lo stesso metodo educativ o, otter rò risultato diversi, per la diversa suggestione che egli subirà dall'ambiente. :Selle nostre scuole, in Italia, noi possia– mo per esempio esaltare l'amor patrio, ma troviamo nel nostro scolaro un'ani ma poco preparata a sentirlo per quello scetticismo di cui il popolo nostro circon da, l'idea di patria. In Germania invece tutta l'educazione è stata indiri zzata al concetto della superio re grandezza della patria tedesca. Potevano le madri insegnare la pietà, la bontà. la fra– tellan za, ma uscito dalla sua casa il ragaz– zo trovava la società che pure parlan dogli di pace,. aumentava minaociosamente gli armamenti, gli metteva in cuore quel su– perbo germe, per cui mentalm ente, egli col– locava il suo popolo, al di sopra degli altri popoli, e mentre ogni uomo, lavora va e pensava ad opere feconde di paoe, incon– sciamen era trascinato verso un fatale sogno d'egemonia. E a questo sogno imperialista lutto tra– scinava il popolo tedesco : la letteratura, la religione stessa, la sua cultura, l'ammira– zione per la forza che gli tributavano gli altri popoli. E un bel giorno, sen za quasi che se ne rendesse ragione l'idea della guer– .rara lo trovò preparato. pronto deciso. Ritorno a un pensiero già espresso in un altro mio articolo, che ha suscitato qualche opposizione. Se l'educazione deve avvia– re un popolo verso le serene ed elevate conquiste della paoe, non solo la madre, o la maestra, o quella qualunque educatri– ce che guida il fanciullo deve parlare di pa– ce, d'amore, di fratellanza, ma tutta la so– cielà deve prepararlo, tutta l'educazione collettiva deve avere un'intonazione e non un indirizzo diverso. Io non dico che le madri. le maestre, le educatrici in genere non debbano e non possano suscitare nel ragazzo l'amore d la- LA DIFlfBA DELU: LAVOOATfilGI voro, alla pace, e l'odio verso la violenza che ha la sua su pr ema estrinse cazione nel– la guerra. Dico che non basta. Ripeto che, se ba– stasse, la propagan da per la pace, fatta per tanti anni, dai pac ifisti di tutto il mond o non avrebbe fatt o un falli mento cosi com– pleto . Chi esalta la gue rr a, in tempo di paoe. nelle nazioni che hanno raggi unto la libe r– tà politica? Non ne sentiamo tutti il tragico orrore? Non la deprech iamo tutt i? Eppu re non è stata possibile ? E non assistia mo ora ad uno dei più terriliili conflihti di popo li che la storia registri ? Vuol dire che si operano nella vita , anco ra, e-On me:Zzi te rribili. dei r ivolgimenti sociali, 'che si pr escr11~a?10 a noi quasi con la fatali tà e con l'inevitabili– tà di un cataclism a. Rimuov ere ques te possibili tà? È un'u to– pia pensare che Io possa far e la società ca– pitalista, coll'antagoni smo d'inter essi che crea fra nazion e e nazione. Dovremo vivere dunqu e con l'incubo cterla nostra impot enza? Compagne car e, al socia– li~mo noi siamo venute app un,to perchè ci ha addita to la speranza unica di salvezza. Come educa re dunqu e il popolo? Da so– cial iste. E non scoraggi arsi mai, anche quan– do i fatti semb rano smentirci , an che quan– do, co1n e ora, l'int ern azional e sembra un magnifi co so'gno di bontà e di giustizia svanito. Le file spa rse si ricomporranno con la fe– de e l'ene rgia di tutti e la pace vera non nasc erà che da essa, perch è l'int ernazion a– le sola potrà rimuov ere quelle condizion i economiche che creano con gli antagonismi ie lle class i, anche que lli delle nazioni , che ostacola no la lib ertà degli scam bi e della produzione , che fanno vedere come una ne– mica ·1a nazione che si avvia verso forme di lavoro più progredit.e, che creano inimi– cizie che solo 1a gue rra può risolvere, o a– micizie mant enut e da milioni di uomini ar– mali, amic izie fatte o di prepote nza, o di vilk'l. MAlUA PEROTTI BOR."IAGHI. In Galleria, a Napoli, una donna ingeri– va a scopo suicida, una miscela venefica. Lasciava , l'infelice, una nobilissima lettera , raccomandando i suoi tre figli, pei quali doveva uccidersi. La carità cittadina ave– va dato alla donna macilenta e miserabile, un soldo, e i figli da sfamare erano tre. Co– me può reggere un cuore materno alla fa– me delle sue piccole creature? Vicino ai suoi poveri, piccoli cenci uma– ni, erranti, costreUi a far tacere il rnoiso del loro stomaco che voleva, pr opr io vole– va rnangiare, non vassava continuamente, l'immagine dell'infancia gaia e bella, col balocco costoso e l'abitino di velluto? È vero, a questo contrasto d'ogni giorno le rnadri povere sono abituate. 1l1a quando i barnbini hanno fan ie, nessuna madre si rassegna. E poi i birnbi non capiscono e, rnale o bene, tanto o poco vogliono 11ian– giare . Che voteva dare la madre, se non il suo schianto? Qualch e cosa aveva forse ancora, da poter dare, nella su7nema dedicione del suo aniore? Qualche cosa si, Le rimaneva, di 1niserabile, 1na di suo ancora : la vita. Quante signor e eleganti passavano! E nessuno vide negli occhi della donna, la tragica espressione d'un 11ro11ositodispe – rato. Napoli è avvezza alle migliaia di piccoli (< scugni:z i )) che vagabondano per la città, svor chi , stracciati, seminudi, per cui l'ac– cattonagg io è un mes tiere e che costitui– scono una e< caratteristica » della città. E nessuno ca71ìche i tre bim bi sudici e– rano 1 tre creatur e che morivano di fame . Il dolore e la mis eria hanno l'aspeuo delle cose comun i, a cui non si guarda viù. (j J atevenne e lasciateci in pace! » avran– no detto i passeggieri fre ttolosi o nion dani della Galleria. « Non ci sono 11iù ora i te– deschi e gli ingl esi da sfrullare coi vostri cenci luridi e coi vostri lazzi! )) . .4.vrà vensato la m,adre : cc Se mi uccido avranno pietà delle 'mie creature , Forse le ricovereranno, avranno pane , e cure, e non dormiranno 11iù sotto un vort ico lurido . Che a/tendo dunqu e? Che la fame me li uc– cida? Con l'unico soldo si comp erò della potas– sa caustica, prestò una matita, scrisse po• che righe raccomandando i suoi tre figli , tentò d'avv elenarsi. Fu soccorsa, salvata. Salvala da che? Dalla morte, non dalla miseria . La rniseria dilaga troppo. La ca– rità è impotente . La carità non è previden– te; rim edia in piccola part"e,attenua; salva una creatura , ne lascia morir e un'altra. La carità è avara , ha la sordida avarizia del milionario che dà, brontolando, le briciole del suo banchetto . Che farà la povera donna che tentò inva– no il suicidio' Naufragherà ancora, proba– bilmen te, nel mare infinito dell'infinita mi– seria umana. NINA Musso BoRNAGHI. LOTTEE DIFESADELLAVORO Per i prossimi lavori d risaia 1 lavora tori delta terra. nel congresso te– nu to recentemente, votarono un ordine del giorno circa l'emigraz ione in risaia, che cre– diamo util e far conoscere alle lellrici del– la << Difesa i, facendolo seguire, da quelle considerazioni che Nico Gasparini pubbli– ca sull',.,_ Avanti! 1,. L'ordine del giorno as– sunie un'im ,portanza specialissim 'a in un anno, in cui la gu erra serve c01ne giustifi– cazione alla violazione di leggi protettive del lavoro, conquista te con tanto sforzo dal proletariato . E poichè viviam ,o in una tragica ora cl' a/lesa , e la guerra per quanto depr ecata, può coinvol gere doraani anche il nostro paese, le donne tutte operaie, contadine, ri– saiole hanno il dovere di cercare di non es– sere eventualmente sagge/le, ad un dop– pio sfruttamento. Se l'Italia dovesse dichiarare la guerra , coi richiamo degli uomini più validi sollo le armi, i lavori di monda dovrebbero es– sere falli dalle donne, anche qu elli, che per il passalo, furono foiti unicame nte da– gli uomini. Le operaie, e per esse le orga– nizzazioni economichr devono lottare per– ché lt donnr, obbligo/e dalle condizioni ec– cezionaJi di vita, od un lavoro che 1:,pette- 1ehbe agli uomini, non accettino nessun contruAto r.Jir> olle rondizioni pn cui lavo– ravano r1uesti. Nr,ssuna donna, nelle risaie non solo ma negli stabilimen ti, nelle officine, ncg/;° im– pieghi acce/li lo s/ru uamento nuovo a cui la borgh esia capitalista /'assoggettrrr bbe. La gu erra, porterebbe, pur troppo, un au– mento nell'offerta di lavoro. Gli uomini P lr donnr> che rimarranno, a casa, se mai, fr,rr>bbrroun'oprra dirri qva si krvrair o ac– CPl/anrlo di lavororr, pci figli , pei frotPl– li, per ; morili lontani, offrendosi vn o vol– to ancora allo s/rul/omento spiPlato rlrl/a borghPsia. Ecro l'ordinP del giorno votato dai lavo– rat()ri drllo lrrro, nrl suo trsto: (t n. Congresso, e~arninate Je condizione ge– n~rah del mercato locale di lavoro per l'im– p:ego della mano d'opera fem.mini1e· dsto che non è possibile predic are l'a- stensione dalla risa ia alla mano d'opera fem~ minile tro·ppo provata dalla lunga disoccupa– e;ione in cui versa, lascia !ibere le leghe di trovare contra tti -per il collocamento di ope. raie mondine-; esprime però il Yoto che esse non deb• bano accetta re offerte di lavoro a condizioni inferio ri dell a scorsa stagione; chiede che le auto1ità vigil ino perchè la legge sia 1<spetta ta specie laddove fissa che sieno i propri eta 1i o i loro mandata ri a con– tr attare; invoca ,pure dal Governo la nomina di i– spett or i fissi per otten e11e il riscatto della leg– ge; im pegna le leghe ad esige re al momento della contr atta zlione l'·assistenza degli uffici ~ederaili, obbligan dole nello stesso tempo ad informa re l'ufficio feder ate della località dove si recano e dei patt i con\·enuti. Chiede inol– tre dal Governo maggio ri rib a::,,si per il tra– s1:orto ferroviario aW a compe nsar e del mag– gio re costo del la \7ta, ed in pari tempo invo– ca dai Comuni dove si recano le mondine, la fornitura delle squ adre, di pan e di frum en. to al prezzo di costo 11, I:: noto che ogni an no, nelle risaie del Mi – !ane-:-e,. Pa\:ese e . Novarese, emigra no dalle provmc1e d1 Reggio, Ylodena, Bolo!Tna Pi a– cenza, Mantova, Ferrara, circa cinQua1-itami– !a ct1:rnr:ie .. 8 pure noto che vi è una legge 1907 m v1rtu .della qua le ,le figur-e dei capo 1:ali so– no state cancellate 1),er crearne altre, dei così cl.etti <e mandata ri degli ag ricoltori n, rfresti– t1 della facoltà di contratt are pe r conto di quest i, senza pote re trattenere niente sui com– pensi clUJ si fissano per le IO.\'Orittrici. Ora inv,ece, siccome per un'infi nità. di cir– r~sta11_ze ohe qui è inutile esa minare, l'o rga– nizzarh10ne non può anco ra intervenire pe r la cont ratt azione diretta; e siccome anc he il Go• v~rno non intende per la prossima stagione d1 f:lOnda fa re J'esperi mento degli uffici inter– regionali di collocamento; e siccome infine !'.annata si presenta peggiore delle preceden– ti_ per l'aumentato nume ro di disoccupate che s1 offrono a fo11nare le squad re, i caporali cre~ono di ave re piazza libera, e pare si pre– parmo ad elud.ere la legge a tutlo danno delle povere risaiole. Esç:i cioè girano ad offrire compensi infe– riori di q11e!lipercepiti gli onni scors i, addu– cendo 1.1n'i11finità ar pretesti. Gli ag ri coltori dicono di essere costretti a seminare meno riso in causa della gue r ra. Ora è bene che le opel'aie, e per esse le or– ganizzazioni, vigj}jno per impedire anz itutto la violazione della legge nei riguardi del ca– P?ralato, ed anche si acce rtino che i compen– si non siano inferiori a. que11i avut i nelle pas• sa.te c,;tagioni. Poir.hè è proprio riJmttante che, quando il prezzo del ric;o è così in r:alzo come lo è at– tualmente, e-d il costo della \"ita è cosl enor– memente rincarato, debbano proprio essere solo le lavoratrici a sopporta rn e le consegue n– ze. L'ordin e del giorno trac cia una line a di con– dotta, un programma che dovrebbe a mio avviso veni re affen ato dall'organizzazione na– vion ale per la tutela e la difesa deMa sa lute, del.la dignità, del sala rio <lelle pavere ri sai ole. Quello ohe si domanda neH'ordine del gior– no è il minimo di quell o che nel momento at– tuale posso no chie dere le lavoratrici di ri saia . ~oi dobb<la,moag,ire con tutte le nostr e forze perchè lo possano ott~nere! Nrco GASPARINI. {In attesa del Congress o) Il reclutamento delPersonale. Un fatto la cui. importanza non può sfuggi – re a chi studia le cause del profondo malcon– ·tento esistente n.ei1 telefoni, e delle deficie nze rivelantisi nel servizio è il modo come viene fatto·il reclut :unento del person ale di commu– taa..ione. Le donn e possono entrare nei telefoni a 16 anni - il limit e massimo si arresta ai 20 an– ni. L'runmin istrazio ne accof""Ja però, ln pra – tica , la preferenza alle giovi.nette di min ore età, a quelle che avendo app.ena supe rat o il periodo cr-itico dell'a doloscenz a, si trovano in cruel momento della vita che converg e verso il pieno svilt1'PPOfisico. Ora non è chi ign orf orama i quale logorio di forze sia ri chiesto dal servi.z.iotelefoni co. A 16 o 18 an ni, quando il sang ue ha bisogno clii arr icchirsi di globuli r?ss i per da re consiste nza ai tessut i e vigore a1 mu scoli, la ferr ea discip lina quotidian a dei t~lefoni comprime l'orga nismo in un 'applica– z10ne costante di servizio di sette ore, una ten– sione nervosa che rasen ta il ma:rtirio, le cui consegue nze sono ben note ai rnecNci fiscali del'anuninistra.zione e ai diri genti gli uffici di commutazione. In altre indu strie, le lavoratrici sono tute– late da leggi ben più umane e prevldenbi; la donna, la fut ura mad11e,può trova re ass.isten– za, sia nel caso d'infortuni su l lavato, o per un a sp;eciafe iprotezione , ne1l'eventualità .cli malattie <professionali, o trova difesa nella stes.sa proibizi one leg-.islati:,va del lav oro not– tu rno. Ora, quale infortunio più grave del le:ito con_s-un:iodi forze che mina i più robu– st_i,orgam.sm1, anemi!Z.Za,esa utora, tra scina le p1u .deboli -verso ],e malattie polmonari, le ren. d~ maid_atte, non soltanto al loro obbligo so- ~~~1:0 1elll:v~~ie~itài rnnanche a quello più .Una recente legge in favore delle donne ma– n tate ha avuto l'aria di ri solvere il delicato ~~~~ema della esiste nza -della donna negli Ma inv~ce è carusa di evide nte ingiusti zia q~a lora si debbano trova re di fronte due im- ~;f,~t~ :n~n~ 1~~l!ta:1ali debba ced-ere il posto Se un alto obbiett i'vo di protezione socia le ave~sero av:uto i provv edim enti legislativi che nell anno cli grazia 1915 sono venuti stillando a len~e goccie .sulle nostre piaghe telefoniche, la prim a, la più evidente, la più umana del– le leggi sa rebbe sta ta quella di arrestare il reclutamento dell'adolescenza. La fat ica de l serv izio q;i.10tidi.ano ass orbe quelle energie che nell'intimo lav orio della natu~·a dovr ebbero essere impiegate a formare nervi e m1Jscoli, a dare vigore di vita fisica a~le f u~ure pro creat ric.i delle nuove gene razio – ni. ~0.1 c~rc~eremmo 1m·ano fra le precise di– spos1z1on~ d1 con.cono ai telefoni, un solo in – ciso clestma to alla tu tela della donna. Se la legge òice chiaro il numero dei cent imetri di statu ~a occorrenti per essere ammesse ai te– l~fo1y,. se p~rla di alt re norme che debbono d1.sc1plinare 11 reolutam.ento, ciò è soltanto nel– l'int eresse del~'amministrazione, alla qu ale ro– bustezza e. v1go!·e devono essere sacrificati, ~ nJi~es~~rri spettw o ricambio, senza conforto l!n 1:ecluta~ento eseguito con pi ù alt o cri– teno d umamtà dovr ebbe introdu rr e la donna negli uffici d~ com1:nu~azione solta nto quando e~s.a ha raggiunto 1 diciott o an ni ,limite sta– b11Ito anche per l'am mi ssione al servi zio te– legrafico. Sotto qualunq ue as pett-0 si osservi il reclu– tam_ent~ attuale .esso offre i più gr avi incon – Yemen~1, e meri terebbe cli essere oggetto di un seno esam e e di un a sostanziale trasfor– mazione, se H Governo non si compo rt asse so– vente come un i ridustriale calco lato re e affa– ri.sta, che tienf' tant0 più bas si i s~lari quanto p1ù 11 suo nerso nale dipendent.e è giova ne. i!mnro... e avYentizio. GRAZIANI. Pe r il Pri mo Maggio . Compagne, La Redazione della Difes a vr eparerà per il i .1/aggio un num ero speciale. B perc hè esso sia l'espressione sincera dei sentimenti che tur bano l'animo delle don – ne socialiste, e lo specchio fedele delle con– dizioni di vita e d'am biente delle donne proletarie che più soffrono e lavorano, in – voca la collaborazio ne di voi tulle. i\! andateci notizie, propo ste, stud i sugli avvenimenti che si svolgono ogni giorno sulle istituzioni che conoscete. ' Raccogliete le voci delle vostre amich e e compagne di lavoro, ri7irodu cete i loro dia– loglii,_ parlateci dei loro sconfo.rti, rlei 1-.. , 0 dub bi, delle Loro speranze, siate sopra /?1/– /0 brevi, 7ierchè tulli gli scril ti ;cassano trovar posto nel ristretto campo del nostro foglw. Fa.te che il vostro lavoro non ci arrivi più tardi del 20 ap r ile. Saluti e solidarie tà. 1 Comitato della U. N, delledonne socialiste.

RkJQdWJsaXNoZXIy