La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 8 - 18 aprile 191

VARIET A' Contro un pre g iudiz io. Chi crede più ormai che il rovescia re il sale o l'olio por ti disgrazia, che il viaggia– re in venerd ì sia di cattivo augu rio? Son pr egiudizi da lasciare agli ignora nti non è ! vero? Eppu re pe r la ma ggio r parte, gli uomini 1 anche quelli che non sono ignorant i, sono Yiltime di un pregiu d izio antico quanto il m ondo. Quale? Si crede che il bere vino, ma rsala, bi rr a, ecc. sia cosa natu rale e sana quanto il bere acqua, che sia anzi un bisogno del corpo. :'\Tiente di più sbagliato. La maggio r pa rte dei ma li e dei dolo ri che gli uomin i soffrono, sono proprio dovuti all'a bitu dine di bere vino e liquo ri i qua li non sono alt ro che veleni potentissim i che roYinano l'anim a e il corpo. Tutli sa nn o che il vino rend e ubri ach i 1 allera il cen· ello. può condur re perfino al delitto e alla pazzia; ma pochi sono persua– si che, anche quando non cond uce a questi estremi , il vino, lentam ente, senza quasi che noi ci acco rgiamo, rend e il corpo pi ù fiac– co, meno resistente alla fatica e aTie ma lat– tie. togl ie al dso i bei colori della salute, invecc hia prima del tempo. Eppoi, chi può calcolar e il mal e che i ge– nito ri che bevono fanno ai loro figliu oli? Quanti poveri pi ccini pallidi , ra chit ici, ve– diamr> nelle scuo le; qu anti deficienti che non capiscono nu lla , che non impar erann o mai nè a legge re, nè a scriYere, qu anti di quelli che si chiamano generalm ente cal– th-i. irr equ ieti, rib elli ! Sono fi~li di alcoolizzati. Le madri di qu esti pi ccoli d isgraziati si disperano , piangono sull e loro inf elici crea– tu re e non pensano che la colpa è spesso dei genit ori, i qua1i per non aver saputo resi– stere al vizio del bere. ha nno pr epa ralo ai iigli una tri stissim a Yita. M . B. Abbasso la Guerra! S oi su1" oia.mo la guerr a, all o stesso mod o con cui subiamo l'oppr essione e lo sfruttam ,ento deLL·odierno orga n amen to sociale, per chè non siamo abbas tan :;a nume r osi pe r abbatt.erla. perchè l' ignoran:; a degl i sfruttat i permett e agli sfruttat ori di mantenere il loro dom inio. L 'esisten :;a della guer r a non signifi ca a(lat.t o che la solidari età non sarebbe assai piU 11r ofì– cua ai popoli. La constata : ione di un male prova la sua esisten : a, ma non lo giustifica. JEAN GRAVE. LA DIFESA DELL E LAVORATH ICI Per la buona via Alle compagne del " Risveglio " di Torino. A Yoi, compagne , che ho potuto ammi ra.re nella \'Ostra attidtà e nel ,·ostro entusiasmo dedico queste parole che mi sgorga no da ll'a1J1- mo riandando coll'irn magine i g10rni trascorsi insieme. Sono le pa role di una compagna mo– de~ta ma eh~ pur sente la bellezza dell'idea socialista. La Yita socialista ha le più belle attr atti ve colle sue grandi sod disfaz ioni , ma doman da continui sac rifici e sforzi per eleva rsi mor al– mente ed intellettua lme nte : moraJmente, di– Yentando migliori sia nell'intimo de l nostro io, come nei rapporti sociali; intellettua lmente sforzandoci di formarci una 1>iù elevata coltu – ra, e una pa rtico lare conoscenza de lle dottri– ne nostre. La bellezza di questo idea le ben compreso, ben interp retato, ha in sè il fasc ino che abbaglia gli ani m i, seduc e e conqu ista al– la sua causa i cuo ri. Sap piamo dun qu e 1·en– dercene degne spoglian doci del grett o nostr o egoismo, soffocando ira, odio. se laten ti in noi; spegne ndo ogni senso d'org,oglio, uni.forman – doci ai dettami d' un a coscienza retta , per non merita rci il rimp rovero del poeta : u oh! W che vuoi vince r ii m ondo comi ncia a vinc e1 te stesso n; sappiate comp rende re l'umanità così com'è, coi suoi vizii, colle s,ue virtù , coi suoi sac r ifici colle sue vilt à, colle sue gioie colle sue lag rime , coi suo i orrori , colle sue gran– clez,z..e.. Dice Goeth e : 1'uffo comprend ere, tut – to perdona re. Sapp iamo pe rò con tutt a fierez – za e franc hezza dir ma le al male ovunque es– so alligna, in coraggia mo ed aiutia mo il bene, plaudia mo ai sac rif ici, susc iti am o il senso di dignità, godiamo della gioia altrui, pian gia– mo su lle loro pene, detes tiamo gli or rori, am– miriamo le grand ezze... e così avanziamo ci liete e sic ur e nell' avve n ire Oh, sa nte le ire verso le ingiustizie sociali e verso i suo i soste nitori! ~la fra voi aleggi uno sp irito conc iliati•vo. Fate che ogni donna sta nca per le fatiche del lavoro e della lotta. affranta dai dololi o dalle avversità, ritrovi nel vostro circolo la qui ete soave che ristora e solleva l' animo, ne tempra le amarezze. Fa– te che essa da l sorri so, da ll'affetto vost ro di comp ag na, attinga novella forza e ardiment o– so coraggio . Questa gaia serenità sia In voi e per mezzo vostro sia portata oltl·e il limi te della vostra cerchia, cosi farà simpatfca la ,·ostr a lotta anch e ai profani e sa rà valido mezzo per far dei proseliti. P are a taluni che l'essere socialisti, signi– fichi urlar e sempre, protesta re, diffida re. No, non è la fede socialista che ci conduce a qu e– sto; è invece la nost ra passion accia di pa rte. La fede socialis ta, int esa nel suo vero senso, deve darci, con la ribe llione, la serenità, con la fierezza la bontà, con la forza l' amo re. ~1a eccoci di fronte al problema dell'educa– zione intellet tual e, senza la qu ale l'o pera no– stra s'ar resta at roffzzan dosi irr eparab ilmente. ~o i non dobbiam o com e i cleri ca li, attender dall'al to i d'ogm i di fede e con ess i ciecaanente crede re all'in fallib ilità delle persone. No, o– gn una dì noi deve sape r vag liare ogni te5rta , con imparzialità, senza lasciarci sedurre da roboanti parole, deve saper dubitare, prima d'accetta re o respingere; ciò Yarrà a salYarci da l settarismo , dalla presunzione, qualità ne– gative per chi yuole far proseliti all'idea. Taluno afferma che basta l' intuito, la fede ! Ah no, aJ buon senso innato bisogna nggiun– ge re lo stud'io. JJ libro, la scienza quanto ci fanno modest i e mig liori ! A vant i dunque compagne per la buona via, che ha per tutti un compito: se non sapete far discors i, fate propaga nd a spicciola, se non aYete tempo di legge re il Yolume , leggete l'o– puscolo e il giornaletto faci le. Operaie, conta– dine, maest re, scie nziate e magari umi li mam– me, tutte possono uguaJmente giovare alla buo na causa . A voi, compagne tor inesi, che ciò sapete l'augu rio di proficuo lavoro. La t·ostra compagna di Borgomanero . Car issima Difern, Sebbene s,ia breve il tempo che ti leggo mi è però bastato per conosce re i tuo i meriti e sebbene io non sia ayvezza alla penn a, pur e non ho potuto resistere al grande &esideri o di scriv etti, per inviarti un sailuto sincero. Dovrei d';rti molte cose, m oltiss ime, espri– mere tut ta la mia simp atia verso !e tue in– telligenti ed am ate collabor atri ci che lavo ra– no per la ca usa dei sofferenti e continu ano la loro ope ra anche se ta lvolta sono m al com– prese, mal con is poste. ).foltissi mi pensie ri s'affo llano alla mia men– te. Oh, rn sapessi esp rime rli !... lo li leggo eri– leggo o prez ioso g iorna letto e non mi sta nchi ·mai ! Anzi mi sembr a di trova r sempre qual cosa di nu ovo; mi semb ri lo specc hio e,·iden – te de' miei pensie ri. AJ1, come vorr ei che tu tte le donn e senti s– se ro la bellezza della nostr a fede ! La m ag – gior ,parte di esse trova no uni co confort o nel– la chies a. Eppu re anch 'esse vedono i cont ro– sensi che c'è nella religione del prete. Anche esse talvolta rag ionano , ma non sa nno 1·ibel– larsi aJl'abi tudin e anti ca e mette re eia 'l)ru·te la stupid a pa ura de ll'in ferno che h a ta nta p resa su i cerv elli ignorant i ! O compagne ohe legge te qu esto nostro ca– ro giorn alett o cercate di diffond erlo fra tu tte le lav ora trici; regalatelo alla vicfoa di cas a, alla compagna di lavo ro; fatelo conosce re ed amare, aUor a soltanto riusc iremo a in grossa – re le nost re file. Quando le donne saranno istruite sufficien– temente per capir e tntta 1a grandezza di que – sto ideale, quando si dissiper anno le tenebre deUa loro mente, oh allora sì, che saremo av– viate vers o un avve nir e in cui le gue rr e non ,·err an no più a funestare la vita civile ! B. L. Abbonatevi alla " Difesa delle Lavoratrici,, e pro cur ate abboname nt i. VOCI DALLE OFFICINE E DAI Cara Luci a, r ogliamo costi tui r e un Gru ppo Femmini le Socif;l.Lista: ma abbiamo bisogno di noti : ie in– torno al suo fun : ionam,ento, e sul modo di fa– re la propaganda fra le donne . rui:,i darci qualche consiglio? Una compagna torinese. Cara compagna , Ho passato la tua lettera alla seg retaria dell'C X. F. che lii risponderà dandQti con – sigli sul funzionamento del gruppo femmini le di cui parli . Qualche cosa ti posso dire io pur riguardo al modo migliore di fare la propa– ganda. :\ti pare che voi dovete fondare la ,·ostra c.:J-zione socialista femminile che aderisca al– rCnione ::\azionale, frequentando, quando lo IJOtete, anche le assemblee degli uomini, che più abituati delle donne alla discussione, potranno a.iutan·i col consiglio e con l'esem– pio. . . Come fJOtete fare la fJropaganda femrmru– le? ~ernplicernente come f>i fa quella maschile, tenefldo ralcc,lo che le donne s'affacciano so– lo ora alla vita po1itica. La -:.ezione nuova deve tener ca'.colo anche nel ~uo la\·oro di propaganda, delle condi– zioni ,Jj lavoro e di coltura de:Je donnf.' del p-.1ese, in rui ~orge. Se le donne non srm,o or– uanizzate deve aiutare il sorgere delJ orga~ ~izzazione, se questa esiste, cercare di raffor– zad-.1., di aumentare il numero delle .iscr,tt~, di parteripare alle loro adunanze,. d1 cons1- f[lif1rle, di rianimarle, quando si lasciano f,rendere dallo sr;oraggiamento, vedendo che non ùtteng<;nQ quanto df;siderano, con !:iolle~ titudine. :-ie c ~ qualche compagna fJiù coita o. 'e. vi ~arà certamente,, :e comfJagne la rncan<'hmo di rlrJrJnarle, r,er leggere. discuter", f'.fJmrnen– wre i gifJrnali e gli opu<;r:rJli sotirdbti. ()uan– do <Jualrhe co'-a de<;ce IOJo un po' di~idle ~ r~vol:iano pure, fJf.'r c:hif.'dere sf1ie:-.u.1.z1om, li~ beramente a I( Lur-ia" che sara felicis.;;ima ,1 ri~por1derf" o, ~e non ~ <JHlfJetkntR, di far ri-.ponde1e. . . ~ùpratutto alle donne bi~ognera far <:ap1re ,·he le .... ezjoni femminLi si JJJ'Of,ongùn<Jdi fari· OJJera C<Jrnune di prùpa~anda con le 61-Zi<m del partito, ma che -,ono sorte, r,rima dl tutto fJt'r la if>truzione intellettuale i11f"riore dPJla dùnM.1.. per cui è ne··es~ariù fra di lùr? un~.1. f!l"ùfJagand:.1. :1ncora più eJe1t1~flLHe, poi pe1• chè la dorma deve lottare r,er il C· •Ii~P,; ?1.ll · 1 11PntCJdi diritti, che ruomo ha già. rag~Jut1tlJ, prima rJi tutto qua Io del ,·oto arnm!n_ist,,-ati: ,.,J e r,oJitico; pc,i JJerchf! le sur~ c·rJnd1z1on1 d~ ]aYoro f-ono più mbere e lo :,fruttarnPnto d,d Ja donna. nella c:o<'ietà capitalistica, più sp1e- tag'1·1e..;t-0 ti dico perd1è non :i c1:eda .ch_r le donne ,·o,zliano farP una ~per- 1 e di socia.1.srno ternm inile. Le oper aie che costituiscon o il gr upp o cerchin o d 'is trui rsi, leggano, ~adano nelle ad un anz.e, alle confere nze, non s1 stan– chin o mai di parlare alle poYere donne igno– ranti e ignare de l social ismo, cercando ~i non pren derl e t.roppo di fronte, di fru· .capire I~ bontà della nostr a causa , senza derid ere mai quelle che sono siate le loro convinz i~mi di ier i. ~ ella propag an da fra Je donn e bisogna aYere molta tolleranz a, m olto ta tto, molto cuore . Bisogna far loro capir e, gradatrunent e, che il socialis mo è sorto per la redenzione eco– nomica e mor ale e avvicina rle a noi con la serietà dei nost ri prop ositi, con un lavoro s~– rio che dia aiUe don ne l'i mpress ione che il socialis mo ci mig lior a mor almente. . La nostra Difesa per qu anto lo ,potrà aiu– terà a fare questa p ropag and a fr a le donn e. E voi voletele bene, in rag ione de l suo fer– vente desiderio di farv i del bene. Tua Luc ia.. Cara Lucia, Non sono una compagna tessera ta, ma se– guo con simpatia La Difesa delle Lavorat ric i. rorrei discutere un 110' sul tema: ouerra e neutralità e spero mi si vorrà cedere la pa– rola. Jf i si permr:tta d'osservare che, da (JUant o si può dedurre confrontando fra toro i divr r si artiwli della Difesa, l'opinion,e di u Luci a n n1m. ;, quella ufficiale (dirò rosi) del perio di co. Q11esto sn,ibro rappresentare, o pe'. lo meno difendue ed, appoaaiare, il neutralismo asso– l11to, 111rntre u TJur.ia 1) roppreSPf!l,a qnello re– ln.tivo, r:ior~ quello r;he si ronrilta col lmon Sf'nso t! N1n mr,lti nobili sentimenti umani . l o sr.,no lolt:olta rassicuro.la e talvolt a lur– l1ota ria un dilemma; e lo esponao per avern(~ turP, 1,iuttosto che per opporre U1lf l obiezione: lo venso, dunque, che due sole ·rie ci sia.no or1Prte nel considerare llJ guerra: o non la roylirww a(lotto, mai, 71urhe la {JUerra è una. 1,orl,ruif,. vrw. mostruosità,, nn ruormr delit - 1,J 1nto ,.parPntosa in(Jiustizia ,, 11n'inr11wli{/– r,1;11ile a/Jnra:;ivnP; ed allora seouiar,w 'f ol– . toi pPr ru:,11r:ilarP c1t,, un nou1.1;: ra7Jpre,\e,i– tafinJ J fino alla NJmpleta non resi!:itenza. pe, e. ,,·er roPreuti a qursto principio, bi..rn– gnnr,1;1,r rwri rrayire rr,ntrrJ oli ovprPssori. 11rpp11N r:on lr a11erre d inrlipenrlenw e d'e– ff/(Jllripo:;irJnP; e rfon·Pmfflo 71erfl,nrJ ONO(Jlie– t" ir11 1 rmi tim·os<Jrr 11Plfo IUJ,Tlra patrio! () la non resislrn::.a, dunque, - o l'acr.e t– to:;irJr,I~ (r,rJ,\lrrJ molarodo) rlella [JuPrra, quan– do si tratta. di <lifr.ndere la giu~tizirL: r;ui11di rrJn.wcrata la averra di difeso, <l'it1.<lip1•1ulen– :.11, rl'Pmanr:ipazione, di ri1;endir(Jzionr drl di– ritfo ,•r;nr-11.lrato: P oon soltanto pP.r 11r)i, mo pn t11tti i p(JptJli Quindi .wrro do1. 1 PTe rli O(J1'ti vr,mrJ yrnerou; ,~ r:osrin1tP risponrlnr• ori og~i <J.Jipf'lfo in rli{psrt rlPl dìritfo e dP(lo. liùPrto,; P pPrcfo dP(Jtii di so1rmt0 onore, r/1 n1·rrpn:;a, di ,,r11fif11dine, i r<Jfontari di que.~te aw•rrr r par ticola rmente i nobili d·i[ensori del dir itt o alt rui, delle pa tr ie altrui. Allora se accett iam o questi prin cipi , siamo coerenti e pr epariamo ci, con pr ud en:;a sì, ma an che- con entu siasm.. o, con ard ore, ad int er– venire nel confli tt o attual e, per lr e ragion i ben defini te: t"iberar e i nostr i fra telli irr edenti dal gio– go insopp or tabile dell '.4ustri a, che r inn ova in quell e ttrr e te oppr essioni, le an gherie, le viltà del suo dominio in It alia; cooperar e aUa r isu rr e; ion.e del Belgio, ed agevolar e alla Franc ia la dif esa della pro– pri a terra , imp edendo alla foll ia tedesca di attuare · i l ,11roprio superb o ed in giusto sogn o di eaemonia ; affrettar e la fin e di questo or rendo mac el– lo umano , e vr omuove r e una pace duratur a. Questo il dilemm a che mi piace r ebhe pr o– vorr e ai neu trali sti as5oluti : per chè non ve– do secondo qual e pri ncipio essi agiscano; non cer to in omaaaio all' ideal e di Tolstoi , per chè son tu tt'altro che disvosti a mi te:;:;a e sott o- 1nissione; e neppure seauendo un concetto ragionato ed intero di giusti:;ia . rrrto, i neulralisti retti devono aaire in buo– na {Pde; ma forse il loro ragionamento è uni– laterale. Come mi risponde L ucia? Una simpati::.ante. A mica carissima . Lucia risponde ben ,·olentier i ad una non tesserata , ad una sirnpatizzante che ci segue con tanto intel'esse nella 11ostra ope ra mode– sta, e non nega cli sentirsi lusinga.la dalla speranza di parla. re ad una futura compagna. Chi sa? La divergenza d'fndirizzo lamentata tra ciò che scri-..-e Lucia e l'inlonazione del gio111a1e, non ci pare ,·i sia. Forse dovendo 1·bs1)onclere a. quesiti già posti, in questa n1hrica piuttosto che 11 ibadire ie ragioni cif'lla neutralità socia– lista s'è dovuto o,·,·iare a,d errori e correggere csrLgerazioni. )1a in tutto il giornale s 1 è cercato di segui- 1·r 1 'iud irizzo del partito •.lo ripetia1110 anco– ra una volta, secoJJdO l'o. d. g. scg-nalo a Fi- 1·c11ze) seJJza li\'ori di parte, se11za dogmati– smi ~enza opport1111isnii sopratutto! E ahbia- 1110rreduto bene di per111rttere la discussione a t.eridcnz+"' opposte, prrrllè ciò giova alla P<iu,·:1z.iorie di tutti, scopo precipuo del ~no– ;tro giornale fra lo lavoratrici. E ,·eniamo tosto a.I dilemma postoci dal la. egregia rontradditrite. Noi siarno equidistan– ti d;dle due , ie da lri vrdute. :\on siamo per l'i<lenlr tolstoiano, pe l'dlè il socialismo è ri– b(dlione e 11011 rac:.."ìegnazione, lotta. e non con– trrnplazione, positivi,rno e 110n ini<.Aicismo. Come pùtrehbe il f-o<·ia.lisJJlOche insegnr1 ai Ja\'oratori ({cornr la loro <•ma1l('ipazione dC\'C Pssere opera di ,Joro stessi u di re a quegli stes– si lavoratori: no11 1·ihellr1tevi contro la più t.'Tfl\"P prPpotr11z;1 qnrtl'/. quella rnilitnristirn? CORRISPONDENZE A Milano. Riunioni delle rappresen tan ti i l Gr uppo Fem– minile coi segreta r i dei circo li ri onali . - Ecco le de liberazioni: 1. - Invitare le donne ad facr iversi ner circoli ed a frequent arli anc he in occas ione di feste; 2. - In dire riuni on i sett imana li fr a le don– ne; 3. - Organizza re passeggia te domenicali ne i di.nto 1ni della città . 4. - In vitare la U. P . a tenere lezioni di. special i inte resse pe r le donne ne lle sedi dei circoli riona li. D a C er n u s c o s ul N a v i g lio . Xuora l ega. - Sotto gli ausp ici della locale Sezione Socialista si è costituita an che da noi una b1tona Lega Tessile aderen te alla Cn ione Te:-:sile di Lombardia. ed aJia Fede razione Tes– sile. Acùessa han no aderi to nella loro totali tà i Tessitori loca li e mediante la prop ag an da e il buo n Yolere dei com.pai:,IY'fli, si spera cli pot er orga nizza re anche le numerose operaie filat ri– ci e tess itrici. D a To ri no. Riscossa Se:;ione Seme . - Sempre in nu– mero crescente acco rr ono le donn e, di Van – chigli etta per uror e le nostr e conversazio ni ~ disco rsi e di aloghi. La n-ostr a scuola dli cultu ra femminil e era molt o .at tesa nel nostro bor go. Venerdì p rossim o Z.3 a:plil e Conf erenza del compag no avv. Gherar dini col tema: L a don– na e la chiesa. Xel mese di mag gio ter remo un grandio so comizio n ella quale parle ran no. diYerse oratrici . La Commission e_ Da P e g ll . Lu tt o pr olelw·io . - La nost ra cara e brava compagna Gina Gorziglia ,·enne te rr ibilm en te C?"lpita nel suo affetto di ma dr e con la perdit a di un amo re del .figliolett o .4.don e di appena quin dici mesi. Non possiamo trovar e parole di confort o che sarebbero irwtil i. Solo, in que st'ora di lutto ,·o.gliamo ricondare alla nostr a compagn a il dolor e òri tan te e tante mad ri che singliiozz e– ran no sulla sorte d e.i loro figli che non ve– ci.ranno mai più, i di cui petti giacci ono squ ar – ciati sui campi di bat tag lia.. _V ~g~iamo ri cordare alla compagna quanti p1cc1Ill com e quello che le !fu raipito, cerche– ranno il pa dr e ed invan o lo chiameranno_ O compag na, m edita sopra di ciò e affron ta l'avve niJ•e per dar e tu pu re l'umil e gran ello al futuro edificio uma no. Che il buo do lor e ti sia di sp rone nella buo– na battag lia per gJi ideali nost ri di un a uma – nit à redenta . Per il G. F. S. L a Segre tar ia. CAMPI )l a sca rt ata que sta tesi non ci vedia mo ne– cessari am ent e spint i Yerso l'a ltra . Se noi ve– dessimo il quesito dell'at tual e gue rra così semplice come lo vedono molti, peì· cui il be– ne e il ma~e si possono scinde re in due part i nette, precise, ass olut e, allor a non esite rem– mo ad esse re da lla pa rte defla giustizia . Ma quando d opo ta nt e discussioni fatte an– che da uomini di ,·alore e su perio ri a ogni so– SJ?etto che 11;ai.tno po tuto pro spetta re le ra.g10- m del 110n in tervento italia no; quando abbi a– mo potuto consta tare che Ie responsab ilità gravano per qu anto più dall'u na parte, an– ch e un po' su tuttì j quand o i comp etenti ci mettono dava nti form idabili probl emi che si oppong ono ai facilonismi di clii la guerr a in– ,-oca, all or a a noi non resta che una via · q.ue! Ia illui:nln ata dalla nostra fede, per cui s1 possa gnmger.e pe r suo tra 1nit e e senza i mezzi borgh esi rulla gi ustiz ia ag ognata ! Po,·er a cosa forse in confr onto ai fatt i, e spera nza tropp o lontana, in confronto alle urgenze della rea ltà vissu ta? Chi sa ? L i.ber ar e i nos tr i f ratelli ir r edenti dal gi o– (JO i nsopp ort abile dell', l ustr ia Ci si vorrebbe far colpa se ·p·iuttosto di una g~er !'a con tutt i i suoi rischi, noi pen siam o eh r1soh-ere il problema dell'ir redentismo at– lrm·erso la democratizzazione deg li Stat i e le conqui~te proleta rie? Coopere:-r_e .alla r~surre:;ione del Belgio ecc., coc::e nob 1lJs_s1.me,nspo ndenti al princip io no– s~ro per cm Jl debo le Ya difeso da l forte. Co– si, ~e ci fosse stato poss ibUe, a\' remrno aiuta – ~~ro1~ Transwaal contro l' Inghi lterra, ne\' - Quesito anche questo dii ))Dssi bililti. Se \ut. t~ le nazioni al\' jn fuori de i propri interessi s, fo~sero. unite pe r impedi l'e lo scempio, con la min~ccia arm ata, ch i sa fol'se che si sar eb– be ovviato al dan no!... ~ra i fatti non ~i svolg-ono purtroppo secon– do q~este idealità belle e sante: la guerra ha bisogno anche una ba.c::e d'inte resse ... E ~Ilo ~tato at.tuale cli cose-, sappiamo se la gue r- 1 a nostra n~:ponde perfettamente allo scop o ? Affrettare la fhu (li f/!lesl'orrendo macello·. nobilissimo sogno. )la chi ri assicu ra· di que~ st?? E .non potrebbe fo,·se Yalere di più come mmncc1a una ueutralità \"igile che no n un e~'entuale smacc? iniziale (e non è improba– bile ). che S\ aluti la no~tra stessa forza e ci p~rti acl un secondo e più tragico ntto della tnste .tregenda e11ropea? C~~ì .noi . veclf.amo modestamente in questo gro, 1gl10 d1 quer-,tioni e 110n ri ~entinmo vili ~fr i~1~.~n~vnet~s~titala nostra ,·oce al coro de- Cordialmente. Lucia . RIGAMONTI GIUSEP PE , gereri te. TI'!). Edit rice della Società • AVANTI I •

RkJQdWJsaXNoZXIy