La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 13 - 5 luglio 19

UN PROCESSO Eppure - disse il presidente del trib unale alle signore che l'ascoltavano - non sempre ries co a Yincere 1 daYanti al– l'im putalo un senso profondo cli èommo– zione. qu asi di disagio ii . <1 Ra cconti - disse una signora. - Io leg– go sempre la cronac a dei pro .:-essi e mi pare che tutte le mi ser ie picc ole e grandi, sfilino n eile Yos:re aL1le. \' i .sono dei pic– coli pro.:-essi, di c;__1i il cronist.a rarla con iron la . e mi pare che ne scriYa sorriden do, in cui o sentJ il briddo pro londo del di am– rna, quasi pi ù che nei grand i JJl'ocessi >J. (( Già - -conti nuò il pre siden te. - In •: .a e e in pretura sfilano i pi ccoli, osc u– ri drammi deìla ,·ita, che sono, spesso, le trageàie ignora:e e profonde. Ier i })€I' e– senJp ìo.. Tac que un m omento . guar dò il cro::c hio delle signore che rascoltarnno e i.,oi di sse : (( E'Cco, ch e co::.a significa esse re un pic – colo presidente idi un tribunale, si di,·e .1ia pesanti. non si trO\-a più un discorso e una frase per tener allegre le signore . Camb ia– mo dis corso ii . ::\la le signore pregarono insieme: l( Ra ~conti. racconti E il presidente continuò: {(DiceYo du nq ue che ieri giudicaY o una donna imputata di abuso di firma. Rare ,·alte io ho Yisto una donna gio,·an e r1iù sci upat a , più denutrita . più aYYilita .. -\Yen! 22 anni. Ho una figliola anch 'io di Yenti due anni; non so perchè mi pare,·a sempre di vederla accanto all'im putata . E sofiri,·o quasi per un presentimento dolo, oso. L'abit udine a rn – der ::::afferenze rende pe3:simisti, sap ete? La imputata si diiese. senza negar nulfa, de– mandando per J ono. terroriz zata dall'idea del car cere perché a casa ha un bimbo cli tre mesi . ).Ii di ceYa: « Sirn ore . senta . :'.\Iio n1arito non laYor a da molti mesi. Io son o un po' malata. Ci ho aYuto un parto catth·o, sono molto de bole, ho sempre la tosse. ~la pazienza! Sopporte – rei tutt o se aYe.ssi il latte per la mia crea– tura. :\"on ne ho una go ~cia. La fam e è cat – tiYa per tutti , signor presidente. qua nd o non si mangia pare che la testa si s,·uoti . :-,.;roi -·ra:1:li ragioniamo. se non si pÙò mangiare non si mangia , ma i piccol i. non ::ento no ragioni. l:n bimbo di pochi me5i ma ngia poco . ma anche per quel poco latte e per lo zucchero. occorrono dei soldi. E quando non ci sono è terribile. Si pensa a tutto, i:i Ia r ebbe qualunque cosa rer non sentir più piangere il bimbo. Cn po' ct·aiuto, è Yero, me lo daYano i vicini, ma sono tutti poYeri e si stancaYano -di dare, e noi non av eYamo sempre il coraggio di chiede re. Io non sono capa ce di r ubare, il furto mi fa terro re per – chè sono cresciuta in una famiglia buona 9 tranquilla ed ho sempre sognato una Yita regolare. . Ho scritto allora qualche lettera a signo– re ric che e conosciute del quartiere perché mi socwrressero. E per ché la mia pr eghiera non rimanesse ina scoltat a ho pens ato di :nfltsr !a firma del parroco. So no tu tte si– gnore religiose, io abito un a camerina nel– l'ammezzato e le Yedo semp re andare in chies a e fennan·isi delle ore . Ho iatto male. " .-\".-ete ricevuto qualche socx:orso? )) '( Ho scritto una ventina di lettere, ho ri– eevuto sette od otto lire. :\'on mi muovevo oiù da casa :i:erchè tremavo che mi vedes– ser o. mi parexa che tutti. guar dand omi, do– Yessero capire che le letter e le avevo scritto io. abusando della buona fede de' le signo – re. ~la un uiorno il bimbo piangrva, mio marito er a ésasperato; sono usci'a proprio APPE~DICE 21 Pagine di vita Pr o,C!elto una Iun;ra gita sul lago di Com,) 6 pasSammo giorni -trallquilli. Jntant.:, si ria– prirono le scuole. lo tornai al mio drAere ed e::gli stabili di trasportare. tutta la roba. :'.Al paesello ov'io insegna1,·0. ~'\on tru,·avo oppor– tunlJ questo trasporto r1erche il paese e lon: tano più di 7 km. dalla ferrovia. ed. eg-11 avrebbe speso in carro zze per rr:cars1 net pae– r;.j ove gestiva il dazio, a~,:;;ai r,iu di qu::Hito ir, gu adagfiavo col mio stipendio; ma mi piegrd al suo volere . Perv la mia salute era cosi rua- 1andata che, dopo il primo mese di scuola do– vetti chiedere l'aspettativa: non mi pass..iv:i cibo· tiJla notte avevo degli incubi spaveJJt"JS!i dov: tti prend ere una donna per i piccoli ser– ,·izi e per compagnia. Beppe continu_ava . a gua dagn are a.s~ai e mi t1·attava con rnsollta Pn::mur·a. In sua as:-/'.-nZ'.1' aveni. and!e una buona amica tanto &tfez10J1ata eh~ m1 usava or:rnj atten zione . Fu periodr J di pace. l;– n: sola nube nell'orizzonte: io ,·oJ~vo a~lat– tare il mio figliolo ~nche a costo d1 la~~1ar_e Ja scuola, dato ch'egli ora non avna p1u b1- 5ogno d,el mio aiuto pel SOitenta.r11ent.:.1 della fa – rnia-Ha; egli non yoJe,·a. P ·r,for-iva prendn J LA DIFESA DELLE LAVORATHIC I ne j momento in cui le signore andavano al~ lrr be nedizione. Fu allo ra che una mi addi– tò a una guardia e mi fece arre stare ,,. •< Yi aYeYa soccorso que lla sign ora? )) (< ::\Ii aYeYa mandato 60 centesimi » . Ebbene , signore m ie, il fatto che ho rac· contalo è uno dei tanti di crona ca, uno dei ccoli iatli cli dolore e cli mi ser ia di -ogni gio rno. P erc hè mi è restato così impres· so? Per chè mai in vita mia ho Yislo un'ango– scia più profo nda , un sens o quas i 01 pe r– dizi one , negli occhi di una don na . E mentre pa rlaYa la signora che l'aveYa denunciata, una pi ccola signora vestita rli nero. con -un Yiso as.:iut to, magro, g-iallo– ·g-nolo gu a: d.1Ya senza mai esp rim ere nello s;u ardo morto, l'ombra della pietà, un lie– \·e senso d'intenerimento, nepp ure all'eYo– cazio ne della sq uallida creaturina senza la tte. Probabilmente ella pens ava che l'impu – hta re citasse la commedia . f\la noi giu di ci ab biamo l'oc·"hio eser citato. 11 E l'a\· ete asso lta ii (e :\"o, la legge è la legge, signora, le ho dato qualche giorno di carcere col ben eficio del perdono . ~ra soffri, ·o. Ed ora che farà quella donna? 11 M . P'. B. LA LOGICA DEI SEMPLICI - Hai visto que l signore che passaYa in automobile? Ha offert o cento lire per rasilo infantile. - 51:a come Ya che non è mai ven uto ira noi e. . ci Yuol tanto bene ! - È qui perchè vuol fars i elegge re con– sigliere all a Pro Yinda. Io non so cosa sia ·sta roba, ma egli mi pare un uo:1·o di cuore. Che diamine, non ha obbligo alcu – no Ye1·so di noi .. ep pure!. . - Ah già, con que:3ta rega lìa, egli vuol persuadere i nost ri uomini a Yotare per lui, mentre essi dovrebbero Yotare per il socialista ! - Il socialista ? E che cosa ci ha dato finora? Fo sse per lui il nost ro pover o asi– lo ,do nebbe chiuder le porte e rima nd arc i i bamb ini! _ Come sei corta ! 11 soci ali sta non I av rù denari da spe nd ere cosi fac ilm ente ; ma egli farà il nosLro inte resse quan do sa– rà al suo posto. - .:Via inlanto il nosLro int ere~se lo fa megli o l'altro , regalando ci le cento lire. - Le cento lire che ripa ghiamo sa late'. Credi tu che questo signo re spen da tanti soldi per buon cuore e per il gusto di fare i! grande? Li spe nde perché ha in teresse ad arr iva !'e a quel posto , e li spendono i suoi an1ici perc hé ciò torna loro utile. Di– fat ti, una volta eletto, non gl i man chet ù oc– cas ion e di r iguadag nare egli stess o e di far riguad agna re a costoro i clenari sbor sa Li. - E come? - Eh, cara m ia, in mille modi! Ti i-i- cord i qua ndo noi si voleva l'ac qoa in 1 1 ae– se e si sent iva dire che il Comune non la facev a mettere, pe rchè la Pro vin cia non dav a il permesso cli fare un a spe sa così fort e ? - Ebbene? - Er ano proprio qu ei con siglieri pr::1- Yincial i che ·impedivano una cosa sim ile . perchè i pr op rietari di terre avevano pau– ra cli fars i aumentare le tasse . - Ah, è per questo che il signore di · sta mattina era proprio insi eme al padrone ed ;,l fittabil e! E c'era an che , non so per– chè, il signor curato. - An che il sig nor curato sta sempre da qu~lla part e. Non so che cosa ci guada- gn1.. - Eh ,·ia.... le indulgenz e grosse non le chi ediamo noi. Pur 'Lroppo è così. :\ 1 la ritornando al socialis ta che non puo da re le cento lire per l'a silo, ti dirò che se non può far quello, farà assai di più. Di– fatti se i sooialisti amminisLra ssero essi non ci sarebbe il bisogno di chiedere bene– ficenze pe r 1nantenere un asilo. O che la scu ola vive di carità forse? Dove si va 1. pr endere i denari per la scuola si posson.J pr ender e anche per gl i asili. - Ma e ce ne sono poi ? - Altro che esserci! Il guaio è che fin- chè ci la scia mo goYer nar e dagli ami ci dei nost.d padron i, tutti i denari si spendono secon do i loro interessi e non secondo i no– stri.. Se Lu sapessi quanti milioni sciupaLi per la gue rra , pe r re sercito, per il decoro Come ! Io devo pagare? balia, serb<-lr la d01uestica, 1na ch'io conii– nuassi ad insegnare. Gli feci osservare co.n dolce zza come il mio gua dagno di sessania li– re mensili non compensasse jJ sacrificio: Ja scuola, alla quale io rrli davo cou troppa pas– sione, secon do il temp eramento, mi preg iudi • cava assai la rnlute; la balia e la donna di c;ervizio, avrebbero costato assai più di quanto io percepivo: il bimbo non sarebbe stato te– nuto cosi bene come poteva farlo una madre, n~ la car~a cr,n quelrarnùre. Io m';Jvvedevo di tante tr:-:isc1iratnze, egli stesso ~i hgnava cli t:rnte cose ora; ddo nrm provvedevo a tutto; l'economia era andata a. rotoli ed era neces– sario ric.trtbilire J'r,rdine e la misu ra di r,ri– m:-1, per non pentircene poi. ~on si lnsciò persua,lPrP. Ed io non ne parlai r,ill, hen<'hè mi fosse a~– sai doloroso il pensiero di rfa.r ad altri l:i. mia creatura. Era troppo indebolita per fi<>ter insegnare e aJlattare nel contempo Pd egli non voleva nep– pur che vi accennassi. - Voglio un bimbo 1·obusto e forte io. E tu c:pi una mezzrt crertttira .... ).fa. io c;apevo henp the sr,Jo j] dr,IorP rn·avea ridotta rr.,(;i e che erù ,J'1rna resistenza ecce– zirmale e la r,arr- m'avrebbe torn ;1.ta f1ori<la. Incominr:iava ~llora il fJentim.ento amaro di e~< .r.re (;tat~ trùppo ddwle; incominr·i:wa ora che fa, nuo\a crr.atul'rt già. a.rnata veniva a co– stituire un nuo\·o lei,r::une coll'uomo in<legno die gJi Bn1 padre, r<· ndr.va imoossibile un at– to ric.oJutivo. E rni ti,rturrno il cenell,1; Pei-ché avevo ~r-mru·e sopportato? perchè ave– vc- ... j'.,mr,re .-.p,:ra •.,, ,,1.,.lb rr:dr-nziùne dal mo- mento elle Ja mi a dignità era ~tata troppe vol– te calpestala e , 1 i!ipesa? E se avessi pur in quelJo stalo cercato la m ia liberazione? per chè non avre i sa puto baslare io slessa a qu el bimbo? I propo siti più fieri si dibaUe\'ano nella mi u. an ima: prep ar avo già lo parole che avrei pr o– nu nciate quando app arisse que1l'u orno sulla sog lia ... Po vere paro le che moriv ano su lle mi e labbra smunte, mentre la dignità , la fierezza si piegava a lla sua presenza. ~ ibellarsi? Ahim è. Come avrei giustificata la mia rib ellione proprio allora ch'ero madre, mentre avevo per tanto tempo pazientato e compatito, anche quando non si trattava che di me sola? Ora c'era un bamb ino: qu and o si dà vita ad una creatura si deve assu mere Lutta la respon· s~~ilila e conoscere ogni rinuncia: ero nel mio dmtto di toglie re al figJio l'affetto del padre? Avrei dunqu e pazientato ancora, perdonato sempre; avrei risposto colla dolce zza all'arro– gnnza, colla bontà alla irr agionevo lezza, avre i accettato tutto, tutto, ciò che il destino che mi aveva. legato a quell'uomo mi do\'eva prepa– rDre. E JJf'l' lui, pel figlio rnio I Dapvrim a. un sogno ingenuo di reden zione JJJi aveya fatta scliiava; l' amore materno mi rifacPv a più schiava ancora .. Ma ero ne1 giu~ sto? Ah.Uni~! Se il fJiccolo che si formava nelle mie viscere non avrebbe avulo forze sufficien – ti per resistere alla lotta per Ja vita, lo si dove\"a {1nche alla volontà del J}adre che non concedeva il riposo dovuto alla niadre . Se egli non avrebbe potufo succhiare il mio della patria! Il Governo porta via denaro al Comune, il Comune deve fare i conti con la Pr ovincia, e cos ì è tutta un a re te intr icata , in cui noi siamo come i pove n pesc iolini che si dibattono invano. - E come si fa per rnmper e questa rete? - Non ci si la scia aitil'are da un bi – glietto da cenLo che pu? off rire un candi– dato ad un asilo infantile. -' Vorresti dunque che glielo si resti– tuisca? - Ma che! si tiene sen za scrup o!i di sor ta e si dice a quel signo re che i nostri uom ini votan o per i! social ista per rispar– mia rgli tanto in comodo un'altra volt a. Piccole e grnndi verità La madre fa il segno della croce al p icci– no p rima cli affidarlo alla culla. Quel segno lo difenderà da pericoli noli, da fantas mi ignoti. Se dom and ate ragione alla pove ra don na di que sto suo atto non ve lo sapreb– be dir e. For se essa pure, rifl ette ndo bene lo di sconosce . Eppure è un 'abitudine della mano e del– lo spiriLo. Sono migliaia di gene raz ioni che hanno faUo così e noi ripetiamo me ccani– camente l'atto come con 1 fusarnente av vertia– mo il sen tim en to che l'ac compa gna. La croce è stata il primo strumento de l culto . ì\"on da ta dal cri stianes imo , ma scen – de giù giù ai !)rimi inizii della sto r ia umana . Il cu lto del Sole è la base di ogni religio – ne. Gli uomini primitiv i vedevano in esso la prima so rge nt e di vita e pel' ciò s·inc hi– narono per adorarlo. lVla un profondo ri– volgi m ento socia le è stato determina to dal– la conqui sta del fuoco. Quando agli uomi– ni fu possi bile ottenere la scintilla. fu un pa sso importante su lla via della civiltà. La conq ui sta del fuoco è stata rivest ita dei più sma gliant i colori della legge nda ed eterna ta nel culLo. Lo strumento per otlepere la sci ntilla è fatto con due legni intr ecciat i a cro ce gi– ranti sopra un asse. Il moto produce il ca– lore , e in una cavità cent rale ove è un li– quor e spiritoso e del grasso si ottiene la scintilla. Gli antichi hanno capito il fe no– meno della produzione del fuoco . 11 calore emana dal sole ed è immagazzinato nelle sostanze combu stibili. Lo sf regamento tras– forma il calore in fuoco . Il sole è quindi il gene ratore (il padre ) l'aria è il mezzo ge neratore (lo spl rilo ) 1l fuoco prodotto con lo st r um ent o di leg no è il generato (il figlio). Cosi si spiega la Trinit à che si ricoll ega app unt o al segno della croce. E si' spiega anche la leggenda della Madr e : nello stru– mento che produ ce il fuoc o vi è una cavità ove nasce la sci ntilla. Que sto il punto ge– neratore. Il falegname ha bensì costruito lo strumento di legno , ma il mezzo ge nerato – re della scint illa e l'aria . Cosi la leggenda di Giuseppe , padre putat ivo .. Leggende que ste che si trovano ripetute con delle var ian ti nei nomi e nei particola – ri in quas i tut ti i culti, i quali in ultima anali si si riportano al grande fatto della conquista de l fuoco e al grande astro intor – no a cui si ag~i ra la terra. La madre che cre de di salvare il bambi – no col segno della croce , rip ete senza dar – sene conto , l'atto ai migliaia di generaz io– ni. L'abitudin e, si dice , diventa una secon– da natu ra , difatti gli atti da ppri ma volon – tari diventano ,poi subcoscienti. Così è che si ete rnano abitudini e forme che sembra – no inscin dibili con la natura umana e fan– no credere in una predisposizione sopra– naturale. P er lib erar sene occorre un altro aLto volon tario. E per volere biso gna sa– pere .. La maestra. latte, quello cioè che era fatto per lui, ed es– se re affidato a mani mercenar ie, do,·e \·o in– colparne questo padre che pure io gli \·oleYO conse rvare .. Io mi dibalt evo (l\111que n el circolo \ izioso che mi ero creata colle mi e stesse debolezze. Oh, se avessi potuto -tornare incliefr o, rifare la mia vita, cance llare queJronta che mi op– primeva! In mezzo a tanto dolore a\'evo un solo con– forto: la spe ranz a che di quel figlio nato nel– l'a nima martoriala , avre i fatto un uomo ben diver so da l padre suo . Avre i fatto un ca rat– tere, una coscienza, gli av rei data una fede nuova: una fede che io intravedevo confusa. – mente ma che pure era un punto lumin oso nell a m ia povera vita. E se fosse sta ta. una bimba? Ah, allor a non l'av rei edu ca ta alla rasseg nazio ne e alla bon– tà pa ssiva ! i\Ia le avrei dato il coraggio per ogni lotta, avr ei fatto una donna pad rona di sè, non un a povera creatura di dedizione ! (Continua ). C0f1(JNICATO Molte abbonate non hanno anco ra rinnovato l'ab bonamento per il 19 14. Si affretti no a fa rl o se h a nno cara la vita e l a di ffusione di questa nostra e loro " Difesa ,,.

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