La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 5 - 8 marzo 1914

DELINQUENZA MINORILE. Un giornale giuridic o milan ese ha deciso in questi giorni di risolvere una volt a per sempre il probl ema della delinquenza mi– norile. E... ha indetto un referendu m. I referendum - se non lo sap ete - sono ,ma co;:;a piacevolis sima, a parecchi usi; servo– no per esempio , a far passar e il tempo a chi ci casca, a dar e incremento all 'indu stria statale dei francobolli , a riem pire le colon– ne del giornale , ecc.. ecc. E. sopratutt o, non c'è assolutamente il peri colo che lasci– no pregiudicata in qualsiasi senso la que– stione da discutere. Attendiam o dunqu e il colpo di- fulmin e che ci dica nel refereitdum le cause ed i modi di ovviare alla delinquenza minoril e. Ma in attesa, due parol e anche noi. Mettetevi pure in quattro , per diminuir e, il num ero dei fanciulli che escono dall e vie della legge. E: vero: le statistiche di questi ultimi tempi dim ostr ano chiarament e che il fenomeno va assumendo proporzioni sem– pre maggiori e va diventando sempre più grav e. Perchè il numero cresciuto dei de– linquenti non è solo un indice per sè stesso , ma è anche un indice eloqu ent e del modo come si formano gli altri delinquenti , quel– li ... maggiorenni, che saranno delinquenti poi. più tardi, avendo già acqui sito nell'in– fanzia il sentimento e l'abito di pensi eri del mal e. Ma - diciamo noi - tutte queste disput e teoriche e pedagogiche, queste ricerche esi– tanti e questi mezzi tentativi di provvedi – menti non verranno mai a risolvere il pro– blema. Perchè il problema è molto più com– lllesso di quello che sembra si voglia rite– nere. Si cercano le cause imm ediat e della delinquenza minorile ,- ma le cause vere , quelle remote , quelle che si riconnettono a tutto un sistema e ad uno stato di cose ge– nerale, quelle non le si vogliono vedere . Bi– sogna invece levare gli occhiali 1 signori ! Bisogna aver il coraggio di guardare alla condizione ,·era delle cose non più attraver – so le lenii delle pregiudiziali di classe, ma con la libera indagine di chi vuole vera– mente cercare e veramente provvedere. La vera causa della delinquenza minorile? Ve la dico io: la miseria. La miseria più o meno celata e più o meno repressa, la mi– seria che brontola nelle tane della città co– me nelle catapecchie della campagna, la mi– $ ria multiforme , la miseria tragica che si annida anche qui, vicino a noi. ma che noi ci ostiniamo a non vedere . Non ci credete? € inverosimile , infatti ... Ma se provaste a uscire con me in una notte qualsiasi di inverno, se provaste a gi– rare con me la città nelle ore in cui vi è grat-0 invece dormire, voi vedreste delle co– se ben più inverosimili! Voi vedreste ad es., che in pieno 1914, mentre il denaro si pro– fonde in un lusso idiota. mentre la Scala dà cinquantamila lire di incasso ad una pri– ma recita di Parisina, vi è ancora chi dor– me all'aperto ! E non d'estate, no, all'aria mite , ma d'inverno, sotto la pioggia , sotto la neve , con il vento e con il freddo! E sono tanti, tanti, tanti ... Ci siamo ormai abituati a trovarne uno per ogni angolo di strada , uno ad ogni porti co ... Ma int endi amoci : non è per sollecitare provv edimenti dal comm . Cosentino , che di– ciamo questo ! Fr equentat e i tribunali, le pr etur e, i Mon– ti di Pietà e, forse, solo allora comincierete a farvi un 'idea del fango che è nelle viscer e del colosso. E che cosa volete creare , voi, da un am– biente simil e di mis eria e di fango , di ma– lavita e di pr ost ituzione? Dei piccoli sant a– relli? In nessuna categoria social e l'i ngiust izia è cosi cattiva come nei bam bini; o meglio, in nessuna cat.2goria si man ifesta cosi viva e dolorosa. Dalla madre che imbottisc e di pizzi e di st upidaggin i ricamate i , bebè ", a quella che li copr e con il pro pr io man– tello morend o di fredd o in mezzo all a v,a, (15 giorni fa una donna è morta cosi, nella neve) vi è tutto un abisso troppo ripug nan– te perché non lo si debb a senti rei Bisogne– rebbe chiudere gli occhi . O mette re que, ta– li occhiali ... Diano retta a noi, i signo ri di quel gior– nale giu ridico : rinuncin o a perd ere del tem– po e dello spazi o nell'ind ire dei rcfererotum . [l problema è troppo ~rave . Bisogna cam– biar tro ppo . Troppo ! Una nuova legge nello stato di Or 0 gon (Sta– ti Unili) ha creato una cornrnisai ,,ne c'ln J'in– carico di st udiare e fare proposte per un pro– ~etto di legge che stabilisce la P.aga minima oer le donne oper aie. La commh;;~1f,n° h ,..'.1'!· elus o che le drrnne operaie devono rs~r e d1v1• se in due gran di class i: auella delle appren: diste che dev~ avere un minimo di 6 dollc1r1 (30 lire) alla settiman a e l'altra, a cu · l'Ap– pren dista passa, dopo un an no di lavoro , che de,·e ave re dollari 8.50 (L. 41.25) alla s,,tt i– mana. L'orario settima nale per le oper.1ie non deve mai su pera re le 5-i ore e neg '.i s~abiJi. men ti ind ustria li, lava nde rie, ecc.. non deve l!"l\'f•rare oltr"' 1€ 8.30 ft!"/ffil}ridi~nt . LA DIFE SA DELLE LAVORATlU CI BATTUTA DI CRONACA Alla corte venale di Francoforte sul Me– no la compa(Jna ROSA Lu xEMBURG è stata condannata ad un anno di carcere. Il .P'llb– blico ministero ha ritenuto che un a sua fra– se, pronu nciata rnentre presiedeva un'adu– nanza, cadesse sollo le sanzioni dei paragra– fi del codice vena le che colviscono il reato d'incitmnento a resistere alla legge. S eni bra che la com,pag-na nostra abbia ·,teu o: - Se ci obbligheranno a dirigere l'arm a omicida contro i nostri frate lli di Francia o d'altro paese risponderenio : - Non possia1no. Rosa Luxemburg mediterà ver un lungo armo, in carcere, sul suo grand e ed umano bisognu di pace. Ri71enserà alla frase sfug– gita, alla sua bontà di dorma, al suo orrore 7,e, la violenza e pel sangue, alla sua tene– rezza per ogni giovane vita fiorente e sacri– ficata. Per un anno Rosa Luxemb urg tacerà. et– la aveva la voce molesta del coraggio. Il coraggio è di pochi. La vita, come è ora, dà., viù che altro, la vaura vile. Ma ogni condanna per reato :di pensiero è un incita· rncnto, un 1nonito, un aiuto a perseverare. Rosa Lux emburg in carcere tacerà. Ma.il pensiero di lei, reclusa, darà un più forte brivido d'orrore per la guerra. Il nostro giornale che, cont_ro la guerra ha combaUuto e combaue tante buone bat– taglie manda alla compagna colpita ~alla legge borghese, un saluto affeUuoso e la vro– messa di un tenace ferv ente lavoro. Che ella, uscendo dal carcere, trovi le donne più .rfecise e più pronte al lavoro e alla lolla per le sue, per le nostre Idee. Sangue bleu... a congreso. Ed eccoci davanti al gl'a.nde avveniment o di un nu ovo congresso femminile , per giunta. in– tern azional e, che si ten à a Roma nel pros simo maggi o. Il Bollettin o che ce ne dà notizia, por. ta in prim a pagin a il fil.rutto della principes• sa Letizi a che sa rà presidente onoraria ; se– gue quello della vice regin a d'Irl and a, poi quello di altl'e autorit à minor i. Bellissime si– gnore e toilettes all'altezz a del grado. Leggia mo i I programma. Magnifiche inten– zioni. La casa, !I lavoro, le opere di assisten– za , sarann o temi studi ati in ogni loro aspetto . E le egregie Signore esporranno nel loro con• gress o le cifre a cui giung ono .i .sala~·i delle lavo ratrici, fra la ten era mer av iglia d1 quan– te ascoltat rici, spendono in un giorno, quello che le loro pr otette possono a malapen a gua• dagn are ma ga ri in un ann o. Ma quel che più conta, esse verrann o a dir ci i mezzi per tutelare l'infanzia, per proteg gere la donn a emigrat a, per reprim ere (oh il .voca• bolo indov inato!) il pauperi smo e per risvegli a• re l'ener gia e la dignità del povero. Noi siamo qui in attes a di questo maggio li– berat ore, pr onti a stracci are le tessere del par– tito ed i testi di Carlo Marx. Ma i.n verit à ci risovviene di altri congressi in cui sentimmo già le stesse denuncie, forse le stesse tro vate per sanar e le piaghe sociali . Oh! le pr omesse furon o tante... ma a che cosa hanno appr odato ? Ah, signor e cari$sirne, vi conosciam o : quan• do il governo tra scinava il J?aese in _una .guer: ra che doveva rend ere vani i vostri voti , voi eravate le zelanti patriottissime che and avate alle feste cariche di gioielli e adorne del tri– colore. Quando il popolo stanco di soffrire, ur– ·la in piazz a e chiede il suo diritto, voi, coi vo– stri uomini , gridate alla canaglia ! · Oh lo sappiamo I nei con_gressi voi amate darvi deJJe arie di benefattrici del genere urna. no per farvi della rèclame, voi fingete di oc– cuparvi del1a pov~ra gente per far tacere la vostra coscienza, voi, care signore, se non sie– te delle van.erelle ingenue, siete per lo meno delle.. gabba-mondo ! LOTTEE DIFESADELLAVORO Lemulte nelle fabbriche. Già da un po' di tempo stavo discutendo colla mia -pigrizia sulla necessità di richia– mare ['attenzione delle operaie sui Regola– menti interni di fabbrica , ma la pigri zia l'avrebbe forse avuta vinta e per ora non ne avrei parlato, anzi non ne avrei ,·,scritto, se il lamento della « Sartina ", pubblicato nelle « Voci dal.l'officina e dai campi" del_– J'ultimo numero della Difesa non tqsse Vll– nuto proprio in punto a dimostrarmi la 110- cessità di chiarire senz'altro ritardo quale è il valore rea le dei Regolamenti interni, specialmente in rapporto alle multe . Quello delle multe è veramente in al_cuni stabilimenti un tasto doloroso. Un arilcolo qualunque del Regolamento interno, compi– lalo dal proprietario , senza che nella com– pilazione il personale dipendente vi abbia messo il becco, appiccicato in alto a qual– che parete in modo che nessun'occhio per quanto presbite arrivi a leggerlo, st~bilisce nella quasi generalità dei casi: « E in fa~ coltà. del proprietario o di chi per esso di multare il personale che siasi reso colpevole di disobbedienza agli ordini dei superiori, di disauenzione , di lavoro mal eseguito, ecc. 1,. Nessuna possibilità di reclamare per la applicazione della multa , nessuna indica– zione ·preventiva sulle misure, sull'entità di esse . Allor chè qual cheduno trova fiato per re– clamar e, si sente risp ondere che la facoltà di applic are le multe è stabilita dal Regola– mento interno . che questo è firmato dal Sinda co e perciò perfettamente legal e, e che di conseg uenza non vi sono obbiezioni pos– sibili. Ebbene , mi perm etto di sollevar e dei dub– bi sul valore delle disposizioni contenute in tali Regolam enti interni , benché essi siano firmati dal Sinda co. La firm a del Sindaco, citata sempre da– gli ind ust riali a dimostrazion e dell'inappel– labilillt delle cond izioni del Regolamento stabilit e, non ha invece altr o scopo ali in– fuori di sta bilire che il Regolamento inter– no, che è anche più o meno contra tto di la– voro, esposto nello stabilimento e quindi presumi bilmente a cogn izione dell'operaio , è quello stesso che viene esibito in caso di vertenz e e sul qua le dovrà avvenire la di– scussion e per imp edir e cosi che venga por– tato in giudizio un contratto di verso da quello conosc iuto ed accettato, q••asi sem– pr e soltanto tac ita mente, da una deJJ , parti . Nel regolamento poss ono esser ci l1Jllu le dispos izioni possibi li ed imma µ-inubili sen– za che pùrò tali dispos izioni abb iano valore alcuno quando sono cont rarie alle leggi del– lo Stato ed alle norme del diritto comu ne. Nella mia non breve carri era d'operaia ho osservato, per esem pio , che in diversi la– borato ri ove sono stata occupala , v, erano disposizioni del Regolament o intern o in aperto contrasto colla legge su l Lavoro del– le donne e dei fanciu lli. Questo non vuol dire che i pr opr ic,t11ri di ta li laboratori non fossero punibili per le violazioni a tale Legge, per quanto esse fossero autorizzate, anzi imposte al personale dal loro Regola– mento interno. Ed altrettanto dicasi per le multe . La mul– ta ·è una penalità applicata daJl 'industriale ad un suo dipendente per un qualunque atto che egli ritiene non conforme ai suoi ordini od al suo interesse . E giusto che ta– le penalità sia applicata da colui che si ritiene danneggiato, violando così quella norma elementare del diritto che non per– mette a nessuno di render si giusti zia da sè stesso? Senza essere giuristi di vaglia sembra che anche negli stabilimenti, nei laboratori, negli uffici non può tale norma esser sop– pressa e che di conseguenza nessuno può crearsi di sua iniziativa, parte in causa e giudice ad un tempo , non solo, ma crearsi altresì anche giustiziere. Quando un ind ustriale vuol disciplinare il funzionam ento del suo opificio deve pre– vedere quali sono le mancanze che gli ap– porteranno danno e che vuole impedire ; fissare la misura della pena (le multe) che intende infliggere a coloro che commett e– ranno tale mancanza, comunicare preven– tivam ente tali disposizioni all 'altro con– traente (gli operai da lui occupati) ed ac– cettare che, allorquando sorgono contesta – zioni sull 'appli cabilità della pena per una data mancanz a, il caso venga discusso da ambe le parti int eressate. In base a questo bene:letto diritto comu– ne sembrerebb e quindi perfett ament e ille– gal e qualunque trattenuta fatta da un in– dustriale a titolo di penalità, sul salario di un suo dip endente, per qualsiasi motivo, quando non sia pr eventivamente stabilit o c'he un dato atto , che può essere o no una man canza , sarà punito e non sia indicata la misura della pena. Salta all 'occhio di chiunqu e che quando una persona sa a priori che , commettendo una data az ione, in corr e in un dato castigo , che potrò. an che variar e ma che sar à sem– pre fra un minimo e un ma ss imo già sta– bilit o, essa potrà comm ettere o meno tale azione a secon da che la pena la renda, per cosl dir e, conveniente o meno. Nel caso citato dalla ((sart ina ,1 potr à ac– cadere che un grupp o di ragaz ze si tolga il gusto di una chiac chierala in tempo di la– voro se sa di aver la pr obabilit à di pagar e, se scoperta . IO cen tesim i di mult a, ma po– trebb e an che dars i che \-ili ragaz ze si ten– gan o invece la bocca ben chiu sa pi uttosto di corr ere il rischio di paga re per tale chia c– chierata una lir a 1t lesta. Alt rettanto dicas i per tu tli gli alt ri casi. La conosce nza della penalità alla qual e va incont ro può molle volte scons ;gliare -1 ope– raio o l' operai a per qua nto siano essi in·i• flessivi, dal com mett ere delle ma ncan ze. Come conclusione ho un solo rimedio da consigliare alla e, sartina ,,. Veramente è J n ri medio composto da due med icine e cioè: 1) rifiuta rsi sempr e di pagare multe non stab ilite in modo lassativo, anche nel– la m isu ra dal regolam ento intern o o dal contr atto di lavoro: quando il prin cipal e insiste per l'applicazion e dell a multa por– lare la quistione davanti ai Prob1vm; 2) è una cosa quasi inutil e a dire. pel'– chè senza questa seconda medi cina, _riesce impos sibil e pr endere la prima. Bisogna provvede re all·organizzazione dei compagni e dell e compagne di lavoro. Se in uno sta– bilim ento o in un laboratorio vi è occupato del personale disorganizzato , ognuno è al– la discrezione del padron e, e nessun _tenta– tivo di resist enza di singoli ai soprusi e al– le angherie ha efficacia, perc_hè l'i~~ce trop– po facile al padrone liberarsi dal! 1mp?rtu: no o dall'importuna che ha il coragg10 di prot estare. . , . _ Si convinca la <c sartina,, che l organ1z. zazione di resistenza è l'unico argine che ~ 1 può opporre ai soprusi, anch e quando . il mercato di lavoro è travagliato da una cr1s 1 cli disoccupazione come l'attuale . l'operaia. Gli operai e le operaie della Manifat~ura_ Ta– bacchi tenn ero un'assemblea straordmar1a. Dopo anim ata discuussione all a quale pre• ser o parte anche le operaie Manteg-_azza ed n.l• tre , venne deliberato di aff~rmars 1 su queste richi}stx~ olizione dell'ora di lav_oro ~traordi: nario, compens ato con aument o d1 cotti.mo , un ora di refezione, ed osservanza tass~liva _alle principali norme igieniche e preventive dei lo. cali J) miR"lioramento dell.a. materia di l~vor~ ed assicurazione di un mm1mo del)a media d~ guadagno per la donna, e pareggiamento dei cottimi del sigaro toscano ; . 3) minimo di pensione portato a hre 600 annue per la donna ~ lire .1000 per l'uomo. co~ la liquidazione obbligatoria dopo 25 anni d1 servl)i~~titu~ione del Collegio dei -Probiviri all'attuale Commissione Consultiva creata col- l'art. 102 Reg. : . . 5) abolizione visita all'uscita, sostitmr la con quella saltuaria; 6) Modifiche al Reg. Mutua Interna_ e Reg. disciplina riflettente ric~iest~ già r1~etuta– mente sanzionata dai- voti dei convegm e CO· mizi della classe. Queste nei sommi capi le richieste della ca– tegoria tabacchi, e sulle quali l'assemblea det– te mandato al Comitato Centrale di sostenerle quali richieste d'avanzare al Ministero delle Finanze dalla cui rispos ta dipenderà l'atteg• giamento della Federazione. Le operaie che frequentano i corsi di col· tura socialista isliluili dal gruppo femmini– le, iniziate a svolgere qualche terna, ne han– no presentati varecchi che dimostrano come ù seme sia bulla/o in buon terreno . Ne pubblicheremo tlia via-'/~~ es che a titolo d'incoraggiamento, pe-tèM le altre operaie imvarino ad esprimere i loro pensieri a voce o in iscritto senza timore. Vita proletaria. La donna operaia lavora diciotto sulle ventiquattro ore della giornata . Si alza pre– sto per sbrigare frettolosamente qualche faccenda. Guarda i suoi piccoli che dormo– no così quieti e così saporitamen 'te e le pian– ge il cuore di dov er destarli. Ma l'ora si fa tarda. Bisogna destarli , ve– stirli, anche se strillano pel sonno interrot – to, sgridarli, tante volte pure comprenden– do che ... poverini hanno ragione, che alla mattina il sonno è così prepotente nei pic– coli. Appena i bambini sono pronti la niamma li abbandona , alle cure di qualche vicina, o anch e soli molle volte. E va colla paura d'arrivare in ritardo e di prendere una mul– ta, col pensiero sempre tormentoso dei pic– coli figli lasciati per lunghe ore. Se arriva con qualche minuto di ritardo (le mattinate sono cosi brevi per le mam– me!) si prende una sgridata dal principale e deve pagare la multa. Il principale non può conosc ere le torture quotidiane delle sue operaie , egli pretende la puntualità e l'esattezza ne1 lavoro e non guarda e non pensa ad altro. Dopo dieci ore di un lavoro pesant e che la stan ca e la snerva , umiliata anch e molt e volt e dall e osservazioni e dalle sgrid ale del principal e o del capo-fabbrica, la donnatoma a casa. Ahimè! La sua giornata di lavoro non è finita come per l'uomo! Per l'operaia comin cia un altro lavoro grav oso : la casa da assestare, i vestitini dei bimbi da lav are e da aggiustare, il pranzo da pr eparar e. Chi conta le ore di lavoro della donna operaia ? E i loro poveri figli , abb andonati per trop– pe ore, si abit 11ano , sp ~sso , al vizio, diven – tano i figli della strada. Chissà quan ti delinqu enti sarebbero stati salvati dalle cu re assidu e ed amor ose della madr e I Mi par e che solo il so·cialismo segn erà per tutti , nella vita, la vera salvezza . Non la re– ligione che pr cd ica la rasseg nazione supina cd i cu i mini stri sono gli amici dei signori, una salvaguardia della pr opri età privata. Se tutti capis sero la bontà e la bellezza del socialismo. quante ingiustizie scompa– rir ebb ero ! M ARGHERITA GALEAZZI BEVILACQUA.

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