La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 17 - 19 ottobre 1

Tripoli... italiana i\IenLre i g,ornaloni borghes.1 annuncia no a grandi caratteri le nuove vitlor,e libi– che, mercé le quali si dovrà compie.re l'a– Yanzata civilizzatrice ... mi capita sott'occhio la re.azione di un med.co condotto di uno dei nostri villaggi a poche miglia di Mìlano, uno di quei ,-illagg1 che appartengono a un grande proprief.ano dai nornc fregiato di allo bla$0ne. Vale la pena cii r.porlare qualche brano a dimostrazione che non c'è soltanto una Libia da cinlizzare e neppure soltanto un'I– talia m'éridionale da redimere, 1nà che l'I– talia è una nella m~fseria e 'Wia neìl'ìngordi– gia padronale e nel emico oblio ciel feu– dalismo sopravvivente! La relaziollé di cui parlo hunenla sopra– tutto l'inquinamento delle acque: ciò del resto è la caratteris.\ic.a dei piccoli comuni italiani. Par.are d, acqua potabile in questi co– mun:? neppure pensarci. I grandi prop'rie– tari che Yi\-ono lontano non hanno di que– ste preoccupazioni. I piccoli proprieta:ti chiusi nel loro cieco egoismo temono qual– che nuorn tassa p,ù spaventosa di un tifo che parta all'altro mondo. Gli altri? L' te ha il buon vino e la po– vera etrte è preparata a tutto. Il guario vie– ne soltanto quando in caso di lifo veri– ficato, l'acqua è riconosciuta inquina– ta e il medico ordina la chiusura del poz– zo. Le donne non sanno più dove attìnge're acqua o. per lo meno stanche come sono dal ra.-oro bestiaie a cui sono costrette, pro' testano per la iunga strada che devono percorrere. - ,olete dunque morire? chiede il me– dico. - Si muore se Dio lo vuole! :Via il buon Dio vuole - pula caso - come nella relazione suaccennata che vi sìéno d6ZZin€ di m·ottì n'elra casa colonica che attinge allo stesso pozzo senza ch_e_ il padrone si commuova pertanto. E lo spmto di ras..segnazione della povera gente salva ogni cosa e il buoi} prete conforta i super– stiti assicurando che con qualche messuc-– cia le vittime raggiungeranno il paradiso. E la relazione continua su altro argomen– to impprtanie: le abilaiioni. - Una fam'iglfa dispone di una camera sola contenente lre giacigli. In uno ci .sfan– no padre madre e due bambini. nell'al.fro tre maschi d. cui uno affetto da tubercolosi; nel terzo tre femmine di cui una ammalala. E passa dal part.icolare al generale: - I letti sono nella maggioranza senza elastico, su carnlle\ti. Finestré piccole in <j'ùal'che caso ancora con impannate. Pavi– mentò di nYaltoni in catt:rn stato; soff\fao di legno a travie,e.lli nei casi in cui non si vede il letto a traverso le tegole. &cale di accesso aI pi o superiore in qualche ca.sopersino oericolanli. Ballatoi tali che una persona 8.Ua deve cun·arsi per pas.sare. D'i ,-erno le giornate si passano nelle sfaJJe- ove ,-engono trasportati qualche volta ahche i malati a.dul ti e in ogni caso i piccoli. D, grazia. !10.1 ci sarebbe un nuovo ~ero– ne che si pigli il gusto di bruciare questo villaggioJ Egli farebbe opera santa di fron– te alla scienza igienica. Il guaio è che biso– gnerebbe ripetere l'esperimento per migliaia di casi consimili. ~a seguiamo la relazione senza commenti la quale viene ad esaminare la medaglia dall'altro Iato! - Coltura igienica scarsissima. Pregiudi– zi e superstizioni in quantità: la disinfezio– ne è una cosa inùt!le e dannosa anzi : rov:– nll là biancheria. i mobili. dìsperde le deie– ztpni éosì J)I'ezioi-e . .. Il ghia~io non si ap– pffca perché provoca ì raffredd'ori. le medi– cine somministrate solo cfopo lunghi con.~ul– li con tutte lé donn,cciole del paese, lar– ghezza in purganti di ogni genere. Lo ster– co di best,a bovina ot:imo impac,:o caldo. la cura delta r sipola fatta talvolta metten– do l'aminalato sopra la buca d, un pozzo nero e lasciandovelo copert..;oda un lenzuolo fino a resistenza E ciò può bastare. Ma il med co di buona volontà si rivolge all'auturilà eomJ')f!l(,nieper chiedere rimedi d'indole legis;alivi. La buona legislazione è ottima cosa, ma troppo spesso diventa irrisione per la JY)– vera genie. Ed è peréiò eh&>la leizislazione per s.e s\E,S.-,a non basta. Bisr.,gna chiumar-P qutsla povèra genlt alla lotta p~r la conquista dei propri comu– ni e degli organbmi statali perchè le ri– sor-:P non vengano sciupate in spr~se paz– ze, ma venganu usate r,er una sana po1'l1ca proletaria. ~a sopratutto bisog-na crea re in queste misere genti ·1 germe ,anto della ribellione, bisogna parlar !ore, di bisogni umani n, d,– r,ltl sanciti dalla sci<;nza. Sento gli avversari ripetere il so1'lo ri– t'lrn<>llo: - Vc,1 parlalP .-;empre di diritti. Si:-::.;ig-noridi dir1lt:! .--0pratutt-odel diritto d non rr~pare anzil.emr,o l)<'r la colpevole trascuratezza di chi 5\a in alto. E da uomini veramente potrete vivere. u povere genti dimenticate. solo quando le campagne chP voi lavorat.P non avranno un padrone bla-on~l'l o meno c·he vive nell"o– zio una padrona r,iu o meno onesta che s, diverte l'annata. intera, un filtabile o fat– tore cb-e specula sui vostri magri guadagni ma saranno invece la proprie-!à comunr. II SO<'ialismo soltanlu potrà rect·mervi da tutte le vostre miserie di cui siel<· ancora le viWme inconsaocvoli! - GISELDA BR!:BBIA. L.\ I IFESA DELLE LAYORATIUCI Assistenza medica s olastica Quante cose avremmo imparato se aves,. simo partecipalo al Congresso Nazionale dei Medici Scolastici; e quanti desideri a– vremmo _potuto csprilncre affinchè i bisogni più urgenti per l'assistenza medica degli sco– lari fbssero discussi! Le istituzioni oggi fanno mollo pei nostri ti.gli, se rammentiamo i nos~ri tempi, quan– do, cioè, non si faceva nient.e p_er la. sa– lute. la felicifà degli alunni, chè nella scuola il medico non entrava punto, e invece sua ,·'entrava e vi regnava il prete, per ~gomentare le piccole anime con le pene dèll'infemo! Ma se pensiamo a quanto \a società ha l'obbligo di fare per i futuri la– voratori. affinchè essi siano vaìidi ed istruiti per sostenere ardilamente la lo'ta della vi– ta, dobbiamo ,ubi to no lare che a questo scopp lç. is\it uzion,i fanno poco, l-roppQPQCO! L'assistenza medica scolastica fa pa.rle del– l'educazione popolare, ma in teoria; in pra– !.ica è un complemento che può mancare e infa\li di regola. non c'è nelle scuole ita– liane. E invece essè deve accompagnare l',e ducanda dal giardino d'infanzia all'univer– sità. dal giafdino d'infanzia all'opificio, e nell'opificio fino allo sviluppo comp1eto. li medico scolastico deve essere il direttore del– l'educazionn della fanciullezza e della gi-0- vetìtù studiosa o lavoratrice ch'essa sia. so– stitu-endòsì, dirò cOs1. int.eramen.te all'an(i– co, e, purtroppo, non solo antico, direttor.e spirituale al quale obbedivano, e obbedi, scono anco'ra. i parenti e i maestri. Sì, il medico. e non i maestri o i professori trop– po ligi ai progrri.inmi, non i pa~·enti .trop– po indulgenti o troppo severi e sempre pre– occupati degli interessi economici, deve régolare lo studio, il lavoro, in una paro– la l'occupazione del fanciullo e del giovine. Egri non esigerà da loro nè di più nè di men6 del rendiinen'io giornalieto elle la lo– rò costìtuzione notrà dare: non Ii op'J)rimerà con fatiche superiori alle loro forzé, nè permetterà che queste siano ! ,rascura.te od offes~! Md. vénia.n'lo al congresso: esso ha affer– mato· ché r'assisbenza medica e.gfSt.e solo in via d'eccézione, ha col1stata:Loche. fra i oo– muni che fanno qualcosa, l)Ochi sono quélli ché fanno bene e sul serio. Ii\fatti i 2/3 delle aule scolastiche sono state dichiarate anti· gienièhe; e SOio i/4 hanno afredamento buo– no! Vi sono scùole che mancano di tutto, perfino del cesso, e perfino dell'acqua .. co– me nel deserto libico. '.':on parliamo della refez10ne scolastica: p0ChissiJl1i comuni la somministrano e ap– pena ai bambini più indigenti. Gli orart, in barba agli ispettori scolastici sono irrazio– nali. anzi perniciosi alla salute e all'intelli– genza! 0 la scuola popolare dovrebbe nnv1- gorire la prima e svolgere la seconda! li Comune di Milano è fra i pochi che fanno qualche cosa. anzi esso, se facesse tutto quanto è detto nella relazioqe del dot– tor Fanali, farebbe già molte belle cose. Ma non è così: conosco ragazzi che frequentano la quarta elementaJ·e e non hanno mai fatto bagni nella scuola, e, forse nemmeno a ca; sa! di passeggiate scolastiche seltimanalt non no !arino affatto. Conosco ragazze fre– quentanti scuole privale, ed altre ricoverate in istituii che non ebbero una delle 4 o 5 anriuàlì visite mediche prescrit.!;,. II Congresso ha stabilito d'unire il casel– lario sanitario aJ libretto sanitario. e noi auguriamo chresso sia unito all'altro del tribunale. Quante volte il giudice dovrà consta.tare che la delinquenza alligna negli organismi deboli, malati per trista eredità, o per mi– serìa e corruzione dell'ambiente! Relatori e c,,ngressis\i hanno concordemen_le, affer_mato if urin"cioTO che la Scuola deve rmv1gor1re le en'ergie lutte dell'alunno, deve correggere i suoi difetti fisici; guarire i suoi malanni, combattere le sue predisposizioni alle infe– zioni, perché il primo scopo della scuol_a r,opolare è quello di fare dei ragazzi dapprr– ma sani e poi istrl.litì. E invero se la scuola con l'alfabeto, la coltura non dà la salute al corpo e la sere– nità allo spirito, tradisce le sue finali.là . E se i fanciulli p~r apprenòere devono div~_nk1.r,e storpi, miqpi, o arrestare il loro sv,luppp fisièo. meglio riÌO.r'iìino alla c·arnpagna, al– le strade. alla piazza come né! buon tempo antiCj): l'aria e _ilsole, purifiçando il _loro ·corpo, ravviverebbe la loro intelligenza. Perchè l'educazione popolàre diventi la festa: della vita, occorrono milioni e mi– lioni.. lo sappiamo, e sappiamo anche che l'Italia li avrebbe s~ non ii spendesse per n Iri. bella g'uefra! )> Ma se és5a vofrà avere uomini forti, ,e popolo istruito dovrà rinun– ciare ai ca,illnoni e fabbricare .tante scuole e provvedere tanto pane e tanti libri per muta– re il branco di pecore d'oggi nella soci.e.tà d' individ1.ti , di domani. RRGINA ri. 1 F:RRUZZJ. LOTTEE DIFESADEL LAVO·RO te·la,oranh ili gommà' dalla Ditta Pirellì' ottengono d·el mlgÌloramentl. LU verte·nza. Il 1° seltembre la maestranza del IV_ ,;i– pàrto dello stabilimento Pirelli e C. di Mi- 1ano si mise in iscioperO per ottehere eh.e non fosse licenziato un operaio che, secondo là Diita. avrebbe ripet,,tamerile rè:cato gra– vi danni all'Azienda sul campo del ,lavoro. Fu nominala una. ComITlissione operaia. e fu mandata àlla ger:lm'zà è!e!Ìà Ditta. a□ esporre i desiderata della classe. La Ditta insistette 3ul licenziamento e ·lo sciopero contihuò. La presentaziòne del memoriale. Lo lè'ga lavoran{i in p'rodolli chimici che da qualche terripo sta riorganizzando la claS– se. d'accordo con 18. Camera del Lavoro, ri– tenne opportuno. insieme con la Commis– sione operaia, di profittare dello sciopero per agitare la matura quesUone dei mi~lio– ramenti generali ed infatti il 3 settembre presentò alla Dilla un memoriale accettato dall'assemblea generale degli operai e delle operaie. Perchè fu ripreso Il lavoro. Poiché la Ditb mise la pfegiudiziate di non poler accogliere le domande della maestranza fin che fosse pÙdurato Io scio– pero del IV riparlo e confermò la sua op– po:;izione al ritiro del licenziamento addu– cendone. le giustificazioni gravi, la Cornmis-– sione, dinanzi g,J bivio o di far sciopera.re tutti gli operai dei due grandi stabilimenti di Milano e della Bicocca o di far ripren– dere il lavoro e continuare l'agitazione sul memoriale, scelse, per consenso unanime deKli interessati, la seconda via. Fu presentato un _memoriale aggiuntivo da'<li operai delle Officine meccaniche degli stabilimenti di :vlilano e della Bicocca e l'a– gilazione, ben condotta, proseguì compatta. Mlgflòrafnentf ottenuti. Dopo quattro laboriose sedute la Commis– s,one operaia riuscì a strappare i seguenti miglioramenti: L"orario pomeridiano del sabato_ ridotto di due ore non p;i.gale dalla Ditta, ma com– pPnsat,, agi i operai iscritti con medaglia nPJla s<tJ;rnente misura: a) aumento di cent. 2 all'ora sulla paga oraria rlti!li opPrai aventi cr>nt. 28 o meno d, salario all'ora ,. che non abbiano avuto aum,,uli da oltrP 12 mes,; b} aumento di cenl. 2 all'ora sulla pa– ~a oraria delle operaie aventi ceni. 17 o meno di salario all'ora e che non abbìano avuto aumenti da oltre 12 mesi; r) aumento di c,·ni. i all'ora sulla paga oraria deirli operai " operaie aventi cente· irni 28 o meno di salario all'ora e non r:<>rnpresinelle duP categorie precedenti. d, aumento di cent. 2 all'ora sulla pa– :,-a oraria der,li 0J)<'rai e operaie aventi cen– tPsimi 29 o più di salario all'ora; il lavoro straordinario limitato, salvo casi ecceziona lissim,, a 22 ore alla settimana; soppressio– ne, di sei fesle religiose· aumento del 40 o/., per le ore straordinarie domenicali; inclu– sione nel<lapaga fissa dei 2 ceni. all'ora dati prima come premio; rego1aTizzazioI1e con certe cautele' dell'avventiziato; assegnazione, quando sarà possibile. del lavoro a .cottim-0 colla rela,\iva -bolletta .. ~c. L'esposizione ct'elle tà.b'e!fo di lavoro, e la r.egolarizZazione delle sospèhsioni. dei licen– ziamenti, ecc. sono state accolte a titolo di raccom·andazione. Il licenziamento. Purtroppo la revoca_ del licenziamento non si poté ottenere dato che le ragioni sen– timentali sempre care all'ideale nos\ro di solidarietà. non poterono distruggere le pr0- ve di fatto che davano alla Ditta il diritto al licenziamento. Del resto ,e segnaliamo al proletariato la nobil.\à dell'atto) lo stesso operaio licenziato mandò all'ultimo comizio della classe una dichiarazione in cui invitava· i compagni a non insistere sul suo caso, per noq pregiu– dicare l'esito delle trattative. Le multe. Nelle Joite possiamo sacrificane per il be– ne collettivo qualche interesse personale, ma non mai dobbimmo piegarci a sacrificare i pricipiì. In causa dello sciopero di solidarietà, la Dilta voleva infliggere una mulla agli scio– peranti, ma la Commissione, rotte le .tratta– tive, fieramente s'oppose. Coll'intervento a– michevole anche dell'on. Turati, la Com– missione alt.enne che le multe venissero ri– tirate. L'accettazione delle conclusioni. ln un grandiosissimo comizio tenuto il 26 seltcmbre col concorso di più di duemila lra operai ed operaie intères.sate, dove par– larono Pie.\ro Bclloiii A. Marchetti. C. Azi– monii, della Camera del Lavoro e Rodolfi segretario della lega lavoranti interessala furono accettate unanimeménte le condizio– ni ollenute dalla Commissione. Il maestoso comizio si sciolse inneggian– do all'orgarnzzazione ed alla solidarietà la– voratrice. Compagne, Impariamo ! Quando si pensi che su 4000 operai all'i– n,zio dell'agitazione solo 53 erano organiz– zati; quando si badi che i miglioramenti fi– nanziarii ottenuti, senza lroppi sacrifici, ammontano a '30.000 lire, quando si consi– deri, tra tanti altri piccoli miglioramenti morali ol\enuii, d'aver conseguito quello grandissimo del sabato inglese chr alla don– no prolf,taria dPVf' esserf' caro sopra tutli, noi possiamo ben compiacerci della buona solnzionr di questa agitazione dovuta alla solidanetà ed ai metodi. Ora tocca alla classe a comprendere il suo dovPre d, serrarsi tut\a intorno alla le– ga rhe_ tanto bene l'ha saputa dirigere. E voi brave compagne della Ditta Pirelli che vi siete comporlate con tanto senlirnen'. lo di S9liµarie\a, continuate a lavorare per l ,r1<an1zzaz10ne: per altre future vittorie vostre, per l'esempio a lutto il proletariato femminile! Una imentita della federazione oazìonale dell'inviodi una commissione in Libia. .\lcuni giornali hanno pubblicato ( 1 cl1e una CommiSSione della Fede•razione dei lavoratori della terra partirà per la Libia col completo appoggio del Governo per assumere ed ini– ziare grandi lavori agricoli >L Smf-:Jltiamo nel modo più assoluto questa falsa n 1 ,tizia die non ha neppure H fondamen– to per projJoste el offerte di trattative avve– . nut..ee pensate. Se Ja notizia aYesse scopu elett.orale, le or– gi11izzaÌioni avranno uIÌ motivo maggio~e. J:>e~· combattere i sistemi indegni e speculat.Jl\'I d.t cui Yogliono valersi i nazionalisti per impedi– re la ca.rn.pagna elettorale che ha per pri.atia– ìorrna la guerra alla guerra ed alle spese lm– produttive. la Seuretaria della Feder. Na;irm. .-\nGENTINA ALTOBELLI. Vittime del lusso 1,5 MIL!ONJ DI FRANCHI (dico quara11- taçinque milioni) in sole, pi1:1me per_ c,ap– pelli dà signòra sono stati ,sequestraii l al– tro giorno, in un solo giorno, nel_la sola Nuova York. E una misura pro.tett1va, re– clamata a gran grida dagli zoologhi, non meno che dai membri delle società. protet– trici e/egli animali, giacct,è per procurare alle signore le piume che non sono le in– nocue e r-elativainente poco costose ,piume di struzzo ma quelle di uceelli del_ para– diso airo~i. ecc. i cacci8.tori incuorati da mer~anti grossisti e da modiste, distrugge– vano e sterminavano senza pietà quelle rare e bellissime specie di uccelli. questo 1I larrien.to ,lei zoologi, ornitoI0;– gh1, naturalisti. I membn delle soc1eta protettrici degli animali, poi, insorgevano e· insorgqno Jl!lrchè tali piurriç, ._per ess1:,re veranienie belle e_ costose, devo~o vemre strappate all'uccello vivo, spiumandogli spe– ciàlmente la coda per lasciarlo poi misera– mente morire, spellato e sanguinan!.e fra spa,simi orren,di. Atroce! orribile ! scandaloso ! protestano · i pastori, i preti e le vecchie zitelle dell-e Società per la protezione degli animali : proibì te un tale traffico ; arrestale una tale I barlfariè ! Gius.t.issimÒ! fanno bene, e hanno perfei– . tamente ragione. Noi, anzi, vorremmo an– _-che di più: vor:remrrio che in Ital,i_a, per esempio, si prol.egg8$sero cpme in Svi.zzera i dolci, utili, giocondi e deliziosi uccellini , dei nostri campi. invece di farne degli __ a,r– rosLi e degli umidi. Chi è staio fuori d'Ita– lia ha certo osservato come sia muta, silen– ziosa, deserta di" voci e di trilli e di frulli , alati' la no.stra campagna e i nostri. r~ri e pocbi boscI,i il) cpnfronio_ a quel\i dell'es!"'– ro ; e sa che differenza ciò produce sull a– nimo del passeggero. Gill6tissima dunque, la protesta degli a– mericani : le signore si accontentino delle . piume di struzzo che si tagliano all'anima– ' le senza fargli dolore, e portino fiori e na– stri sui cappellini. . Si, ma_: 11:5 mil)çni di ,franchi in. piume di uccelli, sequestrate in un sol giorno I Chi insorgeva, chi è insorto per proteggere un' al\ra razza animale, Ta razza bipede della famiglia umana, genere proletario, spiuma– ta e spellala inesorabilmente per procurare a quelle belle signore, a quelle ricchissime plulc<:raie americane, i modi e i mezzi di nutrire un esercito di cacciatori, <li com– mercianti, di modiste. occupate a spiuma– re e spellarn uccelli per conto loro, e dei loro cappelli? Poveri bimbi, povere donne. poveri ope– rai. povere creature umane 1 italiane, irlan– desi, cinesi, d'ogni parte del mondo, &frut– .\ate a sangue nelle viscere inumane della tumultuosa metropoli americana. stritolate come in una morsa di ferro dall 'ing~!l-Jlag– gio capitalistico feroce, dalle sue. fabbriche, dai·suoi docks. dalle sue innumerévoli offi– cine I E per le sete, per i merletti. per le pelliccie, per i gioielli per le fragili piume delle bellezze americane, che sudate lagri– me e sangue r Ognuno dei vostri dÌgiuni e ognuna delle vostre fatiche è una scintil– lante fibrilla di uccello del· paradiso dì più sui loro cappelli. per emulare chi è ancor più 1·icco di sè, e farsi invidiare da chi lo è mèno. Oh, non rappresentavano solo lorture di uccelli, i quaraolacinque milioni di piume sequ~trati in un sol giorno, sui moli della grande citlà. Erano - e sono - intere cri– stallizzazioni di dolore e di miseria umana. Un gra_nde scrittore inglese favoleggiò una volta q,_ un re a cui, la notte pnma dell'in– coronaz,one apparve in sogno la visione di lutto il male e gli stenti, e il dolore che era costato e di cui era intessuto il suo splendido manto, l'abito, il suo scettro la corona il latteo monile di perle: e inbrridil-0 rifi~tò ogni cosa. . M_a_ chi_ fuorchè un poeta, pensa ormai a s,m11l fisime? E d'altronde il rimedio è un poco più dif– ficile e complicato che non sia il proporre e_vota_re un ordine di sequestro affinché non sia p,_u lecito tormentare, spiumare e ucci– dere I beli,, cari, semplici e giulivi canton del bosco, i dolci augelletti. m. g. s.

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