La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 17 - 19 ottobre 1

Anno II. • N. 17. 19 Ottobre 1913 Conto cor,.ente colilt Postn. • • ESCE L.A 1.• E L.A a.a DO:lli:ENIO.A DEL .MESE • • ABBONAMENTO, REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE : Un numero Cent. 5 Anno . L 1.50 Semestre .. L. O.BO MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO 50 copie .. L. 1,00 100 copie.. L. 2,00 ESTERO"' IL DOPPIO PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Elezioni politiche 26 Ottobre - 2 Novembre 1913 ALLEDODE DEL LAVORO Compagne, lavoratrici, madri di famiglia! La lotii:& elettorale è in pieno fervore. La riforma, che estese il diritto di voto a qllJlSi 1a. totalità del proletariato maschile, ravviva di nuove linfe il vecchio tronco della. sovranità nazionale. Solo noi donne siamo escluse da. questo rinnovamento civile e po– ljtico. L& riforma ci ha dimenticate. Il legislatore ci ha. ignorate e ci ignora. Non perciO dovremo - o potremo - rima.nere assenti. Sarà anzi, questo obblio, una. ragione decisi'ç"a. di più perchè affermiamo noi stesse la. cittadinanza che ci si ricusa. Da un pezzo ormai noi non viviamo più al di fuori delle lotte che agitano la so· cietà. modern&. La. macchina, la grande industria, il vasto maga.zzeno, lo sviluppo colos– sale dei servizii pubblici, i] diffondersi dell' insegnamento, la trasformazione insomma dell' economj& sociale in senso sempre più collettivo, ci hanno tolte al focolare dome– stico e lanciate nei vortici della lotta per I1 esistenza 1 spostando a forza, cosi, i nostri interessi dalla. vita di famiglia. alla vita socia.le . Q,uante di voi, o donne, siete costrette ormai a offrire la forza di lavoro ai capita– listi? - Orari di lavoro lunghissimi; mercedi irrisorie i cnrve ai solchi, piegate sulla risaia, vigili al telaio meccanico, martirizzate in mille modi ; l'esaurimento precoce non colpisce noi sole, ma. si ripercuote nella debolezza orgaruca dei nostri figli, dei futuri cittadiru, su tntta intiera la stirpe dei !&voratori. Q,uestò sfruttamento senza li.miti non ha radice soltanto nella povertà delle nostre organizzazioru ru resistenza. Più ancor& nasc~ dal fatto che noi siamo fuori della legge e dell& IIAzione; le paria., le straruere, le .minorenru perpetue; equiparate·dalla legge &gli idioti, a.i mentecatti, ai condannati per i più turpi delitti. Se la scheda è riconosciuta essere, per gli uomini del lavoro 1 difesa necessaria e, destramente 1llB.neggiata, strumento di possibile emancipazione futura, perchè non lo sara anche per le donne? Forse, perchè sono le vittime delle ingi ustìzie maggiori, e per esse la difesa è più urgente? Nel Parlamento, non una, ma. più e più voci converrà. che si levino, reclamanti leggi di tutela per tutti i lavoratori; franchigia dei fanciulli dalle ingordigie del ca.pi– tale sino almeno ai 14 anni; casse-pensioni che assicurino a tutte le vecchiezze, a tutte le incolpevoli inv&lidità, digrutà e pane. Bisogna perciò che anche noi, insieme al proletariato mascrule, possiamo delegare i nostri rappresentanti. Questi rappresentanti non possono essere che i socialisti. olo il Partito socialista combatte per il proletariato contro tutte le ingiustizie, per ogru specie di eguaglianza civile e politica: perciò esso solo reclama, nel suo programma, il voto anche per le donne. Compagne!_ Lavoratrici! Tutti i nostri interessi di salariate, tutti i nostri doveri di madri, di spose, di sorelle ci spingono nell' arena politica. Chi più di noi dovrebbe combattere il militarismo, l'imposta maledetta del sangue? ~ono pure i nostri ma.riti, i nostri fratelli, i nostri figlioli, che si maorlano a insangui– nare le sabbie africane. Il grido dei socialisti contro codeste barbarie è il grido di milioru di donne del proletariato. Voi tutte, che dover.e mantenervi colla scarsa mercede - donne dei campi e delle fabbriche, maestre, telegrafiste, telefoniste, commesse - forse non sentite, &lpari e più degli uomini, il peso del rincaro sempre crescente delle sussistenze? Non è sopratutto per voi che l'alto prezzo del pane, dello zucchero, del sale, delle pigioni, significano anemia, denutrizione, squallore di vita? Insorgiamo, col Partito Socialista, contro l'iruquità di un sietema tributario che scarnisce solo i più magri; contro l'iniquita dj un regime dogana! che rincara ad arte l'alimento dei bisognosi. Cominciamo a intendere qual i, il no,tro maggiore interesse e il uostro primo dovere. Ancora non possiamo, i, vero, partecipare alle lotte elettorali direttamente, ma il nostro aiuto indiretto può essere, gia. oggi, d' nna importanza decisiva. Mescoliamoci dunque a questo lavoro; prestiamoci, se occorre, ai più umili uffici; rustribuiamo le schede, spingiamo alle urne i nostri uomim, facciamo noi otesse pro– paganda nelle fabbriche e fra le vicine; persuadiamo gli indifferenti dell'interesse vitale che hanno a far w;cire trionfanti i candidati del proletartAto. Procureremo cosi non eolo la. difeca dei nostri immediati intercs~i ; ma spianeremo la via al divenire socialista, che cancellerÌ> dalla convivenza sociale l'oppreseione, la violenza, l'odio infecondo, la guerra perenue fra gli f;tatt e fra le clase,, lo schiaccia.– ciamento dei deboli. Per la. prima volta l'nmamtà •ara libera. A questa. battaglia, a questa vittoria, la lavoratrice non deve mancare. O compagne, o dimenticate, o eternamente rnginocchiate, levatevi ! Siate donne ! Siate cittadine ! Il COMITAIO II llONAll DE lf DOHNf WCTALlm ITALIANf. Se io fossi una donna Se io fossi una donna in tempo di elezio– ni mi pare che mi sentirei mollo umiliata. Nel vortice di tutti gli interessi che si dibat.– .\ono fra i rappresentanti dei divet'5i partiti quello soltanto che manca è proprio il mio interesse. Perchè? Non sono io una creatura a cui la società attribuisce tutte le capaeità e tutte le responsabilità secondo 16 leggi ci– vili, penah e.. fiscali? Perchè proprio deve essere esclusa quella capaci.\à e quella re– sponsabilità che in questo tempo emergono su tutte le altre quella cioè, di fare o con– tribuire a fare, tutte le leggi civil-1, penali e.. fiscali cui debbo obbedire? E in questo lempo che io, donna, sentirei principalmente l'umiliazione di essere serva; serva di una legge che cade su di me dall'alto, fatta da creature uguali a me e da me differenti sol– tanto per il sesso. E: _in questo tempo che salta più ardente fuori il principio secondo cui la donna non è che una cosa fatta per obbedire. Ebbene, ciò grida l'ingiustizia. La legge non è la legge, cioè la legge « moralmente" non obbliga chi è s\alo forzatamente tenuto estraneo alla sua formazione. Operaia, io non intendo perchè debbo essere impedita di sostenere i candidati di quei partiti i quali sostengono la libertà delle leghe e le leggi tutelatrici del lavoro, contro la malattia, la disoccupazione. la invalidità, ecc. che tanto mi interessano personalmente. Donna di casa. con le cure della azienda. domestica, io non comprendo come mi si proibisca. di votare per quei programmi che mirano a fare diminuire i prezzi delle der– rate, del pane, del vino, dello zucchero, con l'abolizione dei dazi di dogana! L'uomo non ha che un'idea mollo confusa e molto rela– tiva di quello che vale il suo salario. Quan– do con--lo sciopero aumenta la sua giornata di pochi cen.\esimi, gli sembra una grande vittoria. Io però che faccio la spesa mi a.e,. corgo che l'aumento dei prezzi delle cose è assai più rapido dell'aumento del salario; mi accorgo che con la settimana più grossa quasi quasi compero meno roba di prima. Se le donne di casa avessero il voto la cau– sa del libero scambio, cioè la causa dell'a– bolizione del dazio sul grano e sulle altre cose più necessarie. sarebbe già vinta. I si– gnori proprietari di terre che mettono ai consumatori la taglia possono fare fortuna coi loro sofismi protezionisti trattando con uomini, i quali credono spesso, stoltamente, come lavoratori e produttori di compensarsi di un monopolio con qualche altro! sui ma– nufaL\i, per esempio, e così sono disposti a lasciare correre ... Ma se i signori proprie– tari di terra avessero da fare soltanto con noialtre donne, che il destino ha fatto mas– saie e che sentiamo dall'orecchio de1la « spe– sa ", i signori proprieLari sarebbero subito subissati. Ed ecco forse una circostanza per la qua– le faranno ancora più resistenza ad accor– dare a no,i, donne, il voto. E una quest.ione di interesse di classe, come dicono i socia– listi, i quali sono i soli che difendano se– riamente, senza quella antipatica affetlazi<>– ne di galanteria, che ci mettono i femministi borghesi, il voto alle donne e ciò perchè i socialisti, nelle donne, vedono. come disse una volta scherzando 11Turati, degli ... uo– mini, cioè vedono degli esseri che la socie.là capitalistica ha pareggiato nella vita econo– mica, nella fabbrica, nel campo, nell'ufficio, nella lega. alle Camere del lavoro, ecc. agli uomini, sfruttandone il lavoro, diminuendo– ne la potenza di compera del salario, co– stringendoli - come uomini alla dura disciplina delle officine ecc. Perciò i socialisti hanno fissato il princi– pio di considerare le donne alla st.regua di tutti gli altri salaria.\i e d1 dare ad esse tut– ti i me-tzi per difendersi che hanno tutti gli altri salariati, e così anche il diritto d1 voto. Ma intanto che i socialisti nei comizi elet– torali svolgono quco;ta come tante alt.re idee che essi ricavano direttamente dall'interesse della classe lavoratrice. noi donne siamo fuori del giuoco, come se fossimo de, bam· bini, senza discernimento. Tuttavia, almeno come spellatr,ci d I giuoco, noi pure possiamo farci valere, con aiuti e consigli a eh, sostiene nel giuoco il nostro interesse, a chi fa la • politica ,, che noi faremmo se avr,;simo facoltà di espri– mere il nostro vo.\o. In cote.sto interessa– mento sta per noi rlonne il mezzo di alle– viare a noi la mortificazione intima della no,;tra nullità elettorale. Infatli, - volendo e sapendo e, sia pu re. indirettamente, anche no, possiamo pe,. sare nelle elezioni; anche noi po;;,;iamo in– fluire sui risulta.ii della lotta per avvicinar– li a quelli che noi vorremmo se fossimo ESTERO IJ- DOPPIO el_ettrici. oi possiamo contribuire a11 ·orga– nizzaz1one elettorale. noi possiamo quotarci in sottoscrizioni a favore del partito sociali– sta, noi possiamo spuntare elenchi elettora– li, !rascrivere indirizzi, ecc. oi possiamo · andare nei comizi ad infiammare gli ora– tori per la causa, del popolo, per la nostra causa, contro la ingiustizia che ci opprime, contro la carestia che ci ruba il pane, con– tro la guerra che ci ruba gli uomini ... . Ma, per.sino senza muoversi di casa, una donna, consapevole, può fare qualcosa, può •fare molto per le elezioni ispirando il voto degli uomm1. Ecco, dopo tutto. per una donna il pen– siero di poter ispirare il voto d~li uomini deve riuscire di qualche al.tenuante all'umi– liazione di qu •ti giorni di faccende eletto– rali, in cui essa si sente così una • cosa» così una " serva )) nella società costituita. degli uomini ! CLAUDIO TREVES. AL DI LA DEL CONFINE Riassumiamo in parte la relazion.e che il se– greta1iato delle operaie della commissione ge.– nerale tedesca ha inv;iato al congresso della 11 L~ga delle urganizzJzioni femminili .,1 di A– menca che avra luogo a St. Louis. .Al!a _finede~ 1911 le applicate alle orgai1izza– zion1 smdacal.1 u libere n erano 203.574. Le don– ne sono federate, con pari diritti, cogli uomini_ La stessa federa.zio11e dei domeslici, formata in nwnero prevalente da donne ammette, tra i soci, gli uomini. ' Le donne, nelle organizzazioni libere godono pa.ri diritii degli uomini e possono e&Sere a.m– m~ss~ all_e_c~riche sezi~nali e federali. Se i po_ st1 direttivi !Il Germania, come in Inghilterra, sono oocupati quali esclusivamente da uomini, ciò non deriva da disposizioni statutarie, ma in parte d.aùl'indifferenza delle donne, o dalla Jo– ro posizione in famiglia, dal Joro doppio lavoro neWa fabbrica e neJla casa. Il successo del lavoro organizz.alivo tra la don~e _ è cli data più recente che non tra gli u.omin1. _Ciò ~ipende dal fatto che, dopo le legp,i ecce– zwnah che aveva.no rovinato tutte le organiz– zazioni, un grave dibattito sorse circa la for– ma delle organizzazioni. Il primo congresSQ sindacai.e del 1892si pronunciò, a grande mag– gioranza, per la neutralità sindacale. Una 2a1ie noievole degli operai, però, era or– ganizzata in società locali, le quali npn esclu– devano, completamente, le questioni politiche. E alle donne, fino alla legge imperiale sulle associaz.ionj del 1908, non era nennes~o dalle leggi di far parte di società politiche. La statistica, dopo il censimento orofessiona– le del 1895 rilevò inoltre l'esistenza di oltre 5 milioni e 1/4 di d.onne operaie. Da allora cominciò una larga propaganda tra le donne. Nel 1911 le donne erano organizzate in 33 su 51 Unioni. centrali. Il maggior numero deLie donn,o orgamzzat.e le avevano: la Unione di tessitori; quelle dei met.a.llurgici; degli ope– rai di fabbrica; dèi tabaccai: dei legatori· dei sarti; deirli ausiliari tipografi; degli impi;gati di commercio; dei calzolai. ecc. Tra le donne l'idea delle organizzazioni si fa strada tanto più ora che capiscono che la loro occupazione, non è un fatto transitorio che ces.. sa col matrimonio. Per attivare la oropaganda fra le_ dçmne, è stato creato, nel 1905, dalla comm1ss1one generale un ,e Segretariato per le Operaie II all!!, cui direzione ,enne preposta una donna. Esso hn il compffo di raccogliere mate– ria1e per le oue~tioni generali e metterlo a di– sposizione ù Ila propa,za.nda. Esistru10 in G-0-nnnnia n.nche le organizzazio– ni cattoliche le quali, più che del migliora– mento delle classi operaie, si occupano di com– l·attere le organizz37Joni n liherP n socialiste e si scm.o ripetntf\mPnte off-e.rte come mediatrici di crumiri. Le organizoa.zioni liberali ne hanno una e– Fielus.ivamente femminile, 1110. che ha una scar– sa importanza nel movimento generale. Ha invece una. notevole import.anza. la II U– nione delle impiegate di commercio " che fon.. data con puri Hopi mutualistici, alla modHi.ca degli statuti, !-\'impose compiti ~indacali. Ma oorca d! raggiungerli con ricorsi e petizioni senza ncorre-re ai mezzi di lotta sindacale si rifiutò ad ogni d'nccordo con le organizzazioni che sostengono, in teorìn e in pratica, I'ugua– gliani.a. dei dirilti della donna. Coc.i le organizzazioni II lihcre ,, - socialiste tengono il primato ad onta della guerra acca– nita delle classi borghe,,i, del governo, delle organinazioni cc-ncorrenti. li prole riato femminile tedesco può guar– dare con flducia Pd orgoglio verso un più lieto an·eni-·P. Par·e, <L1rnr11u? E sia. Ma cnn la distin;;ione rhe ai<ì fauvano oli anorli del prnepe di Ces-ù risalien.le al cielo: Pare in terra aali uomini di l,u.ona volontd. Aoli altri no. Ai maliani, ai tiranni. agli oppressr,ri, agli invasori, Q{Jli im– postori, guerra, guerra, ,,verrai G1osut CARnucc1.

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