La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 13 - 2 agosto 191

Renelitio anrnr lrnopo mio al~rnlelariarn Le '.'-CUOlelementari stanno chmdendosi per le Yacanze umanamente nccessa.rie al riposo degli scolari e dei maestri. Noi che vogliamo dare al prolelari1to lul• le le armi di difesa dei tempi moderni, ab– biamo a cuore certamente la scuola obbli– galori3 per i fanciulli proletari, i quali do· vranno d'illa migliorata istruzione ed edu– cazione fisica e del pen:-iero, trarre la forza '1er lottare contro tutte le minacce di fame. !i dolore di umiliazione che le classi ric– he. dominatrici della società, continuamen– te lanciano alle generazioni l1voratrici :'\01 plaudiamo anche al criterio della ob· bli(Jntoriettì della scuola. ben sapendo eh,, il popolo non può ancora in massa am 1re l'istruzione spontaneamente e capirne l'im– portunza: !roppo l'hanno tenuto ignorante per 1! passalo. troppo l'hanno lascialo ab• brutire nell'1.bbandono incivile!.. E come certi Ia,·oratori fanno ignorantemenle il lo– ro danno, combattendo l"organizzazione e la civil!ù socialista dandosi in bocca ai lu– pi che li spolpano, cosi certuni combatte– rebbero la scuola per i figli come cos1, a lO!'O aY,·iso. inutile o che im11edisce alle famiglie di vendere per pochi soldi al gior– no la ialica dei teneri. gracili fanciulli nel· l'urgente bisogno di pane'. E' doloroso che i genitori proletari debbano rnlere lo sfrul– lan1en!o precoce dei loro po,·eri fig-Ji .. :\la il bisogno rende spesso brutali e impone -.ilenzio anche 'il cuore paterno e materno! Dunque noi rileniamo un beneficio <srandc la scuola obbligatoria, anche contro le cie– che proteste di una parte del proldaria!o. ~1a... c·è un graYissimo uw.' Chi paga di pelle e di borsa per adesso questo diritto elementare all'alfabeto? C'è proporzione tra gli sforzi dove.rosi dello Sla 1o. dei Comuni. tra i piccoli ag· crn,·i dei grossi contribuenti e 1 '.--acrifici ,. ·e ·esciuti del proletariato? Xo e poi noi .•-\..nchel'istruzione dei suoi fig-li. la classe la,·oralrice deYe pagarla con infinite privazioni ed umiliazioni! ~, 11 maestri ne sappiamo qualche cosa! In que,3ti s.riorni anche a :\Iilano abbiamo a::;::;i:-:.!ito a scene pietose di dolore di madri del popolo che si vedono le bambine ed i b'imbini di 12 anni non promo:-~i. contro le loro speranze di poterli mandare al la– voro. E quando noi ~i diceva loro che negli esami di ottobre quegli scolaretti sfortuna– ti an,·bLero potuto avere la promozione. n– parando agli esami andati male questa ,·alta. ci trovammo ben tristamente per– plesse dinanzi 'l certe crude affermazioni: :\la per riparare agji esami bisogna sape– re. e per sapere bisogna studiare sotto la !"Uida di chi sa'. Io non posso pagare un inseg-nante nelle vac1nze! E noi in casa non 5iamo in grado di insegnar certe cose difficili' . ·oi abbiamo fatta appena la ter– za. o la seconda o la prima cla:;se ... o non ::;1ppiamo leg-g-ere. Se sapesse che mise– ria!» E giù racconti nvi di casi strazianti del· la vita famigliare e di lavoro! ... :'\on crediamo che talune Jagrime pater– ne o materne siano senza un po' di colpa per la ne::;suna 1ssis.tenza prestala lungo l'anno ai bambini. nei rapporti della scuo– la e non ripe\ere,no mai abbastanza alle fa· mii!'lie ii nostro amichevole e severo appel· ~o alla loro collabon.zione necessariissima ma troppi casi senza colpa o giustificati da mille di-.!Zrazie compresa rincoscienza, ci -,ono vi,·; nel ricordo. J)Ecrnon sentire tutta :a nostra solidarietà con le viL\ime di que– sta Itali, piena di boria nazionalista che non -;rnte la vere-o~ma delle miserie di casa ~ua r. p!'.r in~andir~ il privilegio dell.e clas– . ncché e nominanti. è feroce matrigna r:,o la e-rand~ maggioranza di que:!li ita– ! ani chP- e~~a ozni tanto dopo ct·aver c11- r,e-ta1i. .sfruttati. affamati. cacciati all'estero a cc-rcar pane, chiama con l"ironico nome d. t.tladini delb patria e pretende che, ubbria. ca+ d1 menzogn;, ufficiali, gridino - evvi- ' 1 - a1 loro ca!'neflc'' ~la sappia il r,roldariato d Italia che la oluzione del problema scolastico iu con· frrmlo cr;n la l<:gge sul lavorù rh•i fanc·iull ':il risolw· rn un solo modo: aumentare i maestri ,_ diminuire il numero df•gli b';o]a– n per ogni clas;e; mettere h ,cu,,la in {tra• rio di pot~rsi or...cll']Jarr· crime e ftn che oc· corra di ciascun fanr-1ullo m proporzione dr•Ile ~ue condizioni reali di vit.a. Jl numr!rO dr-1 rip,~tr-nti è imprr::5sirmanle! E il bisogno rJ. '.le farrng-lie (.• tirannrJ_ Era pur comodo In '-iappiamo far la :-:.cuolaquando ri and'1- vano :-,r,ltanto I t:i12"nor:n1 ben ull ·vati fJ bE:n nutriti' \de:-;:-,(J ci fJÌOVf,n dentrù t un, anche i povtri r1fiuti d, l!a ~•'"JCie•a, i figli della strada. vittime de.la lame e del!'n• brilcfi,-..zza t:'.'li eredi d~lla p11!la~ra ,. cfoll,. malattie r,rof,,.,,1onali. i fl~!t il -gli ana!fa– hrti dal cerv;,llo ardivo, 1 poveri barnhini storpiatì e sfibrati prima di na~<.:.er<! YIE'l :-,f:OO della madre operaia rh,. trascina r,o– nosamente la sua maternità anrmica al I"officinal Altro chr~ impar1r r·on farilita• \la ratl!vo quel medie-O eh<> prl't<·ncfo d 1dottarc· la malalfia dr,! r!,ente alla ua cu ra P non adattar la sua cura alla malattia. Co:ii la scuola invece d1 rr~crirninare contrù i~ popolo che non impara d~ve ri1eltr•rs1 in J?rado dì r1p1rart davvf!ro a tu+ta la grande disJ?razia pro} •'aria. Se in una las.-,e nu merosa non ci .'51 può curare c,JmP vorrdr be la coscir~nza e la scienza dei rrrnbtr, di ciascun bambino e. nella fretta per,c,,a d1 SV'>ll?C:rt:· cdi irrae-ionevoU prog-rammi di rn• L.\ DIFE"' I DELLE LA \.ORATJ:ICI segnamenlo che quelle cime di ministri c1 infliggono, se -bisogna lasciar indietro non coltivati abbastanza, non prepara.ti nè ag)i eslmi nè alla vita utile troppi scolari, que– sto non succederebbe se la scuola fosse fai· ta come va fatta, sr gli scolari fossrro sopra– 'utto pochi da poterli conoscere profoi1da mrnte a uno a uno, da poterli educare, 1- slruirc e soccorrere fin che basta. ~Ia ci vogliono denari e denari pC'r dare una tale scuola al popolo! E i denari .. della grande Palria per a– rlesso. sen·ono non a educare i voslri fìgli 1 o proletari, per la vita onesta. libera. !ie• ta. cidle, ma per arnrnrli di cannoni 1 di fucili. dì baionette. perchè vadano a F-can– nare i fratelli di dolore e .. a farsi scannare! Che importa se la scuola obbligatoria non funziona'! Purchè funzionino i macelli uma– ni.. e le forche tripoline. la civillà borghe– se non :-::i lagna! \!HG \11,LE Z.\NETTA. MOl TIPUCHIAMO lA PROPAGANDA I continui inviti che il noslro f!"ruppo e tu!te- le compagne pro_pagandiste ricevono a tenere conferenze nei più ~, ·aria.ti centri pl'Olel1ri, ag1·icoli e industriali, mentre ci confortano perchè rivelano un meraviglio– so risveglio della coscienza popolare, ci fanno provare il cruccio di non poter ri– spondere coi fatti come vorrebbe la nosttlt fede ed il nostro entusiasmo. Siamo ancora in poche e le forze e le condizioni nostre indiYiduali di vita non sempre ci aiulrno ad effettuare i desideri nostri e dei compagni di bat.lag!ie. .\vremmo bisogno che si rivelassero in– torno e accanto a noi nuove attiludini alla propaganda t:·a le masse. nuove energie apostoliche sincere. che volessero mettere a profitto delh vita militante quella fede che solo un senso di timidezza probabilmente mantiene estranea alle forme di combatli– ,·ità più e,·identi e dirette. Chissà quante compagne riuscirebbero in quest'opera! Occorre che quelle più col!e s·accostino alle organizzazioni ed alla vita lavon.trice per aggiungere alle loro conoscenze leori– che e d'ordine più dottrinale la conoscenza •eale, ,·iva, attuale dei problemi del lavo– ro e delle condizioni del prolehriato dei ,·ari centri: quelle \c.pmpagne invece rhc hanno pratica della ,·i!a di lavoro 1 ma nDn dispongono di molla istruzione, occone chC' si sforzino di completare le loro ·ono– ::,Cenze leggendo. ascoltando altri oratori, frequentando i luoghi di di.-:.cussione. Noi ~entiamo con vc_>,ro dolore il disla~ di certe masse lavoratrici che per qualche ora abbiamo viste attente ed entusiaste alla parola di riscatto e di libertà che abbiamo loro modestamente portala e che abbiamo dovuto abb,ndonare subilo e senza speran– za di ritornare presto fra loro, senza avor potuto trovare sul luogo una sola persona disposta a continuare l'opera di organizza• zione da noi appen, tracciata. Quanto sa– rebbe preziosa una lavoratrice capace d1 in– sistere nella propaganda presso le compa– '5ne che sapesse convincere e farsi centro ah ivo di organizzazione! :\I, noi non perdiamo le speranze. Anzi crediamo che quelle lavoratrici che ci in– ,·itano con tanta fiducia e sentono la neces· ,i•.à e la bellezza della predicazione socia– lista tra le masse. !roveranno il modo di comunicare ,Ile compagne di fatica e di sfruttamento la loro nuova lede: e ci fa• ranno trovare g-li ambienti già un po' col– I vati e con.\inueranno dopo di noi a col• tivarli. Tra noi non ci sono maestre, nè alunne, ma compa.,ne di fede che si aiubno con uno scambio di cognizioni, di informazio– ni, di esperienze a beneficio di coloro che anr.ora non hanno gli occhi aperti e la co– --rienza formata per e.-isere dei buoni sol– ·lali nella sacra lolt, d1 r!asse. VERA. Le dGr)ne :ontro laguerl'a I Hfi-lrid f'uchf' clome11id11·fa, rbbe luo,:o 1m f,!fawli · ùmo comizio indetto tlal/1• do1m1• per pro– f PJforP ·rmtro fa guerra, poicl1i• anche la S (lagna .\i traçciua d,1 anni i11 ww t[tH•rru di omqui_ç/a nd Ha roco. l'irJ!info. (,mi:;ale,; dif e: ·1 uttf· le nazioni hanno un ln1ne chf, ~i chi; m,1 milit;Jri ..mo, p,-rò le for, nuche f.1Cialiste vann, minanrfo l'organi-.m() dr•I leone. 1,1~h,.. nrlla 1,•I'• cl11a "ipacna dtwqu1 il wcia ,_ m, 1 j,, truda e quel rlt'è piu l1• donne .>t tn· - lrano orag,:iosc f! p,,,p,uate m1·gli1, cli n ,i. Qui f,are chr tutti .si ùmu abituati al pensiero della ~uerra. part' fh il rn, ri[ioo d"i nostri ,:io1,aui fra/Plli no11 ~Jalg11la pe11,1 di trof,p rli\lllr/Jo .. \fa IP madri piangon.o t' tre11Jano nel sile11,.io del!,, I, ro po-veri· case e 1.Jeglia110 la nolte nl'lfo cruda at– te)a \'011 è finita la lrille ~·erfr, Sci(ira-Sciat, Et– tanti, .\fona-Susa e chi $a dove _"J Hov : 1 v I madri pa dio, urtatelo il vo 5 tru dolore per 1t- Vlf' rnlle pi'a:#:;l' · ba ta di g11i>rr,1, nJatr" 1 no.stri {t}!/W,,li' 1 1 1•os1ro 6rrdo l 111arln, .f<lrrt ii f'tu forte il blu rrrm ,1Jo 1 qu<rndl) :.; fenemìone Haiian. òeitmralori ò~lla ierrn I Ai lat•oratori ddla tcm, d'Italia! La sottoscrizione fatta dalla noo;:;tra Fedcraiio– nc per gli scioperanti di ).lao;:;o;:;afiscagliaha già superato le 10.000 lire. li proletariato dei campi ha rio;:;posto malgrado la disoccupazione - con entusiasmo. ).la la lotta non è finita. \nzi si fa più nspra. Ormai è c:vidtnte: l'Agraria u.•nta nel Ferrarese una manovra che, se do\"l''-Sl' riu..,cin•. ntppresen– tcrebbe la minaccia e la rovina. in tutta Italia, delle conqui-.;t{' dw ci cost;irono lunghi anni di o;:;acrifici. L'.\graria, dallo stato di difl-sa, t· passata deci– samente all'offesa. E-;sa vuol ritoglierci ciò che ha dovuto cedere. E pt.•r ciò non guarda a mcvi : dola i patti, calpesta tutte le norme <lelln. 1..•quitù e del vivcr1.; civile .. \ )Ja~safiscaglia, Guarda, (iradizz:., .\lbC'– rone, Coccanilc. i lavoratori combaltono appunti., non per una conquista. ma per h difesa dei patti scritti e firmati. fiuai se quei no!>tri frall•lli do\"co;:;scrn e:,sen: sconfitti! L'.\graria, imb.ildanzila, corr('r ·bbe "'u– bito all'attacco in altre Prmincie d'Italia. Per una ragione idealP di solidarietà umana la nostra Federazione è drcisa a sostenere con tutti;; lr forze i fratelli ,ciopernnti di Ft'rrarn. E poichè la sottoscrizione che è aperta non ba– sta, il Comiglio ~azionai«• ha deliberato di ren– dere obbligatorio l'acquisto dn parte• di tutti i la– voratori della terra org:1niuati di una marchetta del costo di 50 ce,1te~i111i. :-Joi vi invitiamo :1 distribuire le marchette che vi saranno spedite rimettendo il dtnaro .\11bito alla -vostra Camera elci Law>rn o Fcclera::.io11cProvin– ciale. le quali prot•<!t'cler(111110 a farcelo tenere. Crediamo superflua ogni ._,lJ!ccitn.zio1w. L'.\gra– ria ci guarda. Es1.;,aha l:1sCY.,teincOhl' le terre e da quattro mesi costringe .1lla fame ohrc 6ooo pro– letari. Se noi sapn·mo spcuare b m:-:nm ra cru– dele, se daremo ai compagni il modo di non ce– dere, potremo in tutta Italia continuare il 1101.;,lrO cammino. Questa f-edcrazione compie il suo do, 1 erc. Toc1..·a ora a voi rispondere con la ._oJidn.rietà vera e fat– tiva che si misur::i. nel sacrificio. Acquistate subito le marchette, fate in modo che :ii fratelli di Ferrara che si battono eroicamente, noi possiamo dare un aiuto, non solo generoso, nrn. anche sollecito! La Segretaria della Federa:ione Xa::.io11ale .-\RGES"TJ:-;.\ !\1 TOUELI.I. Delitto di lesa Maestà l ·n operaio ,-,i è ferito ad un piede r la Re– gina Elena si è degnala di badarq/;_ Ha ;nterrolla la sua passrqoiata, si è levata i candidi guanti dalle regali mani e colle re– gali mani ha lavalo. disinfellalo. bendato, il rozzo 7,iede dell'infortunato operaio. Jnfortunato?.I 1na che. 1 Felice tanto, che à saputo commuovere alla sua sortr la regale donna! Pensale un po' proletari d'l lalia: Gli sguardi di una regina si sono posati s1.t di lui, una regina l'à socconw, consolato, me– dicato.I Ora egli può ben vivr•re tutta la vita nella n1.iseria la più nera, può beh avere i fi– gli scheletriti ,. grami, può ben andare a farsi macellare laggiù .... nella Libia, baste– rà a ripagarlo di tulio il ricordo della re(Jale figura muliebrr china, soccorrentr e amo– revole s1..1! suo laceralo piede. E voi proletari d.Illl/ia potete ben tutti andare al macello. /ieii, di andarci per la maggior gloria e nel nome di colui che tal donna possiede. E voi, donne d'llalia. potete brne nel lol'O nome, sacrificare - con entusiasmo i fi._1li. E tutti noi possiamo andarP, lieti, anche se nP!la crrr/r•n:,a cscarseggia il pane, r se mal sicuro è per i (i.gli nostri l'avvenire, se ben fornita è invrre la casa di tanta. regina e non incerlo l'avvenire dei flg1i suoi. Ben val la pena che il popolo d'Ila/in si affami e ischeletri,ca perchè essi sabbiano ogni anno quattordici milioni da spendere e in ogni città, ove a uiioliaia se ne stanno i senza tetto, posseggano vasto e ricco e sfar– zoso, un paln:.:.o r/a!/r innumerevoli 1t;lan:,·, dornte e decorale. Hrn val la pena se tanta regina onora la rr(Ja/e famiglia. Popolo d'Italia m ginoc– chio davanti ad Elena del ,1/ ontenegro I ssa non è una 11urr, essa è 1.1nc1.1orr che può com,auover~l. c_o·me quf'l/o di una qualun– que bor(Jhrsuccia o rii una prolernria qualsia– si, ,. r·onw una qualu11qm• borqh,•:,;u1·cia, o una r1ualsiasi pro/, 1 /aria può poro1•n• aiuto al... l)TO\\limo SI/O Strabiliante/ /,_; regina t' n011 è cnut,,t,,. è rc•gina f', VPrùn·lo una crPa/llra chr! dolo– ra non fJflssr, o//ff' sf'n:ff n,•ppurr badrirci. rna ~i ff'flflll e /'aiula. E' rcgiria ,. puo an– cora tonservars1 urnruw. Lo slflfllfH.t borghr'8r1, ne ,, meraVlg/iata. rntu.~w~u,, non. ML più romP U'S8f!r111· !,• In– di. Tranu11ulr1r,i t,,pisodio alln storia. lo tra– rr1r111dr•r,ì iui,irro,• r, millt• altri simili epi– ,fJri1 ltlr•11r1 dr•/ .\lon/1'11 1 ·r1ro rdlallll i suoi hmrt– /Ji11i h'/r11t1dr•/ \lor1/1·ncgro arcarf":,:.a I bfllf1- IJ1ni orfam Pf/ inf,•l1r1. ,.,·L,,na dr/ Alonfrni• aro vùila (Ili a11onolnl! ,, tlirr /JPnignP pa– rr1/t•. R/N1rl rJ,,t MontrmPIJrr, .,'i1r1pirtosisr·,, r/f>llr .rnn,turr flltrul. Rlr,w rirl \1ontrnegro fo lfl rorito J?lnw r/1•/ .1/ ontrn,•qrn rura i /i·ttli, f,/,•1111 di,I /\fonlen1•gro r111ff! - -- Di ara:irt, 11u11 f)Olrrst,, dirti flW'lw, Elrna dr•/ .\Jon/f.'nt'(JffJ non ,i riivt•rtr• a ballerr {P, :1u1 camr•rir•rf>, nrm 'ì/JffJ!lfl Il ,,. o riprlSti· 1wre la oluuliollittfl non uioi ,r,• dl'l/(• tor– turr altrui? Perr-hf-' parr prof)r,o eh,· ,,a un'eccrzionr• alla ff'(JfJifl f/1H~ ta rr(Ji11a, tlu· ,rt11/r1rarir> sia tP(Ji1ta non l' uofl bl'/t'a ,, n ,ntutlf'n,•r i rnrulrP e dorma. com,, rpm,i tutt, le altrt> donn". Prnhè r111a.,i /u/1,• I altre donne allo/+ Inno i propri fìq/;, arrr:r,•::._ono i bampin_i _or– fani rd inff'lici 1 risitnno gli amma_lah., si im– pieto:--.-isconodr•lfr siwnlure altru.1. fanno l(, carità, soccorrono all'occasiont• i feriti.. " nessuno se ne rneraviglia e nessuno sogru: di descriver{(! co111P tante eroine. Quanto alt,, proletari,• non wlo allallan~-, le toro creature, ma si sottomrttono a sacn– (i.ci inenarrabili, a fatiche inverosimili, per– dono i sonni, soffocano i mali fisici e,d i do– lori morali, si tolgono il pane d1 bocca per dnrlo ai loro figli e lalvo/tff II quel/1 .... al– trui. E nessuno le am, ;11.ira.le esalta, le tra– manda alla storia. Tanto ,1wno qur/la strn11pa che abbrucifl incen.so - ari ooni pil• .\ospinto - alln Rr– gina /:.:lena. Quella stampa rendr un brn cuthvo ser+ vi:.io nllr regali pPr~one. Drscrivendoci ed e,altrmdoci come al/1 - de(Jni di fare epoca. i più semplici alti di co--munP urnanilà - della Rrgina Elentl f' tlrscrivendocela co– "lnf' una rari.;;simn Pccr:.ione - viene, in fondo a dirti - rhe l'esser,, 11mani r piP· tosi non è - rii rP(]Olo - proprio alle per– sonr rrgali e chP /P virlù più ;;rmpliri e più. elementari a 1111/r le donne ciel popolo ben difficilmente al/11•r1J!lnO presso .... le donne. di .rnngur rr_qflle. Signori Procuratori di'/ He, reco un delit– to di lesa ).!1.està rmoi di lese :vlaestà. T'i è di me::o l'onore di tulle le femminili tesi" coronatr, presenti. passalr P fu.ture. Soi ve lo denunciamo: in tribunale i le~ capiedi della monarchia. Essi ne sono i più atroci den igralori. Per quel tale articolo del codice penale, le manette ai cortigiani malfidi e diffamatori. Il loro incen.}o è barn.. sono velenose in– giurie le loro lodi. Yoi son·ersh·i ne '-iamo stomacati. ~L\RrA GIUDICE. Il nostro giornale riemp·ie una lacuna che molti compagni deploravano, la propaganda sociale nel can1po femmi– nile : una necessità per 1· elevamento generale delle masse lavoratrici. Abbonatevi quindi alla "Difesa,. nostra, e fate abbonati. Coopererete ad un'azione di propa• ganda e di educazione veramente mo– derna e civile. Citi gode questo mare mmoreggia,!/e? Chi t•ede questa immensa distesa cosi smagliante. q11a11do vi si specchiano i Ci11i, e così cupa quando sovra essa vi si distendono i nc,iibi? L'infinita armonio della natura, la bel/c::,:;a delle cou c111? sono fuori di noi, sono per pochi, per i ricchi, per colo-rO d,e già hanno ta,ita sorgente di piacere all'infuori della stessa ,rnlura. Passa i11 questo mome,ito ulla spiag~ia soleg– giata un'elegante carro::.::.ino tirato da due ca-val– liui sardi, che una signorina i11 giacca az.::urra e gonna bianca guida. Quante operaie, curve sui telai, mantengono co– stei? J-la11110mai visto il mare queste lavoratrici? J--lannn sentito 11elr,t11imo lor I una sol -volta. la -voce di fratellan:a che gli spettacoli ddfo natu-ra mandano a noi dai secoli? Il loro essere chiuso in una lieve icrchia, la loro mente -ristretta al di11t11rt1(1 lavo-ro, può compren– dere come fuori dall'officina ci sia tanta surge11t di vita, di be11essere, cli salute, di gioia? Esse tenollo le giacche a::::::.urre le gonne bicrn– che, ,PC'r 1111 pe::,:;11 di pane .. Passa 1111 11omo, sopru 1111 bel cavallo baio im• petti/o, in costume et·nerino, con 101 _fio-rebianco al/'occl1ie_lh, ; fa ddle t·-z.•ol!1::,io11i sulla spiaggia. for– se pcrc1,,, gli piact' di vedt•r Tiflessa si,lla ghiaia COmt' 1111 monume,ito, la s11a ombra cavalcante; e forse pcrcht', i powri diat•oli che tornano dal lavo• ro, possano ammirarlo, temerla. Qua11ti operai nel cantiere, mantengono costui,– E' giù -vecchio. Quanto sudore proletario rappre– senta? V11ma,10 i con11gnoli: C'è tm bruscio di 71/)ci cl1e si confonde col T1a11orc dell'o11dc. Sulla vera11da dell'alber,:o .\fediterrant•o, le signore guardano il mare e sogrnwo gli' am1rnf1'. l b,'mbi colle ist11trici sono sulfo w/lina e nei giardini. Oggi le signori' 11011 l1(1111wpoluto sfogr;iare 111/lu la loro pudici– zia : il mari· grosso 11011ha pamesso che facesse– ro il baf.:,w. (;Ji operni, neri ed ossuti, passano sen– za Jtuardare: i• 11110 spdlacolo quotidiano. Ma questo spettacolo 11011alimentu in loro la ribel– lione?. Che c'i:? \lolfi corrono alla riva del mare, in mezzo all'acqua. llanno i piedi t le gambe ba– gnate ... e guardano ... Un coso s_curo campa-re e scompare wll'onda (he bulle lrt riva. Corriamo/ ... Qud coso scuro i· un bimbo! F:' 1111 bimbo mor– to chr <•iene fta_l,!dluto cosi! Orrore!... E' il ca– dm•erc li 1111 .bimbo ct,l mm forlr 011dat" 1ia pre.so con .se tre g1orn1 prima mentn /rnstullavasi sulla ri-v(1del mari•. Trl' ginrni nmt1H' nelle acque, mentre a casa la nwlrc imfx, ·i·va rd il palrc imprecava! Nessuno lo cu ;fodiva I lL padre lavorava iti u11 Ca11t1ac, la madre era i11 una. bo/tcg1t a 11en1/ere il panl'. A'Vt''Vano quat· tro figt· d11 ma11/l'nn1· . 1 , I.a 1·amp1ma del_ .\Ji,Jitcrraneo w,na. Ld signore lie1.•i i• lenti s'av1·1ano a cena. h 11 povero piange dopo a,•a lavorato, e dopo av, r pianto, lin.•o-rera 1 E.. - \r.os --1N1

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