La Difesa della Razza - anno I - n.5 - 5 ottobre 1938

rare la fertilità nei campi, nel bestiame e negli uomini. Famosa nell'Egitto fu la cerimonia dell'uccisione del Faraone. ul I ilo. nel Congo, in igeria e nell'Af nca Meridionale si pralica o fu pra• ticala fin di recente la soppressione del Capo ai primi sintomi di senilità. Parecchie analogie culturali, con pretesa impronta egiziana, possono però spiegarsi in maniera diversa da quella che sembrerebbe evidente. 11 dominio egiziano non sorpassò forse il territorio di cui è chiaro cenno nelle iscrizioni faraoniche. Lungo il ilo non giunse, anzi. molto oltre i confini meridionali della ubiu, escluden<lo il paese degli Scillùk. Se un tanto ,,asto impero, abhraccianle tu Ila l'Africa. fosse stato possedulo da i Faraoni, essi non avrebbero mancalo di tramandarcene notizia. come è avvenuto per falli di assai minore importanza. Apparisce infondato, nonchè superfluo. il soslenere perciò una colonizzazione egiziana giunta a I Capo. Più prudente è lo ammettere un influsso egiziano. in parie dirello per efTello di conquista e in parie indirello per spontauea diffusione. Tullo il resto indizia invece una arcaica cullura africana, oggi decaduta, fonte prima della ste&;a civiltù dell'Egitto. Basandoci su una osservazione semplicissima è facile capire perchè dovè aversi l'accennalo regresso razziale e culturale. Il tipo umano meglio dotalo. indubbio creatore della più alta civiltà africana, entrò ovunque in contallo e si mischiò con tipi di decisa inferiorità somatica e psichica, i quali furono. a ~econda dei luoghi, i veri Negri, i Pigmei e i Boscimani. Vige in Africa, da tempi immemorabili, la poligamia per acquisto di mogli, con limite fissalo unicamente da ragioni economiche., Spesso, inoltre. una tribù ricca riceve donne da una meno ricca, per la convenienza dei prezzi. Se fra le due tribù vi sono differenze somatiche, quelle del gruppo meno ricco si infiltreranno così nel gruppo ricco. Sollanto per questa causa molte tribù scomparvero ed altre sono in vin di scomparire. Cito i Bàlua della Rhodesia, i quali vidi in lento assorbimento da parte dei Bantu circonvicioi di loro più ricchi e perciò acquirenti delle migliori loro donne. Effetto irrimediabile fu pure la decadenza del lipo più elevalo. Un identico fenomeno si colpisce in allo studiando i resli ossei umani risa· lenti alla cosiddella civiltà cli Zimbàbue nella Rhodesia Meridionale. Nelle lombe entro le rovine si trovarono scheletri di vario tipo razziale, seppelliti tulli in una stessa maniera e carichi di gioielli. In alcuni casi gli ornamenti d'oro saldati ai polsi e alle caviglie di donne adulte erano larllo piccoli da non adattarsi nemmeno a un fa11ciuIlo alluale. AJ. tri, invece, erano grossissimi. Il comples· 36 BiblotecaGino Bianco so rileva una popolazione eterogenea, con elementi estremi ad alta statura e tipo fino, e piccolissimi, negritici. Questi ultimi sono cerio di donne boscimane accolte a vivere coi proprietari delle costruzioni in pietra come mogli o concubine. Cose non diverse fanno supporre gli ihridi indigeni odierni della Rhodesia. Nessuna tribù del continente sfuggì a questo genere di incroci, onde un fato inesorabile, sempre più grave e universale, incomhe su tulle. lntauto i fatti portati, mentre dimostrano una supremazia eia chiamarsi etiopica molto estesa nell'Africa ciel passato, pro\'ano non lo appartarsi degli Etiopici come entità raz· ziale a sè, ,econclo molti rilengono, ma il loro ampio connt>llersi con le altre genti africane. · Sul maggiore livello cullurale dell'Africa di un tempo informano i tanti potentali indigeni rlelJ"antichi1à, di cui parecchi assurti a vero splendore. Non posso darne qui che un arido elenco, allo però a dimostrare la grande porlata del fenomeno. Sono rimasti famosi nella storia i vari reami del Sudàn Occidentale e clella Guinea, alcuni dei quali durano a lungo, come lo stato rello da Tombuctù. 111 igeria, notevole fra gli altri fu il J{egno di Benìn, clistrullo dopo il brutale saccheggio inglese della sua capitale nel 1897. Nei secoli precedenti, i Bini, suoi abitanti, si erano distinti per la produzione cli avori e legni scolpiti, maschere e bronzi di squisita fatlura. Nel Sudàn Centrale si ebbero i regni Asande e Mangbetu; in quello Orientale fu impor· lente la nazione degli Scillùk. Non si può più meuere in dubbio, ormai, che anche nell'Africa F.quatoriale sorsero regni di elevata organizzazione, come quelli medioevali dei Congo e clei Balunda; oppure, piìr recenti, dei Hacuba o Busciongo. Il re dei Congo teneva sollo la sua giurisdizione tutti i capi dal n1are al fiume Cunngo, e dal Cuanza al Cuilo. L'im· pero dei Balunda, fra il Cuango e il Lualaba, sembra essere stato non meno potente; e così quello dei Casongo, a nord del Lualaba. Autentiche signorie indigene si affermarono per secoli anche nella regione dei Grandi Laghi. Da considerarsi per prime sono quelle delle rive dei Laghi Vittoria e Alberto, ove sorsero regni riuniti poi nel grande Impero Cituara, con i Baganda, i Banioro e i Carague a principali costituenti. Fra costoro le residenze real i erano addirittura palazzi. Minore significato ebhero gli Uaciag• go del Chilimangiaro, frazionatisi in ventotto stalerelli da mille a ventimila abitanti ciascuno. Più verso il sud, nella Rhodesia Nord Orientale, si formò il dominio degli Angoni. Nella Rhodesia Meridionale fiorì il celebre impero del Monomotapa che in un mio volume su « Le antiche rovine e miniere della Rho· desia > presi a modello per analizzare a fondo le cause della decadenza ra~- ziale e culturale degli Africani. Subi l'mvasione dei Matabele, tribù originata dallo smembramento di un'altra na· zione, propria del Natàl: quella degli Zulu, su cui tanti hanno scritto. Nell'Africa Meridionale altri stati degni di nota li crearono i Barotse e i Basuto. Fra gli Africani attuali non è sussistito minimo ricordo di tutto ciò; comunque i fatti abbondano per autorizzarci ad affermare, ripeto, che le civiltà più elevate dell'Africa si dovcllero a geni i razzialmente imparentate con gli Etiopici, sì da doversi dire etiopica la storia antica del Continente. Un'azione tanto ampia si ehbe forse più per effetto di pastori nomadi. di cui gli Hadèndoa, i Begia. i Beduib, i Somali e altri ci dànno iclea. che di gruppi altamente incivilitisi come gli Egiziani. Ha.~launo sguardo alle culture e alla carta linguistica dell'Africa per provare colesta vastità di operato, 11onostnnt.: le profonde, ma relativamente tarde modificazioni sopravvenute per in· flusso semilico. Il fenomeno richiese certo lunghe epoche per alluarsi. In conclusione. forti mo{ivi costringono ad ammellcrr nell'Africa la culla e poi la tra.~formazione. per graduale incrocio. del tipo etiopico. In proposito è interessante J"opinione espresso nel 1934 del Barton in un volume sull'origine dei Camiti e clei Semiti. Egli affemia che durante i millenni immediatamente posteriori all'ultima glaciazione europea ebbero sviluppo nell'Africa Settentrionale, inclusa l'area sahariana, gli antenati di coloro che erano destinali a divenire gli Etiopici nel resto del Continenle, migrando lungo la valle del Nilo fino ai Grandi L;,ghi e al corno orientale del!' Africa, e dalla odierna regione delle oasi a tulio il Sudàn e al paese dei Roscimani nello estremo sud. Un'opinione sostanzialmente identica avanzai io stesso nel 1932 do· po due viaggi di esplorazione nel Sàhara Italiano. Le scoperte future non potranno che confermarla. Frattanto, come eletto, un tipo proto-etiopico, se non già etiopico del tutto, è stato rintracciato fossile in parecchie parti dell'Africa, con una antichità da calcolarsi non in millenni ma con i larghi criteri della Geologia. Accantonali a milioni nell'Africa Orientale Italiana, e in minimo numero nella Somalia Inglese e Francese, vivono i suoi discendenti più puri: contraddistinti da un aspetto imponente e sopral• tutto - prezioso per noi! - da uno spirito bellico che all'opposto è scomparso da ogni altra popolazione africana a pelle scura per incrocio coi Negri o genli ancor più degradante: in parucolare irriducibilmente imbelli, per motivi di razza. Di tanto speciale situazione non potrà non risentimela stona futura dell'Africa. LIDIOCIPRIANI

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