La Difesa della Razza - anno I - n.5 - 5 ottobre 1938

e quelle stesse deformazioni, che possono in qualche misura insidiarne la solidità e la stessa fisionomia originale. E' a qu~- sto scopo, che nell'intento di attuare le direttive demogrnhche impartite dal Duce, la Confederazione Fascista dei lavoratori dell'agricoltura, istituì il Comitato nazionale per lo studio ,lei lavoro agricolo. Ed oggi essa fa un passo ulteriore, mediante la costituzione di un Centro medico, che dovrà esaminare le esigenze del lavoro agricolo in rapportò alle finalità della 5F"· cifica politica della razza. Non si tratta - è bene dirlo subito - di una novità, ma di un coordinamento, che te,;oreggia gìi insegnamenti di una Ìt111ga esperienza. ' Una vasta letteratura tral!a delle malattie del lavoro e, come in tanti altri campi, anche in questo specialissimo ramo della scienza medica l'Italia ha dato le prime illuminazioni e i pre- ·curso~i. A sua volta, il sindacalismo fascista può giustamente vantarsi di essere uscito dalle genericità delle antict1e organizzazioni, sia italiane, sia straniere, per scendere sul terreno delle provvidenze concrete. Chi non -ricorda il classico quadro del Millet, Le spigolatrici? E' degno di figurare non solo nei manuali di storia dell'arte per l'eccellenza della fattura e l'armonia dei colori, ma in tutti i trattati di medicina del lavoro. Esso è di un'eloquenza impressionante e tale, che taluni sono arrivali perfino a ritenere che abbia concorso a richiamare l'attenzione della scienza sulla penosa fatica di queste raccoglitrici. Più penoso ancora è forse il lavoro delle mondine, che trova un riscontro in quello delle raccoglitrici di olive. Accurati studi hanno dimostrato che tali lavori, quando non siano razionalmente regolati e disciplinali mediante turni e adeguate alternative di riposo, 18 BiblotecaGino Bianco possono determlllare delle vere e proprie deformazioni, con grave danno della persona, portata ad un invecchiamento precoce, e con danno ancora maggiore della razza, che sconta fatalmente le ridotte capacità riproduttive delle madri di domani. E' per questo che l'organizzazione sindacale si è sempre preoccupata di questi problemi delicatissimi e non ha trascurato occasione per invocare provvedimenti e si è mostrata rigorosissima nella loro applicazione quando li ebbe ottenuti. Da certi lavori particolarmente penosi, essa ha ottenuto che venissero escluse le donne incinte; da altri che venissero allontanate dopo il quinto mese e che venissero, pure, allontanate le ragazze nel periodo della pubertà. Queste sollecitudini hanno trovato la loro più organica esprèssione nell'ultimo Congresso internazionale di Salsomaggiore, dove, fra l'altro, fu formulato il voto che, prima di accordare la tessera sanitaria di efficienza fisica, necessaria pei lavori di raccolta agricola, i medici tenessero conto più che dell'età, fissata, come è noto, in quattordici anni, della « avvenuta e perfetta pubertà> della donna. Nessun dubbio - è l'evidenza stessa - che il lavoro esercita un'inffuenza notevolissima sulla configurazione del corpo . umano. Secondo vedute recentissime, nella economia industriale prevarrebbe il longitipo, mentre nell'economia agricola prevarrebbe il brevitipo. Alcuni autori hanno tentato di spiegare la brachicefalia prevalente fra i rurali con riferimenti al lavoro specifico, che si tramanda da generazioni, ma sta di fatto - e trovo questa acuta osservazione in un lavoro del nostro Ajello - che il lavoro muscolare fatto col tronco spinto in avanti, come accade precisamente nei campi, stirando l'occipite all'indietro, dovrebbe allungare il cranio, favorendo, piutto

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==