La Difesa della Razza - anno I - n.5 - 5 ottobre 1938

Uno degli aspetti pm importanti del sindacalismo rurale, per quanto sia dei meno noti al gran pubblico, è indubbiamente l'assidua opera spi~gata dalle organizzazioni per la difesa della razza contadina. Si può dire che a questo fine ultimo convergono tulle le iniziative e tulle le provvidenze di questi: sedici .anni, da quelle strettamente salariali a quelle assi-, stenziali, da quelle giuridiche a quelle di ordine politico-mihtare. E' questa visione integrale dei problemi del mondo agricolo, che discende logicamente dalla concezione mussoliniana della vita, quella che differenzia il sindacalismo fascista da quello socialista e ne defiliisce l'incalcolabile superiorità. La stessa nozione del salario assume, nel sindacalismo fascista, un evidel)te carattere di eticità. Per il socialismo l'aumento del salario è lutto, perchè aumentando il potere d'acquisto delle moltitudini lavoratrici il progresso sociale si attua da sè, automaticamente. Veduta parziale e, per ciò stesso, erronea, perchè il salario non è che un elemento del progresso sociale, che d.:ve essere accompagnato da altri fattori di diversa natura. Ma questo errore, se bene si riflette, non è altro che la conseguenza dell'errore fondamentale che è all'origine della stessa dottrina socialista, che mira esclusivamente al benessere dei singoli, identificando troppo spesso tale benessere con quell'individualismo che si risolve sempre in un aTido egoismo. Del tutto diverso è il punto di vista fascista, che, dietro l'individuo, scorge prima di tutto una unità famigliare e in questa unità fami!llliare l'elemento costitutivo della Nazione e dello Stato. Di modo che il benessere del singolo è concepito nel quadro famigliare e i.I benessere della famiglia nel quadro nazionale. Ne consegue il carattere tutto particolare del salario, che deve essere sempre considerato in relazione all'unità famigliare. Il salario famigliare è oramai una conquista inalienabile del sindacalismo fascista, che mira non soltanto a •proporzionarlo alle capacità della produzione secondo i fini permanenti della più alta giustizia sociale, ma anche a distribuirlo secondo le necessità di ordine <lemografico. E' sotto questo profilo che va giudicato quèHo sdoppiamento del salario in <lenaro e in na· tura, che è ·alla base di numerosi contratti collettivi, di lavoro agricolo e di cui si manifesta ogni giorno più l'utilità. Si può anzi!affermare che il salario in natura e le varie forme di compartecipazione vanno assumendo un'importanza sempre maggiore, come quelli che hanno la virtù di elevare il tenore di vita dei lavoratori e delle loro famiglie. Uno dei fini ai quali si ispirò fino dalle origini il sindacalism~ fascista, fu proprio quello di favorire e di sorvegliare con tutti i mezzi posti a sua disposizione l'alimentazione delle classi lavoratrici, specie quelle rur.ali, affinchè il loro aumentato BiblotecaGino Bianco potere di acquisto non andasse disperso sotto lo stunolo di un incontrollato arbitrio individuale, come accadeva ai tempi del socialismo. La vigilanza dell'organizzazione e, più ancora, il clima morale dovuto all'educazione fascista presidiata dal Partito, hanno portato ai risultati che sono oggetto di ammirazione e di studio da parte di tutto il mondo politico e scientifico. Non è senza un profondo significato, come segno dei . tempi, che il prossimo congresso della natalità che si terrà in Francia, a Limoges, sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, rechi, fra i temi posti in discussione, quello della « mano d'opera famigliare nell'agricoltura>. Così concepito e così ordinato, il salario si è trasformato in un poderoso fattore di difesa sociale, perchè i1 migliorato tenore <li vita delle classi rurali ba grandemente contribuito, come provano le statistiche, a ridurre la morbilità e la mortalità, specie quella infantile. Su questa base hanno quindi potuto operare, con metodo razionale e coi felici risultati che tutti conosciamo, le istituzioni assistenziali del Regime, le assicurazioni contro le malattie e quelle Mutue che sono consacrate dalla Carta del Lavoro. Se l'assistenza è un inderogabile dovere della società, la previdenza dischiude campi illimitati per l'esperienza de) bene. L'ideale ultimo, che forse non si attingerà mai, ma che deve costantemente animare tutti gli uomini di buona volontà, sarebbe questo: che la previdenza riducesse all'estremo limite le occasioni dell'assistenza, fino ad annullarle o quasi! Senza smarrirsi nel sogno, l'organizzazione sindacale ha visto sempre nella difesa dei lavoro agricolo un modo efficacissimo di tutelare la razza, df preservarla contro, quelle malattiç__ 17

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