La Difesa della Razza - anno I - n.5 - 5 ottobre 1938

romt unl.l 11idiat.1 d'ucrelli. lnhnc. la ,fera t' il simbolo Jrl mondo, che ne ho la lorma >. F: deH' in1enc.le~i che )a dominazione del mondo, esse11• do ris.enala agli ebrei, non può non suscitare il loro 8dcgno quando ~ia 1cmporaneamcnte eM"rritata da altri popoli. \ que~te interdizioni .., at;giun~ono la corono e :-anello: In prima perchè adorna la testa dei re, il secoudo perchè sen•e a siAillare J!li ordini. (lbid.). Agli rbrei è proihito d'insegnare il me~tiere ai f)Ogani; le donne non de\·ono restare sole con CHi, 5>0ichè sono accusati di nu~re relazioni illecite perfino con ~li animali; durnntt- le feste dei J)aJ!oni ,j llUÒ, contro In regola che viet3 di intrntlenere çommercio con essi in quei giorni, e,igerne un credito, e'1-.scndotale richiesta fastidi~a per il del>itore. Infine lu giustizia i· un 8f'ntimento posseduto soltanto dogli el,rei: < na israelita non donò allntlllre il figlio J; una pagana, poichè dnrcb~ lo \ ita !I un futuro idolntr3. Ciò 1>ro, 1a, dice il rabl1ino Jossc. che neppure bisogna insegnargli un mt"Et.iere. Così. a Cuiro, \ i erano due famiglie el,ree di o~rai. una di stoviglin.i e l'ohrn di foleJ,!nnmi: la prima che non in'-egnò il suo mestiere ai paj!:ani, riusci: mn la H!Conda che lo insegnò. si ridusse in miseria>. (Tolm. di Cerulil. trat.. \hodu za. ra, 11, I). e i Jl0 ..~110 la~iarc i propri animali nelle ~talle dei snmaritnni. Ciò prO\a cht: i samaritani non "-Ollo ~ttpcllati di abltandona~i o relazioni illct'ite. lnfotti è ~•ato inse~nato: una donna può rc-tnrf'" c.oln con llue uomini foi..sero pure 1u11i e c.lue ~m3rirnni, o un ~,maritano e uno schia\O, mo non de\C rr--t:1r sola con un pagano> (lbid). « Tre 1:iorni avanti lt' ~raudi feste dei J>!lgoni, ai dr\(• evitare di tnerf" reluz.ioni commerciali ro11 e~i;.i. di 1,rei.tar loro dei;H oggetti o farseli 1>restare, Ji fare un credito o un del,ito in denaro. di for loro un pagamento o rict-,erlo. Il rnhhino Ciucla dice: è permrsso di farsi J)ag3re do essi. perch,· è per loro un fastidio (e non una parteripa,ione olla fe,ta). Altri douori gli hanno rcp1irnlo: se è ,·ero chr uno. tale richie• '-l!I i• un fostidio momentaneo, è anche \'Cro chr ,;.j ri::oh-t" più tordi in contt"1H1~21.:1 >. (lbid. I, 9). e IJicr i! rabbino Simon che que!,to \trstlto (Ocutcr. IV, 7): Quale,: la 11u:tio11,più ~rand, chr Jbhi:1 ~tntuti e leg1;i ,:?;ius1e'?. ecc. è stato dhcr:,.amtnte spiegalo d:ii ruhbini. Secondo il rabliino H:tma, In Bibbia dichi3r3 che non v'è altro nazione u~n•le o quella. (L'ebrCB). lnfnni ru'-o dcJ?li alari uomini è che qunndo debbono presenta~i in ~iu<lizio tt1 ,·,stono in abiti neri, Qi celano sotto un colore unifornw, e "Ì la'-ciano crescere lo barba, nelln incertena in cui sono :iull'rsito del i:iudizio. brnele si com1>0rtn diversamente. Il giorno in cui CJ!li dt\C affrontare il l!,iudiz.io si \"t,;.te di bianco. si copre di un man• tello bi:rnco, iti rade il \i~. l>eH~. mangia. ji:;j rallegra, nella C'OI\\ iuzionc che Dio farà dei mi. racoli 1ier lui>. (11,id. trai. K°"'h ha-echanu. I, 9). L'epoca moderna non solo ha dischiuso a~li ebrei le porte del ~bello. liberandoli moterinlmente dalla servitù millenaria, ma t! andala incontro olle loro idee e alla loro mentalità, rea• Uzzondo un connubio che sarebl,e parso mostruoso a(?li uomini deJle generazioni prcc"edenti. L'affievolirsi e il decadere dello fede ca11olica dell'Euror,a dopo il cinquecento coincide con lo affermarsi e irgigonteggiarc dell'ebraismo. Cli ehr,.i hnnno rartecira10 in massa :.Ila Riforma. 16 Bibloteca Gino Bianco alla H1,·olU.LIOllt' rru11c-t--1\ di lllù\ 1m1·11h1 ma----ll nico. lil,erale e democratico dell'[uro11a, Il r•• zionnli ..mo i· stato il terremo nel c1ual..-t•,-.i IMrrno 1,;cttato il ~eme esplosi\·o che do,•rò -.o,-tituirf' all"attuak ~ocie1à, frutto di uno sarienza t· di un tnnuglio -..ecolari, l'unh·crso futuro e mecca• nico in cui tutti ~,ranno uguali perchi- 11f'lirt•o ne surà il padrone. Affrettandosi a riconol!l-cerr e sar1?.iont1rt: i vant.a.g~i che il mondo moderno gli offri,a, l'ebreo si è subito e istintivamcnlt.' preoccupato dcll'a\'Venire della suo rozzo. Ne~li olli del congresso tenuto a Lipsia il 29 ~iu~no 1869 e al quale presero parte i rabbini di 11111c le comunità d'Eurova, si può infatti le~gert: < Il inodo riconosee che lo swiluppo e lo reali,_ z.nzionr delle idee moderne costituiscono la più sicura garanzia J>er il presente e 1>er ra\',·enirf" del giudaismo e dei suoi figli>. Anche da questo foto è istrutth•u la lettura del Talmud. < C:è un posso talmudico - dice Moise Scbwal, - estremamente cornltcristico, il <1ua.le pr0\U 3 quale altezza i 1almudis1i mel• tono la potenza sonana della ra,rione. ep• pure un miracolo, sostengono essi, i· sufliciPnl.e a dimostrare una \'erità >. Ed ecco il passo talmudico: e Una gra\·e c1uestione di dottrina era sorla tro il rahhino Eliczer e i suoi colleghi: essa concerneHl l'ftf>J)licazione delln Legge alle cose pure ed impurt•. Tutti J!li argomenti 1,resentoti dal rnhbino Eliczer u ~ostcgno della sua 01,inionc ernno stati com!Jattuti e respinti. Se la ragione ~ dalla mio pat le, esclnmo. ull3 fine il dotlore indignato, che questa 1,ianta di carrul,o che si tr0\3 <rui ,idno a noi ne sia la prova. Ed ecco che 1n pianta si strapJm alle l'.!UC r!'ldici e si tra~1>0rta dal luto opposto. Che importo questo 1uodigio. j:ridano insiemr gli ohri dottori. e che prova questo carrubo nella questione che ci di\1ide'? Ebbene, riprende il rahbino Eliezer, che qutslo ruscello che scorre prcb...~ di noi dimo~tri la \'tritò dello mia opinione. Ed ecco, o uiera\iglia!, che le acque del ruscello ri•algono \'el'l'O lo loro sorgente. 01e importa. e8Clamano di nuo,·o ~li allr1 dottori, che lr acque di questo ruscello corrano \'t:rso il IJa so o \Cf"SO l'alto'? on nt' rbulta alcun:i prO\'O 1:>er la nostm djscus ione. Che i muri di questa sala, diee il rabbino Elicztr, siano clunqup miei testimoni t• mie prO\'t'. Ed ecco che le colonne !i pie,;ano e minacciano ro- \1inn. O murag1ic!. esclamn allora il robbino Giosuè. nllorchè i sapienti discutono sullo interpretai.ione della Lej!'gt, che c'entrate \Oi in que. sto? F. le muroit:He fi fermano nella loro c3du1a trattenute dalla ,·occ ou.iera del donore. Che la \'OCe di Dio sentenzi dunque Ira di noi!, gridn il rabbino Eliczer. Ed t"CCO che unn \'OCt' "'Ol)ran. naturale i-i fo sentire nelralto, che dice: Co-- •ate di contraddire il rabhino Eliezer, lo rni;ione è dallo sua porlt. ì\ln il rabbino Ciosui- {l;Ì leva e protestando contro la \·oco mi~tcriosa esclamo: No, In r:.~ione non ;. pila noscostn nel cielo: essa t" staia data alla terra, ed t! alla ragione umana che appartiene di comprendere ed interprel3re la Lc~ge; non C'i sono più ,·oci mistrriosc: è la maggiorant.ft dei saggi che, ~la, de\·e om1ai decidere le questioni Ji dottrina:>. (Talmud di Oal,ilonio, trai. Balia Mei.ia, f. 59). e Cosi, rer il talmudismo, - commento MoiSC'" Schwab - il periodo miracoloso è chiuso; le diocu .. ioni dei dollori dominano le parole dei pro(eti; il ragionamento sostituisce l'ispiraziont dh•ina: il commenlo, lasciato alla Jibero inttrpretazione delle ma~gioronze. supplioce la le~~• rivelata, ormai completa e data olla terra >. \lj du\c il raui.,.mo J!iudaico rhela 111111 :.1 ~ua 1ntrans.iµ:enz.a. i.• uel diritto motrimonialt·. 1~ · qut-1 "he ri,;uarda 1"11nione de1=li ebr~i con ,:h ioitranicri. F:cco alcune delle rcl,!ole p• i:ici1lllli. av,alorate dulle relative lel!gendc e <"OI :rnt!nti, come i,,j trovnno nel Talmud di Cerusa?c 1 'l1e: e Il hLLo nato dall'unione di un ebreo cou ,111:i. pag:rna l· considerato e m3nLZtr >, (iUegitti1no. ha•tnrdo) e non fa p<1rle per il sani,ue della comunitì, di lsraclr. Medesimamente ~ la figli:l di un israelita spos.u un bastardo, il fiidio che no~erà con~rva lo stato del padre. Per j di• seendent i del IJOl'Olo a cui fu data lo Le~~•. < dello (Oeuter. XXIII. 3): Il momzer non potrà entrare nell'u,semblcu del ignorc. Il rabbino Ahahou insegna: la purola mamzer vien~ lla Moum Zar (difetto straniero). Anche ,e ci fo,se un solo brutarJo in t·upo ul mondo, e una lulu baJtarda ulfaltro cupo, Dio farebbe in mudo Ji rioviicin«rli e unirli tre, 1/i loro, ofio scopo ,li ecituro funiont! di 11110 ,li essi con i figli ,. !t: Jislie di lsraefr. « Hai, dice a nome di lloh: un fanciullo ii• legittimo non sopravvi\·e più di 30 J:iorni. Al tempo del rubhiuo Rernkhin. \truw qui (in Pu· lcstinn/ do llol,ilonio un tuie che il robhino llerakhia ~pe\a illegittimo .. Mae~tro, gli di~sc· J"uo. mo, funuui del bene. Domani, l!li rispose il rahbino, ti troverai nell'a~ml,lea degli uditori. ..- io li farò as~i,;narc una pensione ti!l:sa. l..."uomv \'enne e vide il rnl,bino Hcrakhia seduto mc111n insegna,o. Allorchè questo cl,l>e 1ermi11Gtola ,u3 eposizione dottrinale, ,Hsse: Confrattlli, fotr dt"i bene •• quell'uomo, poichè egli è bast;irdo. Qunndo l"assemhlea si sciolse, l'uomo si a,·vicinò nl mael'tro e gli disse: lo ti ho (Jregato di aiutarmi momentanenmente, e tu mi hai 1>erduto per semrre (rendendomi tale che la comunittt dovri1 C\ 1Ìtarmi). No, disse il rnbbino, al contrario io ti ho sah•ato per tulio la ,ita (rh•elondo ii luo stato chile), poichè il ralJbino ,\ba. o i: rohl,ino Huna, dice a nome di lbh: Il bostordo non \·h·c (liÙ di 30 giorni. Oro, ciò è \ero per tulio il tempo che lo stato del bastnrdo non ,, con~cc; ma, J>Oichè il suo stato sarà conosciuto. r uomo vivrà. Quando il rabbino Zeira ~i rt..'CÒ in Paleittina, egli ~ntì dire che il tale e la lalc cr:rno illtAittimi. Come è possibile ciò'!, egli t-i domandava. li rulJl,ino Huna non hn forse dl'lto chr u11fanciullo ille~ittimo non \ h-e 11iù di 30 ~iorni'! Il rohhino gha h<,n Aha ~li ri po,e: Ero io con lui. quando tnunciò qucl!lta re,:?.ola; mn egli aggiungeva che è \'Cra ~ltn1110 nei riguardi di quelli il cui stnto non t· C'OllOR"iuto 1 mentre quelli il cui stato è conosciuto \'Ìnanno». (Trat. Qiddu!'Chin, m. 12). E la \li•nn (11,id 13) •~~iunge: < Il rahl,i110 Tarfon in'-Cgna comr il discendente di un mamztr ;-. '-113Cellibil,. di lavare In sua macchia di oriJ!ine, e di essere così :immesso nella comu• nitft Jei giudei: e~li sposerà uno ~hÌn\'3 pagana, il fi~lio della <runlc sarà nnche schiavo: quando il padrone rhreo affranca quest'ultimo, c,:li di- ,•iene Jibero (e non è pili mamzer). Secondo iJ rabbino Elit"Ztr. il fanciullo resta schia\o " mnmur>. Ed t'C'Co. Jlt'r finire, una eccezione che non ha biso~no di commento: < // rabbino Giusuè ,'nttKnu: In c,uu ,funfonc inct'stuosu Jel Jrattllo con In &ortlfo. il /ancfollu che nruce è .<wcclli· bile di entrare ncllu comunità ,fl.traclc- (non è mnm:e,); mtnlre se t una /enrminll, r.ssa è soltanto inulta u ,po.art un Cohtn >. (Trai. Jehomoth, \'. 131.

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