La Difesa della Razza - anno I - n.4 - 20 settembre 1938

pos ibilità cli co tituire nuclei familiari italiani. In questo campo le nostre donne potranno fare moltissimo ed hanno tutte le virtù necessarie per affrontare accanto ai coloni la dura lotta sul suolo d'Africa. Ed occorre anche tener presente che il mondo di colore è oggi ben diverso da quello che trovarono i pionieri e che ispirò talune fantasie lunari di scrittori d'altri tempi. L'atteggiamento di umiltà che di fronte all'uomo bianco assume l'indigeno dissimula l'intenta ansia con la quale egli vi studia e vi scruta, e che non dal gelo del terrore· nè dal timore nè dal servilismo nasce, ma dalla incertezza che ne agita lo spirito. Il razzismo, prima di diventare una dottrina europea, viveva già indistinto nel mondo coloniale. Dal giorno in cui, ·accanto al fucile chassepot, apparvero in Francia i battaglioni di Turcos, il prestigio della razza bianca fu pericolosamente ferito. ~1escolati alle vicende d'Europa, venuti a contatto progressivamente con le folle bianche, necessariamente deteriori ripetto alle esigue e scelte schiere dei conquistatori di oltremare, gli indigeni osser42 BibliotecaGino Bianco vano in silenzio i padroni, mentre li servono. Es i hanno con logica successione sceverato l'anglosassone dal latino, lo yankee dal sudamericano, il tedesco dal francese, il greco dall'italiano, e, attraverso gli individui, sono giunti a guardare ad una determinata razza con odio, con timore o con segreto disprezzo. Chiunque abbia esperienza della vita in colonia, sa che oggi solo l'uomo di «razza> è riconosciuto e realmente accettato come capo. La legittimazione del bastone di comando avviene dopo che ogni vostra parola, ogni vostro atto, ogni gesto, la vostra con. dotta in pubblico e in privato, sono stati oggetto di attento scrutinio da parte di chi credete nato per essere vostro servo. Ed avviene solo quando la vostra energia, la vostra personalità, nei suoi aspetti intellettivo, morale e sessuale, vi hanno posto al disopra degli eccessi, delle debolezze, delle volgarità e delle miserie della promiscuità. Di fronte a tale atteggiamento, che nutre i germi della rivolta, la politica della colottrlinc è insufficiente. L'indigeno oggi riesce a vedere, più o meno chiaramente, al di là della barriera proibita. La continuità e la sicurezza degli Imperi coloniali devono essere affidate a più attiva e ferrea difesa. Bisogna che lo sguardo dei popoli di colore incontri sempre i segni evidenti di « una chiara, onnipresen· te coscienza di razza >. MARIOMONTERISI

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