donne chiesa mondo - n. 66 - marzo 2018

DONNE CHIESA MONDO 4 DONNE CHIESA MONDO 5 mestica o disporre di una scuola materna per i figli, diventano un ostacolo. Molte donne devono lavorare meno ore per riuscire a fare tutto, o lavorarne tantissime, senza mai riposarsi, il che mina la loro salute e la loro crescita personale. Oggi si è femministe con questa doppia identità, di donne con maggiori possibilità, ma ancora confi- nate culturalmente a un ruolo domestico, e quindi esposte a un mag- giore sfruttamento. Inoltre in media guadagniamo meno dei nostri pari uomini e non riusciamo a ricoprire ruoli dirigenziali. In poche parole, il capitalismo ha un socio occulto: la donna che svolge lavori domestici non retribuiti. E se le cose cambiassero, il mercato ne subi- rebbe le conseguenze. Negli anni settanta (come risultato delle lotte sociali del 1968), il femminismo radi- cale sosteneva che il personale è politico e che i rapporti tra uomini e donne sono rapporti di potere. Crede che la situazione sia ancora la stessa? Quando parliamo di lavoro domestico non retribuito come di un problema sociale, è proprio così. Perché qualcuno potrebbe dire che le donne scelgono di restare a casa e crescere i figli invece di fare car- riera. Ma si tratta di scelte che si fanno nell’ambito di una società in cui, per esempio, una madre ha tre mesi di permesso di maternità e il padre due giorni (almeno in Argentina). Il padre può aver tutta la voglia che vuole di prendersi cura del figlio, ma non ne ha la possi- bilità. Inoltre una madre che lascia il suo posto in famiglia per lavo- rare viene contestata, mentre ci si congratula con un padre che si “sa- crifica” per la sua famiglia e sta fuori tutto il giorno. Allora, fino a che punto le decisioni personali sono private? “Il personale è politi- co” è un motto tuttora vigente, che si riferisce anche alla violenza maschilista e a certi modi di affrontare i problemi per cercare solu- zioni globali. Esiste un cambio di guardia tra le veterane battagliere degli anni settanta e ottanta, dallo sguardo molto combattivo ma forse un po’ settario, e le giovani attuali? Esiste un filo conduttore tra il vecchio femminismo e quello di oggi? E il femminismo di oggi su che cosa si basa e in che cosa si differenzia da quello del passato? Credo che ogni ondata femminista abbia avuto caratteristiche e di- battiti interni molto costruttivi. Io non ho vissuto quelli del passato, che conosco solo attraverso le testimonianze di libri e racconti. Penso in ogni modo che non siano stati meno appassionanti di quelli attua- li. Oggi ci sono tanti gruppi e idee, il femminismo è molto diverso. Il patriarcato invece non è cambiato molto. Quando si leggono i mo- tivi per cui le donne non potevano votare, suonano ancora attuali… In ogni caso credo che la sfida, non solo del femminismo ma anche della nostra generazione, sia di trovare un’alternativa possibile al Un’illustrazione pubblicitaria del 1964

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