donne chiesa mondo - n. 66 - marzo 2018

DONNE CHIESA MONDO 6 DONNE CHIESA MONDO 7 mondo in cui viviamo. Viviamo in una società diseguale, e questa di- suguaglianza aumenta in rapporto al genere e al colore della pelle. Le donne povere, migranti, nere sono quelle che subiscono maggior- mente gli effetti della disuguaglianza. Il nostro sistema economico ci contrappone alla natura. Sono quindi tante le cose da smantellare. In tal senso il femminismo ha molto da offrire. È notizia recente che l’importante caporedattrice della Bbc Carrie Gracie ha lasciato il suo incarico per la persistente disparità salariale tra uomini e donne nella televi- sione statale britannica. Nel mondo c’è una discriminazione sistemica contro le don- ne? Com’è possibile che il divario salariale e la precarietà lavorativa siano il pane quotidiano di milioni di donne in tutto il mondo? Avendo un onere maggiore nei lavori domestici non retribuiti e nelle cure familiari, le donne hanno meno tempo per lavorare in mo- do formale. E quindi svolgono lavori precari, che sono quelli peggio pagati. Hanno pertanto meno opportunità di crescere nella loro car- riera, professione o impiego. Il che le rende più povere. La povertà è sessista. La precarietà lavorativa è il pane quotidiano di milioni di donne. Certo, neanche gli uomini sfuggono a un mercato del lavoro sempre più difficile, che non può che peggiorare al ritmo dei cambia- menti tecnologici e della robotizzazione. Il divario salariale è il sinto- mo di una malattia profonda del sistema che bisogna attaccare alla radice. Secondo i dati 2017 del Forum economico mondiale il divario nel rapporto uomo- donna non solo non sta diminuendo, ma sta addirittura aumentando. Inoltre i dati indicano che il cammino si è invertito in senso negativo. La loro lettura ci mostra un mondo in cui, per esempio, un paese come la Germania, motore dell’Unione eu- ropea, ha il terzo divario salariale più grande d’Europa. A suo giudizio, che biso- gna fare per ribaltare la situazione? I dati del Forum economico mondiale, e anche dell’Organizzazio- ne internazionale del lavoro, mostrano che i divari non si stanno col- mando. Sono anni che in tutti i forum mondiali si sente parlare di emancipazione della donna ma, quando si cerca di vedere che cos’è stato fatto in tal senso, il quadro è molto triste. Anche nelle questioni più elementari. L’Onu fa grandi discorsi, ma in tutta la sua storia non ha mai avuto un segretario donna. I paesi nordici sono general- mente il faro in questo campo e le loro politiche pubbliche nell’am- bito del sostegno alle famiglie hanno dato eccellenti risultati. Per esempio nei permessi di maternità e paternità prolungati, condivisi e obbligatori per entrambi i genitori. Ma c’è ancora tanto da fare. Argentina, laureata in economia, docente in varie università e divulgatrice economica, Mercedes D’Alessandro è una delle economiste femministe che hanno suscitato maggior interesse negli ultimi anni. Nel 2015 ha lanciato il portale «Economía Feminista». La pagina web, che si avvale del lavoro non solo di un gruppo di economiste, ma anche di esperte di altre discipline, è riuscita a inserire l’economia con una prospettiva di genere nell’agenda pubblica latinoamericana e a conquistare le reti sociali. D’Alessandro, che vive a New York, ha pubblicato nel 2016 Economía Feminista. Cómo construir una sociedad igualitaria (sin perder el glamour) del quale sono state pubblicate sei edizioni. Mercedes D’Alessandro

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