donne chiesa mondo - n. 47 - giugno 2016

DONNE CHIESA MONDO 36 DONNE CHIESA MONDO 37 L’ icona che porta il titolo «Non piangere per me, o madre» compare nella tradizione russa a partire dal XVI secolo. Si trat- ta dell’immagine del Cristo morto, il cui busto si leva eretto dal sepolcro, davanti alla croce, e di Maria sua madre che sembra sorreggerlo in un abbraccio. Questa im- magine di Pietà ha origini antiche ed è partico- larmente interessante sia per il suo soggetto — un testimone privilegiato dell’apparire ed evol- versi dell’espressione dei sentimenti nell’arte religiosa — che per la sua storia, esempio istrut- tivo dello scambio culturale tra oriente e occi- dente. Apparsa nel mondo bizantino inizialmente come sola rappresentazione di Cristo Uomo dei dolori ( XI secolo) — posta poi in parallelo con un’immagine della Vergine con il Bambino (as- sociazione che porterà alla nascita dell’iconogra- fia della Eleusa , la Vergine della Tenerezza in cui il Cristo bambino abbraccia la madre) oppu- re, come in un dittico del monastero della Tra- sfigurazione alle Meteore, con l’immagine di Maria afflitta dal dolore — giunse in Italia verso il XIII secolo e qui conobbe un notevole succes- so, trasformandosi e diffondendosi al nord, in Francia e Germania. Parallelamente anche in area bizantina l’iconografia dell’Uomo dei dolo- ri (chiamata Akra Tapinosis , Grande Umiliazio- ne) divenne più complessa, mutuando elementi propri alle immagini della crocifissione e depo- sizione dalla croce e subendo probabilmente an- che l’influenza degli sviluppi occidentali. Un’icona di Tessalonica datata attorno al 1400 mostra Maria che abbraccia il Cristo morto e porta il titolo di La discesa. Forse si tratta del primo esempio di questo soggetto. La stessa im- magine si ritrova al Monte Athos all’inizio del XVI secolo e di qui, io ritengo, ha raggiunto la Santa Russia, divenendovi molto popolare. Quando, nella seconda metà del XX secolo le icone russe sono state scoperte dalla cultura oc- cidentale, questa immagine l’abbiamo sentita come di casa. Nella tradizione bizantina Maria che abbrac- cia il Cristo deposto dalla croce che si erge dal sepolcro è già un annuncio della vittoria sulla morte e un compendio dei tre giorni santi, co- me ben emerge dal tropario del mattutino del Grande Sabato da cui l’icona ha preso il nome: «Non piangere per me, o madre, vedendo nella tomba il figlio che, senza seme, hai concepito nel grembo: io risorgerò e sarò glorificato e, poiché sono Dio, incessantemente innalzerò nel- la gloria coloro che con fede e affetto ti magni- ficano». Una lunga tradizione patristica e inno- grafica ha contribuito alla fissazione in testo li- turgico di questo dialogo tra il Cristo morto e la Vergine, che compare come tropario dell’Ode IX , quella corrispondente al Magnificat, e che è A RTISTE Non piangere per me o madre «Pietà» (Monastero di Iviron, Monte Athos, XVI secolo) di R AFFAELA D’E STE

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