Critica Sociale - anno XLII - n. 20 - 16 ottobre 1950

CRITICA SOCIALE 285 realizzare l'unione economica europea? Oppure vuole effettuare il controllo delle imprese consortili come primo passo per la loro statizzazione? Oppure vuole porre in atto qualcosa di simile al controllo in vigore nel regime corporativo per giungere poi all'instaura– zione di una specie di economia autarchica? E' intui– tivo che anche se si mira ad uno dei fini predetti il disegno di legge in esame appare sempre inadeguato allo scopo. FEDERICO CHESSA I •.N.A. Istituto Nazionale delle 1l..ssieu1•azioni Assicurazioni .Vita Polizze garantite dal Tesoro dello Stato SOCIETÀ COLLEGATA:· 11 lnirnmioni . f Ital a • Incendi • Infortuni • Responsabilità Civili • Furti • Trasporti • Grandine • Pioggia • Fidejussioni • Vetri • Aeronautici • Cinematografici • Credito Forme Speciali abbinate Age.-zie in tutti i Uomuni neo Riforma fondiaria e assistenza Con l'approvazione della legge «stralcio » è stato com– piuto il secondo passo della riforma fondiaria : a suo tempo, verrà il terzo. Io non mi soffermo a discutere la legge, perchè già molto se n'è discusso: forse troppo piccola parte il socialismo demo– cratico ha avuto nella struttura della riforma: se si tolga l'in– sistente e meticoloso sforzo, dai più ignorato, di Emilio Ca– nevari a fare introdurre nelle due leggi qualche disposizione che le avvicinasse alle nostre concezioni, il Partito e i tecnici, che ad esso aderiscono, non sono stati certo sufficienteménte messi in grado di potervi contribuire. Ad ogni modo si può affermare che anche le due leggi, come sono, non sarebbero passate senza il nostro appoggio: le ferme dichiarazioni .di Saragat, al momento opportuno, diedero forza al Ministro S~– gni·contro quella parte dei suoi a~ici politici che cercavano di farla naufragare sotto il pretesto· di nuove proposte. Ciò che vi è, nella riforma fondiaria, quale è, di impor– tante per noi, è il colpo dato al « sacro diritto di proprietà " : non è soltanto la questione del « limite », fissato dalla Costi– tuzione, che ha importanza. Per noi socialisti la proprietà privata è sempre un privile– gio, sia pure con le notevoli distinzioni fra grande, media o piccola: come tecnici non possiamo fare soltanto questione di « limite »: la estensione dell'azienda agricola non ha solo per causa la disponibilità di mezzi ma è determinata da ragioni di ambiente, di colture, di organizzazione: spezzettare l'a– zienda, per fare delle piccole proprietà, può essere anzi un errore economico e tecnico. Ma l'essenziale è avere, non solo affermato che, contro il diritto di proprietà privata della terra, lo Stato può, in qua– lunque momento, intervenire, ma l'averlo realizzato: non im- • porta che sia intervenuto per ridistribuirla, l' essenziali')è che sia intervenuto nel senso voluto. Se è vero che la natura non fa salti e che il mondo si forma e si trasforma nei tempi a grado a grado e che solo in tale modo le conquiste possono essere realmente durature, noi, che non corriamo dietro alle applicazioni della « ditta– tura del proletariato » e che vogliamo realizzare un mondo nuovo senza distruggere la maggiore conquista umana, la li– bertà,possiamo considerare la riforma fondiaria, anche come è, un notevole passo avanti. Domani ciò che in essa apparirà errato o insufficiente verrà corretto e completato. Ma la riforma fondiaria non è che un primo passo, nes– suno più di noi può sentire che un vasto campo di azione si apre dinanzi agli uomini di Governo : non alludo qui - e potrà formare oggetto di articolo a parte - ai compiti mol– teplici cui lo Stato dovrà assolvere: spezzettate le terre si dimostreranno necessarié tutte le opere che si impongm,o alle attività e alla vita nelle aziende che si formano: case stalle, fienili, pozzi, concimaie, strade, ecc., ecc. Qµando il contadino sceglie un pezzo di terra per fare su di' esso la propria azienda tiene conto di tutto ciò èhe deve compiere e..., se non può, non compera e attende che il risparmio gli permetta di realizzare le proprie aspirazioni;. di fronte alla applicazione della riforma fondiaria, per la quale il nuovo proprietario non sceglie ma deve prendere ciò che gli è offerto, Jo Stato dovrà intervenire sotto forma di concorsi o di prestiti con contributo alle spese di am– mortamento e di interesse. Vi sono già esperienze in questo campo che indicano quanto grave sia il cammino da percorrere per realizzare la riforma fondiaria perchè la terra non è come un mobile, che si passa da una mano ali' altra, ma è un bene, per lo più, in potenza che riqhiede non solo il lavoro e la sa-

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