Critica Sociale - anno XLII - n. 20 - 16 ottobre 1950

i I Critica Sociale Ar;ino Xlii - N. 20 SOMMARIO Politica e attualità Crisi di governo e crisi di isti– tuzioni (U. G. M.) Le due 1mificazioni (ANTONIO GREPPI) La trasformazi.one sociale (E– MILIO V ANDERVELDE) Piena occupazione (continuaz. e fine) (ROBERTO TREMELLONI) Le aree depresse e le diretti,. ve politiche (GIULIO P1ERAN– GEL1) Problemi economici e.sociali Il controllo delle imprese con– sortili (FEDERICO Cm:s;A) Cenerentola senzatetto (ANDREA TACCHINARDI) Riforma fondiaria e assistenza (MARIO GASALµ<I) Storie, filoso~e. ver.ietè .Bolscevismo e lavoro forzato (J, J, SCHREIDER) Il Socialismo e l'Unità . euro– pea (ANDRÉ PHILIP) Rassegne La quindicina politica (ant, v). Rassegna economica (d. c.) Vita internazionale (p, ga.) Oiò che si stampa (r. t. e p., g.) llllllltlllllllllllllll~IIIIIIIIUIIIIIIUIIIIIIIIIIII Comitato di Redazione,. Antonio Greppi - Roberto Tremelloni condirettori Ugo Guido Mandolfo- fausto Paaliari Andrea T cchinardi - Antonio Yaleri R~spons. Antonio Greppi Capo Redattore Piero Gallerdo Direzione e Amministrazione , MILANO Vie Dell'Orso, 13 -Telefono 16.319 In Italia: Anno L. 1500 Sostenitore L. 3000 Semestre • • 800 TrimEStre . > 425 Estero: Anno L. 2500 Sostenitore L. 4000 Semestre . > 13 00 Un fascicolo separato Lire 70 QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Fondata da FIUPPO TURATI Milono, 16 Ottobre 1950 risi di governo e di • • • • istituzioni Sono molti, in tutti i settori della Camera e del Senato, come in tutte le frazioni politiche che si agitano nel Paese, coloro i qua– li giudicano che, .nonostante l'avvenuta approvazione della legge sulla Cassa del Mezzogiorno e dello stralcio di legge fondiaria, l'azione del Governo si dimostri del tutto insufficiente a provvede– re alle .necessità della vita nazionale nella situazione difficile che essa sta attraversando, anche indipendentemente dall'aggrava– mento che ad .essa arreca il problema del riarmo. E questi molti, che si trovano anche nelle file della democrazia cristiana, riten– gono che ad uscire dalla presente situazione pos~a essere neces– saria una crisi, che non sia combinata a Palazzo, tra il Capo del Governo e i suoi più intimi collaboratori, ma scaturisca .dalla vi– gorosa affermazione aperta, leale, di un gruppo o di una coali– zione che in modo chiaro e impegnativo propugni direttive di politica interna, estera, economica diverse da quelle che sono state sinora seguite. Ma i democratici .cristiani cbe sono in qu,est'ordine di idee ammoniscono subito che nessuno si faccia illusioni sulla possibi– lità di una crisi dall'.interno del loro partito. Cbe essi si siano apposti giustamente è dimostrato da quanto è avvenuto nelras– se:µiblea dei due .gruppi parlamentari della D.C. e dal prevedibile e preveduto risultato· della convocazione del Consiglio Nazionale . .Dqpo l'assemblea .dei due gru.ppi parlamentari circolava, d.a più parti, la voce che quell'unico deputato çhe aveva dato voto con– trario al .Governo su un ordine del giorno di sfiducia che egli stei;;so aveva presentato, avesse. dichiarato, nel discorso col quale .illustrò l'ispirazione di detto o.d.g., di prevedere che questo avreb– be raccolto un gran numero di voti consenzienti, perchè erano moltissimi i colleghi che si erano nei convèrsari privati dimostra– ti pienamente concordi con lui pelle ct;itiche all'opera ministe– riale. E rimase - ripetiamo - solo nella votazione. Tutti sanno che la democrazia cristiana non è un partito, ma lÌn amalgama di partiti, divisi da una perfetta antitesi di µensie~ ri, anche su punti fondamentali del programma. Vuol essere un partito interclassista ed è tale non ,in quanto sia arrivato a tro– vare un punto di equilibrio e di sutura tra le diverse classi in cui esiste conflitto nelle vicende della vita economica e sociale, ma perchè raccoglie nel suo~seno esponenti ge_nuini degli interessi e della psicologia dei ceti capitalistici (e perciò della irrequieta cupidigia dei capitani di industria e degli affaristi e della sordida grettezza degli agrari) e alcuni - se· anche pochi - sinceri rap– presentanti degli interessi e delle aspirazioni del proletariato. Vi sono inoltre, in poli-tica economica, liberisti e dirigisti; in poli– tica interna partigiani del pugno di ferro e propugnatori sinceri di un regime di larga libertà; in politica internazionale alcuni che hanno accettato il Patto Atlantico come una necessità e ve– ramente desiderano che esso non divenga mai strumento di po– litica aggressiva, e altri per cui invece esso è e deve essere come la forza che schiacci l'idra bolscevica, anche prima che questa protenda le sue teste fuori dei confini in cui svolge l'opera sua. Quell'impulso che spinse allora a creare questo conglomerato di forze discordanti continua ad esercitare anche ora il suo in– flusso; e si capisce quindi perchè una crisi dall'interno del par- . tito di maggioranza sia ritenuta impossibile. Ma quale sarà allora I:i.forza che potrà determinare la crisi Biblioteca 111v u1a11vO

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=