Critica Sociale - anno XLII - n. 5 - 1-15 marzo 1950

6_4 CRITIC.A SOCIALE KEYNESISMO Traduciamo dalla Revue Socialiste di dicemb1·e que– sto interessante articolo sui l'apporti fra le dot– trine di Keynes e il socialismo. I. - COME SI PONE IL PROBLEMA In un partito democratico, un individuo non può pretendere da solo di determinare un atteggiamento in qualche modo ufficiale nei confronti di un grande problema. Può soltanto, con l'aiuto di conoscenze specializzate, esporre, il più chiaramente che sia possibile, in quali termini il problema si pone; poi, ispirandosi a quelli che considera imperativi di or– dine morale e sociale del partito, proporre una so– luzione. Questa soluzione qovrebbe allora essere l'oggetto di un processo collettivo di elaborazione, che sfoci in una messa a punto e, forse, nella for– mulazione di un'altra ·soluzione. Se il problema è abbastanza importante per giustificare ciò, i grandi organi deliberanti del partito possono essere chia– mati a pronunciarsi. Ma, anche in questo caso, la soluzione sarà una tendenza o una disposizione, non un catechismo o una « linea » che ciascuno deve conoscere e rispettare, parola per parola. Il presente articolo deve essere considerato, in questa prospettiva, come un primo abbozzo di quella che potrebbe es~ere la disposizione dei socialisti fran– cesi (1) nei confronti delle concezioni economiche di Lord Keynes. Importanza scientifica e politica del Keynesismo. John Maynard Keynes (1883-1946), il cui padre era già un economista conosciuto e la cui madre fu sindaco di Cambridge, aveva acquistato una certa notorietà all'indomani della prima guerra mondiale per le sue critiche contro il trattato di Versailles. Direttore dell'Economic . .Journal e professore di economia politica a Cambridge, dove passò quasi tutta la sua vita, fu anche presidente di società fi– nanziarie, speculatore con profitto alla Borsa, me– cenate del ballo, del teatro e dell'Università. Fatto Pari nel 1942, potè estendere al campo della poli– tica nazionale e internazionale la rinomanza che gli erano valsi la sua fortuna, la sua intelligenza, il suo humour e il suo felice carattere. « Il suo in– gresso in un locale immancabilmente s,ollevava gli spiriti della compagnia», scriveva il Times all'in– domani della sua morte. Il suo piano per i rego– lamenti internazionali (1943) e la sua partecipazione ai negoziati di Bretton Woods fecero conoscere il ·suo nome a un largo pubblico. Ma, per gli econo– misti professionali, la sua riputazione riposa. inte– ramente sulla Teoria generale dell'impiego, dell'in– teresse e della moneta (1936). Sebbene sia un po' esagerato pretendere che la « Teoria generale ii abbia rivoluzionato la scienza economica, e sebbene la maggior parte dei grandi economisti contemporanei sia rimasta molto riser– vata (2), è innegabile che questo libro ha suscitato un'ondata di entusiasmo ed anche una vera setta, i. cui discepoli comunicano attraverso le frontiere. Il Keynesismo (o, come altri preferiscono, il Key– nismo, o anche il Keynesianismo) è oggi una grande chiesa economica, cne ha il suo signore, la sua ~ibbia, i suoi profeti, i suoi preti, i suoi chierici, Il suo vocabolario, la sua casuistica, ed anche i suoi eretici. Il fenomeno non è unico nella storia delle idee: la fisiocrazia, il sansimonismo, il marginali- (1) L'autore parla sempre di socialismo francese, ma è ov– vio che in una questione di interesse così generale la posi– zlont degli altri partiti socialisti, e in particolare quella dei socialisti italiani, non sia assolutamente diversa. (Nota di « Critica Sociale»). (2) Per esempio Schumpeter, Nogaro, Haberler, Ohlin ecc. BibliotecaGino Bianco E SOCIALISMO smo hanno avuto caratteri sociologici a,naloghi. {V. Schumpeter, N,ew Ec.olb0mz1c_s, Knopf, New-York, p. 97); e noi sappiamo da questi precedenti che il successo prolungato ed esteso di una dottrina eco– nomica non è dovuto esclusivamente al suo valore scientifico. « L'entusiasmo trae il suo calore non da una fredda analisi, ma piuttosto dalle impli– cazioni politiche, reali o presunte, del messagg10 » (Schumpeter). Il keynesismo deve la sua diffusione mondiale, non soltanto al prestigio personale del suo autore e ad un'abile propaganda, ma anche al fatto che risponde a certe preoccupazioni maggiori del tempo nostro e che pretende di portar.e rimedio a quei mali o a quegli spettri che sono la disoc– cupazione, la depressione ·economica, la decadenza del capitalismo, l'espansione dello stalinismo. Il key– nesismo deve evidentemente essere analizzato in ma– niera approfondita 'dal punto dì vista scientifico, perchè è certamente conforme allo stato d'animo socialista porre molto in aJ.to nella gerarchia dei valori la verità. l'obiettività, la profondità di una spiegazione._ Ma deve essere anche considerato in una prospettiva sociale e politica, perchè la sua riuscita deriva in larga misura dal suo significato corr:.e bagaglio ideologico nelle lotte sociali e negli sforzi positivi per migliorare la condizione umana. La risonanza scientifica del keynesismo potrebbe essere valutata, grossolai;iamente, da una enumera– zione degli articoli, rapporti e opere che lo esami– nano, lo criticano; lo sviluppano, l'invocano o, sem– plicemente, utilizzano la sua terminologia. Ma una cifra non aggiungerebbe nulla: la moltitudine è un fatto patente; Meglio ancora: in molti luoghi esso è diventato quasi una ortodossia e, in ogni caso, costituisce il nocciolo di cristallizzazione, al quale vengono ad agglutinarsi i contributi numerosi che gli apportano le statistiche, la matematica e le an~– lisi particolari. Politicamente, nulla può mostrare_ il suo signifi– cato meglio che il vigore delle misure difensive prese dagli staliniani. Sembra che, specialmente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, la seduzione che iJ keynesismo esercita sui comunisti e simpatizzanti abbia preso una estensione particolarmente perico– losa (La Nouvelle Critique, I, 1949,•pag. 101) e che sia una minaccia ideologica reale. Il keynesismo sarebbe penetrato nelle file di certe organizz;izioni della classe operaia e avrebbe avuto l'appoggio di certi teorici _dell'avanguardia del proletariato. Nella stessa Unione Sovietica si è constatata la profondità insidiosa dell'influenza delle idee « errone~ » di Keynes. Il pericolo è tale che si è intrapreso, a Mosca, a Parigi, a New-York e altrove, un « lavoro di analisi fondamentale e teorico positivo· del key- . nismo ii, lavoro il cui obiettivo è di conrutare, ap– poggiandosi sull~ Sacre Scritture, la dev-iazion.e « keynista ii. E si prevengono i militanti che· 11 la lotta contro l'ideologia keynista è uno dei compiti essenziali della lotta ideologica attuale >i (3). _Così, scientificamente e politicamente, il keyne– sismo è diventato troppo importante nel mondo at- - tuale perchè il socialismo_ non affronti il problema, con la cura di precisare la sua « disposizione ii. Di più, uno sforzo di questo genere lo aiuterà forse a risolvere certe difficoltà cloltrinali ed a meglio affermare il suo proprio contenuto ideologico. I tre atteggiamenti possibili per il socialismo. In .presenza del problema r.he gli s-i pone il so– cialismo ha la scelta fra tre direzioni. (3) Non si sa se la riduzione del « keyneslanesimo • al « keynismo » ha per oggetto di sminuire la dottrina, facen– dola sembrare meno maestosamente esoterica.

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