Critica Sociale - anno XLI - n. 13 - 30 giugno 1949

292 CRITICA SOCIALE sce ai due problemi in discm,sàone. Punto pnimo la Germania: quella Germania .che per la sua posizione e per la sua importa11za è un po' il fui-ero e il simbolo ad un tem,po della situa– zione· internazionale nel suo complesso. Per la Ger– mania, lo scopo di-chiarato era o, meglio, avrebbe do– vuto es·sere il raggiungimento dii un ac,cordo p·er la sua unità politica o almeno economi·ca. Ora, della unità politica non ,si parla neppure, salvo che inci– dentalmente, senza illudere nessuno, dove si ,dice, ad esempio, ,in modo del tutto platonico, che le au– torità di occupazione « i,s,pirandosi all'intenzione espressa ,dai min1s~ri di proseguire i loro sforzi al , fine dii ristabilire l'unità economica e .politica della Germania, 1 procederanno a Berlino a consultazioni su base q.ua1dripartita ». Prer il resto si parla, invece sempre di -questioni economi,che. E' evidente che la questione dell'unità •polibi-ca della Germania non può essere messa in discussione per molto tem\PO, e che la frattura del paese è accettata. Si aggiunge infatti subilo che « queste •consultazioni avranno in parti– colare (leggi in concreto) lo scopo di attenuare le conseguenze dell'attuale divisione amministrativa della Ge!'mania e ,di Berlino. Da notare che non si parla -nel coù:mnicato della partecip.azione dei tede– schi al regolamento de1'1equesbioni, in cui pure essi sono certo i .più inte.ressati, se non ,come facoltà -la– sciata· alle potenze o.ccUIJ)antidi valersi dell'assisten– za e ,del ,consi,glio di esperti tedeschi per le questioni economiche della propri,a zona. Il che potrebbe an– che si.gn~ ficare che mancano ancora le basi per un trattato di pace con la Germania, in cui natural– mente non sarehbe possibile dimenticarsi dei te– deschi. Abbiamo già -detto, ed è stato fadlmente rilevato, che la parte più positiva dell'accordo riguarda l'Au– stria. Qui, se ancora non si può dire se il trattato di pace verrà 'finalmente mggiuntci., si è almeno pre– parato un 1prog,e.tto e, cosa più notevole,· quelle che sembravano riserve di carattere pTegiu,diziale dalle d,ue parti ,sono state superate. A questo proposito, occorre rilevare che le pregiudiziali russe sulle ri– vendicazioni jugosiave in Carinzia sono state abban– donate. E' questo un segno che la Russia considera definitivamente perduta la battaglia ,del Cominform contro Tito? Se,bbene sia lecito dubitare del « defini– tivamente», è comunque certo che,, questo .conflitto ha giocato in maniera determinante sull'atteggiamen– to russo. Ma, a meno .che essa non si illuda sover– chiamente sulla crisi ,economi·ca dell'o-ccidente, biso– gna aspettarsi da parte russa una nuova mossa che valga a compensarla del suo arretramento in Austria, se il trattato -di pace con questa verrà effettivamente raggiunto, e del fatto che la Jugoslavia finirà pe·r cadere nell'orbita economica dell'o,ccidente. Non è proba1bile che la Russia si accontenti degli in·discuti– bili vantag,gi di carattere economico che l'accordo di Parigi. le assicura, attraverso J:e r,iparazioni e la prOl])·rietà dei beni della compagnia 'danubiana di navigazione e del 60% della produzione petrolifera austriaca. In. ogni modo, il futuro appare tutt'altro che sicu– ro, e se V"eramente ]',intesa tra gli occidentali do– vesse non. resistere alle difficoltà economi.che del mo– mento, è ,proba·bile che molte eose, che apll)arivano ag'li ottimisti già risoli-e, si ritrovino al punto di p-ar– tenza peggiorato. E' per questo ,che, ancora più che mai, non solo per il nostro convincimento di federalisti, ma per– che la situazione, quale siamo venuti rapidamente esponendo, irndiica che al di fuori di una unione eu– ropea, ,appoggiata dall' Amerka ma viva e forte .per conto suo, una possibilità di di:stensione ,è.ffettiva non esiste, sosteniamo .che questo è il punto su cui oc- , corrè insistere. Anche se non è facile arrivarci, an– che se non è facile agi-re in questo senso. PIERO GALLARDO BibliotecaGino Biànco Si è parlato chiaro N 1 el pubbPi-care quest'w·Nco./o d'el 11KJsfroPischel dichiariamo aperte le nostr:e oo,lonne agU scritti di chi intenda infJerpretare. in moào d,iverso l'andamen-. lo e le r,isu./lanz,e del Congressio delra D. C. e le con– s,eguenze che esS'O of{ne alla co-ndotta de1l rwstro Parlz1tl(). La Critica Sociale Il Congresso di V,enezia della Democrazia, Cristia– na ha segnato, senza du1bb:io, un'importante tappa nello sviluppo politièo interno del nostro Paese. Non tanto come ,congresso in sè. .Privo di so,l'IJ)re– se e di po:ssiibilità di sorprese, congressualmente è stato quel che era dato già come scontato che fos– se. Anzitutto, il 6\errato, e interessante con,gre.sso di un partito al gov•erno, consaipevole della ,prop-r.Ì'avo– cazione di reggere il potere, e de'Ciso, as,cen,dano o declinino le sue fortune, a non lasciarselo sfuggi– re. A!ss-ul'do quindi rammaricare che i discorsi dei mini 1 ~tl"i,, d•ei diriigenti, degli esponenti massimi vi rubtbiaino avuto la preponderanza sulla voce della « baise », di quella tip1ica eid eterogenea «base» de– mocristi-ana, più ,pro.pensa, con buona pace di Dos- · setÙ, aid allinearisi ,co.rrformi.sticament-e (anche ;,e vincendo, -dluttaiµze e ri:serNe) sulle parole d'ordine scerndenti dall'alto che, a, ri'cer,càre in -se stessa Je ragiioni e le esp~essioni di una propri-a volontà po– litica. E' stato poi, e:d in maniera specifica, il congres– so della D,C., proiprio quale ero, v•enuto analizzan– do su questi fogli qualche mese fa. Donde la pre– clusa possibilità del dispiegar.si dd,alettico del gio– co delle· terndenze; un .garbato dialogo, più su que– sti001i funzionali- che politi-che, tra sini,stra e centro (muta, passiva e n.o:mi1nal-e, s<ino.a sembrare i,nesi– stente, la destra, ,pronfa 1nv-ec•e· a prende,re una si– lenziosa dvin,cita, sul terreno, parlam·entare e attrà– VeTSOi compromessi direzionali.); una sinistra dos– settiana, favorita dalla, ,cataistrofo. della stnwstra gron– chiana (sola ·aperta, alle -esigernze di « terza forza») e propugnainte, amebe se in nome di es1genze socia– li, un più esclusivistico. ,dominio• demo·cri-sHano sul Paese·; -l'antiicomunismo, sia sul piano ,politico che su quello confessionale, come il tessuto connettivo più efficiente (universali e travolgenti gli osannit a Scehba, « pugno di f,erro »); l,a facile, scontata, ne– cessa·ria, - e quinidi :non troppo seriament-e contra– stata - preponderanza dell'-attuale centro dirigen– te (p·erno e mo·dera.tore De Gasperi), con maggiori propensioni a1 trasformismo v•erso, la sinistra, ma anche con qualche primo sintomo di deibililazione. Nulla quindi di nuo·vo o di particolarmente sign1- fic-ativo peor l'osservatore ,politico. O. cose, per ora, marginali: ad eseI111Pio, il raiMorzarsi della correinte dossetUan.a .nella ,compagine del partito che per la prim,a volta costrinse i « maggiorenti » a fare con Iei i eon:ti, mettendo in moto· l'abilità ma;novdera di De Gasperi; l'intransigenza di questa corrente che preferì agli usuali accomodamenti la proll)ria totale estromissiòne daJla nuov•a direzione. Ma l'importanza det:1e assise democ·ristiane di Ve– nezia, al di là della cronaca c0;ngreossuale, sta in al– tro. E ,cioè nell'av,&re p,arlato con straoodinaria, chia– rezza al Paese ed a ,tutte le altre forze politiche ita– liane, amiiche e nemfohe. Non si è trattato di voci .iisolate o casua:li. Proprio mentre quella democri– stiana vi poneva 1a sordina, la stampa iindiipendente ha menato grande scalpore per il discorso di Scel– ba. Non c'è che dire: fu veramente uno dei più im– prudenti ed impudenti di questo temperamem1tvoll ministro, sino a, fa-r scrosciare perilcolos·e ed ;m– provviide acclamazioni alla tesi (che De Gasperi, da uomo di Stato, non avrebbe consentito di procla– mare), che il comunismo lo si estirpa solo con la

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