Critica Sociale - anno XLI - n. 13 - 30 giugno 1949

Critica Sociale IUVlST A ~m M.E DEE. SOCJM.ISllO •oadate de •Il.IP.O TURATI In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L. 3000) Semestre L. 800 Trimestre L. 425 Estero » » 2500 » » » 4000 » » 1300 » » 700 DIREZIONE E AMMIHISTR.: MIiano, Piazze Dlaz:, 5 • Tel. 16.319 c. C. post. per abbonati n.' 3-8225 - Spedizione In abbonamento postale I gruppo 2• Anno XLI • N. 13 Un numero separato L. 70 Mil11no, 30 Giugno 1949 SOMMARIO Politica ed attualità Riprendiamo la lotta (U. G. M.) Chiuso a Parigi (PIRRO GALLARDO) Si ,! parlato chiaro (GIULIANO -P1sCHEL) lt Congres,o del Partito laburista e le industrie nazionaliz– zate (HERBERT TRACEY) Problemi economici e sociali Il dibattito sulla riforma agraria (continuaz. e fine) (ALDO PAGANI) La questione agraria al-le porte (continua) (ITALO PIBTRA) Ai margini della riforma agraria ~GIULIO PuOLIESE) Storia, fl losofia, varietà Celassi e nazioni · nella genesi ideologica del '48 (continua) (GUIDO QUAZZA) Indietro non si torna (Socrns) La soèialdemocrazia tedesca e il nazismo (R. R.) Fatti e commenti della stampa italiana ed estera (p. ga.) Ciò che si stampa: A. POGGI, La filosofia come scienza del vivi,re (g. p.) - G. Gunv1TCH, La dichiarazione dei diritti sociali (g. ,p.) _ LIONELLO R. LEVI, htituzioni di legisla– zione sociwle. Riprendiamo la lotta Il risultato finale ldel recente congresso straordi– nario del nostro partito non ha offerto nulla che non fosse pienamente .previsto dopo quanto era ri– sultato nei congressi provinciali. Forse dai più si riteneva che la frazione che si è dato il nome di concentrazione socialista potesse avere una per– centuale che si aggirasse intorno al 70 per cento dei voti, mentre essa ha avuto- in realtà solo circa il 63 per cento. Sarebbe poi interessante una bre– ve analisi del modo in cui fu raggiunto questo risultato numerico, il cui valore apparirebbe sol– tanto transitorio e non dovuto ad un consapevole e meditato orientamento della maggioranza de1 partito. Nelle intenzioni della frazione di concentrazio– ne il congresso avrebbe dovuto essere una revi– sione alla stregua anche dei nuovi avvenimenti, dei risultati cui si era giunti nel precedente con– gresso 'di Milano; avrebbe dovuto servire_ ~d una precisa dichiarazione di orientamento politico fa– vorevole alla partecipazione al go'!.,erno, con tut- ibliòteca Gino Bianco te le conseguenze che ne derivano. In rea-ltà l'ar– gomerito fu affacciato nel congresso soltanto di sfuggita, nei discorsi di Saragat e di Matteotti. Tutta quanta l'attenzione del congresso fu invece costantemente rivolta ad un problema: l'unifica– zione delle forze del socialismo democratico. Lo stesso risultato che si ebbe nella votazione per la nomina dei membri della Direzione conferma che questa fu la predominante e costante preoccupazio. ne dei congressisti. La forte prevalenza che nella votazione ebbe il nome del compagno D'Aragona è certamente idovuta, a giudizio di tutti, al fatto che tra i compagni della sua frazione egli apparve come il più. risoluto nella volontà di giungere al– l'unità socialista, come quegli che aveva effettiva– mente suggerito i-1modo per cui l'unificazione a– vrebbe potuto compiersi rapidamente sin d'ora, se la sua proposta, accettata senza riserve da tutto il vecchio esecutivo del partito, fosse stata accolta dai compagni dell'Unione dei Socialisti indipen– denti e dagli autonomisti usciti dal P.S.I., i quali opposero invece obiezioni e riserve, a nostro modo di veidere, inopportlme e infondate. Osserviamo, anzi che se le proposte D'Aragona fossero state accettate da tutti, noi avremmo po– tuto sin da questo mese di giugno fare il nostro Congresso di unificazione, su una base che sostan– zialmente non differisce da quella offerta dalle proposte del Comisco e che era anzi, sotto certi rispetti, più vantaggiosa per co1oro stessi che tar– darono ad accettarla. Forse alla conclusione da noi augurata si sarebbe potuti giungere, nonostante le incertezze degli unionisti e degli autonomisti, se fosse stato concesso un congruo lasso di tempo perchè si potessero meglio maturare le loro deci– sioni durante quella proroga di pochi giorni che, dietro loro richiesta, noi presentammo alla Dire– zione del partit9. Il rifiuto di quella bre_ve pro– roga, che certamente non poteva arrecare nessun turbamento aUa vita interna del nostro partito, nè generarvi alcuna alterazione di quell'equilibrio che si era venuto manifestando nei c.ongressi provin– ciali, fu interpretato come mancanza di una --fer– ma volontà di giungere all'unificazione e parve ·ad un certo momento compromettere -l'attuazione di questo programma, se non fosse tempestivamen- te intervenuta l'opera della Commissione inviata dal Comisco, e specialmente l'opera del compagno Brutelle che, per il fatto di esser francese, di ap– partenere cioè ad un Paese che ha maggior affi– nità di condizioni politiche col nostro, era certa– mente il più idoneo a rendersi conto delle circo– stanze in cui si svolgeva la crisi del socialismo de-

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