Critica Sociale - anno XLI - n. 7 - 1 aprile 1949

CRITICA SOCIALE 157 cura municipale, furono impugnate per la ragione che eg,li era, in vktù del suo impiego, un agente del nemico di clas– se. Il buon uomo si difendeva allegando che aveva avuto il posto come veterano della guerra ci.vilè e che l'aveva otte– nuto molto tempo _pnma che il Partito socialista fosse co– stituito, e che i.J·suo lavoro era tecnico e non politico. In– fine il Comitato detle credenziali, capeggiato da A lgernoon Lee, votò un tipico compromesso in base al quale l'inge– gnere veniva accolto per ragioni particolari, mentre il p~in– cipio ·generale di negare il voto ad un impiegato dello Stato capitalista veniva mantenuto. Per buffa che appab questa storia, essa simboleggia la posizione senza via d'uscita in cui si erano incapsulati simi– li movimenti di riforma, poichè in effetto il partito veniva ad essere « nel mondo ma non del mondo». I socialisl!i ame– ricani, nella loro ideologia, rigettavano del tutto l'intero fondamento della società capitalistica, benchè poi giorno per .giorno fossero chiama;ti a prendere posizione concreta su questi<ilni pmtiche che sorgevano dal fondo stesso de11a so– cietà. Per i comunisti tale contrasto non rappresenta un pro– blema. Per loro le riforme immediate non sono una ma– niera genuina per aiutare gl,i operai ma solo un'arma di più per scuotere le mura della struttura sociale. E poiçhè essi per principio r,on credono nelle riforme immediate, spesso possono avanza1e rich;este esagerate ed imbarazzanti. Ma un sindacalista od un socialista « responsabile » non può per– mettersi quel lusso. Per lui ogni riforma è· un mezzo reale pet aiutare g.Ji operai ad alleggerire le loro fondamentali in– sicurezze piuttosto che um, illusione. Perciò un corµpromes– so dopo l'altro diventa inevitabile. Su un piano più elevato, il banco di prova di questo di– lemma si ebbe nei rapporti del Partito socialista con il New Deal. Per la. prima volta nella sua storia il movimento sin– dacale degli Stal!i Uniti ricevette un appoggio politico con– siderevole dal partito a:! governo. Era inevitabile che i sin– dacati si trovassero strettamente uniti alle fortune politi– che e al destino di RooseveLt. Ed i socialisti che erano fun– zionari sindacali si trovarono a dover scegliere tra la loro fedeltà al partito ed i loro obbEghi in vista dei bisogn; del sindacato. N elfo stesso tempo il Partito venne a scindersi per la lotta dei Mil;tanti co!1trn la Vecchia Guardia su una - wzione che riguardava l'atteggiamento del partito nei con– f;onti· <l~lla rivoluzione. Trasferendo meccanicamente le sconfitte del socialismo in Germania ed in Austria sulla sce– na americana, 1a sinistra del partito stilò una mozione che propugnava !l'insurrezione armata in caso di fascismo e di · guerra e cercava di imporre ai membri del partito una di– sciplina più stretta. Tuttavia, nemmeno quattro anni dopo che 'la mozione era passata, quasi tutti i capi maggiori del– la sinistra che erario fun:donari di sindacato si t~ovavano fuori del partito ed appoggiavano Roosevelt. Giudicando .re– trospettivamente, si può rilevare che la sinistra del partito aveva completamente sbagliato nel prevedere il corso im– mediato della storia e, tentando di impegnare il partito in quel'la che sembrava la politica più realistica, aveva in realtà mantenuto ed approfondi~o il suo distacco dal complesso del movimento operaio. La confusa presa di posizione del Par– tito socialista ner confronti della guerra svuotò il partito stesso della sua ultima forza e lo lasciò impotente. Dato che la guerra era un male e la sua ésistenza una negazione de– gli ideali umani del socialismo, essa era da combattere. Tut– tavia anche i•l fascismo era un mal~ e si doveva combat– terlo. Ma questi due nemic;i non potevano essere combattuti., in politica, che uno alla volta. La risposta del Partito so– cialista al dilemma era lo sloga@ « Il miglior. modo per combattere il fascismo è quello di rendere eperante la de– mocrazia all'interno del paese». Ciò era vero in un seMo limitato, poichè l'interesse maggiore del movimento antifa– scista doveva concentrarsi sul centro politico della potenza fascista, la Berlino di Hitler e tutta la zona che essa con– trollava, ·non sul centro politico degli Stati Unihl. Il Par– tito socialista non trovò mai una risposta. • Il dilemma del Partito socialista trovò la sua espressione più intensa nel carattere di N orinan Thomas, il suo leader per vent'anni. Giacchè la posizione di Thomas era basata soprattutto sul terreno morale e compromessa quindi da considerazioni politiche. La miscela che ne risultava aveva un profumo allettante ma nessuna · consistenza. Essa diede 1anco a Thomas una grande statura come figura morale di ele– vato coraggio, ma gli diede anche un punto nero come leader politico. Men~re 'Thomas individualmente cresceva in forza, il Partito socialista come movimento politico decadeva sem– pre più. * * * Tanto per Sombart come per Perlman, la cosiddetta tar– dità dell'operaio americano era dovuta in gran parte alla mobilità sociale che era assai grande negli Stati Uniti. Ma or'a non vi è dubbio che una gran parte degli operaii hanno cominciato ad accettare il fatto che essi rimarranno operai tutto i;}resto della loro vita e non saliranno nella scala eco– nomica. In un certo senso, la crescita del tradeunionismo rappresenta una accettazione di questo fatto. Tutto il con– tenuto del movimento del lavoro del secolo diciannovesimo - e una delle principali ragioni della sua ;nstabilità - 'è stato un tentativo di sfuggire al destino di essere operai . I primi sforzi furono indirizzati verso la tena libera, i se– guenti verso la produzione cooperativa e finalmente, e abor– tivamente, verso la politica. E' stato soltanto quando vasti gruppi di abili operai hanno cominciato ad accettare il loro lavoro come permanente che la Americ(J)n Federation of L(J)bor ha potuto metter radice. E così pure, l'organizzazio– ne delle masse industriali -e di un gran numero di operai semi-specializzati fu possibile soltanto perchè la paura del– ;l'insicurezza ·è stata una sferza che ha spinto i lavoratori ad unirsi. Può questo ·fatto significa.-e una nuova politica radicale nella vita americana? Tale fu un tempo la predi– zione di Fèder•ic9 Engels. In una lettera a Federico Sorge, il rappresentante della Prima Internazionale, Engels scrive– va in data 16 settembre 1886: « In un paese primitivo come l'America, che !li e svilup– pato in senso purame,;ite borghese senza alcun passato feu– dale, ma che ha inconsa.pevolmente tratto dall'Inghilterra tutto un complesso di ideologie del tempo medievale, come la legge comune inglese, la religione, il settarismo, ed in cui le esigenze del lavoro pratico e la concentrazione· del capitale hanno provocato un disprezzo per tutte !e teorie che soltanto ora· sta scomparendo nei circoli educati di ac– cademici; in un paese simile il popolo può diventare consa– pevole del suo propr,io interesse sociale commettendo errori su errol'i. Niente sarà risparmiato ai lavoratori-; la confu– sione delle trade-unions,, dei socialisti, i Knights of Labor ecc. rimarranno per un certo tempo a venire e i• lavoratori impareranno soltanto dai loro errori. Ma la cosa più impor– tante è che essi hanno dato i;! via al movimento, che le cose andranno avanti generalmente, che l'incanto è spezzato; ed essi andranno avanti presto, più presto che in qualsiasi al– tro luogo, sebbene per una via singolare che sembra, da uu punto di vista teoretico, una via piuttosto insensata». Benchè, presumibilmente, il cÒnsueto distacco di uno stra– niero gli permettesse di vederci meglio di quanto possiamo fare noi stessi, io temo che ir· questo caso Engels sia stato un profeta minore. Perchè, mentre i lavoratori americani si muovono, tutto il complesso dei rapporti è così cambiato che nuove proposizioni sono ormai nell'ordine delle cose. Prima di tutto, 'l'aumento di una coscienza ·particolare pres– so i lavoratori non ha condotto ad una radicalizzazione, ma ad una· insistente richiesta per una duplice sicurezza: la ,;i– curezza nel lavoro attraver:;o il sistema dell'anzianità; e la sicurezza nell'insieme della società attraverso l'assicurazio– ne contro la di·soccupazione, le pensioni di vecchiaia, l'as– sicurazione sulle malattie, ecc. E lo sviluppo delle trade– unions come strumento per realizzare questa sicurezza ha significato lo sviluppo di una forza istituzionale che è do– vuta anche, necessariamente, crescere integralmente nella ve– ra sostanza della s~ietà. Mentre l'intenzio~e fondamentale dei movimenti utopistici del secolo- diciannovesimo (Il Wo,-– kingmen' s Party, Sylvis, i Knights of Labor,· De Leon, i Sindacalisti) era quella di cambiare la società· capitalista, lo scopo fondamentale dell'unionismo del ventesimo secolo è quello di assicurare un posto e qualche beneficio· in questo ordine sociale. Il secondo fatto saliente consiste in questo, che la pres– sione di larghi strati della società contro la catena di un incontrollato capitalismo ha portato al sorgere di un ·nuovo Stato amministrativo. Per quanto inavvertibili siano queste direttive, l'importante esempio del sostegno dei prezzi per

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