Critica Sociale - anno XLI - n. 5 - 1 marzo 1949

116 CRITICA SOCIALE Confermerebbero, oggi, i due indagatori tutte le loro osservazioni, deduzioni e profezie? Non mancò in quel breve vìaggio a Londra la nota -comica. Una sera i tre pellegrini italiani en– travano in un affollato caffè della City. Dapprima apparve la barba ieratica -di chi scrive suscitando tra le facce glabre del pubblico un moto di curio– sità; seguì la barba mosaica di Ludovico D'Ar.agona, che tramutò la c~iriosità in attonita sorpresa, ma cruando poi si presentò la bionda barba fiorita di Modigliani, uno scoppio di risa l'accolse, perchè parve quella una riapparizione in triplice edizione del Santa Claus, - il babbo Natale inglese ....._.. 1 cH" sceso in terra due mesi prima, abilmente foggiala d~ ridanciami visitatori. E ripartimmo, e tornammo in Italia, dove ci fu d'uopo scontare quella paix que'lconque con insulti, minaccie, lancio di sterco, ordini del giorno di me– dici ospedalieri milanesi contro il. loro .presidente reo cl.i. lesa patria, e così via. , Ma dò non ha importanza se non in quanto furon quelli i primi saggi ,di intolleranza e di violenza contro le persone che dovevano .diventar costume politico per opera del fascismo e che ancor oggi, come l'acaro della scabbia, sono penetrate nella pel· le degli italiani per altri fini, con altro segnacolo in vessillo, ma avendo come effetto una uguale de– gradazione civile ,per quella democrazia che la mo– zione di Londra aveva messo in cima agli obietti– vi della invocata pace. La terza, indimenticabile .barba « fiorita» non ha che intravvisto il malcostume odierno e fu forse ventura per lui. .. Le ragion,, del 1848 ALESSANDRO SCHIAVI economiche italiano Sulle rivoluzùmi scoppiate in Oante parti d'Eu,ro,pa net 1848-49, noi non abbia,mo pubblicato alcuno scritto sin qui, sebbene .esse abbiano gronde interesse, e non solo da un punto ,di vista stret&Jmente nazionale. Il carattere intrin.seco di quei moti, gli impulsi dia cui essi furono determinati, la· pa1·t.ecip1C1,zion.e dei vari ceti sociali, ecc. sono pieni di l>unti osmri, special·m.ente pe,r il fatto che gli studiosi di questo periodo di tempo, salvo rarissmie eccezioni, hanno guardato solo agli aspetti esteriori, mj,erficiali degli avvenimenti, han· no fatto opera di nar11atori,spesso di agio[ltt'afi, più che di storici, che solo nello scire' per causas trovano il fine della loro opera di studiosi. In qitest'anno 1949 intendiamo di riparare al silenzio ser– bato 'sin qui, e non ci doHamo del ritardo, anche perchè il 1849 fii quello in cui si fecero più consapevoli e si distin– sero più net&Mnentele varie tendenze che l'anno prima era– no esplo~e indistinte. Certo il documento più impor/iante di quella' prima fase della rivol1tzione iroliana è quel{a costi– tuzione che la Costitwen~e romana approvò iin quel giorno stesso de/I'esf'at,e 1849, in cui le forze che difendevano la Repubbliro dovevano cadere di fronte alle soverchianti forze nemiche. · Cominciamo la trat~azione dell'argomento con la pubbli– cazione d!ell'articolo, che segite, di Felice Anzi, nel qu,ale i! problem,a.indicato nel titolo è appena accennaio, e solo per una ristretta parre della sùa l.arga eJ\tensione, che include una serie di problemi part,ìcolari, tuf.ti di grande in~esse. Abbiamo già invi/iafo alcuni comp agni e d amki, esperti del– la materia, a scrivere per la nostra rivislla qualcosa su qual- BibliotecaGino Bianco cuno di. quest,i proli/emi; ad altri che vogliano lmtlat'M - remo grati della loro collaborazione. LA CarTICA Soc1.u.• Tra le ragioni che hanno determinato i moti del '48 ita· liano, caratterizzandolo in modo che essi appaiono, e nello svolgimento e nei risultati, diversi da quelli che si sono avuti negli altri paesi europei, gioverà ricordare alcuni dati sulla situazione economica che si era venuta determinando nel nostro paese dopo il Congresso di Vienna. Come è noto, dopo la caduta di Napoleone, nel 1814, la diplomazia europea, capeggiata dal Metternich, si era pre– occupata soltanto di ricostituire l'Italia nel modo antico, senza curarsi menomamente se questo potesse essere vitale, in relazione alle nuove esigenze dei tempi. L'Austria si ri– prese il Lombardo- Veneto, mentre al Piemonte, in graria unicamente del suo lealismo ai principi reazionari, era ce· duta Genova. Così, la scienza dei diplomatici aveva, dimenticando le a– spirazioni patriottiche, ribadito quelle assurde e arbitrarie divisioni che ebbero poi per conseguenza di creare una struttura provvisoria, inorganica, frammentaria, contraria alle esigenze del progresso economico e sociale del popolo, come si vide chiaramente negli anni successivi. Ad esem)io, nel 1836 venner~ costituendosi le prime so· cietà per l'esercizio delle strade ferrate. Ma, dato il fra– zionamento del paese, anch'esse limitarono la loro azione al ri,stretto ambito dei vari Stati. Così, le ferrovie dello Srato pontificio limitarono l'esercizio ai confini con gli Stati limitrofi; il duca di Modena, ordinando il primo tron– co ferroviario (che non fu poi costruito) stabilì che esso dovesse fermarsi al confine pontificio; il duca di Parm11 stabilì che la costruzione di ferrovie dovesse limitarsi al confine estense e a quello con lo Stato sardo; la Toscan• si chiuse in sè stessa e curò un sistema di comunicazioni lo· cali. Anche le due linee costruite dall'Austria, la Milano– Venezia e la Milano-Monza-Como restavano solo in po· lenza due linee di carattere nazionale ed . internazionale. Quindi i vantaggi che questi nuovi e rapidi mezzi di coma• nicazione recavano ai commerci ed alle relazioni civili, a!l>– sicurando ad essi continuità e nuove fonti di sviluppo, ri· •manevano sminuiti a causa della divisione del territorio i• taliano. Di più, molti dei principi che governavano i vari Stati del– l'Italia erano stranieri e, comunque, controllati dall'Austna, che sorvegliava così politicamente ed economicamente 11- talia. Il Papato e l'id,ea dell'unità d'Halia. ' Il Papato, ché godeva di un'indipenc,enza relativa, avev,l, con quella che fu detta la grande amnistia del 1846, al To– mento dell'ascesa al trono di Piq IX, mostrate di voler se· guire una via nuova. I termini ·dell'amnistia .:rano 4.uell· piuttosto generici- di una pacificazione genera\<! deg,1 ani– mi; essa era infatti condizionata << all'impegno d"onor~ di non voler abusare in alcun modo nè tempo di que;ta gia• zia e di voler anzi adempiere ogni dovére di buon, sudJit: >. E pe;'.chè tra le popolazioni dello Stato pontificio nnn ri• manesse alcun dubbio intorno· al significato dell'atto di P,o IX, il vescovo di Gubbio in una sua lettera pastorale dichia– rò : « Il perdono concesso da Pio IX non riguarda i soli compromessi politici, ma è un beneficio universale per :1 quale è finita ogni divisione di partiti, di opinioni, di .en– denz(;, e che ha riconciliato i cuori di tutte le genti». Parve ad ogni modo che vi Papato si ponesse così alla testa di un movimento inteso a pacificare gli animi ed a creare una federazione di principi. Questa idea, che ebbe la sua più alta espressione nelle ope• re di Cesare Balbo e di Vincenzo Gioberti, trovò nel suo complesso favorevoli le classi colte e ricche e quegli « uomi• ni onesti e moderati», ~ome scriveva il conte Cambray Di• gny, · anche a nome di Cosimo Ridolfi e Tabarrini al duca di Toscana, deplorando gli eccessi della stampa clandesti– na nel discutere degli interessi del paese. Anche favorevoli all'idea di un sistema federativo per l'Italia erano il repubblicano toscano Giuseppe Montanelli

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