Critica Sociale - anno XLI - n. 1 - 1 gennaio 1949

CRITICA SOCIALE 3 all'azione di coloro éhe, tra due organizzazioni po– litiche-· che si chiamano entramhe socialiste e che· possono in qualche ll)Oido aver diritto a questa denominazione, nciIJ.sanno quale scegliere e non trovano altra via di soluzione che quella di ri– mane1•e in .disparte. Sa:rà diversa coS1a domani, anche se, dopo aver cacciato dal P.S.I. il gruppo che fa. capo a Romita, o dopo essere stato co– stretto ad uscirne per li),prevaJenza, nel Congres– so, d:i quel gruppo, la frazione che ha per espo– nenti Ne,mi e Basso, e parecchi di coloro che han– no inviato il t'elegra.mma a VaFsavia, pretende– r/111110 tuttavia di continuare a,d a.ftribuirsi l'ap– pellliativo di socialisti. Allora anche a. gli occh i dei meno esperti non sarianno più possibili equivo.ci e nella coscienza di tutti• sarà ferma la convinzione che esiste. l-Ìn sollo partito socialista, al quale deb– bono aderire e dare appoggio tutti coloro, che vo-, . gl.iono lottare per il genuino socialismo demo– cratico. . Le due difficoltà ehe parve necessario risolve~·e per· render possibile un'unificazione furono già di- . chiarate in modo preciso nel noto documento che abbiamo più vollte citato: patto di unità d'azione da una parte, partecipazione .al governo dall'altra .. Qµ.mto al primo, non c'è, dubbio eh~, proprio Rel momento in cui l'attuale direzione del P.S.I. ha sentito il bisogno di riconfermarlo, il gruppo che aspira ad uni-rsi con noi intenJde cli esserne sciolto nel modo -più catego-rico. Quanto alla partecipa– zione al governo va ripetuto che essa è un puro probllema tattico, non un problema d'orientamen– to,· e attinge valore solo dalle peculiari condizioni del moment9 in cui viene post9. · Premesso questo, aggiungiamo che. in tutte le mozioni presentate per il nostro prossimo coi1.gres– so il nostro partito dimostra di sentire tutto il peso e il pericolo che può veni.r e dalla coUabora– zione nel governo con la Democrazia Oristiana: tutti sentiamo ehe essa non ci ha dato i frutti che potevamo desiderare e sperare. Avevamo infatti cominciato, nel corivegno nazionale del settembre 1947 a Roma, a porre come ·condizione "di una eventuale nostra partecipazione al governo che questo avesse una direzione socialista; siamo suc– cessivamente discesi a chiedere soltanto che fosse lasciata a noi la direzione· dei. Ministeri econo– mid; e oggi che, p~ir avendo m~nistri socialisti al Ministero deU'Industria e del Commercio e alla, 'direzione de(ll'E.R.F., sentiamo tuttavia che in– terferenze che partono da altri uomini e da altri organismi• tlil"bano continuamente l'opera dei no– stri ministri, finiamo per contentarci che la pre– ~enza di uomini nostri nel governo abbia evitato un maggiore spostamento a destra della politica deila Democrazia Cristiana. Evidentemente non possiamo conti\uare a cedere di fronte ad una realtà contraria che incalza, se non vogliamo fi– nire col trovarci nelle conJdizioni in cui si trovò la democrazia socialista tedesca quando dovette da ultimo puntare su Hindenburg per -cercare di im1;>e~ire _il pien? ·trionfo di Hitler, che viceversa :q-0nriusci ad ev1t_are. ,, , . - . Noi non· muoviamo accuse ai democratici cri– stiani, i quali fanno la loro strada e - dobbiamo riconoscerlo - ha,nno presi o prèpa'rati provve– dimenti, fatti approvare _o pl'escntati disegni cli ibliotecaGino Bianco legge çhe han . cercato, in qualche modo di ve– nire incontro ai bisogni del Paese, certo in mi– sura assai maggiore che non si sia fatto ai tempi dell'Esarchia e del 'l'ripartito. Ma quei provvedi– menti e quei disegni di legge sono ispirati, come è naturale, alla concezione democratico-cristiana. la quaJle è rigidamente conse:rva,trice, mentre la trasformazione che si, è compiuta e si viene con– tinuamente compiendo nell'orclimmento ·sociale crea ei;;igenzenuove a cui bisogna anelare incontrò con un'azione arditamente innovatrice, con una_ azione - vorremmo dire - gradualmente e pa. cificamente rivoluzionaria. 0-ra cli queste necessi– tà noi ·crncle·vamo c'he si. rendesse c·onto la Den10- crazia Cri~iana, anche perchè quest'opera inno– ,,atrice, e non- un regìme di polizia (per quanto cauto e bene organizzato), è 'il solo mezzo per fron– tcg·giare vittoriosamente e ·.sconfiggere quei me– toclr agitatori, a cui con tanta spensieratezza e voluttà si abbandonano i partiti cli estrema si– nistra. Ecco· pel'chè, pur con quella saggia pondera·– zione che la gravità del pro.blema impone (perchè '<i son di mezzo le sorti del prolletariato e elci Paese), noi dobbiamo porci con grande coraggio e. franche'zz~ la domanda se la permanenza nel governo non possa, ad un certo momento, diven– tare per noi un impedimento a compiere quell'o– per3: che nèlla situazione attuale il Paese attende da noi; dobbiamo domandarci se possiamo lasciaré che passi, senza nessun tentativo di afferrarla e fissarla, quest'« ora del socialismo», della qua~e abbaamo parlato più vqlte e che recentemente ab- . biamo detto essersi ormai accostata all'estremo limite del quadrante, dell'attuale periodo della no– stra storia. Nella pollitica ·economica e fiscale, nel– la politica estera, e militare, nella politica della scuola noi abbiamo una nostra· parola da dire. Quelle che si son chiamate riforma .agraria e ri– forma industriak non possono certamente essere attuaÙ con le chiaachiere c·lamorose a cui $i ab– bandonano quei partiti che nellle ultime elezioni politiche hanno c~stituito il Fronte Popolare, ·m:1 non possono neppure essere utilmente risoltè con i criteri: a cui s'informa la politica della Democra,– zia Cristiana, la quale va a ritroso iìei tempi, per ricostruire una so ·età tranquilla e patriarc~le. mentre incalzano nuovi bisogni ed esi_g~mze. . ' A tutta qi.rnsta visione, a questo complesso di considerazioni si ·ispirano, quale più qualle meno, tutt'e le. mozioni pres,entate per il nostro prossimo congresso: in mod6 più equilibrato e più aderente alla realtà presente, là mozione (mi si consenta di dirlo) che porta, insieme con quella del compagno Faravelli, anche la mia fir~a. Ma questo sia detto puramente di passaggio. Quel che importa è che verso il nostro prossimo congresso l'l.Oitutti so– cialisti dell P.S.L.I. andiamo senza impàcèi di pre– giudiziali, senza preoccupazioni di agevolare la vittoria all'uno o all'altro gruppo, con la coscien– za del co mpito •che l'ora ci assegna, con la ferma ,'olontà .di ilavora.re più 'efficacemente per la viC toria della pace, dellla giustizia, del socialismo. E' questo l'u:o.ico. luminoso auspic·io col qi.rnle dobbiamo prepararci a varcare la soglia dell'anno nuovo. U. G:.M. ·

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