Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948

496 CRITICA SOCIALE sione r,ussa. L'avvenire mostrerà, asserisèe Foerster, che il timore di un'invasione dell'E.uropa da parte dei sovietici è ingiustificato, a meno che la Russia fosse trascinata suo malgrado a una nuova guerra mondiale, e occorre perc1_0 tro~•are un mod11-s vive-n.di · tra i due mondi che si affrontano e si minacciano; e il cosidetto imperialismo sovietico svapo– rerà se ci si deciderà seri 1 unente ad offrire ai russi delle garanzie per la 1oro 1 ~icurezza. J com-·unistie il «Manifesto ». E' ql!esta certamente una interpr~tazione ortodossa e molto ottimistica dei motivi della politica estera della Unione so– vietica, che non tiene nel dovuto conto, anche per chi nega i fini imperialistici di .quella politica, un altro essenziale e– lemento della medesima, messo in particolare ri.salto dal Co– le nell'opera già da noi ricordata in un precedente articolo (4). Il Cole, infatti, mentre ripudia ogni derivazione dal comu– nismo bolscevico dal panslavismo o un suo ritorno alle idee e ai programmi del medesimo, nota, come il Foerster, quel che nel comunis,mo rnsso attuale è rimasto quale residuo del passato, come abbiamo già avuto occasione di rilevare in quel– l'articolo. Come lui egli dà molto ·peso alla ·tesi della « si– curezza» dello State sovietico coine uno dei, due motivi fon– darr{enta!i·della sua politica; ma dà però ben altro rili"evoalla parte che in questa politica ha l'altro movente: quello delle finalità rivoluzionarie universalistiche del regime, l'obiettivo al quale è subordinato il «patriottismo» sovietico. E;gli pure nega recisamente che l'U.R.S.S. possa essere considerata sem– plicemente w;1agrande potenza militare con mire di conquiste mondiali e che Stalin sia un altro Napoleone se fion un altro Hitler, e contesta anche che la Russia bolscevica abbia ces– sato di essere, à tutti i Jini pratici, uno Stato socialista e sia ritornata alle vecchie idee ·panslaviste dell'epoca zarista, « comè sostengono akune Cassandre». Stalin e i suoi colla– bora tori not\ haano in nessun modo rinunciato alla filo-– sofia marxista con cui han ·comir1ciato e non c'è prova al– cuna che abbiano cessato in misura qualsiasi di perseguire l'ideale del socialismo, nella forma che essi hanno accettata fin dal principio. Operano senza riguardi . nello spirito ii. questa filosofia e i socialisti che lo negano e considerano i capi bolscevici apostati del Socialismo, negano in effetti che il marxismo sia socialismo.· ,Il che non impedisce che H. J. Laski, nella sua introduzione all'edizione centenaria del « Manifesto dei comunisti'» pub– blicata ora ufficialmente dal Partito del la,;oro inglese (S), si sia· preso l'assunto di provare ·éhe la posizione di Marx era mÒltò remota dalla pretesa dogmatica del comunismo moderno di. essere il solo vero, come dalla volontà di poten– za e di dominio ch·e mostrano oggidì tutti i partiti comuni– sti. Egli infatti si sofferma lungamente sul tentativo fatto, sotto la guida della Russia sovietica,- di , riservare solo a coloro che accettano guida e direzione da Mosca il prestigio del «Manifestò», il quale Non ~vrebbe significato fuori dei canoni -di. ortodossia che, prima Lenin, -poi Stalin, hanno apa plicàto alla sua esegesi; cosicchè quel'li Qhe non accettano questi canoni. devono essere· considerati· colla stessa indigna– zione con cui Ma,rx e Engels guardavano i socialisti « veri » del tempo lo~o. Il « Politbureau ». è d, fattò per i bolscevichi il gm,rdiano della verità u11iversale e nessuno fuori del par– tito comunista può arrogarsi di esser socialista, a meno di a– dottare le direttive che, in ogni dato momento; i capi del ,partito comunista russo annunciano come quelle da seguire, con gli effetti tragici che ne conseguono e che è. difficile sopravalutare. In realtà, lo spirito del movimento comunista, dalla Rivoluzione· russa in poi, è stato, per ·il Laski, in ·grave ~1isu-rà una vera e p;opria negazione dello spirito del « Ma– nifesto>> e della evoluzione di· questo spirito negli studi Ji Marx e Engels ·dopo le profonde esperienze del 1848, anche se la rivoluzione di cui Lenin fu l'architetto supremo è stata fatta con metodi, senza dubbio, da lui desunti da fon, dam.ènti marxi:sti, ma adattati alle speciali condizioni della Russia, facendo la dittatura del proletariato pit1 vicina al- (4) ,G, -D. H. Cou: The inlelligent man's guide to the post– war world. Londra, Gollanez, 1948. · (5) H. J. LASKI: Communist Manifestò .. Soclali~t' landmarl< .. A new a,ppreciation. London, Allen and Unwin, 1948. Biblioteca Gino Bi~nco Stampa ctimil!,ale e cronaca..dei suicidi L'esigenza della diltaturd dì tener celata ogni piaga della vita italiana dettò il provvedimento fascista che vietan la cronac'a particolareggiata dei delitti e delle giornate giudiziarie, e imponeva il silenzio sopra ogni caso di sui– cidio, anche clamoroso. Caduto. il fascismo, nessuno ri– nunciò a guazzare nel fango che saliva da ogni parte. La reazione al catenaccio fu immediata, travolgente sommerse ogni senso di opportunità, sotto l'appella 0 tivo anatèmatico di « fascista ». Sono equivoci _che ,;1aturano al sole delle dittatur" e lasciano le loro tracce nel costume di una na– zione per ·lo spaZio di generazioni. L<t stampa criminale <;>rac'è una stampa specializzata nel genere « criminale» - diffusissima - e i pezzi di cronaca « nera » dei quo– tidiani e i res_oconti giudiziari contano un numero sp;. ventosamente enorme d,i lettori avidissimi. bunghe co– lonne sono dedicate giornalmente agli infanticidi, .agli stu- . pri, alle grassazioni. La divulgazione fotografica di scene rnccappriccianti si spinge oltre ogni limite. Al tempo del delitto ·di via San Gregorio, i giornali ·pubblicarono ua <l primo piano » della povera madre assassinata, distesa nel proprio ,sangue e con le vesti scompigliate, accanto al cadaverino· straziato d'uno dei tre figliol~tti uccisi. Era un documento 1 impietoso di obbrobrio· umano che, buttato con indifferenza in pasto al pubblico, raggiungeva !a tri– vialità. Qualche elevato commento ci fo 1 in- quell'occa– sione, e ne diamo atto' ai quotidiani che -li ospitarono. Ma la stampa « criminale » distill~ n_ella descrizione dei particolari ·tutta la sua bava. (Pochi mesi dopo un gior– nale milanese iniziava, con un'ecceziou~le « réclame », la pubblicazione di- ·un memoriale dell'assassina,. la cui car– riera di abiezioni si era certi esercitass.e un singolar,J ri- chiamo sul pùbblico). • Tra queste pubblicazioni è impegnata una nobile gara a chi più e meglfo riesce a « far fuori » la propria disgu– stosa 111ateria. Il priJilal.o è forse battuto dalla rivista " Crimen », che ,denunciamo come un vero attentato "alla morale pubblica. Essa ha il ·merito· di reu"dere « sim– patiço » ogni più basso fenomeno di degenerazione umana. Pubblica- interviste e fotografie di. criminali: giovani, ra– flBfze,. uomi~i attempati.,_ Des_crive gli ambienti" -del vizio con dovizia di particolari « piccanti ». Imbastisce morbose inchieste sui delitti << politici » - Emilia, Andria, Pal– lant.e - da cui em,;rgono, proiettaÌi i~ una luce .crudie– sima, ·figure di vittime e di assassini che, bisognosi .di un'acuta analisi del loro male e di un'approfondita analisi .della situazione psicologica e dèlFambieitte sociale in cui il loio dramma maturò ed esplose, hanno invece pendente · sul capo la fosca ombra di una rievoc~zione manierata· e tendenziosa di luoghi, persone e fatti, dove il particolare rocambolesco ha maggior rilievo del reale mov.ente psico- I/idea di un Comitato di -;;alute pubblic;i. che non al contenuto dato al .concetto da Marx e Engels. Su questa interpretazione ,del Lllski avremo occasione .ji ritornare, ma anche il Cole" per conto suo nota il carattere peculiare della politica estera ·del comunismo, occupandosi ·largamente dell'_altro ··scopo di questa politica, str~ttamente conness.o in pratica con quello tiella « sicurezza » del regime soviètico, su cui insiste il Foerster; lo scopo, cioè, di esten– dere· Finfluenza dei Soviet, che per i .bolscevichi si 'identifica coll'interesse d"el socialismo, per essere l'U.R.S.S. la patria del proleta,riato mondiale, .fa principale difesa delle sue con– quiste e il fattore più importante della sua emancipazione. Ma di questo secondo fine, che coincide coll'azione svolta dalla Russia per là « bolscevizzazione ~ del Socialismo e la ditta– tura mondiale sovietica, discorreremo più particolarmente in un altro articolo. · ""°' FAUSTO PAGLIARJ

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