Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948

C.f\ITICA SOCIALE 497 logico e la « coloritura» superficiale dell'ambiente sop• pianta completamente lo studio obbiettivo di ciò che fa veramente del delitto (l politico » lo specchio dell'insta• bilità sociale di una plaga, di una classe o dell'intera nazione. Col pretesto della fedeltà al vero si contrabbanda la più oleografica e romanzesca deformazione della realtà. Il pubblico finisce per giudicare il delitto politico così ingegnosamente e, spoliticizzato » alla stregua dei crimini della letteratura d'appendice (e forse per certa classe diri– gente nostrana va bene oosì), è indotto, p. es., a scambiare il terrorismo agrario in Romagna per un episodio, appena un poco più torbido, di romanticismo rusticano, per una dilettevole sintesi folcloristica non aliena da reminis'èenze pascoliane e _carducciane. Confondere le idee incuriosendo fino allo sp~simo: ecco il metodo e il fine. Rimbecilli– mento: eccone la conseguenza. Il Grandguignol ha ancora una parte notevole nella ,rapp..resentazione del crimine. I casi stessi ,offrono speoso materiale grandguignolesco ai cronisti specializzati, i qua– li li divulgano con contrassegni che eccitano abbondan• temente la fantasia popolare . e talvolta passano· perfino agli annali giudiziari. Così un ·brutale assassino, dal pro– saico nome di Picchioni Ernesto, diviene il Mostro della Sala.-ia, e un· giovane siciliano incensurato · - che i-isultò, ma solo dopò un certo .tempo, non essere per nulla im, plicato nell'eccidio di Villarbasse - v-iene additato al• l'esecrazione del mondo col nomignoletto di « Carmelo il Boia », un intero villaggio· ne teme la rappresaglia, la sua immagine è sta~pata in rotocalco e diffusa a milioni di copie perchè lo si prenda - vivo o morto -, i bam• bini lo bestemmiano, le donne lo maledicono e sui muri lo si impicca in effigie. Da ciò si vede come la cronaca dei q'uotidiani può trasformar.si in lista di proscrizione ... (Trasferiamo questa osservazione al campo politico, e do• mandiamoci che oos'è, se non una interminabile lista di proscrizione, la stampa dei partiti e dei paesi totalìtari, comunisti o fas;;isti, e se ciò non vale per essi la più ignominiosa delle condanne da parte degli uominì liberi). Ma la ribalta, preferibilmente del Grandguignol, non risponde più, interamente alle moderne esigenze. Si ri• corre preferibilmente àl modello americano. Spoglio di ro– manticherie, antimelodrammatico, cinematografico,· esso è l'espressione criminale più tipica della civiltà moderna. E' il trionfo delÌa spregiudicatezza sulla timidità, della precisione scientifica sul metodo rudimentale, corrispon• dente a. un3 specie d'infanzia criminale dell'umanità, della fretta di uccidere sulla lumachesca lentezza dei delinquenti del passato. E' la polverizzazione. del simbolo doloroso di Raskolnikov. Il « delitto » e il « castigo » si risolvono entrambi in un'amoralità indifferente. Ciò che si chiama giustizia non è che retorica processuale. L'intimo strazio, · che rivela l'estrema luce dell'anima e apre la via della redenzione, è sconosciuto a questi e< pamphlets » criminali. Tale presentazione, b~giardamente veristica e macabra– me·nte pubblicitaria, del crimine, riflette il grado estremo di abbassamento della persona umana cui è giunta. la no• stra epoca di raffinati cannibali. Dove soltanto il poeta può discendere, l'arida penna di questi azzimati specia– listi del crimine vagola come la jena in un luogo sacro alla morte, dopo il tramonto. La passione per il crimine, che ha fatto la fortuna del 'f giallo » letterario, e procura milioni dj lettori alla stampa specializzata e alle cronache nere e nerissime dei quo• tidiani, non è un fenomeno facilmente spiegabile. Non si spiega col comune spirito d'avventura o col sapore al-– lettevole di cosa proibita. Questi sono elemenij secon• dari. Essa trova forse la sua cau_sa primordiale in un inconscio sadismo (il sadismo delle persone rispettahil!), la voluttà della crudele sofferenza dell'uomo ad opera del• l'uomo, che si traduce "in bisogno torbido e inconfessato di « partecipazione » al festino di s_angue. Presso i popoli selvaggi, ·Ja «.partecipazione » della folla si manifesta con la classica danza macabra attorno al condannato. Attra, verso l'orgia del rotocalco, la società civile « tocca » con dita ansiose lo scempio operato nelle sue carni, e ne ritrae un'irrequietudine che le _dà il capogiro della fe. licità. Anche qui ci troviamo di fronte il misterioso « ir- iblioteca Gi o Bianco razionale » ~he divampò nella follia collettiva dell'ultima guerra ed è tuttora onnipresente in tutte le manifestazioni della vita degli individui e del)e nazioni. L'irrazionale, in questo caso particolare, si presenta coi tratri dell'asso– luta indifferenza (per l'offesa alla dignità umana) e- della curiosità più morbosa (per l'aspetto volgare e il carattere violento del crimine), suscettibile di cangiarsi in amon, e odio violentissimi per l'oggetto, senza possibilità di sen• ,timcnti intermedi. Là sensibilità femminile è più facil · mente tratta verso quest'ultima forma. Il delitto passionale e la violenza carnale esercitan<i un terribile fascino sul• l'anima femminile. Per i casi Grande .e Graziosi, la quasi iotalità dell'opinione medi"a femminile si trovò mobilitata in campi avversi, determinati non da opposti giudizi mo• rali, ma da opposti poli sentimentali. Ad un recente pro– cesso, in cui si giudicava una banda colpevole, fra l'altro, di numerose violenze carnali, l'elemento prevalente, Irt– i! pubblico, era di sesso femminile. La nostra società è come un corpo vecchio e malato, che si affanna ,a richiedere un ultimo guizzo •di vitalità alle sensazioni • forti, senza minimamente distinguere tra l'illecito e· il lecito, e senza preoccuparsi di nuocere, col proprio ·agire, altrui. Il limite -etico, fondato sull'intan• gibilità del simile, è stato divelro dalla tempesta. Le cro– nache criminali amman)"liscono quotidianamente a una moltitudine debole e bacata l'insostituibile piatto di een• sazionÌ forti. La droga così cucinata, se in alcuni non produce che un temporaneo eccitamento, nei cervelli più rammolliti determina un processo di totale assimilazione. Molti ricorderanno con lucidità impressionante i pa\-tico• lari che più li colpirono, un circostanziato modo di ucci– dere, cli compiere una rapina, di terrorizzare una vittima. Il bisogno, la voglia di arricchire di colpo, forzando la. sorte, lo spirito d'avventura, un'aspra .brama di ccfar sof– . frire », la sete di sensazioni « più forti » farannq il resto. A poco a poco questi infelici scivoleranno, senza avve– .dersene, sul piano inclinato del delitto. I casi di delin• quenza giovanile sono sempre più frequenti, e la- stampa criminale. è spesso direttamente responsabile del travia• mento definitivo di qµeste esistenze fallite. Dopo quanto s'è detto, è superfluo aggiungere che noi auspichiamo la totale so-ppressione della stampa periodica criminale e l'imposizione di misure inibitorie alla cronaca 11era dei quotidianj. Se _questi sono" provvedimenti /a-sci5ti, viva i provvedimenti fascisti. Ma .precisiamo subito che vigorose trattazioni, su stampa specializzata e divulgativa, di temi criminali, non ci sembrano affatto inopportune. E' una questione di soopi e di stile. La nostra rigorosa pregiudiziale contro la stampa incriminata è giustificata · dallo scopo bassamente lucr-ativo e immoralistico che essa persegue, e dallo stile ignobile adottato per presentare al pubblico argomenti così delicati e umilianti per l'umana coscienza. Noi propugniamo (e chiediamo a educatori, giuristi, sociologhi e giornalisti di seguirci su questo ter, reno) un nuovo tipo di stampa «criminale», una stampa cccriminale » che eviti di assecondare la passionaccia e il cattivo gusto del lettore e gli provochi un turbamento fecondo. Bisogna far che il delitto non susciti più indif• ferenza, orrore o stupida curiosità, ma rimorso, incon– tenibile profondo rimorso, come si trattasse di colpa co• mune. E questo· alt.o sentire deve essere suscitato con in– finito tatto negli spiriti mediocri, che ora si abbeverano con tanta insensatezza a quelle fonti impure. ·utilissima sarà pure una campagna di stampa a favore della riforma penale (quanti conoscono l'operà ,I-ella Lega Howard ?), accompagnata da vigorose inchieste- nei reclusl'ri delle città e delle isole, e nei fami'gerati Centri di rieducazione per minorenni. I giornali riservino poche righe alla cronaca « nera » e riportino con la massima sobrietà i resoconti giudiziari. Soprattutto non si pubblichino fotogra~e. Non ve n'è alcnn bisogno. Se le tirature; a causa del diminuito inte• resse; subiranno qualche oscillazione, ciò non deve preoc• cupare chi intende lottare a fondo per il rinnovamento dei costumi, ma deve raUegr-arlo. Il problema del gua• dagno, per l'uomo pensoso dell'elevazione spirituale della società di cui è membro, non esiste se ·non in connes•

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