Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948

492 CRITICA SOCIALE tingere pretesti. di declamazione retorica... Se fosse iedto immaginare tutto ciò, allora si .vivrebbe nell'idillio e non nella perenne assurdità della storia umana. Sarebbe ingiusto chiedere sia ai « Babbitf di destra:» sia ai,« Babbitt di sinistra», a quelli d'America, come a quelli d'Europa di trasformarsi in demiurgi redentori. Ed ancora più ingiusto non ricordare che, problemi facilmente formu– lati « al tavolino» dall'irresponsabile intellettuale diventano tutt'altra cosa, non appena ci si accinga al c0mpito della loro pratica soluzione. (Aggiungiamo quasi come ammònimento a noi stessi questo brano di un colloquio con un illustre psi– chiatra: « Voulez vous dire que le fait de se poser des problèmes prédispose à la folie? C'est très grav_e ! - De se poser des problèmes non. Mais de se !es poser d'une certaine façon -qui !es rend insolubles, sans aucun doute »). * * * Tentiamo dunque di riassumere nel modo più semplice i termini del problema ~he ci preoccupa, come"preoccupa Koe– stler nonchè i « Babbitt » che egli si sforza di erudire. 1) V:iviamo in un mondo dominato dalle «masse». Chi dice «massa» dice abolizione (forse non totale, ma irresi– stibilmente progtessiva) d'ogni ~utonomia della persona co– me d'ogni « vita in comunità» (1,:011 le delicate, « particola– ristiche» « morali », « sacre» e futili. infrastrutture d'intima socievolezza) in un sistema di rapp0rti meècanizzati dove tutto è itnposto in modo inappellabile, o spietata(nelite eli– minato secondo criteri di quantitativa efficacia e di « po– tenza » materialmente affermata. Ritmi ed addobbi della vi– ta quotidiana, o espressioni di pensiero. o sentimento,- la– voro e svaghi, struttura e funzionamento di « enti economi– ci» come di ist~tuzioni politiche, a nulla di tutto ciò è le– cito' « stare fuori della massa ». Lo stesso smarrimento della << animula vagula · blandula » in mezzo al tripudio di ma,– stodontici congegni diventa (per es. impersonata da Charlot) un ,pimento per ,reazioni massicce. 2) Le imperiose esigenze della. tecnica come della de– mografia, la sopp.ressione delle distan~e e l'esplorazione pra– ticamente terminata del globo terrestre, - ma soprattutto il predominio (or ora !nenzionato) della massa, della sua meq– talità, della sua distruttiva irruenza in tutti ·i_,,centri « di- . namici » del mondo abitato -- hanno 'reso indispensabile ed · urgente una « amministrazione» strenuamente unificata del r;iostro pian.eta, con la milnacciosa prospett'iva di un indici– bile coas sf tale ordinamento dovesse tardare. Questa -unificazione che moltissimi aspettano (con quel misto confuso di speranze ed àpprensioni, -facilità di accet– tare una «formula» ed estrema difficoltà di imtr\aginare la cosa) sembra potersi attuare per tre vie diverse. La pri– m~ ~ la sola che abbia una vera « tradizi011e•d'ideali » sto– rici, unanimisti, sett~centeschi, sociali5ti - la diremo, per semplicità, wilsoniana : preconizza una associazione di po– tenze esiste1itf che grad1wlmente e con gli sforzi leali di niolte buone volont'à- dovrebbe perf~zionarsi in qua11i com– pleta fus:ione. Una -certa. « carta atlantica », di .quasi svanita men1oria, sembrava dovesse rinselciare il pavimento di buo– ne intenzioni fabbricato nel 'r929; e sè la defunta Soc~età delle Nazioni rimase un settimino troppo gracile per essere esposto alla minima intemp·eria, i prodotti. della più recente ostetricia -. ONU, UNESCO ecc. - fanno piuttosto pen– s_are·a... curiosità· anatomiche in ben chit!si boccali d'alcool... La seconda via è quella del· carciofo metodicamente sfo- ,·gliato. ed ingerito· dal Padre dei Popoli; 'la conquista per mezzo di guerra guerreggiata non vi figura ohe come epi– sodio eccezionale è poco desiderato; mentre. si col.tivano ala– cremente le forme «pacifiche» d'agglutinamento con oi'– chestrazione di plebisciti, forche bulgare, defenestrazioni rii Praga, trasporti in massa verso le Tundre siberiane. La terza via è l'instaurazione della pace americana. E sembra purtroppo - dopo tentativi certo non insinceri di · ragionevoli accomodamenti - ohe si faccia sempre più as– segnantento sulla. ultvma ratio •della ·bomba atpmica per coù– vincere a'mici e nemici. BibliotecaGino B·1anco 3) Intercapamo qui il particolare « problema europeo >.' : l'azione spontanea delle Nazioni europee. Gli « Stati Uni– ti d'Europa » sarebber0 stati di una attualità fecondissim;i. nel 1848, quando un certo clima di « fede umanitaria> fra in pieno ed espressivo vi'gore e quando la d~mocrazia aveva forme di « popolo» e non ·ancora di «masse», mentre 1; condizioni stesse della tecnica e dell'economia, garanlivi:.no il grado notevole di autonoma vita loc<jle. Forse ancor:. ~u– bito dopo il 1918, (nell'ipotesi assolutamente invt!rosinle che venissero d'un colpo superati i tenaci preconcetti isolazio– nisti ed i·.1~perialisti dell'opinione britannica, la ·cieca osses– sione francese del « pericolo germanico», la grettezza dei nazionahm1i esasperati e contrastanti, la brutale ress, di ap– petiti per le « materie prime» e !'.asservimento dei popoli coloniali) uno statuto tampoco unitario - anche un se:i,– plice Zotlverein - dell'Europa avrebl,e salvato mo1te cose. Oggi, una saldatura economica e politica degli stati e na– zioni che ancora si dicono sovrani, ben sapendo di non es– serlo più, sul devastato estremo lembo del « promontorio occidentale dell'Asia», si farà probabilmente in via cli «emergenza» e ciò hon sarà che un episodio di mediocre importanza nello scenario della contemporanea storia uni- versale. ' Da quando il federalismo raccomandato da un Winston Churchill si combina con gli « aiuti americani» per i:in riarmo su ·vasta scala, sembra· anzi profilarsi all'orizzonte una eventualità piuttosto sinistra. Rievocando Polibio, si pensa alla Lega degli Etoli che come testa di ponte age– volò alle legioni romane la conquista (e la devastazione) dei paesi greci. Non è impossibile che Charles· de Gaulle si veda già nelle funzioni di « strategos autokrator » di una simile Lega al guinzàglio di un senato dove i Porci Catoni del Texas, ed i 'Calpurni Bestia dell'Alabama decideranno della nostra sorte. . Nel 1848 un'Europa unita a~rebbe sicuramente penetrata l'intera, Russia (dove stayano maturando gli sconvolgimenti che si concretarono tanto nella -riforma di Alessandro II che. nel movimento rivoluzionarfo) e forse- avrebbe prevenuto la ·«·balcanizzazione» dei popoli man mano emancipati dalla signoria turca, asburgica, zarista. Ne!' 1918 non esisteva l'in– ciampo di regimi dittatoriali iberici o balcanici e l'«Europa» aveva preso piede in tutti i paesi attorno al Baltico, e per– sino fra i -georgiani ed arm.eni del Caucaso. Nel 1948, l'Europa finisce sull'Elba e sul Carso con po– sizione estremamente malsicura delle Nazioni Scandinave. Anche questa stor_ia su di una ~< peau de chagrin » che si rattrappisce può illustrare il destino di:. noialtri « euro– pei~:,,: diventiamo una ,:massa senza Spj!,zio ». 4) Siccome A.. Ko-estler nella sua confer~nza denuncia non meno di ot,to << errori ·di dottrina» in cui sarebbero pec– caminosamente incorsi i « Baòbitt di sinistra», se ne, può dedurre che_ questi siano gente èhe « pone dei problemi ». Dei .«Babbitt di clestra » è più probabile che essi facciano proptfo il detto già attribuito ad un ameriGano: « noi non poniamo problemi, ma li risolviamo». Ora al di là di questi circoli, .insomma ristrettissimi, di uomini, che pensarro i problemi. senza nulla risolvere e ùi quelli che « risolvono» m<ilte faccende di generale interes– se senza averle chiaramente: «pensate», e, m.ettiamo pure, di quelli che si sforzano di combinare l'una e l'altra cosa (con effetti rar.amente convincenti) sta .]'immensa maggio· raÌ4za degli esseri umani; il cui atteggiamento si 'potrebbe tentare, semplificando, di esprimere così.: molti problem.i esistono senza dubbio e qualcosa ne affiora in quasi tutte .le « giornate e· le fatiche» deÌla vita più abituale. Ma è assurdo soffermarsi su questi problemi fintanto clie si ha la netta pres.cienza di non potere giungere. « fino al fondo> di m1lla, e che urge vivere, coltivare il proprio giardino, consumare il pasto quotidiano e pagare i debiti (7). Sono dunque ·gli uomini .~ donne cµe formano la massa? Sicuramente:. è c·ome «massa» .che si praticano uniformi regole nell'alloggiarsi,· nel nutrirsi, nel vestirsi, che. vanno all'officina o al éinerriat6grafo, che votano per un partito o acdamano un duce, che si lasciano arr_uolare, ,addestrare (i) E', prcss'a poco, una ·frase di George Elliot.

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