Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948

CRITICA SOCIALE 493 e _condurre al macello per la Patria, o p_er la democrazia, o per la «civiltà». Eppure ciascuno di .essi è stato un bimbo che da sè e per sè ha scoperto il inondo e la propria coscienza, .sàilvo i casi purtroppo non taIJto infrequenti di- abbrutimento precoce, (per ~fetto di troppa miseria o per «catechizzazione»,. pu– ritana, cattolica, comunista) ciascuno, da adoJe·scente, ha po– tuto sperimentare momenti «unici», ineffabili, d'amore, d'a– micizia, d'ammirazione, di sdegno, idi « gioia di vivere», di « tristezza senza motivo ,;. Aspirazione ad una « vita meno impura», ad una reale comunione con i. suoi simili, ad una coerente mit4,\logia ò almeno· sfoghi nella spensieratezza, scoppi d'entnsiasmo, so– gni d'avventura, squarciano anche le più grigi-e, le più « au– tomatizzate·» esistenze (8). Se U- socialismo ha un senso non può essere che quelld di sprigionare queste pagliazze (d'umanità dalle scorie della «massa». E .questo ci riporta ai dubbi ohe in pricipio ab– biamo espresso· sul modo in cui Koestler connette _l'imme– diato scopo della Fax Americana con « gli ·scopi lontani »: « ]lei:-scopi lontani», dice Koestler, « io ·intendo la vecchi'a lotta per ... la giustizia sociale..._ ecc.... ». Evidentemente il clima americanò _favorisce· una molto . simpatica schiettezza: la « giustizi,- sociale» è il «lontano» oggetto d'una « vecchia lotta» (può benissimo risalire ai profeti d'lsraeÌe) ; che questa lotta si prolunghi a1J,coraper qualche secolò .o che per qualche decennio segni il passo e perfettamente normale ; pensiamo intanto ali'« ira del gior 0 no». Da noi europei, nntriti di retorica, "il rito invalso è ,ji salutare.. con pom]>osa riverenza il « Ji)rogramma massimo 1,, affermare solennemente che siam~ sempre, indefettibilmente, classisti, marxisti, pronti alla suprema rivoluzione ecc. e poi ordinare tutto lo sforzo disciplinato delle masse ed il loro spirito di sacrificio per salvare la Patria onde assicu– rare alla « democrazia » la piena efficacia délle squadre polizie~che di Scelba o di Moch, o soltanto procurare al compagno ){ un seggio di deputato o senatore. . Perchè I la _sostituzione delfe «masse» (organizzate e ma– novrate come taÌi) al popolò non è una invenzione cpmuni– sta ; comunisti e nazionalsocialisti hanno soltanto spinto fino alle estreme conseguenze di efficacia (9) metodi d'azione pos litica: e sindacale sviluppati dalla socialdemocrazia prima in Germania e poi in tutti i paesi che (come consigliava Anto– nio Labriola) l'imita·rono. Il malinteso teorico potrebbe ben risalire alla « miseria della. filosofia», dove è così evidente che ogni qual volta l'autentico popolano francese Proudhon parla di comunità di popolo l'universitario germanico Karl Marx pensa unicamente' alle «masse». (8) Sia scusata l'esJre1na brevità di questi cenni... per. non deviare tro:ppo il discorso. Potrebbe sorgerne l'impressione di ùn ,panorama. « populista » di sciatta sentimentalità. Non s'ignorano, ben inteso-, nè l'adagiarsi d•i egoisrrii' invulnera– Dili nella volgarità totale e feroce, nè le « situazioni estre– me » di degradazione ,fisica e morale da cui nessun mira– colo ,può rredimere, nè -1e evasioni « in senso inverso » dalla soffocante 'gregarletà (dell'esistenza in massa) verso i deliri di dominazione e di distruzione, verso la voluttà delle :tor– ture inflitte agli altri ed anche a se stessi. Tutto ciò, se stronca ogni ottimistica fede in un presta– bilifo « :progresso dell'umanità », dimostra altresi che l'appa– rente « compattezza· delle masse >> camuffa una 'spaventosa precaÌ·ietà di' condizioni umane, che edificare sulle masse equiV'ale a costruire su sabbie mobili, e che realmente il sui– cidio collettivo di cui oggi la bomba atomica -è il volgariz– zato simbolo-spauracchio, potrebbe essere l'unico esito se– condo natura e secondo ragione · (C{uasi « l'entelechia » in gergo aristotClico) di una « civiltà di, ma'sse » con le mecça- - nizzazioni e « pianificazioni » c~e essa_ comporta. (9) La giustificazione del socialismo europeo tra il 18·89 cd il 1914 sta nel fatto che, nonostante lei sue proclamate tendenze di realis-mo 1politico, di tattica massiccia, di statali– smo, d'uto.pia umanitaria ed il senst> dell'immediata comu– nità non hanno potuto essere soffocati nella coscienza e nel– l'opera quotidiana di molli suoi aderenti. La •propaganda spic– ciola con risveglio ed educazione di indlvlduf!ltà, le ribellio- it__)lioteca Giho Bianco Panslavismo e bolscevismo Sorel e l'imperialismo -bolscevico. Sorel, nei suoi articoli pubblicati, dopo la I' guerra mon– diale e raccolti n~I vo)ume « L'Europa sotto la tormenta», aveva rilevato clie la democrazia non ha radici nel vero fondo russo; che il bolscevismo, essendo il suo· contrario, avrebbe probabilità di esser-e una creazione eminentemente l'uosa e che Lenin era il vero rappresentante di questo spi– rito autoritario russo; e aveva anche preatumnzia'to, come abbiamo già ricordato in un precedente articolo, l'affer– marsi di un imperialismo sovietico nel dopoguerra. La Rus– sia, egli scriveva riprendendo le parole di Custine, vede nel– l'Europa una preda, che un giorno o l'altro sarà sua, grazie ai nostri dissensi. Si è spesso voluto spiegare quest'imperia– _lismo con le tendenze mistiche degli slavi; tna noi pure al>– biamo coposciuto un imperialismo francese, che era stato esaltato dalle vittorie e conquiste dell.a Rivoluzione e di N a– pcileone; e non mi pare che vi sia una differenza notevole fra questi due imperialismi. Non si possono chiamare mistici se non nella misura in ·cui sarebbe permesso dare quest'ap– pellativo ai sentimenti di ebbrezza, che accompagnano un'am– bizione indefinita, sottratta al controllo dell'intelligenza. La rivoluzione non pare avère intàccato l'imperialismo mosco– vita. Gli avversari dei bolséevichi._domandano all'Intesa di non fare nulla ohe la possa rendere sospetta di nutrire am– bizioni territoriali... Ci si potrebbe anche ,chiedere se l'im– perialismo non è' oggi più forte che mai... I bolscevichi non trascurano mai di denunciare le ambizioni delle Potenze stra, niere, che vogliono smembrare, così dicono, ,la Russia. Essi contribuiscono così a mantenere la passione imperialista e non è escluso che essi finiscano -col diventare rappresentanti autentici della patria russa. Quando la Russia si sarà ria– vuta <delleattuali convulsioni, il suo imperialismo tninaccerà di nuovo l'Europa... Che cosa farebbe , la Russia nel caso di una vittoria analoga_ a quell;_idel 1814? E' lecita la sup– posizione che essa introdurrebbe nella nostra società bor-. ghese istituti affini a quelli che il bolscevismo le avrà tra– smessi, se non lo ste~so bolscevismo integral6. Panslwìsrmo : bolscevis-mo. . L'idea che il destino storico della Russia sia ·essenzial, mente diverso da quello de11'Europa centrale e occidentale h~ però una lunga storia e sul messianesimo slavo, che si esprime nella filosofia della storia in Russia, si possono ve– dere gli articoli di A. von ScheHing nella <<NeueZurcher Zeitzlng » del 14, 15, 16 luglio 1947 sulla teoria storica del ni gratuite, l'affratellamento in ristretti circoli, in coope1·a– tive ece, ed anche l'a~tensione per principio da ogni parte-– ciipazionc ~i fasti e profitti del potere~ correggevano (fin_,o ad un certo punto) l'inevitabile istupidimento collettivo · e P« automatizzazi'one » causaU: dalla, de~~gogia elettorale e dal caporalismo (ol « bonzismo >> nelle' ingigantite riunioni pro– fessionali. Senza l'attività « illtuninistica » dei Fabiani il laburismo inglese non sarebbe e1nerso da una opaca ed « insulare » grettezza utilitaria. L'« ingenuo » ,massimalismo Jibertario del– la « carta d'Amiens » controbilanciava il cretinismo parla– mentare. E bisogna pure dire che il fer,vore df fede schiet– tamente popolare in un Augusto Bebel, la gener·osa umanità d'.un Jaurès e d'un Turati, sembravano garantire questi uo- 1nini dagli adattamenti alla « ragion di Stato » (ài criteri di potenza che sono· criteri di «massa») a curi · si mostrarono così .pronti . gli Ebert e Noske parallelament; alla equipe di Lenin, essa pure interamente uscita dalla seconda internazio– nale: Soltanto, s~ quest; vive -entrgie d'umanità immediata e di effettiva «comunità» (o comunione) fra gU uomini era– no ancora rigogliose negli « elementi di base» (come oggi si dice in gergo -sintomaticamen-ie subordinato al Concetto di una massiccia piramide) i dirigenti dei partiti socialisti mo– stravano - fin dà! Congresso di Stoccarda 1908 - di non credere .più che nel· :µiassiccio rapporto di forze, e di sentirsi inv-estiti' d~ una •passiva responsabiUtà ,per la difesa dei « sacri egoismi » delle rspéttive « patrie ». Donde il collasso dell'agosto 1914. '1

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