Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948

CRITICA SOCIALE 487 e· ·smercio. 1 salari dei lavoratori @gricoli salirono- Jld )ID mini'1JO settimanale di 4 sterline e 10 scellini (ossia di 90 scellini) contro i 35 · scellini del 1939. La determinazione dei salari in via ufficiale è. divenuta un elemento oostitu-– tivo della economia agricola. La via ·versi> la ricostruzio,i,e economica Tutte queste misure p~rseguivano non soltanto lo scopo di portare l'lnghiltetra sulia via del socialismo democra– tico, ma anche quello di riconquistare quella prosperità. economica che noi abbiamo sacrificato per vincere la guerra -contro il nazismo. r • · Questa lotta è per il nostro paese di una importanza · essenziale ed · è p~rimenti il campo· nel quale, durante questi ùltimi tre anni, abbiamo ·subìto gli scacchi più amari. L'inverno del 1947 fu il più duro a memoria d'uomo; lo seguirono vaste inondazioni e successivamente un'aspra siccità, circostanze che dispersero le nostre speranze di un buon raccolto. Queste. circostanze, collegate con i' danni e le perdite c·ausate dalla guerra, minacciarono, non noi soltanto, ma l'Europa tutta, di una catastrofe che solo all'ultimo momento potè essere evitata, grazie all'invio degli _aiuti americani. Con -questo intervento dell'America . la penosa situazione europea venne a mutarsi e• per la _prima .volta si palesò possibile la realizzazione di una « Unione Occidentale ». La Gran Bretagna si è latta animatrice di questa unione con la speranza che essa àd un tempo ~ssa provvedere, sia alla ricostruzione, sia alla ruiità economica ·dell'Europa .. E' chiaro che gli aiuti americani sarebbero stati in ogni caso indispensabili, indipendentemente dal partito che nel 1945 fosse giunto al potere in Inghilterra. Ma ciò non significa affatto che noi ci siamo. legati alla_ volontà di una potenza stranier~. Gli impegni, nel modo, con cui sono stati conclusi, hann• reso prive di contenuto queste preoccupazioni, e il forte incremento della nostra produzione è una prova di quanto eia seria la nostra preoccupazione di ristabilire nel più breve tempo possibile un!! piena stabilità economica. Oggi noi produciamo di_ più che in qualsiasi altro periodo della nostra storia ed . il 10% di pm che nell'anteguerra. L'insieme della nostra produzione industriale supera del 20% quella del 1946, ed il volume delle nostré esporta– zioni è di· circa il. 35% superiore a quello di prima della guerra. Anche se nel •momento in cui vengono scritte queste righe il quadro generale costituito dalla politica odierna pre– senta prospettive oscure e l'inconciliabilità russa rappre– senta un- p1<oblema sempre più preoccupante, la pace non può venire assfourata solo col contrapporvi delle minaèce. Il governo laburista è fermamente deciso a non mettersi su questa via, appayentemente comoda, ma che in reakà conduce alla guerra. Mi manca lo spazio per poter parlare di una serie di alti-\ importanti provvedimenti presi dal governo laburista. Ma noi _siamo paghi della constatazione che gli ultimi lre anni hanno dimostrato che il laburismo è in grado di accortamente e giustamente governare, di conseguire per il popolo la sicurezza, di proteggerne la salute, di asslcu• rare l'occupazione ai lavoratori, di costruire abitazioai,t · di sopperire oon giustizia ai bisogni della collettività. La miseria viene sempre più messa al bando e decisa– \nente. vengono posti i fondamenti per un sistema di ma socialista, che renderà possibile per ciascuno di nor 11aa esistenza più felice e più dei;na dell'uomo. J, MoRGAN Pttt1.1.1Ps Segretario Centrale del Partito Laburiskl Socialismo, relig1où.e, clericalismo_ (1) A « Critica Sociale » Dalle colonne della vecchia e gloriosa «Critica» si è al, teso invano, dalla ripresa d1!ldopo-guerra, la, riassimzione di quella fiera. tanalità di assoluta indipend~11zamorale, che sta alla base-e che, anzi, io ritengo la base stessa del roci,alismo. Per questo, dalla mia modesta oscurità, in un momento di particolare malinconia,-sento il bisogno di fartene debito. Oggi, mentre le nostre tesi vengono screditate da un lato dalle acrobazie dottrinali e politiche dei nostri cugini pseudo-· ~stremisti, dall'altro fa nostra più gelosa caratteristica viene seriamente compromessa da curiosi atteggicmienti religiosi di •,ion pochi co·mpagni,itb-contrasto ed offesa alla mo,rale socialista. Eppure, nelle attuali eonJizioni dì confitsioriis-mopolitico, la verità socialista 110n dovrebbe soffrire di alrnna timi– dezza; ma, at contrario,_forn.iredecisamente un faro di orien– tamento a tutti• coloro che non san,no togliersi di dosso il disagio causato da -tante posizioni false e per le quali tutti appaiono socialisti, ad esclusione dei socialisti stessi. L'insidioso paternalismo clericale che abbwmo subito, qtta– si senza reazione, duran,te le ultime elezioni politiche, ha fat– to credere a molti ingenui che si possa fare persino del so– cìalismo confessionale, col disastroso risultato che nè è se– guito; e Tii hai taciuto. Così, molti voti di non accecati dallo srolinis-mo,sono an– dati. tuttavìa al Fronte, in funzione artti,clericale; mentre altra moltitudine che giustmnente paventa l'oscurantismo o– rientale, ha soste-mito, con leggerezza, l'antag01·1ista democri– stian.o, soln perchè mascherato da un progressismo che la 11 ostra iticons1tlta acquiescenza ha fatto appar-irevero.wmile e concreto. ' Il soeialismo basa la propria essenza sull'eroica volo-ntà de' suoi adepti a crmseguire il co11cretobenessere sociale at– travMso la positi11a operosità delle 111e11ti e delfe braccia umane e cioè ~•almdosi della scienza e della tecnica, con as. sohtlà 'eschtsionc di qualsiasi teoria iUus-~011istica. Chi si ai- ibliòtecà Gino Bianco tarda moralmente altastrafto e all'in4efinito, può essere ilft– to quello che vuòle, ma non socialista; e la convivenza in· uno stesso. partito di credenti·in più fedi non può non con- durre al caos. · Dovrebbe essere ovvio -affer-niare che il socialismo è di p'er se stesso una scuola morale che esclu4e e condanno le molte migliaia di altre smole morali clie·si chiamano reli– gioni. I( maggior to·rmento ai nostri grandi pionieri, venne sem– pre per la loro rigida affermazione di indipendenza mo– rale, e se' noi non sappiamo costruire sulle loro tesi, rima– niamo almeno ad esse· fedeli. Ritorna « Crit'ica » sulle loro orme; io torno al mio in– grato lavoro. E. BAROZZI ~aro compagno, al'la tua lettera sarebbe possibile rispondere, in via privala. press'a poco così: ' I. -'- I tnoi addebiti sono .fuori luogo, a meno che quel « momento di particolare malin.,coqi,t » i éui alludi non ti por– ti a travisare completamente quel che siamo venuti scriven • do e pensando. Non solo ci sentiamo immuni da responsa· bilità positive, e cioè dall'aver generat~ o favorito confusioni tra la posizione del socialismo democratico e quella di forze confessionali .o clericali, ma anche da responsaqilità nega– .tive di silenzi e di omissioni. Proprio « Critica Sociale» ha sempre ammonito, anche durante la campagna elettorale, sui rischi di una rivoluzione clericale ad opera, più o meno de- (1) La lettera del compagno Barozz'Ì ci muove un'accusa fhe non ci spetta, come ben sanno i nostri lettori. Essa toc-0a però un argomento di ,particolare delic~tezza ed attualità, da cui ,prende spunto il nostro Pischel per un esame sereno e spregiudicato (Nola di ,C. S.).

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