Critica Sociale - anno XL - n. 20 - 16 ottobre 1948

I qUTICA, SOCIALE- 461 ciproche necessità. Non dimentichiamo che ;i,ttualmente l'Est (Russia ed Europa Orientale) importa dall'Ovest per un va– lore di 1.250.000.000 di dollari ed esporta verso l'Ovest per un valore di soli 790 milioni di dollari. , çiò dimostra l'intensìtà· dei bisogni ind[!striali dell'oriente e la necessità in cui esso si trova di intensificare le sue esportazioni agricole verso occidente per colmare il deficit _ èsistente di 550 milioni di dollari. Queste sono- le ragioni che, sotto l'aspetto economico, fan– no aella barriera di ferro una divisione relativa attraverso la quale nulla potrà impedire che i popoli europei riprendano gradualmente a scambiarsi pane ed attrezzi da lavoro. * * "' Il Congresso dell'Aia, come ho rilferito in una precedente esposizione, h'a colto il senso complessìvo di queste partico– lar~ ed univer6ali necessità. Esso si è concluso con una deli– berazione costruttiva, invitando i parlamenti europei ad e– sprimere una assemblea dell'Europa. I parlamentari di 14 Paesi convenuti al secondo Congres– so dell'Unione Interparlamentare Europea che si è tenuto ad Interlaken il mese scorso, hanno risposto vigorosamente all'invito· dell'Aja. L':Unione dei Federalisti Eur_opei, a oui' 'aderisce il frt0- vimento federalista ftaliano, ha indetto a Roma p,i:r il 7-II novembre prossimo il Congresso Internazionale ,dei Fede– ralisti Europei con lo scopo non solo di investire. le questio– ni politico-economiche· che stanno alla base di una federa– zione europea, ma di studiare i problemi procedurali relativi alla convocazione ed al funzionamento della costituente eu– ropea, nonchè le modalità per 11 passaggio da un .progetto di costituzione alla definitiva legge federale. In ql!esti giorni stiamo intensarnente lavor;mdo a Roma, con le nostre wodeste forze ed i nostri modestissimi mezzi;– per la degna organizzazione di questo grande Convegno In– ternazionale al quale -attribuiamo la massima importanza. Ma io sento, ma noi sentiamo che la volontà espressa dai Congressi, che le' iniziative dei Parlamenti, gli atti di Go– verno, ogni gesto compiuto ed ogni parola pronunciata dalle minoranze specializzate o dai poteri costituiti, restano par– venze -di realtà se non sono spalleggiate dal con~enso, so– stenute dall'enérgia, ispirate dalla convinta volontà delle opi– nioni pubbliche, le quali in fin dei fini devono esse cono– scere, scegliere, e regolare il-lero destino. · Per questo ho accettato· di parlarvi, non perchè presumà' di aver nulla di nuòvo da dirvi,' ma per trasmettervi, se ne ho la forza, il calore della mia convinzione e conquistarv_i. al servizio di una causa che contiene la più nobile e pro– mettente aspirazione che i popoli europei abbianq coltivato nçl corso della sto~ia. Una storia che si osc!1ra oggi, ma è in nostro potere risollevare domani congiungendoci a tutte le forze che tendono a restituire a questa· infelice umanità la gioia e la sicurezza di viver"e°.Due beni che i Governi devono ai popoli, che i vincitori devono ai vinti, che gli ar– mati ed i felici devono ai disarmati eèl ai miseri. Dne beni che non possono essere ·se non di tutti gli uomini al di qua e al di· là delle piccole barriere che i ci.echi nazionalismi conservano, al di qua e al. di là delle grandi barriere che gli i111perialismiideologici vanno elevando da un capo al1'al– tro della terra. Quella che noi dobbiamo affrontare non è semplicemente un'impresa prima politica e poi economica, è una riforma spirituale che richiede una .profonda liberazione dai pregitl– dizi, dalle abitudini, dalle !lvversioni che ancora appesanti- scono il nostro animo. · Noi non saremo capaci di assicurare ai nostri figli lln ay– venire meno ingrato dei tristi tempi che abbiamo vissuto se non faremo nostre le parole èhe alla metà del '700 Monte– squieu annotava profeticamente sui .suoi Cahiers: « Se io sapessi qualche cosa che mi fosse utile t: che fosse dannoso alla mia famiglia, la respingerei dal mio spirito. Se io sa- · peSsi qualche cosa che fosse utile alla mia famiglia e che non lo fosse alla rriia Patria, cercherei di dimenticarla. S~ io sapessi qualche cosa che fosse utile alla mia Patria, ma danrioso all'Europa, Ò che fosse utile all'Europa, e dannoso a) genere umano, lo considererei come un delitto :1>. Nrcor.o' CARANDINr 1blioteca Gi o Bianco li Congresso dell'Unione parlamentare europea· Sul congresso di lnterlaken riceviamo e ben vo– . lenti eri pubblichiamo ànche quest'articofo di Enrico · Brugrrians, pres-idente generale e attivo e anpassio– nato animatore del movimento federalista e,uropeo. LA C, s. li federalismo etwopeo ha la sua dottrina. Esso sa quel che vuole e perchè Io vuole. Dopo il vasto ragg'ruppam·ento •di forze che sf è visto all'Aja, la via era tracciata una volta per tutte: occorreva giun– ·gei:e alla convocazione di un'Assemblea europea. primo i:rncleo della Democrazia Federale futura. Il governo francese aveva fatto sua questa iniziativa. Oggi la parola è ai Parlamenti. Di fatti, essi l'han– no presa ed è stato per dire cose g.iuste e costrut– tive. Al loro Congtesso di Interlall:en, essi si sono ·_pronunciati in ,un modo molto preciso suna tattica immediata e le prospéftive lontane, ' Erano da temere tre pericoli e son.o stati scar– tati risolutamente tutti e tre. II primo era che si facesse di cod·esta Assémblea europea una riunione unicamente parlamentarista, II secondo era èhe essi proponessero un progetto di costituzione estrema– mente anodino, estremamente timido; estremamentè prudente per quel che concerne le attribuzioni da dare agli organi europei. Il terzo pericolo era di vedere i parlamentari fare gruppo a parte, vederli agire per loro conto, senza, legami organici con gli altri gruppi che militano per l'unione europea. Occorre confessarlo-'l Noi Elravamo andati a Inter– laken con qualche apprensione. Non potevamo, in quell'ambiene di deputati e ·di senatori in carica, nè sedere fra i delegati, nè _prendère la parola come invitati. Non importa; la tessera giornalistica è sta– ta sufficiente, e noi siamo stati accolti con grande simpatia da parte degli amici parlamentari. In. mol– te occasioni è stato per .noi- un vero sacrificio non poter intervenire nei dibattiti, ma, poichè sono sol– tanto i risultati che contano, e questi sono piena– mente soddisfacenti, di che cosa ci lamenteremmo noi? Perchè, in. effetti, IntE;Jrlaken è stata una gran– de vittoria federalista e una taJ!)pa importante sul cammino dell'Europa unita. Le ,delegazioni erano ben di.fferenti fra loro per - qualità e natura. Ass:ti brillante quella che ci era venuta dall'Italia. politicamente «bilanciata:,, (co– me si dice nel gergo dei congressi internazionam e composta ',di personaggi di primo piano. II gruppo .francese {formato· di amici .sicuri per la maggior· parte) aveva un 'po' sofferto a causa deJJe vi.cissitudini della politica interna. Molti deputati annunciati hanno dovuto farsi scusare a causa del~ la crisi ministeriale .. Molto attiva, e anche influente, la -delegazione del– la Gran Bretagna. Avremo occasione di· ritornarci sopra più oltre, perchè, per la prima volta, <lacchè mondo è monùo, la si è v.,ista divisa ln un Con– gresso internazionale: diremo quanto prima a che proposito. · Notevole purtroppo l'assenza degli Olandesi e del– la maggior parte dei gruppi sçandinav°i: soltanto i Danesi erano presenti, estremamente esitanti a impegnarsi sulla via déll'indipendenza . europea, molto desiderosi ·di precisare che la concentrazione del nostro Continente non è possibile altro cbe in un quadro, militarmente e politicamente garantito dagli Stati Uniti d'America. Infine, (.enomeno assai notato, tanto più che il Congresso si teneva nella stessa Svizzera, gli Sviz-

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