Critica Sociale - anno XL - n. 20 - 16 ottobre 1948

Critica Sociale BIVlifl A IJ;Dfl'NDf.aN HLE DEA SDC1ArlJSMO •.oadate da PILIPPO TURATI In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L. 3000) Semestre L. 800 Trimestre L. 425 Istero. • • 2500 • ., · • 4000 • . • 1300 • • 700 DIREZIONE E AMMIHISTR,: MIiano, Piazza Dlaz, 5 • Tel •• 16,319 c. C·. post. per obbonotl n. ;s-8225 • Spedizione In abbonamento postolo: gruppo Il Anno XL - N. 20 Un numero. separato . L. 70 Milano, 16 Ottobre 1948 SOMMARIO Politica ed attualità Per una pace vera (U. G. ì\f.) Le onoran•~ a Turati e a Treves (Uoo Guroo MONDOL'l'O) Per, la Federa%ion·e europea L'unità di!ll'Europa (NICOLO' CARANDINI) Il Congresso dell'Unione Parlamentare europea (HENR\" Bnua– >1ANS) Socialismo e democrazia borghese (LA C. S. e MASSIMO PuNzo) Problemi economici e sociali Problemi della scuola (LA CRITICA SocIALE E G1us8Pf'E BoN- La tubercolosi nella realtiL (GIOACCHINO BRECCIA) Per !Jna disciplina degli impianti industriali (GIORDAN) Storie, filosofia, varietà I ragionamenti del dolt. Koestler (continua) (ANDREA CAFFI) Le cose di Cecoslovacchia (continuazione e fine) (ITALO Prn1'RA) Fatti e commenti della stampa. italiana cd estera (p. ga e g. p.) Ciò èhe si stampa: RINALDO RIGOLA, Storia ·del movimento ope- · raio italiano (G. P.) - ,Coruuoo BARBAGALLO, La questione raerldionale (G. P.) - ANTONIO GREPPI, L'isola - La corona Per-una pace vera In questi giorni, anche per l'estenuante prolun– garsi del duello tra la Russia e le Potenze occi– d.entali nella assemblea dell'O.N.U. si fanno sem– pre più appassionate, nella stampa e nelle assem– blee parlamentari, le discussioni sulla politica este– ra dell'Italia. L'Estrema aCCl'lsa il Ministro degli Esteri di aver legato già ora l'Italia al patto concluso tra le 5 potenze occidentali europee e -di averla quindi più strettamente asservita alla politica americana. Si aggiunge anche dall'Estre– ma sinistra l'accusa che, con la dichiarazione fat– ta che l'Italia, tornando nelle sue colonie prefa– sciste, mirerebbe soltanto a riprendere la possi– bilità di impiegare nella lavorazione di quelle terre una parte della sua mano d'opera eswbe– rante e a ristabilire altre possibilità di lavoro é di scambi, ma non si sognerebbe neppur lontana– mente di valersi dei porti e aeroporti esistenti in quelle terre per una politica imperialista come quella che fu attuata dal fascismo, implicitamente, l'on. Sforza viene a dichiarare che la disponi– bilità di quei porti e aeroporti sa·rà lasciata al– l'Inghilterra ed eventualmente alla America, per le misure militari che esse intendano· di pren- iblioteca GiFio Bianco dere anche nel ·Mediterraneo· centrale contro ]a Russia. L'on. Sforza nega riatur~lm.ente questa inter– ·pretazione delle sue parole e formalmente assi– cura che l'Italia non ha stretto nessun :natto con altri Stati che costituisca per essa, in qualsiasi mo– do, un impegno di intervenire nel conflitto la cui minaccia incombe sempre sull'Europa. Ma egli soggiunge che non può essere buona politica per l'Italia chiudersi nella netralità e nell'iso– lamento, perchè così essa si priverebbe d'ogni possibilità di aiuto in caso di bisogno, mentre non si salverebbe dal pericolo inevitabile di essere tra– volta nel conflitto, anche se in un primo mo– mei;ito potesse rimanerne estranea, e di diven– tare campo di battaglia nella lotta tra le due op– poste coalìzioni. In pari tempo egli ha dichiarato di ritenere che il patto di Bruxelles tra i cinque Stati occidentali possa essere guardato con fidu– cia da chi voglia creare condizioni favorevoli al rr.nnteniruento. della pace, perchè esso potrebbe essere gradatamente allargato e divenire stru– mento di sicurezza per l'Europa e per il mondo. Non possiamo essere interamente d'accordo col p('nsiero dell'on. Sforza. Il patto di Bruxelles è sorto come possibile ~trumento di guerra, se an– che di guerra puramente difensiva. Possiamo es– sere d'accordo che il programma politico del Co– minform, nettamente dichiarato già nel patto di Bialystock e successivamente· riconfermato da al– tre dichiarazioni e da una serie non equivoca di atti, giustifica ampiamente l'iniziativa che le Po– tenze occid·entali han!l.o creduto di assumere con la stipulazione del patto di Bruxelles, ma non c•rediamo che questo possa essere riguardato co– me una garanzia di pace, specialmente se. per pace intendiamo, come effettivamente deve in– tc·ndersi, non soltanto la temporanea inesistenza di una guerra in atto, di un .incrociarsi di armi in terra, sul mare o nel cielo, ma una pacifica e '.lmi<:he,ole convivenza dei popoli, i cui rapporti non siano turbati da sospetti e rancori e dalla previsi,me dello scoppiare, da un mt-mento al– l'altro, di un conflitto armato. Se il patto di Bruxelles è stato costituito come impegno degli Stati contraenti a mettere insieme le loro forze di fronte ad una aggressione che potesse venire dalla Russia, è certo che quelle cin– que Potenze, delle quali tre sono Stati piccolis– simi, non potrebbero sperare di respingere l'ag– gressione russa con le sole loro forze e dovrebbe– ro fare assegnamento sull'aiuto americano, del quale del_resto si è già parlato ormai abbondante-

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