Critica Sociale - anno XL - n. 20 - 16 ottobre 1948

CRITICA SOCIALE 473 ---------------------~- fianco sulla strada delle riforme di struttura, swla piatta– forma della giustizia sociale. Mi disse un giorno, .a Praga, un operaio socialdemocratico. · « Quando sul tavolo del no, stro refettqrio azie11dale aumenta la razione del burro, io sono certo,_ senza pç,ssibilità di dubbi e di sorprese, che queJ pezzo di burro rappresenta anche il lavoro e il voto degli uomil)Ì del mio Partito». Insomma, in prdine ai "problemi economici, i socialdemocratici avevano accuratamente evi– tato di distinguersi dei comunisti ;'-e in questo. senso si ernno tacitamente, e per opposti fini, trovati d'accordo sia i sin ceramcnte autonomistr (da Maier a Vilim), che non inten– devano abbandonare ai comunisti le cosidette posizioni di sinistra, sia i nenniani come Fierlinger che in una azione non differenziata vedevano il mezzo per un progressivo as– sorbimento dei socialisti in un unico grande partito; Gli uni si tenevano avvinti ai comunisti per non ripiegare sui ponti d'oro dell'opportunismo e del radicalismo; gli altri of– frivano il partito all'abbraccio- dei comunisti, perchè lo strozzassero. La distinzione tra socialdemocratici e comunisti si face– va naturalmente sul piano della politica estera (rapporti cdil la Russia) e su taluni aspetti della po litica i nternà (libertà politica). Non si trattava dì un'azione for.te , anche perc·hè la· corrente di Fierlinger temeva e osta colav,a soprattutto la caratterizzazione in questo campo; era fo~se,' più che altro, un'energia potenziale; ma si capiva, si sentiva che i social– .dcmocratici non avrebbero appoggiato o tollerato eventuali sviluppi totalitari della tattic~ ~alinista. E non era mancato qualche episodio degno di nota. Per esempio, a Pilsen, dopo le elezioni del ~aggio 1946, i membri del Consiglio Nazionale degli altri tre partiti avevano rifiutato di rieleg– gere il sindaco comunista; e i ~omunisti del luogo avevano scatenato lo sciopero. Un episodio del genere era _avvenuto anche a Òlamuc; e la direzione co,munista era intervenuta per 1"ichiamare i compagni di base sulla linea del partito, allora fedele alla solidarietà del Fronte di governo: ma, ad ogni modo, l'atteggiamento socialista era stato chiaro, e.netto. In teina di p0litica estera, i socialisti riconoscevano fon– damentale la ,tlleanza con la Russia; e questo punto di vi– sta era comune anche al partito cristianosociale e socialna– zionale. Ma erano, e 'dovevano rimanere, rapporti da poten– za a potenza, senza vàssallaggi d'ordine politico e militare; e questo stabiliva, evidentemente, una differenziazione ri– spetto ai comunisti che, considerando l'URSS culla e model– lo del socialismo, assegnano ai partiti europei, come ob– biettivo minimo, l'edificazione di un antemurale per la dife– sa a oltranza -della Russia. I risultati di quella politica potevano _ sembr~re lì per lì modesti, (a contare i deputati, o a sentire certi deputati mancati) ; ma era diffictle farne una migliore, là, tra Rus– sia e Germania; e ad ogni modo già nel luglio del 1947, cioè a quattordici mesi dalle elezioni fatte e a nove mesi da quelle da fare, ·)e prospettive sembravano, a seconda dei punti di vista, promettenti, per i socialisti, e preoccupanti, per i· comunisti.· _ · Non erano stati molti i voti (17%), ma nel luglio del 1947 il partito rappresentava eff;ttivamente una ·base orga– nizzativamente salda, con sezioni affollate, con quotidiani vivi e largamente venduti, con una rotazione frequente Ji dirigenti, con una buona e larga e progressiva preparazione di quadri, con una attività sindacale seria, "con una compo- . sizione sociale robusta. « Ci sono prove che nelle fabbriche il favore si sposta dai co.munisti verso i socialisti> poteva scrivere il Tvmes del 30 luglio 1947 ; e non era difficile scoprire le ragioni di quel nuovo orientamento dell'opinione pubblica. - H governo del Fronte Nazionale aveva votato unaninie · i programmi <li rinnovamento economito noti sotto il nome di e piano biennale Gottwal<I >. Diceva, per esempio, la rivi– sta ufficiosa di. propaganda ufficiale cecoslovacca « Parallèle so> del 1° novembre 1947: « Quale che sia l'opinione della maggioranza dei cecoslovacchi; c'è una sola opinione sul piano Gottwald : che è necessario, e che deve essere realiz– zato>. Era difficile, per non dire impossibile, trovare in Cecoslo– vacchia un disoccupato; « ogni cittadino aveva avuto la vita toccata e migliorata dal piano biennale >. Tutte le industrie già appartenute ai tedeschi e ai collaborazionisti, nonchè BibliotecaGino Bianco tutte le banche e le compagni-e d'assicurazione erano state nazionalizzate, così come il 100% delle industrie minerarie, e· il 75% delle industrie del ferro, dell'acciaio, della chimi: ca, dell'elettricità e del gas. Il 28 ottobre 1947 il ministro Lausman, socialdemocratico, aveva dichiarato: « noi l'ab– biamo finita una buona yolta con il libero giuoco delle forze liberali, e abbiamo introdotto il principio del dirigismo »·; e il laburista « ribelle» Zilliacus aveva riilevato che « per legge i sinda~ati nominano ·un terzo dei direttori delle com– missioni direttive delle industrie nazionalizzate. Un altro terzo viene nominato dagli imJliegati e dagli operai delle industre stesse, i quali sono per la maggior parte membri dei sindacati. L'ultimo terzo viene nominato dal Governo>, nel quale naturalmente· i sindacalisti erano largamente e au– torevolmente rappresentati. - Ai piccoli proprietari e ai lavoratori di campagna erano stati distribuiti oltre 2.000.000 di ettari· di terreno produt– tivo: 1.6oo.ooo cenfiscati ai tedeschi e ai collaborazionisti, 867.!01.000 resi disponibili dalla revisione della riforma a– graria dell'altro dopoguerra. Il 16 marzo del 1948 Gottwal<I aveva magnificato questi risultati e queste cifre, ma tutto qt1esto era stato aeciso e attuato prima del colpo di Stato <delfebbraio 1948; e infatti già il 24 luglio 1947 Fierlin– ger (1) · aveva illustrato i provvedimenti essenziali per l''.l– .g_ricoltura, ivi compresà la- confisca delle tenute Schwarzen– berg. Anche l'Avanti! (15 agosto 1947) aveva trovato « l'e– conomia controllata da un ferreo sistema nazionalizzato, e la liquidazione nazionale dei grandi interessi privati~; e, con dolcezza e compiacimento di piccolo padre, Stalin ave– va proclamato alle delegazioni sindacali cecoslovacche: « Voi imparerete da noi, e noi impareremo da voi~- Come sembrava bella, un anno fa, la vita a Praga, senza proletari e senza scioperi, senza macerie e senza pescicani. Ricordo come un sogno la veduta della città dalla finestra di Ma5~rik, là, supa ·collina; de11a città con le cupole ba– Focche, oltre la Moldavs1, che hanno il verde delle chiese di Venezia: e veramente, come la Serenis'sima nel Rinasci– mento, là Cecoslovaèchia sembrava come mi ponte tra Oriente e Occidente. Ma in quel clima· di operosità, in quelle rifor– me l'opinione pubblica sentiva, 'sentiva sempre più la spinta costante e la posizione, direi, d'avanguardia dei socialisti; e nella loro organizzazione salda e nella loro tradizione de– mocratica trovava una speranza di libertà, e una promessa di indipendenza. Se la CecQSlovacchia era un ponte tra l'Oc– cidente senza libertà dal bisogno e l'Oriente senza Hbertà politica, i socialdemocratici rappresentavano. veramente i pi– loni, e la sintesi e la soluzione dei problemi dell'Europa. Era bella la vita, in Cecoslovacchia; ma tornando in pa– tria io mi ero domandato, per iscritto,. quale sarebbe stata la · sorte di quel paese operoso e sereno se la Russia (eletta cinicamente a Y alta, dagli anglosassoni, arbitra della terra cecoslovacca) avesse avuto nuove vedute di politica estera, o se avesse preveduto uno spostamento di forze sulla bi– lancia della politica interna. Francamente, quel ponte tra oriente e occidente non sembrava che un ponte levatoio. - Ed ecco infatti la crisi del febbraio l948, alla vigilia delle elezioni _di primavera. Tutto lasciava prevedere un notevole spostamento del!'opinione pubblica dai comunisti verso i so– cialisti; e cominciano quindi i segni di nervosismo. Con le elezioni si pone anche un problema, e una incognita, di po– litica estera; e quindi i comunisti pFeparano una soluzione interna di in_teresse russo, alla maniera russa. Ormai alla direzion~ del partito Huss, Ziska, Kollar e Palacky posso– no tacere; si sente finalmente la parola di Lenù1: «... l'unità del proletariato nell'epoca della rivoluzione sociale può es– sere real_izzata solç, dal partito r.i,-voluzionario, estremo, il par– tito del marxismo, solo con una lotta impiacabile contro tutti gli altri partiti ». « Profeticamente» Fierlinger afferma, di punto in bian– co, che il Fronte nazionale non è più vitale, e che 0 $010 i Sindacati rappresentano il popolo sovrano. Due giorni do– po, ecco il colpo di Stato, con una lunga serie di pretesti economici, modesti e strani in un paese ricco di riforme e povero di disoccupati. Torna l'ora degli esili, delle fa– miglie prese in ostaggio, della polizia sovrana, delle elezio– ni a lista unica. Quelli che si erano addormentati la sera fiduciosi (nei comunisti) e socialisti (e socialisti sul serio, con quei risultati in cifre, con quella impostazione ideolo-

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