Critica Sociale - anno XL - n. 20 - 16 ottobre 1948

CRITICA SOCIALE 7' . • i' ,.I l'esterno avrebbero voluto conservarci (3); 3) perchè infine potrebbe darsi che il lupo fascista - spelato ·ma non svi– ziato - abbia trovato l'aiuto della Provvidenza e dei s~oi · vicari in questo basso mondo per nascondere i suoi de11,ti ~otto la cuffia (o « cagoule ») della buona avola Democra– tico-Clericale. Il comunismo - autocrazia di Stalin, « qemocrazie popo– lari » e partiti che la quasi maggioranza della classe ope- · raia in molti Paesi sostiene con dèvozione tuttora. - non potrà· essere vinto che. da un moto spontaneo e cosciente dei popoli .dell'U.R.S.S. contro il regime oppressivo, e delle « masse:» proletarie. contro i profeti riconosciuti mendaci. Fra le m@lte argute cose che Koestler ha detto nella sua conferenza vi è anche questo argòmento (adatto per la con– futazione del!'« errore l)umero sei»): « Se la disfa,tta mili– tare dei tedeschi nel 1943 dovesse essere una prova della• supeiiorità del regime staliniano (sul regime hitleriano) al– lora la disfatta militare dei francesi nel 1812 per opera dei russi avrebbe dovljto essere la prova della superiorità del regime zarista e del sistema dei servi della gleba rispetto alle ideologie della Repubblica francese"· Ora, per un giudizio meno frettoloso, gi.overebbe consi– dera re più- da vicino simili raffronti. I,a guerra può ·non di rado ridursi a brutale cozzo di forze materiaii, • e la semplice superiorità di numero o di armamento risolve allora la qùestione: che cosa conta chie– dersi ·se in un qualunque senso gli Inca del Perù fossero « superiori» alle masnade di Pizarro provviste di armi da fuoco, o se la raffi·i1atasocietà di Bochara e di Bagdad po-·. teva giudicarsi \<superiore» alle orde mongole che ridu5- sero in ceneri queste due metropoli? · In fine dei conti ·non è neppure una. evidenza lampante, che· ,, la bomba atomica abbja mostrato )a qualità super\ore ·<;lei regin)e sociale americano rispetto a quello.'in cui erano nati "' e crestiuti gli abitanti i:li Hiroshima e N' agasaki, .· Ma itl un conflitto « ad arini eguali» (o pressòcchè- ugua, li), che s.i prolunga fra due grandi Stati moderni, i pregi ed i difetti tanto d'un ,assetto sociale 'che d'un regime poli– tico contribuiscono certamente. ail<\,relafiva superiorità; quin– di alla ~ilttoria del'l'unò dei due avversari. 'Soltanto, le « su– periori qualità» d'un. regime possono ~eritare una divèrsa va\utazi?ne 1d a~ç~~ svalutarsi fno... a. sotto z_ero;seéopdo . mutevoli « s1tuaz10111 » che no;' sono affatto dt pura str~- tegia · . · . . .. · Per gli eventi di cui ab biamo l'immagin e ·viva in « Guer-. ra e Pace» di Tolstoi è ins11fficiente.un giudizio ·sulla çi- · viltà evidentemente «inferiore» della Russia di Alessandro I se paragonata al livello di benessere, di operosità produttiv'a, di diffusa coltura nell'Impero Francese, il « regime » -del qua– le •era in ·ben maggior misura determinato· dal centralismo dispoticò, dalla. ·greve bardatura ll)ilitare e fiscale, dàl1a po-· · lizia di Fouché, che da quelie « ideologie' della Rivoh,1,don.e »· 1111 po' sbadatamente mes~e avanti dal· dott. ·Koestler. Quel _che importa è di riconoscere gli effettivi (cioè real– n,ente sentiti) va-lori umani che - sul terreno della -Russia invasa ·e nell'opinione del «mondo .civiie » .(spettatpre più o meno interessatò) acquistavano: da un lato l'autocrate russo con la sua Chiesa ortÒdossa, i ·suoi ·nobili superficialmente. educati ad « idealogie settecentesche», il suo popolo -di ser– vi; e dall'altro lato l'autocrate francese, con il suO:esercito, . splendidame1\te agguerrito, rlia composte di. umr accozzaglia. rii genti, in patte già' insofferenti della lòro :forzata· sogge- · zi011e,in .parte· (negli alti gradi soprattutto)-pervase· da am- · bizioni grossolanamènte prèda'torie e 'solo in minimissima · parte animate da entusiàsme per un -uomo.più che .pet una · ide~. ':i-fon pér _<<virtù· intrinseca», , bensì ;in gr'azia.' d'una . . ' (3) Ve1·amcnte, pet· le sue sacre or1gu11 e~ Jir'erogative~ il 1 -'nipponico mikado av1·ebhe più affinità con l'ospite del Va- 1ifapo .che con quell~ - · .. buonanima . ~ d_el ,QuiriJJale. ·un immaginoso ricercatore di -paralleli storie-i, il prof. Toynbee, .troverebbe .. fo1,$e. nei· mutan1-énti ·1taliani der 1946 qua'lche So- ;. miglianza con l'anno J868. nella storia del Glap.pone, quando al laico_ Sciongup. si sostiÌul :}'effettiva.. supremaiia di uD. ni:odernìz?.ato Vice . DiO. Bibliotèca·Gino Bianco «situazione» non « scelta deliberatamente,> ma con « piena GOScienza » fronteggiata, 'la R4ssia del 1812 acquistò « titoli di superiorità», sia per il dispiegil-to « eròismo patriottico,. (supremamente esaltato proprio dalle « ideologie della Rivo– luzione francese»), sia per· la parte assunta di « libera~rice deU'Europa » da una insopport~bile tirannide, Ne nacque fra l'altro una grande tradizione di «generosi· sentimenti:»· che alimentò .J;utto i-! « movimento intellettuale» russo fino a penet'rare nelle «avanguardie <lei popolo», promotrici della rivoluzione del 1:905 e del 1917, (con.timw) ANDIU;A CAI'Fl Le cose di Cecoslovacchia ( C ontùiuazicme • e fitie) . Dei socialdemocratici ho qn vivo ricordo personale : · la visita a Vilim, segretario del Fartito, nel luglio del 1947 a Praga, Poi si parlò della Resistenza italiana, delle attitudini della·'classe dirigente nata dall'antifascismb, della saldatura tra la generazione ·deU'esilio e quella della guerra, di tante · altre cose d'Italia é di Cecoslòvacèhia; ma, prima di tl.itto, Vilim volle esprimermi amichevolmente la sua sorpresa per la scissione di palazzo Barberini. NQn si rompe l'unità della classe lavoratrice, diceva, non si isolano i comunisti, eccetera. (Ma dopo i~ colpo di Stato del febbraio 1948 Vilim, depufato, dovette riparare all'esteFO,'e in piena s~duta del Comiséo, a Londra, apostrofò Morandi e i suoi compagni di fusionismo, che• per l'occasione _avevano Ìhviato un telegrnmma di so-. lidarietà al Nenni eecoslovacco Fierlinget : e -nioLtiin Italia ricordano Vilim oratore, per le ele.zioni del 18 aprile, della lista di Unità Socialista), , · , Dope la liberazione, nel maggio del 1945, il partito social– democratico aveva naturalmente. dovute affrontare il pro– blema ormai fondamentale· pet i socialisti negli ultimi clo– poguerra: woblema chl! i,; C_ec;oslovacchi~aveva vènticinqu~ anni, perchè era nato nel i920 con la nascita della sezione della III Internazionale, e che risultava aggravato e appe– santito dai ricordi della cpmune lotta antinazista; •dal presti- , gio dell'Armata Rossa liberatrice, e daHa solidarietà slava . - \ièrso · la Russia. · Lassù, dOJ,lO il . 1945, il problema, dico il problema dei rap– porti cò! partito comunista bolscevice, era. stato \lffrontato e risolto ·con ·semplieità: si può addirittura ·sostenere chi i socialdemocràtici lo avevano risolto ignorandolo, e -quasi non tenendone· conto. Non ·si erano affatto pre~cupati di distin– guersi. dal· partitò. com.tJnista;· anzi, in un certo senso, ave– .vano badato accuratamente a non essere distaccati in Gerti , campi,· a non essere scostati da certe comuni posizioni di cli- fesa delle esigenze e delle aspiiazioni della classe lavora– frìce, Rapidamente .dalla J·otta di ·1ij)eraziòné e dai· m'ovimenti ç~ -conomici si erà svilùppato il movimento politice,_doè il mo– vimento organizzativò della classe lavoratrice· per- rea1ihare i suoi interessi irt forma generale; e anche in Cecoslovacchia, fio dai primi· gierrti del maggio- 1945, questa organizzazione si era trovata divisa e artieolata in due pattiti, il socialde– mocratico 'e il comunista. Divisi organizzativamente, ma, per il· resto, non era facile distinguerli. Era un parti-to di classe, il socialdemocratico. Forse perGhè perdendo, nel '1896, _i°°nonmarxisti,,cioè i socialnazionali, e rinunziando ·quindi.ai_ çompromessi e alle' prosge.ttiv.e puramente e)èttorali · è di clientela dèlla lotta politica; aveva rinsaldato il suo car~t. tere di partito ,d'organinazione. · F0rse peFchè, durante le dispute condotte ag;li alborì del seco lo cilmtr o gli austFo-mar– xisti, aveva conosciuto i !ore punti debo.li, e sentito quanto mai pericolosa la loro incapacità ad applicare il m<stodomar– xista· ai, grandi problemi politici. ·Forse perchk studiando a fondo ·stalin.é Lenin aveva capitp le ragioni e le ppportuni– tà dell'azione tradizionale e _implacabile che i1bol~cevici e 7 sercitano S\Ji p'ar.titi socialisti j>er s_postarli, per al-lontana.rii dalla difesa ·degli ·interessi economici delle èlassi ·lav.oratricì, per fspelle~li dalle file della· classe -op_eraia, · e per disfarlr dopo averli· così snaturat~ · . • · . '.Era un -partito di classe, il socialdemocratico, anche· a fatti; e come tale i e.om1misti se lo erano sempre trovato al . r

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