Critica Sociale - anno XXXIX - n. 22 - 16 novembre 1947

440 CRITICA SOCIALE nut,o presente quando si tratta ia .problema dei ceti medi, iJ .cui potenziiamento rapp:resenta ,_un aHrq. dt:i concetti-base della « teirza v-ia > del Ropk<e. Gia iJ Beirnsterln osservava che il capitaliismo, causando •'anmento cjella pi oduzione, alimenta una numero,a classe media, deJ)J-aquale fanno parte anche •coloro che ,godono di un pL ccoJo ire -ddi-to in azionk ida ciò aonclru-deva che uina !POJ.i.ti·ca sodalista non può pog, ·giare esclusrivamente sulla ,classe operaia, ma deve estendersi a tutti col-oro, che, in senso lato, appar • tengono al mondo del Uavoro ed a:rri,vare a compren– de•re, ad esempio, i oontadini imprenditod. Recen– temenre il Pischel, analizzando tutte Ie categorie dei ceti medi, ha posto in ri.Ji,ev,o -la loro tenace vitalità, affe:rmando non v-erificarsi per essi la J)),I'evisrione di Marx, che Ii vedeva travolti nella grande lotta J;ra ,capi,tale e -lavoro, J.e due forze in ·cuii, per ;una legge d1 asimmetria, .te•nderebbe s•emp,rie pjù a drl– vidersi la nostra società; ~e ,ha .concluso perciò che i ceti medi rappresenterebbero un peso notevole n el•• Ia società se •non si triovassero divdgj e se, ,per la :1:o.ro mentaiJità tiradizionaH.sta, e spesso reazionaria, n on inclinassero, contro il .Joro stesso interesse, a diven .. ta:re massa .di ma,novra delle ,reazioni ,p.romosse 'da quell'alta borghesia che 1i sfrutta. ku°che ,i,l Rèipke, ,consiiderando J.a ·grande vitalità ded ceti medi,, e in !I)articolare degli artigiani, ,pic– ,001li ,commeròanH e ·industriali, contadini, mett.e in luce IJa loro funzione sociale, -che ,consiste nella JllrO– duzione .dd qualità, la quale verrebbe a scompa:rire •se si affermasse, con ,preva:Jenza assoluta, la ,grande produzione di quant-i-tà e standarditzzata, .sia del grande capitalismo, sia de] collettivismo di Stato, che può essere assomigliato ad un unico grande trust. Occoirre però ,co•ngj,deTare ,che, sern,l)ire seoondo il Ropke, il potenzi,amento dei, ,ceti medi -coincidereb– be con il ris~abillrlmento di una ljbera concorrenza perfetta, esplkanlesi, doè, fra aziende ,che, nella ga– ra economica, -partono da posi,zi'Oni dniztlalmente e– guali. Senonchè, una de,l1e•maggiori difficoltà deU11e t:rasformazì,onrl .economkhe •consiste •nel fatto che •la piccola proprietà e la piccola azienda, non possono, · se isolate, produrre in quantità sufficiente per i bi– sogni della ma,s,sa ,consumatrice. Infatti, il recente es,perimento d~ riforma agra:rja compiuto in Unghe– ,ria, con 1a .d istri. buzione -de11Ia terra ai ,contadrlni, ha dimostrato, - e.on la ,con.seguente forte dimrln, uzione de,Ja produzione, che l'abolizione del sistema ca.pi- - tali.stico non può far luogo a. un siistema di pi,c,cole ·propd<età 'e di rpiocoiJe imprese ,private, ma 1può es– -sere sosti-tuito s0'1o da11e forme cooperativistiche· in– dip•end•enti o da l 1 la totale ,collJ.etlivizzazione dell'eco• nomia da , par.te .d.ello Stato, che ne a,ssumerebbe co– sì completamente la direzione. Quale è la terza via. Perciò, no11 tanto ll'elJa U·iibera concorrenza _per– fetta, che o non esiste o deve necessariaane'n,te, .per .evlitare Ja natur-ale teind;enza dei ,p,r ofitti ad annul– !Larsi, ,trasformarsi in monopol'ismo faidust.ri, ale, ma neilla cooperazione ipotentemente aiut a ta ,dall o Stato può espli,ca'l\si l'iniziativa ,dei ,pliccol:i,!I).roprieta,ri e ·d•ei pi,c;i;oai imprenditori, -che, aHrimentJ, andrebbe dli,sp.e.rsao sarebbe destinata a, fallire. Il Lenin:, trat– tand-o :della questione agraria, affeTiina ,che an-che la coo,perazi-one sarebbe una forma bor.ghese, percbè non esc!ludernbbe 1-a formazi,one dj .profi.tti ·privati, sia ,pure f.o.rmati collettivamente dai soci delle sin•• gole -coop•e·ratrlve,e che, quindi, una -concorrenza fra lle coo,peratirve stesse sarebbe in.~itabile. Vedi,amo al ,c.ontrario che anche in Russia, 1 nonos,tante le l'imi.. tazioni poste dal p.otère c·entrale, ·domina la foi;ma coo.pe, rativa, 11a quale impe-dlisce che ùo .Stai-o, ben lung i d-al mo.rire, come affermava Jo stesso Lenin, assuma prOll)orzi-oni sempre più colossa!Li e soppri– ma totalm,1mte, IP'er mezzo del d1ritto pubblico a,m– ministraliiv.o e co-stituzionale, i,! diri.tto :privato, sen– za ,poter tuttavia impedi,re -la 'formazione di un .ceto 1p.r.ivi1Jegiato :di, burocrati, i quali, essendosi ,impadro– niti dei gra·ndL impianti tlndustriaH e deHe •posizioni ,chiave defila ,produzione, nello sta'hiHre le condizio– ni ,di ogn1i pLano economico sarebbero in Jotta fra loro per ottenere ,da-Ilo Stato speciaiJi privilegi per la ,branca produttiva che c1ascuno di es·s1 ra,p,pre.. · senta. BibliotecaGino Bianco Per· queste ragion-i., .ed entro i qimtlti su esposti, si deve, •a·nostro avviso, ·parLa:11e -di « terza via > fra il Hberismo e l'economia totallitaria di Stato; ed è in questa .soluziione che Ja civiltà :deill'Occi,dente ,potrà trovare ·la forza di sopravvivere aJ ,crol'lo inevitabi1e dea, sistema caipita1isti,co. Ma la possibilità di attuare questa società ,superiore non è ,predeterm•inata, nè ha carattere di necessità storica, poichè sappiamo ·che anche dopo 1.1 croiJlo d•e.Jlasocietà greco,romana fon.data sulUa .schi.avitù seguirono secoli di barba,rie. Per costituirsi e per •sol'reggersi la nuova coffiJ)agi– ne ·sociaJ.e avirebbe dunque bisogno di ,una volontà di azione 1 e di un diffuso senso della personallità ben IllJaggi.ori di .quelli che siano sufficienti per rll siste.– ma capitaUstico, il -cui :dinamismo è del tutto este– riore ,e me:ccanJi.co. FRANCESCO MrLANI Paura· della libertà in Russia Non c'è d ubbio 'Che democraziu e Ubertà tanto più si fara.I/JibO ! · real.tà conc.r,eta e f econda, sentita vera– mente. da tutti, e in: pr.imo 1'uo, qoda.la classe lavora triceJ come patr.imoni lo da difendere e da p otenzia re, quanto J#'Ù esse si 'fon!deranrro, con le co,n,quù.te e le · rea;lizzazio,ni deJl soC'ialilsmo. E non c'è del' pari dub· · bio che p1•01p'I'lio 1•ette1ttiwo affermarsi dei ~ocz'aLismo democratico nelm'Eur-0pa· O1ce1idental·e'. costituirà il più vakido bdbuardo .contra t'aggressivrtà •e le i1LS.i<JJ'e, sia dell:espansionis,mo ,l'usso, sia del mito boi1sc-evi•co.Sa– rà questa nuova real,tà ;cJ.emO'craDi:ca e socialiista in grado •di p,01rtar'ie •effe~l!bvamente, come opina l'A.,·ad una tale ,z'r,rad{aziome nel mondo sovie/.ico, lo si vo– glila o 1n,o, da in:dul'l'e fo definitiva .t dir, ·.,qenfi russ.i ad ,zm 1,a<J,icalemutamento di rotta e•d al'la in,trodu· zj,o,ne ,d 1 i metodi ,demo.crntic.i? La realtà odierna della pol-rtica russa - t/1 per>sjstere di una dhttatum tehe è ormai fin.e a se stessa; l!invescamento fn te·mden,ze mz'.l,ita!'fatiche e ,pdlli.zies.che; .la dichiarata ostilità a [N'ospetiive ,di socz'ictlismo democraUco; le ten.denze pansUav•i'.stnc:he· riv'e.fafe daU'ep.i'sodtio qui nar.rato erri– badite dalilc s!&sa ,dhchiarazione 'di Bialystolc - non se-,mbl'ano .ccmsentfre ·alcuna; prospetfiva d·i fae'i,U N– lus.ioll!i. Ma conco 1 rdiamo .con l'A, che, sia come che sia, e avvenga qwèl ,che deve avveni-re, ,11'0i dobbiamo pro1>.eguire•ri 1 solutamente e ·coraggiosamente sul/la via d~I so,01'.a,llsmodemo•Dr'oJ.ivo,. LA C. S. I ·Russi hanno .commesso un .profond,o errore, quan– do penetrarono p,rofondamente nei ter!"Ìtorio euro– peo con ù loro esel"cHi. Gli Europei infatti si• f-0.rma– ron.o una ,chiara concezione dei metodi! russi; i sol– dati r111ssi• oonstafa.rono con i Joro o.echi che il qua– dr,o, che ,era ·stato Loro .ra.ffigurato, de·Hiecondizionli dei ,pae&i,fuori dell'Unione SSovietica, era notevol– mente contraffatto. Di maggiore importanza di, queste •reM-ifrlche-di giudizio d'indol·e materiale appairv,e tuttavÌ'a, a Jungo andare , la :penetrazione, neJ, camp.o· -de1l'Unione So· vieti,ca, deUe -cosidette i1dee occidentali. Quale ,peri– oo,Jo ciò costituisse per la •stabiJità de!l.loro regime, i dominanH russi carpirono beni.ssimo. Essi non po– tevano dimenticare che J'.es,pan,dersi di queste idee occidentali, so,prattutto deJUe ùdee di democrazia e di libertà, av·ev a giòvato, e in maniera !decisiva, a scalzar.e le ba.si .d~I, di.s!I)oHsmo zarista, e ,che i porta– toni .di qu es te ddee occidentali erano .sfati proprio co!loro che .Ja rivoluzione d',ottobre avev•a condotto aiLlavittoria, S·e oggi, nelLl'Urnione Sovietica la repres– sione delle « ide.e sovversive » ,de}: « mondo borgh~"" se » vien condotta anche più isev.eramente che du– rante lo zarismo - Jd,o,v,e ùJ dispotismo era almeno mitigafo dallla inerzfa -. ciò ha una profonda .ra– gione che deve fare riflettere i difensori non comu– nisti ,dellla :politiica staliniana. Si, tratta deH'irrefuta– bi.le fenomeno della involuzione della politica russa, che d a1,1~rivoliuzione d-i ottobre retrocede alla tra– di,zione zar1sta. Oiò avviene 1per 11a ,po.Litica ipterna, •

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