Critica Sociale - anno XXXIX - n. 17 - 1 settembre 1947

, CRITICA SOCIALE 311 shall si ridur,rebbero ad una disputa poco edif:– cante sulla distribuzione degli aiuti americani. Se effettivamente gl:. Stati Uniti vogliono, nel loro stesso interesse, collaborare efficacemente alla ,rico– struzione europea· ed evitare il .Pericolo di nuove crisi e conflitti mond~a'li, è indispensabile che essi , rivedano, non solo la loro .pol-Wca •commer.ciale, ma an.che qa loro politica d'emigrazione. Non è _possibile che si ristabilisca nell'economia mondiale un relativo equi'librio, se il paese più ricco della terra seguita a Jimital!'e ,la s"lia popolazione al disotto dei 130 milioni, mentre l'Europa, divisa, di· sorganizza.ta e devastata dalla guenra, deve ·_ sulla s tessa superfici.e - mantenerne mezzo, miliardo. Noi comprendiamo benissimo che, nelle attuali ,condi– zioni dell'Europa, un rito-mo a:lfa piena 'libertà di emigrazione pr~voche-rebbe un esodo in massa, il quale costituirebbe per gli Stati Uniti uh pericolo gravissimo. Ma una attenuazione graduale delle leggi che praticameinte hanno annullato 1'·emigrazione è iEdispensabile e urgente, ie si vuo1 liberare l'Eu– ropa dal pericolo imminente della fame, di torbidi e di conflitti, e se si vuole creare nel Nord-America una· maggiore capacità di 11ssorbimento della pro– duzione europea, senza danno de11'a produzione na- zionale. ' Se non si saprà uscire dalla contraddizione a~ tuale; non solo non sarà possibile giungere alla tanto auspkata soppressione delle barriere ìioganali, ma gli Stati europei saranno fatalmente obbligati a ri· tornare ai deprecati metodi dell'autarchia economica. GINO LUZZATTO La • crisi • dell'impero coloniale francese Viet-Nam e la guerra di r.iconquista del L'i,mpero coloraiale francese attraversa una grave crisi di disintegmzione e di riassestamento. Dall'In– docina al Madagascar, al Marocco è tutto un esp'lo– dere di passioni' e di. speranze, ,che le due guerre mondiali di questo secolo hanno concitato ma non suscitato, perchè' esse formentavano già Nell'animo di, ,codeste• IPOIPO•lazioni!, -che, messe a confatto deUa civiltà bianca, poter,ono a,pp·ropriarsi taluni elementi di essa; co-sicchè quelle .credettero i-n breve di po– tersi riconoscere uguali e non inferior~ ai loro con– quistatori e domi.natori. E poi sopraggiunsero :le ,due grandi guerre del secolo, queUa de1 1914-18, quella del 1939 ,45, a mostrare agli uomini d'altra schiatta, che i padroni bianchi chiamarono in lo·ro aiuto, in– segnando ,pure ad es·si l'uso delle amni ipiù perfe– zionate, come fossero p·rofonde e insanabili le divi– sioni deH'Europa, come · fosse fragile e insidfata !,a potenza di- quei loro signori ,ch'erano stati lunga– me•nte abituati a ,considerare forti, e ,pressochè in– v,i.ncibili. ,E con l'arte ,della guerra, e con il maneg– gio delle armi, e con la visione realistica di quel che fosse l'Euroipa, essi assorbirono t conrcetti' di, g~usti– zia, di Hbertà, ,di uguaglianza, che i beli1igeranti del– l'una e dell'altra parte solevano conclamare, allo sco– po di guadagna re a sè gli esitanti e i dubbiosi dello schiera.mento nremi.co; ·e CJIUei sentimenti ,più non si sradicarono d all 'animo loro, e ne suscitaro~o '1e ri- 1:Ìel!ioni che ser,peggiano ovunque oggidì; in tutti i possedimenti coloniali di tutte ·le nazioni europee. Anche l'Impero coloniale francese ne è fortemente percosso, e ,più gravemente che altrove ne11'In.doci– na, il rkco e vasto possedimento sul quale mise pie– de dapprima la Francia dell'u'lt•imo napoleoniode, che. la Terza repubblica ampJ,iò , unificò, consolidò, dal quale trasse risorse infini.te, e al quale -dedicò cure moUeplici e fruttuose. Già da alcuni mesi la Fran– cia usciota fortement,e ,scossa neHa s1:1a economia e in qualche parte nel suo pTestigi-0 dall'ultima .~uerra, si ·è accanita alla riconquista di questa sua remo·ta co1onia; e ill ,conflitto ·dura tuttom, ,dov,e ,aspro e fie– rissimo, dove sordo e minacciante. « Noi faremo la guerra se saremo costretti a farla: noi non ignoria– mo che la Francia dispone' di ,potenti mezzi di lot– ta e pertanto è da prevedere che la lotta sarà atro– ce': ma il· popolo del Viet-Nam è pronto a sopporta– re q.ualunque sacrificio piuttosto che rinunziare alla· sua libertà ». 'Così disse, ,preannunzi,a,ndo la lo~ta .che stava i,nevitabilmente per incomin,ciare, Ho-Chr~mh, il ,capo ,del Go,verno del Viet-Nam, già -riconosciuto, nel marzo del 1946, dalla Francia, e contro il q1;1ale la Fr ancia m edesima sta ormai da tempo incrocian– do la splj.da. IL VIET-NAM E IL CAPO DEL SUO GOVERNO. Ma è ,pur d'uopo anzitutto• chiarire chi sia Ho-Chi- 0Minh, ,che sia· il Viet-Nam. Ho-Chi-Mi:nh è un ,anna- 1bliotecaGino Bianco mila, nato nel 1890, andato a Parigi ne.J 1908, dove visse a .lungo,, !fiOdestamente,. del prop·rio lavoro, in mezzo alla numerosa colonia indocinese che fati-ca nella capitale di Fra.nci'a. Solo dopo la prima guerra mondiaJ.e, egli vi acquistò -una ,certa notorietà, come agitatore politico, e difensore dei diri,tti del popo– lo della sua terra natale. Egli aJl.o,ra militava •nel par– tito socia]ista, ma quando questo partito si divise. e nacque un partito comunista antagonista di. quello, Ho-Chi~Minh, ,che allora aveva un· diverso nome, fu uno dei fautori e promotori della scissione, e del partito comunista fu .ardente propugnatore. Com'è natural'e, egli fu ammiratore ,di Denin e della rivolu– zione r ussa, e infatti, doipo qualche a•nno, egli tras mi– gra.va da Pari,gi a Mosca., idonde si rial1a.ocia.va alla su a t ena nativa e ai popoli soggetti d ell'Estremo Ori.ente, che il nuovo verbo moscovita attraeva nel– l'orbita dtilda polittca sovietica peT contrapJPorJi alla dominazione di ogni potentato europeo, accelerando èosì quel ,process'o di rivolta e di liberazion.e che or– mai la parola profetica di Sun-Yat-Sen aveva inizia– to e f1e,condato. Da, ,al•lora H0,,Chi-Minh visse la. vita dei cospiratori e degli agitatori ·rivoluzionari, sem– pre •nascosto e sempre ricercato dalla polizia d'ogni paese; visse per 1o più nena Cina meridionale, emis– sario della Terza Inter nazionale, in. frequeF1te con– tatto con i nemki odei govern.io d'Europa, parlando e scrivendo in nome dei suoi connazionali sottoposti a:lla dominazio-ne straniera, in nome dei di.ritti e de·l– la. libertà dei popoli del Continente asiatico. Final– mente venne la guerra; .J.a ·seconda guerra mondiale: e Ho-Chi-Min,h ,cosp,irò ancqra contro il Giappone, suscitò resistenza e ·rivoluzione, approfittando di ogni circostanza favorevole per insidiare la potenza nip– ponica e. quella insieme dei governi conquistatori: di Eur.opa. La Francia, fin dai tempi di Napoleone III, s'era accinta alla metodica penetrazione in questa terra ricca, e dio~aria natura: e, dopo i,l second.o Impero, la repubblica proseguì ,con tenace ,perseveranza la conquista dell'Indocina, che ·aggiunse con orgoglio al magnifico impero coloniale di ,cui la Francia s'e– ra lentamente andata arricchendo lungo il corso dei secoJi.. Terra va•ria e diversa, ,così per la natùra fisi– ca, qua e là pianeggiante, altrove ripida e montagno– sa, ri.cca di fiumi e di porti e di coste battute dai monsoni oceanici; ,come per l'ordinamento politico, per cui la Cocincina fu una ,colonia interamente sog– getta alla ;potestà odel ,dominatore. ,europeo, mentre il Laos, il Cambodge, l' Annam, e i.J Tonkino cons.erva– r:ono l'antico governo ,principesco indigeno, nel qua– le la Francia inserì la propria amministrazione e il ,proprio oculato controJilo.

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