Critica Sociale - anno XXXIX - n. 17 - 1 settembre 1947

• Cri ti ca So,cial e RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALJSMO l'ondata da FILIPPO TURATI In Italia.: Anno L 1000 (Abbon. sostenÙore ·L. 2000) Semestre L. 550 Trimestre I.. 275 Estero . • • 1500 • . _·• · · • 3000 • • • 800 · • • 400 DIREZIONE E AMMIMISTR.: Milano, Piazza Diaz, 5 ~ Tel. 16.220 - 16.319 - Roma, Via Sistina, 48 C, C. post. per abbonati n. 3-8225 • Spedizione Il\ abbonamento postale: grupp9 11 Anno XXXIX N. 17 Un numero se·p.aralo L. SO Milano, 1° settembre 1947 SOMMARIO Politica ed attualità L'/Lalia e l'O.N.U. (U. G. M.) Per il Convegiw J1;{1:oilo,nahe dle.l P,S.L.I. - 7'ema centrwle: ,l'aulo- no·mia sociitaJlista (VERID1èus) --A pro•p,osito di riunifilaazi.'()'~ ( G-roVANNI CO.RRADINL) A.muica ed EUl,rOp.f12 (LA C_R!ITICA SOCIALE! e Grno LtjZZAcTTO) La ci ,i.si deltl'impero co1lon-1. 1 ale francese, e la guerra d,i ricl)nqui– sta def Viet-Na·m (SIGMAc) L'Europa, questa. sconosciuta/ (LA C. S. r ·GunLIELMO UsELJ.INI) Problemi economici e sociali L'1.R.I. e /Ja terza via (PIETRO BEGHI) Finanza straordi-rz<J!ria e imposta prrogressiva sul patrimonio. (con1inp•a) (ENZO MASSARANI) La rifo,rrma pe.nale (LA C. S. e MASSIMO PUNZO} Storia, filosofia, varietà Quesl"ione .e,braicll e problema paLe·stinèse (Pi:11no GALLM\DO) L'« u.o,mo soci'a!le » (GUH)i() QUAZZA,) La .vua del socia,lis,mo (GIULIO PI.ERANGELI e LA C1>n'ICA SocIALE) Fatti· e commenti della ~tampa it-a,l'iana ed estera (,p. ga.) Ciò che si stampa: A_NTONIO GRAMSOI, Lettere dal cardei,e, (gip.) - G. CREMONESI, Voci e moniti della ·vecchia Italia (P. M.) - PAOLO TnEvEs, L'iso•la mistie,riiosa (G1u.) L' Italia e I' O. N.U. Il motivo principale addot1lo dall'on. Sforza per indurre la Costituente a votare · in fayore della immediata ratifica del trattato di pace fu che, prima che essa Costituente riprendesse i suoi la- . vori, doveva adun.arsi il Consiglio dell'O.N'.U., iY quale avrebbe discusso dell'ammissione dell'Italia a far parte dell'organizzazione delle Nazioni Unite; che certamei1te una deliberazione in senso affermativo sarebbe stata facilitata se, con la ra– tifica del Tr,attato, l'Italia fosse anche formal– mente uscita dal regime- armistiziale. La ragio- 1(evolezza di questa argomentazione parve conva– lidata dalla comunicazione ufficiale, venuta su– bito dopo, che la R:ussia non intendeva ratificare nessuno dei trattati di pace, se non quando essi fossero stati ratificati dalle potenze vinte. Veniva infatti con ciò a mancar•e ogni timore che la Rus– sia potesse interpretare la ratifica anticipata data dall'Italia come manifestazione di un suo o,rien– tamento verso il blocco ~ccidentale, i cui com– ponenti avevano invece preceduto l'Italia nella ratifica e mostrato il loro desiderio che il regime giuridico di pace fosse senza ulteriore indugio inizi_ato. · • La previsione deil'on. Sforza è andata delusa per l'opposizione fatta dalla Russia, contro il pa– rere favorevole di oltre i ·quattro quinti dei mem– bri del Consiglio dell'O.N'.U. La motivazione di questo « veto » non è in realtà molto persuasiva. IL rappresentante avrebbe dichiarato ~econdo quanto_ ri:fer.isee la stampa (in modo 'però non perfettamente concorde), che la Russia non in– tendeva tollerare che le domande di ammissione . all'O.N.U. da parte degli Stati vinti fossero pre– sentate separatamente. al voto del Consiglio, il che panebbe dover ·addurre alla conseguenza che dovesse avvenire su tutte un'unica votazione, senza nessuna discriminazione relativa alla con– dotta dei singoli Stati durante la guerra e alle· garanzie che essi attualmente qffrono di, accon– ciarsi ai principi che, tanto per intenderci, chia– m eremo fiel la Cart~ Atlàntica. Infatti, se anche le doman.de fossero portate tutte quante' in una. stessa seduta,· ma su di esse avvenissero votazioni separate, non ci sarebbe nessuna garanzia che per tutte sia usato, non diciamo lo stesso trattamento. ma neppure lo stesso criterio di giudizio. Ora non è possibile, crediamo, che si possa non essere tutti d'accordo nel dichiarare ·che una si– mile pretesa di usare per tutte le potenze poste Jilel rrovero delle potenze vinte lo stesso tratta– mento, senza alcuna cliscriminazione, è la cosa piiù assurda e :più iniqua che si possa immagi– naTe. La Russia stessa ha riconosciuto quanto sia stata ampia, ardita ed efficace l'attività dei no– stri partigiwni, che sono i veri rappresentanti. cli quella Italia che chiede oggi giustizia e reclama di essere assunta nella organizzazione internazio– nale degli Stati, in -piena parità di diritti con . quelli che già ne. fanno parte. I popoli meritano fiducia e possono pretendere di veder riconosciuti e rispettati i loro diritti non per l'atteggiamento éhe oggi assumono, per il nome e per il colore che oggi dànno ai loro governi; ma per ·la co– scienza, per lo sforzo, per lo spirito di sacrificio di cui hanno saputo dar prova per giungervi. Premettiamo che, a. nostro avviso, l'ordinamento che r_egge gli Stati balcanici e danubiani non è, almeno per molti di essi, sostanzialmente diverso, oggi che essi gravitano nell'orbita della p0litica russa, da quello che era nel tempo in cui gravi– tarono nell'orbita della politica tedesca, della Germania di Hitler. La differenza è solo nei. nome e, parzialmente, nelle persone. Ma c'è oggi il to– talitarismo che c'era ieri, c'è la stessa sconfinata prepotenza del partito che detiene il potere, che non soffre critiche degli altri partiti o, addirit-

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