Critica Sociale - anno XXXIX - n. 17 - 1 settembre 1947

328 CRITICA SOCIALE Ciò che si stampa GuAa.isc 1 A.: Lettere dal carcere - Torino, ed. Binaudi, 1947. Pngg. 260 - L. -IOO. Ad sso che questo libro ba (senza dubbio meritatamente, a1H.hc se in modo inconsueto) ottcnnlo il riconoscin1ento, tra !etterar o e :110ndnno, del premio Viaregg)o, a pnrlarne s'hn quasi titubaOzu. 1 E' opera cosl i,ncomparabilm.ente soHtaria, intima e spog ia, che male ad essa si addice il plauso, ·la giu...: bilnzionc, la ci1.rlosHà. E quasi ci si cons'ota al p~nsiero che, attenuato O sviato il e amore del «successo», essa. resterà, più autentica, più ·m~Tlecttatamente eloquente, più consona a coloro che andranno a cercarla per amore e non per smaniH cti essere aggiornati letterariamente. Giacchè è di qu~lle ope– re desHnate µ. restare (anche se con quellq cupa e dura au~ ster·tà· dei monumenti preistorici della Sardegna, tanto cara a Gramsci). E per noj, socialisti (al di sopra di ogni paratla di partito), essai assume ed assume~·.à u111sign;fic,ato tutto par– t:colare. Non è solo testimonianza di una .grande anima e di un grande uomo; nè è solo umanissimo documento ùel lungo marfrio cti uno tra ~ p·iù ,seniali ed integrali, 111arxisti Hri– liani; nè è solo vfvente espress 1 one, tra tante viltà, cedimenti e prostèrnazioni, ùi quello .spir to di « re'siSte·nza » che ha im– pron!tiato ili meg:l 10 dleil'ainrtifca.soi1sm,o no.sltlrano. M 1 a è iÌltilna, persuasiva, ero ca manifestazione di \tn'ctica, assunta a so– stanza di vita; ch'è la nostra. La quale è fatta di fede {s nin ,.,dogmatismi,, senzà esibizionismi, senza auto-torment·), 1 cl:1 vo– lontà d'intendere per ope'l'at•C e di operare per mcgIId inten– dere, di imperativo d.i lottare, subendone tutte le conseguenze (« ero un combattente che n.on ha avuto fortu'na nella Jottn immediata, e i com.battenti non possono e· non devono rsserc c6mpli1an.ti quan,dlo esisti. Ji:am.111,0- lli01malto, n01:i. ,p!erchè ,cos~el'bi, ma perchè cosi ha\1no essi ,stessi voluto consapevqlmentc »). O ci s! trov•a consentanei in questo spirito - rd allora questo li- ' bro arutin,ge tuJtta J.a s,ua_ scabra, lta sua se-vepa al,tezza - o, altrim.enti, invano si ce.rea il segreto della sua. suggestività e della sua grttndeZza. DiJilcLe è 1 S'lStemarlo pella lette1·atura carcerar a ilalia•n~. Non è la narrazione di una esperienza carceraria (anche se la segregazione costituisce lo sfondo immoto e· i.nva·i•cabiJe di tutto questo dramm!l).' Per ..restare in testi:non ·anze coeve, -scritli come quelli del Rosselli, r de-I Giua e di altri, sono assai più vivi e intCr.essanti 'llel descr·– ver..! l'ainbiente um·ano e psicolog'co delle carceri faseiste. Parimenti delusi resteranno co:oro che ricercheranno in que– ste pagine la testimonianza ,polit!'ca di Gra~n:siei grande uomo politico, segretario del Partito comunista italiano, fu!cro v - vie.rute 'dlelna polemica predd,ca,zioo.e di~l"« Onxline n,UQiVlO », op-· pure la tesfmonianza ideò.logica del Gramsci maTxis1a di pri– mo piano. Necessariamente: o va ontariarrlente tutto ciò- è ta-· ciuto, o sottaciuto. E infine addirittura aberrante sarebbe il prenderlo come sentmentalistica espressione del- dramxna deJla s~gregazdone che ha strappato quest'uom,o non solo a·i compa– gni e agli amici ma ai suoi familiari; alla mogi' e, ai .figi-i, n.I-la madre. Questo libro s'incentra e si. condensa - 1quasi monotona'!Il_ente - in un dramma più alto e più acuto. E' jl dramma di un uomo che aftront•a risolutamente la sua coatta solitudine e l•a sua dtsumarro'zzante reclusione, eh.e lo se8re– gano da ogni contributo esteriore (ma « io non ho mai sentito bisogno~ di un apporto ester .ore (I.i forz~ morali pe.r, vivere fortemente la mia vita a-nche nelle peggiori c~ndizioni; tanto · meno oggi, quando io sento che ·le m·e forze volitive hanno acquistato un più alto contributo di concretezza e di validi– tà ») e che a un .a.InJbii.1ente ,c·ll/e 'I o ,f,orz,a _a,d ,ll!IJ.a d 1 eigiriaidla.zi.oine r·sica t'. m 1 orale reagis~c con una _indomita volontà non di astrattamente vivere, ma di vivere concretamente, aderendo a problemi, .a esigenze, a rnterrogativi, a mqdi di compo1:tarsi drigilO. a.!ttri. Imi G 1 rrunsici, che fu .anche. un « inite:U-erlltualè 1>, c'è fl.lJila inquieta aderenza ai pr.oblemi i-nteÙetthali d.el suo tempo (dçmde · i suoi st~di e· i suoi g'udizi sugli intellettuali' ita– liani, sul ·Croce, sulla rìlosofia della prassi, sulla psicana- 1·si, ecc.). Ma assai più in a:to giunge questa volontà di ade:.. re-nzà alla, vita degli altri - ch'è intima ·espHcaz:ione di vita - quando concé-.rne l'esisten~a degl,i :nti,mi, della moglie 1 dei due figli, della cognata, della madre. E' un'aderen~a, che, più ancora che comprensione unu\na ed affettiva, vuol essere pre– senza (quasi una con-presenza). E si artico 1 a allora nef !Dezzi 'um.an: più iJnitimli e 6ohietti: dalllia. affabi'J-ità alle rievocaziòni, al rimeditamento delle sue esperienze infant·n- nel~a primitiva Sardeg,na.· E Io vedi farsi grave coi -gravi, rincuor.atore di chi ha da essere T·ncuorato, orientatore di chi Si Jrova sbandato, Biblioteca' Gino Bianco paterno con la IUogli-e, incompal'abilmente fanclubo con i fi– gli. E' un vivere che travalica ogn~ barriera che lo preclud~ dalla v·ta; è una partecipazione inti!na di cui senti. che le parole sono sempre un mezzo in/sufficiente ed inldoneo; è U!l perenne essere prrsente di. qurst'uo1':no che il fascismo credeva di aver messo ~uori colnbattimento e che solo la :norte farà tacere. E• una singolare 1nan festazione di uno stoicismo mal'– xista. E sta a dimOtS,trru1e quanto ipaitnim.onio di vtLta, di f~. di affetto, di pensiero, d; volo:ità possa inquadrarsi negli• •sohe'mi di quel marx·,smo, ,avve-r:sato da tutti, co11ne ihi'uta ma– teria'izzazione e come riduz'one a gre1ta !llateria!ità. Inchinia- 111oci, dunque: e m ·ditJa1no in silenzio queste grandi, queste consentanee pag ne di un grande. g. p. CnEMONEsr G-: Voci e moniti della vecchia Jlalia. - Cremona, ed. « Cremona Nuova», 1946. Pagg. 248 _ Lire 200 Più che u~a cronaca, è il ritratto della vecchia Cremonll, t,,a ,.i 11880,e l'imnrediatUo cL01p·o~u,inra,eon i~ .su1e ba11tagli.e. ,po ·'.itiche, con le sue lotte sOciali - a cui il sorgente socialismo dà aitra consapevolezza e tangibili conquiste -, con il suo sHenzi 1 oso f 1arime .a11.l',on11biia dei Tor.re.,zzo, Mia nOtll è un chi.uso ed an,gusto fnOO"do p~ovinciale. Su figure- egregie ma di sr– condo piano (se tali possono d"irsi mons. Hono:nelli, con .e SUJJ nuov,e ,aispiimazioni ,soci,alli, Stefaino .J1aci.ni, '•1 COOillpila1ore della « ilnch'tst& ,ag.raria >~ e, •più recentemente, Guido Mi,gl1o1i, l'agitatore! «bianco».) dominano due ·perSonaI"tà di primo pi~- ~ no, che 1p.e11.1 un .cirir.to 1)'.•ri.iodo~ fanno dJ Onern•onia un -centro ,d grande LIIJ.\P·ort~. L',U1111a è ~a fJgrnra nOlbliile,oavallieriesca, 3\P .Passio.nata del nostro Bissolat·; 1Ja'.:tra quella· di Ettore Saç– chi, uno degli esp~menti massimi del partito radicale. Non .s,empre 0001 dt:lhito 011:ldin•e ,stomi1co e .o.on un giiusito ,equ'libriio, l'A. fornisce a~eddoti,' documenti'; ricordis i quali tuttavia, più che a dare nuo;v·i ed inediti contributi alla persona.Jità di Biss.olati, giovano a i-llumin~rci sulle- illusioni e sulla crisi del part to radi~ale ed alle su~ manchevolezze di front~ a I lungo- predo'minio giolittia,no. L'A. termina col mostra·rt- il precipi-tq.re della vita poJÌt ca locale nella goffa signoria fa– '~ci,sta di Fari-nacci. E' un libro scritto con nostalgica pass·ont', ahe iSi 'legge vo!lon)tieni. Prece.de una ·ne11:tt,s,s'ma intro.dufflone di Ald'reldo GaJl:1"'1:ti,dettata d·a una piroforuda conoscren"a dell'arn– bd-erute orieanone&e 1e dia u.n fj.,p,e intuito degli uomd'lld. e · dnHe situ-a-ziQ'IlJ, . P. M. TnEVES p. ~ L'isola misteri,osa. - <!-d.Nuova ltal a,. Firenz\ 1947. Pagg. 132 ..- s. p. E' un brioso, cordiale1 ed intltlligente libro di impressi on· su·~l'Lnghdlter,ri3 dcl caro nostro co":ll!p-agno, che in sè r -scopr.e l'affetto per questo suo paese d'esilio negli anni più bui. C'è l,a scoperta da .pa;te- di un « conMnentà~e '-> 'dell!I, vecch·a, im- , mwtabtile Ingbill'lie'I'll'la- 1cilttà, :palesiagefiio, oostun1,e, sti!!e, nor:ma di _vita, - con un trepiclo ist nto di appr.::..nderne gli intimi valori. Ma c'è anche - ed è ~a parte più i~edita e appassio– ·nante - Plnghilterra de-gli ann; tragici della guerra: e I'in– flessibile att.accar.si alla· normalità della pr.opria vita e del pToprio lavoro, eh~ 'noi av:r.emmo mi'ti'zzato in dovere, e l'im-. pe;turbabile «incassare», tutto sdrammatizzando, nelle ore dei rovesci, e il « tener duro » come ç!'Osa ov".via, e il nascere della sol'darietà come spontanea iniziativa, e il vivo senso deÌ14 co·lettività, che è' tanto .innato da operare senza mµtila-· zioni e obliil:er'azioni dellia propria personalit:à. Si sp egano, p'l'foprio in, queisE ·esseil.lii·a1iiivi~~oni p,slico!l.ogi,ci, non ,soltanto H grossOlano errore di Hitler e di Mussolini n.el puntar.e su di tln cedimento dell'Inghiaerra:, ma anche le esper·enz~, le titu– banze, gli sforzi e le preoccupazioni che accompagnano 1 gli in– gles•1 nell"efliettua.-e, 1n sostam-ziate pFofondi4à, quel•la che fu chi,amata la « -rivoluzione sil.enziosa », già !naturata, nel co– stume prima ancora -che nel' e ist tuz4oni, durante il faticoso periodo d.ella guerra. Direttore: UGO GUIDO MONDOLFO Redattore- re~pons.: ANTONIO GREPPI GIU, Autorizz,: Allied Publications B. C. N. 288 - 10-3-19-% Tii>o11rafia Pinell! _ MHano • Via Farneti 8

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